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"Nessun uomo sceglie il male perché è il male: lo scambia solo per la felicità, per il bene che cerca."

Quando torno da mia sorella noto molte persone che battono le mani a ritmo di musica. Sta suonando una canzone che non siamo mai riuscite a suonare per via delle note un po' complicate ma, a giudicare dal ritmo che è riuscita a prendere, ha preso coraggio e ha deciso di provarci lo stesso. Il cantante di questa canzone si chiama Eros ma non ricordo il cognome. Invece ricordo bene il testo, è molto facile da imparare.

Mi avvicino ancora di più e resto sorpresa quando mi rendo conto che non è sola. Lei sta suonando la chitarra mentre un cespuglio biondo sorride al pubblico e fa battere le mani a ritmo.

Quando Derek mi vede mi viene incontro e mi prende una mano, così insieme arriviamo al centro pista.

Si avvicina e mi sussurra nell'orecchio: <<Alba mi ha detto che il testo lo sai bene, quindi lasciati andare e cantiamo insieme.>>

Annuisco e subito inizia a cantare.

<<Sorridi provocandomi
Con gli occhi mi incateni qui
Mi lasci andare tanto sai
Che puoi riprendermi!>>

Mi prende di nuovo la mano e mi fa un sorriso malizioso. Prendo coraggio e inizio a cantare per la prima volta quella canzone in pubblico.

<<You're drowning in the deep for me
I love the way I'm drawn to you
Just like oceans rise to kiss the moon
It's gravity
Our love is like gravity!>>

Ha ragione, questa canzone è perfetta da cantare in questo momento e soprattutto con due voci, una maschile ed una femminile.

<<Tu che mi dai vita completamente
calmami e di colpo pretendimi
mani come nodi stringono noi
che attraversiamo sabbie mobili.>>

Non lo avevo mai sentito cantare e non mi aveva mai detto che lo sapeva fare. La sua voce non ha un tono molto alto, ma mi piace in compagnia con questa canzone.

Con le nostre mani strette, mi fa fare un giro e subito dopo con un solo movimento mi ritrovo tra le sue braccia.

<<Bring me back to life when you light my fire
makes me feel so high never coming down
It's more than just fantasy come true
I feel your love rising from deep inside of me.
Up to ecstasy.>>

<<Fino all'estasi.>>

Ho come l'impressione che lui sente davvero queste parole.

<<Your desire's pulling me
To exaclty where I need to be
it's so good that I can hardly breathe
I feel it take over me.>>

<<Mi lasci ancora immergere
sei acqua che sa spegnermi
e il tuo sapore diventerà
forza di gravità.>>

Mi afferra dai fianchi e mi fa girare. Quando mi posa a terra riprendo fiato e continuo a cantare.

"Bring me back to life when you light my fire
makes me feel so high never coming down
Take control and show me how it feels
to go from heaven up to ecstasy"

Ci ho preso finalmente la mano e lo lascio immobile al centro mentre io gli giro intorno.

<<Sento ogni battito del tuo cuore
stringere i miei sensi immobili
un sospiro appeso a un brivido qui
che così intenso dal profondo sale su
fino all'estasi.>>

<<You're drowning in the deep for me
don't fight it just let it be..
now your desire's pulling me
our love is like gravity.. it's gravity baby.>>

<<Tu che mi dai vita completamente
calmami e di colpo pretendimi!>>

Prende entrambe le mie mani e le stringe forte.

<<Take control and show me how it feels
to go from heaven up to ecstasy.>>

Canto guardandolo negli occhi.

<<Sento ogni battito del tuo cuore
stringere i miei sensi immobili.>>

<<It's more than just fantasy come true
I feel your love rising from deep inside of me
Up to ecstasy.>>

<<Fino all'estasi.>>

Alba smette di suonare: applausi e urla del pubblico inondano di felicità l'intera piazza. Io e Derek ancora ci guardiamo negli occhi, come se nemmeno noi riuscissimo a credere a ciò che abbiamo appena fatto. Sembravamo una coppia in un teatro, esattamente come una scena in una commedia. Almeno per quello che ne so io, di commedie e teatri.

I nostri sguardi si slegano così come le mani e tutti e tre facciamo un inchino verso il pubblico. Ancora applausi e gente felice che ride e ci riprende con i telefonini. Subito dopo non perdo altro tempo e abbraccio Derek con una forza che non avevo mai avuto. Adrenalina, probabilmente. Lui ricambia e mi tiene stretta, e sento Alba unirsi all'abbraccio.

<<Grazie.>> gli sussurro nell'orecchio.

<<È stato un piacere aiutarti.>> risponde.

Molte persone hanno già posato qualche moneta nel cestino, e finalmente mi posso rilassare.

. .. . .. .


L'uno accanto all'altra passeggiamo per la strada che conduce al capanno. Alba è più avanti rispetto a noi e sta volteggiando tra i fiori profumati. Derek ha preso la mia chitarra ed io ho sulle spalle la coperta rossa, dal momento che è calata la sera e fa più freddo.

<<È stato lui, non è vero?>>

Derek mi risveglia dai miei pensieri. Si ferma e mi osserva, poi sfiora con un dito il mio mento e il labbro spaccato.
Distolgo lo sguardo.

<<Non è niente.>>

<<E invece è tutto, Zoe. Non può starti bene il fatto che ti picchia ogni giorno. È...>> si ferma come per trovare le parole giuste. <<È un violento maiale che merita solo la prigione.>>

Mi sforzo di non ridere. Torniamo a camminare fianco a fianco.

<<È ovvio che non mi sta bene, Derek. Ma che posso farci?>> il mio sguardo si posa su Alba. <<Devo proteggerla, e se questo significa farmi picchiare ogni giorno al posto suo, allora lo farò.>>

Lui non sembra d'accordo, anche se non lo dice. Sospira rumorosamente.

<<Ho bisogno che tu mi legga una cosa.>> dico dopo un po', calciando un sassolino da terra. <<Lui ha detto che ci sono informazioni importanti per me, qui sopra.>>

Estraggo dalla tasca il foglietto sporco di terra, e glielo porgo. Lui lo osserva.

<<Non c'è problema...>>

Fa correre i suoi occhi sul pezzo bianco, molto velocemente, silenzioso.

<<Ho bisogno che me la leggi, non che la legga tu.>> dico ridendo e spingendolo lievemente con il braccio.

<<Ah, scusa, non avevo capito. Dice esattamente queste parole.>> fa una pausa e mi guarda prima di iniziare a leggere, io mi fermo e lui fa lo stesso. Sembra quasi indeciso su leggermela o meno, ma alla fine cede ed inizia a parlare.

<<Se state ascoltando le mie parole vuol dire che siete riuscite a farvela leggere, brave. Ci sono cose che non ho avuto mai il coraggio di dirti, Zoe. 17 anni fa io e Scarlett stavamo tornando a casa dopo una lunga giornata passata ad elemosinare, e ci siamo imbattuti in un orribile incidente stradale. Delle urla strazianti ci hanno condotti ad un'auto capovolta, dove abbiamo trovato te. I tuoi genitori erano già morti, ma tu eri viva e non potevi restare lì ancora per molto. Quindi abbiamo preso la decisione di prenderti con noi e allevarti come nostra figlia. Ormai sono anni che la polizia non ti cerca più, ed io e Scarlett avevamo paura che ti trovassero e che ti sottrassero a noi. Guardarti sorridere era la cosa che ci dava la forza per affrontare i giorni seguenti. Non so chi fossero i tuoi veri genitori, non so a chi saresti stata affidata, quel che so è che la tua famiglia sembrava molto benestante dagli abiti e dalla grandezza dell'auto.
Piccola, spero e sono convinto che ce la farete. Alba, prenditi cura di tua sorella. Vostro padre, Cole.>>

Parola dopo parola le gambe hanno dato sempre di più segni di cedimento, fin quando Derek ha letto l'ultima parola, e sono sprofondata in un mare di lacrime, accasciandomi a terra come un fiore che pian piano perde la sua vitalità.

. .. . .. .


È il nero il colore che prevale intorno a me. Ma non c'è solo quello: c'è anche del viola, del grigio e del bordeaux. Non so dove io mi trovi, sembra una camera da letto moderna, che non ho mai visto prima. C'è un letto a baldacchino fatto in legno con le coperte tutte nere e solo un grosso cuscino rosso. Le pareti sono viola scuro, rivestite tutte da quadri che non riesco a decifrare. C'è una piccolissima finestra con delle pesanti tende grigie scure, ricamate da qualcosa che non capisco, per la posizione in cui mi trovo.

È strano, sono come seduta a terra. La prospettiva è dal basso verso l'alto, e per questo motivo non posso notare tutti i particolari presenti.

La cosa che attrae subito la mia attenzione è un enorme quadro proprio sopra il letto. Due rose in primo piano su uno sfondo formato da due diverse tonalità. È un po' inquietante il disegno, mi mette tristezza e paura allo stesso tempo. Le due rose, una bianca e una nera, bellissime, sono intrecciate tra loro; la dinamica del quadro è strana, perché ogni rosa parte da un angolo in basso del quadro, da lì salgono in perfetta armonia, per poi incontrarsi ed intrecciarsi: allora la rosa nera guarda nel lato in cui nasce quella bianca, e viceversa.

Lo sfondo è diviso in due parti: i colori sono chiari e trasmettono calore nella parte in cui nasce quella bianca, a partire da una tonalità di giallo a finire ad una di rosso, mentre nell'altra sono colori scuri e trasmettono una sensazione di freddezza, ovvero il blu scuro il viola e il nero.

Più tempo resto in questa stanza e più una sensazione di sbagliato mi opprime. È come se io non potessi stare qui, come se mi fosse vietato entrare in questa stranissima stanza. Paura, angoscia, tristezza, e nello stesso tempo adrenalina, curiosità ed eccitazione.

Qualcuno urla il mio nome e sobbalzo per lo spavento. Non riesco a capire chi sia stato, era la voce di un uomo, in un punto indecifrato della camera.

Cerco di alzarmi ma sono inchiodata a terra, legata con delle corde sui polsi e su una caviglia. Urlo, piango e mi dimeno ma nessuno corre in mio aiuto.

<<Zoe, svegliati.>>

È comparsa dal nulla un'altra voce, ma questa è diversa, è dolce. Le due voci si accavallano e non riesco a capire più niente, così mi faccio forza e apro gli occhi.

<<Zoe?>>

Sento come una mano che mi trascina via dall'oblio che era diventata la mia mente.

<<Si?>> rispondo mettendo a fuoco il luogo in cui mi trovo.

<<È ormai un'ora che dormi, tra poco sarà pronto da mangiare.>>

Derek è seduto accanto a me ed io ho la testa poggiata sulle sue gambe, mentre lui mi accarezza i capelli sporchi. Ha insistito per portarci entrambe a casa sua, almeno per riscaldarci e mangiare qualcosa, poi mi sono addormentata senza rendermene conto.

E ora sono quì a fissare il fuoco che danza davanti al mio sguardo perso.

Nell'aria c'è il profumo di qualcosa che non so definire, ma sicuramente è buonissimo, sapendo che lo sta cucinando sua madre, la cuoca più brava dell'intera regione. Addosso ho una coperta caldissima che profuma di vaniglia.

<<Ero persa tra i miei soliti sogni senza senso.>> rispondo dopo un po', alzandomi e sedendomi composta. Mi gira la testa.

<<Andrà tutto bene, vedrai.>> con un braccio mi circonda la vita e mi stringe a sé. <<Io farò di tutto per farti stare al meglio.>>

Sorrido di gratitudine, anche se è un sorriso forzato. Non c'è niente per cui sorridere.

Una lacrima minaccia di scivolare giù ma riesco a bloccarla in tempo. Non voglio mostrarmi ancora una volta così fragile e oltretutto una piagnucolona.

<<Non ho mai conosciuto due ragazze più forti di voi. Scommetto casa mia che voi ce la farete, e poi ci sono io, nel caso le cose dovessero andare tanto male.>> sussurra mentre ammira anche lui il fuoco che scoppietta producendo il solito rumore familiare. <<Almeno non avrete più lui nei paraggi. È una buona notizia, se ci pensi.>> pronuncia la parola lui con disprezzo. Lo odia tanto quanto lo odio io.

Lunghi minuti di silenzio si infilano nell'aria. Se non fosse per lo scoppiettare del caminetto credo che riuscirei a sentire il rumore del battito del mio cuore.

Come descrivere il mio umore? Deluso, ferito, vuoto. Almeno prima soffrivo e vivevo la mia vita consapevole di non poterne avere un'altra, ma ora so che quelli non erano i miei veri genitori. E cosa sarebbe successo se non mi avessero presa dalla macchina? Probabilmente sarei morta di lì a poco. E se non fosse stato così? La polizia e i servizi sociali mi avrebbero mandata in un orfanotrofio, nel peggiore dei casi. E se invece non tutti i membri della mia famiglia fossero morti 17 anni fa?

Deve esserci per forza uno zio o un parente che avrebbe potuto prendermi in adozione. Ero solo una bambina di appena qualche mese di vita, mi chiedo come io abbia fatto a sopravvivere ad un incidente del genere. Probabilmente la mia vera madre mi teneva stretta tra le sue braccia, per questo motivo sono riuscita a sopravvivere al disastro. Già era dura sopportare il pensiero di aver perso una madre, ora ne ho persa un'altra e anche un padre.

<<Ho un'orribile sensazione, proprio qui.>> indico la bocca del mio stomaco con un dito. <<Sembra che qualcuno mi abbia portato via tutto ciò che c'era dentro.>>

I suoi occhi color cioccolato si fermano nei miei e sento un'altra stranissima sensazione farsi strada nel mio organismo. Come un pugno, ma indolore. Come se qualcuno con un dito avesse toccato un interruttore nel mio cuore, e solo ora vedo tutto in modo diverso. Sembra che cuore, occhi e mente si siano appena collegati per collaborare.

<<Credo sia normale Zoe.>> prende la mia mano e se la porta alla bocca. <<Tu devi stare tranquilla, ci sono io ora.>>

Bacia il dorso della mano e per evitare di arrossire distolgo lo sguardo e la sfilo via. Lui invece di prendersela ridacchia tra sé e sé e guarda il fuoco. Il calore che emana mi fa sentire stranamente bene, al sicuro.

<<Perdonami, lo so che odi essere toccata.>>

<<Non ti preoccupare.>> rispondo piano. Dopo tutto ciò che è successo oggi, questo strano contatto non ha alcuna importanza.

<<Derek è pronto da mangiare!>>

La voce di sua madre ci fa sobbalzare. La stessa donna che odia profondamente le persone come me e Alba, i mendicanti insomma. Non so nemmeno perché abbia accettato di farci mangiare questa sera. Mi chiedo come faccia un bravo ragazzo come Derek ad essere il figlio di una donna come lei.

<<Arriviamo mamma!>> urla Derek in direzione della cucina. <<Sono sicuro che i tuoi genitori ti volevano bene così come te ne volevano quelli veri.>> dice guardando il fuoco.

<<Forse la mia madre adottiva mi voleva bene, ma mio padre adottivo no, lui non ce ne voleva.>> alzo lo sguardo su di lui. Ha le labbra incurvate verso il basso. <<Altrimenti non mi avrebbe mai...>> non riesco a finire la frase.

Quella lacrima decide di scendere lo stesso e glielo lascio fare. Ho pianto così tanto per tutto il tragitto, che credo di esserne ormai a corto.

Derek mi guarda e con il pollice dell'altra mano mi asciuga la lacrima. <<Ehi.>> sussurra poi a pochi centimetri dal mio viso.

<<Ehi.>> rispondo sospirando.

<<Andrà tutto bene. Ci sarò sempre io con voi. È una promessa.>>

Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi poggia quella stessa mano sulla mia guancia ed io, per la prima volta, mi lascio andare a questo gesto dolce. Il suo profumo mi inonda le narici e, quando toglie la mano, mi ritrovo a desiderare ancora un contatto così. Un contatto che mi aiuti a superare tutto, che dica "io ci sarò sempre, qualunque cosa accada".

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