Capitolo 8 Ritorni

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L'arciere sentì bussare alla porta dell'appartamento, lì per lì sperò che fosse... No, era impossibile, erano certamente gli Avengers! 'Non rompete le scatole, non vengo alla base, ci tornerò quando mi andrà' ogni giorno c'era la questua, gli amici arrivavano uno di seguito l'altro. Prima Steve, poi Thor, poi i coniugi Banner nella solita sequenza. Già era tanto se non li mandava all'Inferno.

'Falco?' una vocetta dedicata dall'accento yankee lo chiamò.

A Barton prese un infarto. Non si era sbagliato! Si alzò come un razzo dal divano e si precipitò ad aprire. Rafflesia si stagliava timidamente sull'uscio con una valigia enorme ai piedi. Era bellissima, smunta e dimagrita rispetto a come la ricordava, e gli occhi ametista lo fissavano parecchio inquieti. Era in jeans e maglione blu, un piumino scuro e una sciarpa di un glicine intenso come il colore delle sue iridi. Una fitta al cuore lo colpì: era di felicità e paura.

Si sentì così emozionato da non riuscire a connettere 'Vuoi entrare?' le chiese, titubante.

'Forse è meglio di no: che succede?'. Clint indossava la tuta da ginnastica e pareva aver bisogno di una bella ripulita; la casa era leggermente più in disordine del solito, sentì un odore nauseabondo di sigarette.

'Che vuoi che succeda?' era sulle spine.

'Stai qui in pieno giorno come un barbone invece di allenarti allo SH.I.E.L.D.. Non è da te! Fatti una doccia calda, ci vediamo fra mezz'ora giù di sotto alla tua jeep!' gli ordinò notando che si toccava continuamente il Rolex al polso, quello che gli aveva regalato proprio lei.

'Sei tornata, allora?' le domandò.

'Pare di sì' sussurrò.

'Per restare?' fece speranzoso.

'Non lo so...' si voltò per andare verso il suo bilocale.

***

Mentre si lavava, l'arciere si chiese che cosa avrebbe potuto dirle. Le solite menate, ovvero che l'amava, che l'adorava più di prima, no, non era il caso; scusarsi per esserle saltato addosso, senza contare le parole pronunciate, inenarrabili? Avrebbe dovuto, ma da dove iniziare? Ancora ci rimuginava quando la vide appoggiata al fuoristrada.

Salirono in auto, senza una parola.

'Perché sei tornata, Rafflesia?' certo, invece delle scuse, le faceva domande. Barton, mai una cosa intelligente!

'Non lo so nemmeno io...' le pareva di non sapere più niente e ripeté la frase detta in precedenza; aveva sistemato casa in fretta, fatto i bagagli e preso il primo volo utile, immediatamente attaccato il telefono con Nat quella mattina, molto agitata. 'Non è vero! Sono qui solo per te...' le uscì di getto con la sincerità che la contraddistingueva. Lo confessò scrutando il profilo dell'Avenger seduto sul sedile accanto, le labbra carnose che l'avevano riempita di baci. Un brivido la attraversò dalla testa ai piedi. Desiderò toccarlo, stringere la sua mano fra le proprie ma soprassedette a qualsiasi gesto affettuoso e fraintendibile.

Lui si voltò con la bocca aperta dallo stupore, rallentando e spostandosi sulla corsia di destra.

'Romanoff mi ha avvertito' aggiunse la Tyler 'E ha fatto bene, visto lo stato in cui ti sei ridotto'.

La russa non si faceva mai gli affari suoi, pensò Clint, ma anche che avrebbe dovuto ringraziarla visto che Rafflesia era lì con lui. Provò a parlarle col cuore limitandosi per la parte sentimentale 'Da quando sei andata via, soffro come un cane. Perché non eri più con me ma soprattutto per quello che ti ho fatto. Sono stato aggressivo e violento, e tu sei la creatura che io amo di più sulla faccia della terra. Bisogna che ci spieghiamo, una volta per tutte'.

'Falco, no, in questo momento è tutto troppo fresco, non ci riesco!'.

'Invece ne vorrei discutere...'.

'Non c'è molto di cui dibattere: se volevi farlo sul serio potevi provarci e chiamarmi almeno. Invece sei sparito completamente, non mi hai telefonato per gli auguri o per sapere se stavo bene' forse le avrebbe confessato di essere andato a Boston. E lo provocò.

'Nemmeno tu mi hai cercato' si era un po' alterato. Era stato giorni davanti casa sua, sotto tutta quella neve, senza trovare il coraggio di suonare il campanello; si era ibernato, geloni a mani e piedi, le dita gialle dalla nicotina. Non valeva la pena raccontarglielo e tenne il punto 'Sostenevi sempre che siamo amici, gli amici debbono chiarirsi. Non hai fatto la prima mossa e biasimi me'.

'Hai ragione' sussurrò con voce triste.

'E adesso?' voleva sapere come sarebbe stato il loro rapporto nell'immediato futuro. Era teso e fremeva; strinse le mani sul volante dell'auto sperando in un aiuto della collega che però non ci fu.

'Clint, quando arriveremo allo S.H.I.E.L.D., andremo ad allenarci; per il resto proprio non lo so, facciamo un passo alla volta e insieme!' ammise di non conoscere il modo in cui sbrogliare il bandolo della matassa emotiva in cui erano finiti.

***

Natasha corse verso Rafflesia e l'abbracciò stretta non appena la vide entrare in palestra con Barton. Dimostrò un entusiasmo incredibile per una fredda come lei. Non pensava sarebbe venuta e all'istante! 'Grazie! Meno male che sei tornata'. Lo disse a bassa voce per non farsi sentire dal Falco. Già pareva migliorato nell'umore, per fortuna.

Bruce, sempre affettuoso, le dette un bacino e gli altri tre si avvicinarono, sorridenti.

'Siamo contenti di averti qui'. Steve fece gli onori di casa. Erano impensieriti per Clint: il vederlo alla base ad allenarsi li aveva rasserenati.

Certo, il Capitano non sapeva quanto sarebbe durato il tutto. La Tyler era stata chiara al telefono con lui. Vengo per capire come sta il Falco, ma non so ancora quanto rimarrò a New York, né se rimarrò. Questo gli aveva detto, nella breve chiamata dall'aeroporto.

Sperò che i due colleghi potessero fare pace. Mentre li osservava combattere in tuta nel corpo a corpo, notò che parevano affiatati come al solito, giusto un po' più rigidi.

Sul finire della seduta Fury passò per due chiacchiere.

Salutò la Tyler e chiese loro di mettersi seduti a terra. A volte gli piaceva parlare in maniera informale.

'I nostri analisti sono sicuri di aver trovato lo scettro di Loki'. Thor sbiancò. 'Pare sia in Sokovia, un paese dell'Europa dell'Est. C'è un castello in apparenza diroccato dove si nasconde il Barone Von Strucker. Sotto la struttura - se sono vere le informazioni raccolte - quel bastardo sta effettuando esperimenti su esseri umani per potenziarli. Non sappiamo se ci sia riuscito né che tipo di eventuali poteri abbiano'.

'Quando ci muoveremo?' chiese Tony.

'Ha scelto un luogo difficile da raggiungere e spazzato da tempeste di neve in questo periodo. Fra qualche settimana il meteo si prevede più mite' il nero fu chiaro.

'Ottimo. Capo, auspicherei che Rafflesia venisse con noi! Sempre se lei vuole, ovviamente' Steve si voltò verso la Tyler che lo guardò e fece il segno del sì con la testa. Rogers ci aveva riflettuto molto, alla fine convincendosi che fosse meglio per tutti, soprattutto per il Falco, al di là delle ottime capacità professionali della collega.

'Per me va bene. Vi farò avere mappe e quant'altro vi possa aiutare a prepararvi. Da domani lavorerete solo su questo' il Direttore fu lapidario.

**

'Che pizza vuoi?' A seguire l'allenamento allo S.H.I.E.L.D., l'arciere aveva convinto Rafflesia a mangiare insieme. Aveva provato a invitarla a cena a casa sua, ma la ragazza aveva fatto una faccia così strana che l'idea della pizzeria era parsa migliore.

'La solita' rispose la moretta. Non aveva fame affatto e si era imbarazzata sulle prime quando si erano ritrovati a tavola. Fatta qualche chiacchiera superficiale, le parve di essere più calma; in fondo l'Avenger era sempre il suo amico Falco.

'Una margherita e una peperoni e salsiccia' Clint ordinò.

'Certo, non ti smentisci mai, scegli sempre la pietanza più pesante di tutto il menù!' lo prese in giro.

'Mi attirava quella...' rise 'Che hai fatto a Boston?'. Lo sapeva già avendola spiata, ma tentò di conversare normalmente.

La Tyler non poteva mentirgli, lui si era piazzato per giorni davanti casa sua 'Mi sono trascinata tra il divano e il letto in pigiama, ho ordinato sempre cibo a domicilio, insomma sono diventata una senzatetto, quasi peggio di te!' ridacchiò 'E tu, invece? Nat dice che sei sparito...'. Vediamo, Barton, cosa ti inventi!

'Volevo stare per conto mio. Ho preso un treno a caso' non era mai stato un asso a mentire e gli riuscì molto male.

'Per dove?' insistette la collega.

'Un po' di qua, un po' di là. Sono stato in Rhode Island, in un posto tanto piccolo che nemmeno ne ricordo il nome' era arrossito sulle guance. Lo stava tormentando con le domande e era strano, molto poco da lei.

'Sei sicuro? Hai la faccia di quando dici le bugie' lo fissò negli occhi seriamente ma il dirimpettaio non si sbottonò. Era la prima volta che le mentiva da quando si conoscevano, tranne sul fatto che si fosse innamorato di lei. Chissà perché! Le aveva già confessato un segreto di quella portata. Per quale motivo non raccontarle di Boston? Quale altro segreto nascondeva?

'Sicuro, assolutamente. Cambiando argomento, so che non ne vuoi parlare. Che succederà adesso fra noi?' era la cosa che gli premeva di più e non sapeva bene come domandarglielo.

'Prima del sesso eravamo esclusivamente amici, forse potremmo riprendere da quel punto e vedere come va; non so se riusciremo perché ci sono stati diversi accadimenti importanti nel mezzo e ci siamo feriti a vicenda. Te la senti, visto quello che provi per me?'.

L'arciere ci aveva pensato continuamente e non era ciò che voleva per sé; però era stato male in maniera inaudita senza di lei, era quasi morto di dolore e non ci voleva rinunciare 'Tentiamo, non vedo alternative!'. Tranne una, chiaramente, la più nefasta: perderla per sempre anche come amica!

'Non so quanto rimarrò ancora a New York. Almeno fino al ritorno dalla Sokovia a sentire il piano di Steve, quindi abbiamo un po' di tempo per confrontarci' Rafflesia non sapeva se esistesse un margine per un chiarimento vero fra di loro.

Mentre servivano la pizza, gli domandò 'Ti è piaciuto l'orologio?'.

'Tantissimo. L'incisione dietro è stupenda. Scusa, non ti ho nemmeno ringraziato. Perché mi hai regalato un oggetto particolarmente costoso e pregiato?' se lo era chiesto molte volte.

'Volevo che sapessi quanto è stato prezioso, per me, il tempo passato insieme. Era solo questo il suo significato, Falco!' rispose Rafflesia in un sussurro, guardandolo coi suoi magnifici occhi viola per un unico intenso attimo prima di iniziare a tagliare la margherita.

Lui, felice e meravigliato, si ammutolì.

***

L'amicizia fra Clint e Rafflesia era ripresa quasi come all'inizio. Andavano insieme al lavoro, si allenavano insieme e passavano insieme parecchio tempo libero. Non tutto come una volta e mai in casa da soli. Barton aveva invitato nel suo appartamento la Tyler più volte con la scusa di cucinare qualcosa, ma lei non aveva voluto. Se ne era stupito giacché per il resto era stata sempre formalmente perfetta, un'amica coi fiocchi. Non c'era stato nessun comportamento ambiguo, nessun segno di attrazione verso di lui. Avrebbe dovuto baciare dove camminava visto che era tornata per aiutarlo e stavano riuscendo a ricucire lo strappo della famosa notte della festa di Tony. Si era sempre rammaricato di non aver avuto la forza di dirle nulla in merito, né a Boston né poi.

***

'Clint, anche oggi due porzioni di torta... ti ha fatto di nuovo l'occhiolino' Rafflesia si riferì alla ragazza che li serviva alla mensa.

'Ho seguito il tuo consiglio e l'ho invitata a cena. Anzi, dammene un altro. Dove la porto? Voglio fare colpo' l'arciere aveva deciso di iniziare a vivere, lasciandosi alle spalle una relazione che non sarebbe mai nata sul serio con la collega per cui aveva perso la testa. Certo sarebbero rimasti esclusivamente amici, aveva corteggiato l'addetta ai dessert.

La Tyler sgranò gli occhi. 'Sei serio?'.

'Sì, pensavo al thailandese? Che ne pensi?'. All'espressione rammaricata della collega si sentì meno convinto della mossa.

'Le piacerà, è delizioso' la bruna era rimasta male. L'Avenger aveva scelto il locale dove andavano sempre loro due ma fece buon viso a cattiva sorte. C'era poco da essere gelosa. Lei e Clint erano amici e basta. Si augurò che la biondina si dimostrasse gentile e premurosa come sembrava e lo rendesse felice.

***

Natasha aveva proposto alla Tyler un aperitivo serale, in un momento di incontro solo fra donne, le aveva sottolineato. Rafflesia aveva intuito fosse in vena di confidenze, ovvero che volesse farsi gli affari suoi. Il locale scelto dalla russa era trendy e modaiolo, pieno di gente persino al bar.

Mentre ordinavano al cameriere al bancone  due ragazzi di bell'aspetto si avvicinarono loro.

'Vi possiamo offrire da bere?' chiese il moro.

'Decidi tu' Romanoff - un tubino rosso fuoco e stiletti tacco dodici neri - passò la palla alla collega, splendida in uno scollato e seducente abito color glicine. In fondo lei era felicemente fidanzata con Bruce, l'altra single e forse interessata ad approfondire l'approccio.

'Grazie, no. Facciamo un'altra volta!' l'agente non voleva assolutamente conoscere nessuno o fare conversazione con estranei.

'Ci conto!' il tipo le fece un sorriso, speranzoso, sistemandosi al lato opposto del bancone e continuando a puntarla.

'Erano proprio carini, hai fatto male a rifiutare' Vedova Nera sottolineò l'ovvio.

La Tyler non commentò.

'Tanto tu sei già impegnata...' aggiunse con un sorrisetto ironico e divertito.

'Come dici, Nat? Sei impazzita!'.

'Con Clint! Sei tornata da Boston veloce come un missile e vi siete riappacificati. Lui, grazie a Dio, ha ripreso ad allenarsi, pure con l'arco!'.

'Siamo tornati a essere amici, Vedova, è meglio così. Avevi ragione tu quando mi consigliasti di non sovrapporre amicizia e rapporti intimi. È stato un grande errore' ammise più con se stessa che con la Romanoff.

'Ho capito che avevate questionato pesantemente e che Barton ti ha messo le mani addosso quando ho visto il tuo collo ferito. Volevo picchiarlo io, per vendicarti. Vuol dire molto riuscire a perdonare un gesto di quel genere a un uomo; non è da tutti, ti ammiro, evidentemente ciò che provi è molto profondo' la russa ribadì.

'Un'amicizia profonda! Solo questo è e sarà da oggi in poi' lo pronunciò stizzita come fosse un dogma di fede in cui non credeva nemmeno lei.

'Andate d'accordo su tutto, c'è una grande attrazione fisica fra voi, un legame molto stretto, fatto di complicità e intimità. Sai come si chiama questo? Amore!' Nat divenne un Cupido in gonnella e pistola.

Rafflesia guardò il bicchiere vuoto davanti a sé. Era vuoto come si sentiva lei senza l'affetto di Clint.

'Il Falco è innamorato di te. E tu pure lo ami...'. 

'Ti sbagli...' smentì, ancora.

'Ho l'occhio lungo sulle questioni sentimentali. Ho l'occhio di falco, credimi, sono seria. Lo dimostra senza ombra di dubbio il tuo regalo di Natale per lui, l'orologio favoloso che gli hai preso! E' diventato matto, appresso a quell'orologio, lo fissa in continuazione, lo tocca sul polso. Ci hai mai riflettuto? Di cosa ti abbia spinto in fondo al cuore a comprarglielo? Soltanto l'amore che provi per lui'.

La collega non disse nulla in merito 'Vedova, ho bisogno di un altro giro!' fece un cenno al cameriere con la testa zeppa di pensieri e un groppo alla gola che non scendeva né saliva.   

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