Il Leone e l'Unicorno

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— Chi è che fa la solita battaglia? — Il Leone e l'Unicorno, chi altri può essere? — disse il Re. — Battagliano per la Corona? — Certo, — disse il Re, — e il più bello si è che è sempre per la mia corona. 

"Piccola," stava dicendo Lucia "stai bene?"

Alice finalmente si rialzò dalla sedia, ma non si avvicinò all'infermiera. "Sì, perché?"

"Eri immobile" balbettò la donna, guardandola come aveva fatto la prima volta, sentendo descrivere la sua malattia.

"No, stavo pensando, tranquilla" rispose Alice, ma il suo tono era freddo anziché rassicurante. 

"Allora mangia, che ti ho portato il pranzo."

"Sì, dopo. Lasciamelo lì."

Ultimamente facevano così. Non c'era più bisogno che Lucia la controllasse come una bambina per assicurarsi che mangiasse.

"Stamattina non hai toccato cibo."

"Stamattina ha vinto l'Unicorno."

"Cosa?"

"Il Leone e l'Unicorno battagliano per la corona, nella mia testa. Stamattina ha vinto l'Unicorno, ora vediamo se vince il Leone."

"Alice, ma cosa vai farneticando?" la zittì Lucia, avvicinandosi per guardarla bene in faccia.

"Scusa" mormorò la ragazza, con lo sguardo a terra. Poi si sedette sul letto e prese il vassoio del pranzo, sperando che obbedendo avrebbe chiuso la discussione.

Ovviamente non fu così.

"I tuoi sbalzi d'umore sono peggiorati, ultimamente, piccola." Alice non rispose. "Ne devo parlare al dottore, credo che dovremmo aumentare il dosaggio dei farmaci."

"No!" urlò la ragazza, cambiando completamente espressione e afferrandole il polso.

Lucia aprì le braccia con un sorriso triste, come a dire "Visto?"

"No" ripeté Alice con un tono più basso, lasciandola andare. "Non mi fido di lui, per favore."

"Allora dimmi perché non ti fidi" disse Lucia, accorata, prendendole le mani.

Alice si scostò, ma decise di risponderle. "Perché lui è il Re Bianco" 

Lucia sembrava più spaventata che sorpresa. "Chi?"

"Il Re Bianco del Paese dello Specchio. Governa la Provincia Bianca."

"Ma il Re Bianco non è cattivo, nella storia" le ricordò Lucia.

"Lo so, ma è stato un bugiardo con me. Ha fatto finta di aver capito tutto da solo, invece aveva solo visto. O sentito, non lo so. Ma non mi ha confessato chi era veramente. Ha lasciato che gli raccontassi tutto e che mi credessi pazza quando invece dicevo solo la verità, e lui lo sapeva...Anche sua moglie mi ha parlato di lui, ma senza dirmi che era qui. Persino lei mi ha presa in giro!" esclamò Alice, che man mano che parlava si arrabbiava sempre di più, come se stesse realizzando le cose mentre che le diceva.

"Hai detto che sua moglie ti ha parlato?"

"Sì, la Regina Bianca" spiegò Alice, confusa dal fatto che a Lucia importasse un dettaglio del genere. Poi capì cosa intendeva e desiderò potersi rimangiare quello che aveva appena detto. Troppo tardi, si rimproverò tra sé.

"L'hai vista? Qui?" chiese Lucia severamente.

Alice scosse la testa. "No...Io...L'ho sentita" confessò.

"Quante volte?"

"Una."

Lucia la guardò, scettica.

"Lei l'ho sentita solo una volta."

"Hai visto qualcun altro?" incalzò Lucia, con gli occhi sgranati e la voce piena di collera.

"No" rispose la ragazza, infastidita. "Non ho visto nessuno. Ho sentito delle voci, ma l'ultima volta è stata almeno un mese fa" mentì con sicurezza.

"E non mi hai detto niente?"

Lei si morse il labbro. "Volevo evitare una scena del genere"

"No, tu volevi evitare che ti portassi via quelle allucinazioni, vero?"

Alice impallidì.

"So che l'Unicorno ti attira, ma devi resistergli. Devi far vincere il Leone. Fai uno sforzo"

" 'Fai uno sforzo'?" ripeté gelidamente Alice "Se bastasse così poco, non pensi che l'avrei già fatto?"

"Lo so, lo so, ma devi essere forte..."

"No, non lo sai! Forse ho speso troppe energie fingendo di essere forte per far felice te e ora non ne ho abbastanza per esserlo davvero" sibilò la ragazza.

"Tu non intendi veramente quello che hai detto."

"Sì invece! Mi fingo sana per te, per Luca, per Giorgia, per degli amici che non hanno neanche voluto passare a trovarmi, per una madre che non vedo mai e per un padre che, per quanto ne so, potrebbe essere morto!"

Lucia sembrò terribilmente ferita. 

"Ma io non lo sono" continuò rabbiosamente Alice. "Non sono sana né tanto meno forte, non sono come mi vorreste. Be', mi spiace, mi spiace se non mi sforzo di 'andare avanti per i miei cari', se non sono perfetta, ma io sono così e se non vi va bene potete anche andarvene! Avrò meno persone da non far preoccupare."

Si sciolse in lacrime, lasciando ricadere la testa sul cuscino. "Sai, prima di pensare a guarire non avevo mai visto la Regina di Cuori" concluse con voce spezzata.

"Non è vero" le rispose Lucia con voce ferma. "La tua malattia ti ha seppellita metri sotto terra, ti ha rinchiusa in questa prigione, e tutto quello che ti chiedo è di essere forte abbastanza da scavare un'uscita e spezzare le sbarre"

"Cose che nessun essere umano può fare!" rispose Alice. "E forse non l'hai notato, ma io sono solo umana. Sarei comunque folle a provare a farlo."

Lucia tentò di ribattere, ma la paziente non la lasciò parlare. "Follia per follia, ho scelto la migliore. Perché io tutte le notti scappavo, via da questo schifo di posto! E sai cosa mi permetteva di essere libera? La pazzia, la stessa che mi aveva imprigionata. Pensavi che fossi rinchiusa qui, ma io ero libera, più di quanto lo sarò mai in questa realtà!"

Rimase in silenzio, con il fiato corto per quello che era il secondo sfogo in una sola mattina. Aveva represso troppe sensazioni per troppo tempo, attenta a non allarmare nessuno, a non dare una brutta impressione.

"Forse hai ragione." disse Lucia alla fine.

"Ma allora dimmi una cosa. Perché ti sentivo e ti sento ancora piangere, la notte?"

Alice rimase impietrita, senza sapere come rispondere. Perché non poteva dirle che piangeva perché sentiva la mancanza del mondo a cui apparteneva veramente pur senza esserci mai stata, il Paese delle Meraviglie.

"Arrendersi è umano, hai ragione. Ma è umano anche ripensarci, rientrare in gioco, riprovare, ricominciare da capo. Nulla è impossibile, sai?"

Si alzò per andarsene. "Tu puoi, Alice" disse, uscendo.

"Lo so già" mormorò la ragazza in risposta, riflettendo. "Il vero problema è che non voglio."

Ma era già sola.

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