Capitolo 30: Tutto fumo.. niente arrosto.

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Quella notte Edoardo non resto con me, come aveva promesso.

Mi svegliai la mattina successiva con un forte mal di testa e il letto vuoto, freddo.
Se ne doveva essere andato parecchio tempo prima il mio risveglio, non aveva lasciato biglietti o messaggi.

Semplicemente quando mi ero addormentata, se ne era andato via.

Cercai di alzarmi dal letto, ma quel giorno fu seriamente difficile.
Passai tutta la mattina e gran parte del pomeriggio con le veneziane chiuse e il lenzuolo fin sopra il naso.
Ero delusa che non avesse mantenuto la sua promessa, ma chi ero io per trattenerlo?
Era ovvio che non rimanesse, non ero la sua ragazza e se decidevo di prendermi una sbronza ,me la dovevo cavare da sola.

Al pomeriggio mi decisi di alzarmi e uscire un po'.
Volevo prendere una boccata d'aria fresca, in fin dei conti era piena estate e non potevo restare sigillata in casa.

La convalescenza per fortuna era finita e il giorno successivo sarei tornata al lavoro.
Dopo aver bevuto una bibita gelata al baretto della Bruna, poco distante dal mio complesso abitativo, stavo davvero meglio.
Anche perché la Bruna, una signora ormai anziana e simpaticissima a cui certo non mancava la parola, non aveva fatto altro che prendere in giro il povero Carlo che si addormentava al bancone del bar.

Chiamai il Fausti per comunicargli il mio ritorno, ma al telefono mi rispose Mario.

《Carissima! Passata la sbornia? Guarda che a mio padre ho detto che non stai ancora bene.Se vuoi stare un altro pò a casa.》

Generoso Mario..
Era molto diverso da come lo avevo conosciuto.

《No, davvero voglio tornare. Mi sento molto meglio. Non riesco più a stare a casa. Devo metabolizzare le novità e distrarmi, ora. Il lavoro è la cosa migliore.》

Il matrimonio di Edoardo continuava a picchiarmi in testa come un martello sul ferro caldo, non riuscivo a pensare a qualcosa che non fosse quell'invito che avevo nascosto per bene nel cassetto della cucina.

《So che non sei tipa, ma stasera mio padre ha organizzato un barbecue all'Hotel. Niente di chic. Carne cotta alla meno peggio e patate fritte. Massimiliano è in crisi, dovresti venire.》

Sapevo che non mi avevano chiesto subito perché avevo sapientemente simulato un fastidio intestinale, ma un po' mi dispiaceva non aver ricevuto prima l'invito.

《D'accordo, ci vengo.
Ma solo per il povero Massimiliano!》

Riagganciai ridendo, pensando che nell'ultimo periodo per colpa di un uomo, stavo perdendo le cose belle e gli amici.

Sebbene tutto, avevo davvero voglia di andare a quel barbecue.

_________________________

Mi iniziai a preparare che ormai era sera.
Ero già in ritardo. Erano forse un paio di giorni che non mi facevo una doccia e iniziavo a preoccuparmi del mio stato di abbandono.

Scesi di corsa le scale e mi fiondai all'Hotel, dove la maggior parte degli amici era già là.

Massimiliano stava alla griglia, ma si vedeva che non era il suo mondo.
Ogni tre per due una costina gli cadeva a terra ed era costretto a gettarla nell'immondizia, stando attendo a non farsi vedere dal capo.

Fausti era vestito casual, un abbigliamento parecchio inconsueto per un uomo sempre in giacca e cravatta.
Mario era tra un gruppetto di colleghi a ridere e quando mi vide, mi corse incontro.

《Sei venuta allora! Sono così felice! Ma sei uno straccio. Ancora stai smaltendo la sbornia eh...》

Aveva ragione.
Avevo ancora lo stomaco a pezzi e l'odore della carne mi ribaltava anche di più.

《Non potevo mancare. Poi Massimiliano ha bisogno di un sostegno, guardalo. È seriamente in difficoltà!》

Il miglior capo cuoco della provincia aveva appena fatto bruciare una fetta di pancetta e stava tentando di rimediare con le salsicce.
Non potevo credere che fosse così in crisi.

Mi avvicinai a lui con molto garbo per non agitarlo ulteriormente.

《Ehi...》

Si voltò appena giusto per capire chi fossi.

《Marie Anne... Sto facendo un casino.》

Ricordo che da bambina ogni domenica mio padre accendeva la griglia in estate e tutti ci si metteva in giardino a mangiare.
Si riuniva il vicinato e mio padre si sentiva l'uomo del momento, con il suo forchettone in mano.
Un'estate, quando ormai iniziavo ad essere grande, mi passò la paletta e mi guardò come un padre che sta passando la corona al figlio erede al trono.
"Oggi ti insegno a fare la carne alla griglia più buona che sia mai esistita. Ascolta bene il segreto..."
All'età di quindici anni ero l'unica ragazzina del paese a saper cucinare la carne alla griglia.
Crescendo questa capacità mi servì molto, specie durante le cene universitarie.

《Max posso aiutarti?》

Massimiliano mi sembrò rinascere.

《Certo che si! Due mani in più possono migliorare questo disastro!》

Piano piano a tutti gli invitati arrivò l'ardita carne ai ferri.
Gli amici di Fausti si congratularono della bontà che aveva cucinato Massimiliano, il quale non smetteva di ripetere che se era così perfetta, era sopratutto merito mio.

Meno male che avevo indossato i jeans e le scarpe da ginnastica.
Non avrei potuto cucinare sui trampoli.

Anche Marika era al barbecue. Ci eravamo appena salutate quando mi diressi da Massimiliano in difficoltà.
Era intenta a chiacchierare, o meglio flirtare, con il tipo brasiliano.
Quando finalmente mi ripulii dall'unto della carne, mi sedetti al suo tavolo per scambiare due parole con la mia amica.

《Come stai biondina?》

Aveva sempre dei modi molto buffi per interagire con le persone.
Non sapevo cosa era peggio tra biondina e emme, altro soprannome da lei preferito per me.

《Diciamo che sono stata meglio.. Non ho fame.》

A forza di cucinare, sorbirmi odori, il mio stomaco si era ancora più chiuso.

《Non so se lo vuoi sapere... Ma è appena arrivato Edoardo con la sua tipa.Elisabetta, giusto?》

Ecco perfetto
Nemmeno stasera posso stare tranquilla?

Non sembravano affatto due che andavano abitualmente ai barbecue.
Lei sembrava dovesse andare ad una sfilata di moda nel suo abitino nero brillante e le scarpe chilometriche.
Si era persino rifatta il look, ora i suoi capelli sembravano più neri e più lunghi.

Il potere dei soldi e delle extension.

Corsi lontano dal tavolo e mi rintanai dalla griglia con Massi.

《Che hai?
Sembra che tu abbia appena visto un fantasma.》

Peggio di un fantasma.
Il demonio con gambe chilometriche e senza cellulite.

《Max fingi che non sia qui... Ci sono persone che non posso vedere.》

Massimiliano sembrò non capire, ma seguì il mio consiglio alla lettera.

《Signori, questo barbecue è sia un momento per ritrovarci insieme, sia un momento molto importante per un nuovo amico del nostro hotel...》

Il Fausti aveva alzato la voce per fare in modo che tutti potessero sentirlo e prestare attenzione al suo discorso di ringraziamento.

《Ebbene, questa è la serata del nostro amico Edoardo che tra poco più di un mese giungerà a nozze con la sua bella Elisabetta! In alto i calici e auguri ragazzi!》

Possibile che Mario, Marika, Massimiliano non sapessero?
Possibile che i miei amici permettessero una cosa simile?

Dallo sguardo di Marika era lampante che non sapesse.
Incrociò il mio sguardo come se a prendere una pugnalata fossimo entrambe.
Mario mollò gli amici per venire immediatamente verso la griglia con gli occhi sbarrati.
I miei amici non sapevano che questa serata era in una festa per il matrimonio di Edoardo.

Avrei dovuto capirlo quando ho incrociato il Berghi con altri dell'impresa poco distante dal gazebo.

Edoardo si strinse ad Elisabetta e la baciò dolcemente.
Lei alzò il calice di vino al cielo e ringraziò gli invitati per l'applauso.
Avevo visto abbastanza.

Lasciai Massimiliano solo, nonostante provò ad estorcermi una spiegazione, mi diressi di corsa, ma in modo inosservato, verso la toilette delle signore.
Marika dietro di me a ruota libera aveva già capito il perché mi stessi allontanando così di corsa.

《Mary... Mary, aspetta!Non correre!》

Non stavo a sentire nessuno.
Stavo per crollare e non volevo che qualcuno mi vedesse piangere, avrei creato sospetti, di sicuro.

《Non posso restare qui, lo capisci? Io... Mario mi ha invitata dicendomi che era un barbecue tra amici, non una cena in onore di Edoardo che si sposa con quella stronza!》

Eravamo ormai chiuse nella toilette, quando scoppiai in lacrime, cercando di rimuovere il trucco che colava inesorabile dalle guance.

《Nessuno di noi lo sapeva! Fidati, nemmeno Mario! Sarà stata un'idea di Fausti... Lo sai quanto se la tira!》

Marika doveva aver ragione.
Per forza.

《Me ne voglio andare. Non riesco a stare qui.》

La mia più cara amica mi posò una mano sulla spalla.

《Se te ne vai vince il mostro che è in te e tu perdi. Lo sappiamo bene entrambe cosa provi per lui, lo sappiamo benissimo. Ma lui si sposerà ugualmente, per i motivi che sai e anche se non comprendi, è così che finirà e tu devi essere in grado di fregartene.》

Aveva ragione.
Marika era stata saggia.
Dovevo uscire da quella toilette, alzare il calice e brindare.

Marika mi asciugò le ultime lacrime, non prima di avermi incoraggiata e caricata a dovere.

Ok, ero pronta.

Uscimmo dal bagno con molta più convinzione e pochi minuti dopo ci riunimmo in giardino con gli altri ospiti.
Fausti stava ancora parlando.

Quanto può essere logorroico quando vuole.

Edoardo ed io incrociammo i nostri sguardi.
Forse non mi aveva ancora vista, forse nemmeno sapeva che quella sera ci sarei stata anche io alla festa.
La cameriera mi sfilò a fianco permettendomi di prendere un flute di prosecco per brindare con i futuri sposi.

Finalmente presi coraggio e mi avvicinai a grandi passi alla coppia.
Quando fui ad un tiro da loro, Edoardo sgranò gli occhi come non se lo aspettasse, terrorizzato forse che potessi dire o fare qualcosa di inopportuno.

《Ragazzi, mi vorrei personalmente congratulare con voi per la splendida notizia, sono davvero molto molto felice per voi! È la notizia dell'anno!》

Elisabetta risplendeva nel suo abito di lustrini e si teneva al braccio di Edoardo che, invece, sembrava molto assente, come che non mi fossi mai riferita a lui.
Probabilmente temeva che raccontassi ad Elisabetta quanto era stato bravo a fare l'amore sul sedile della sua auto.

《Ti ringrazio Marie Anne... Ma tuo marito non c'è? Mi spiace non poterlo conoscere. Edoardo mi aveva parlato molto bene della tua famiglia!》

Brutta stronza, sono consapevole che sai, ma hai solo voglia di pestarmi i piedi.

Al suo fianco, giurerei di aver visto Edoardo trasalire.

《Io e mio marito non stiamo più insieme. Da circa sei mesi.》

Non notai nessuna traccia di dispiacere sullo sguardo di quella vipera.
Anzi, mi sembrò quasi compiaciuta.

《Beh, magari ha saputo che ti piacciono gli uomini delle altre e si deve essere stancato. È così?》

Non potevo credere alle mie orecchie.
Cosa sapeva realmente?
A cosa stava alludendo?
Mi si gelò in sangue nelle vene e fissai Edoardo con l'aria di qualcuno che non capisce cosa sta per succedere.

《Ma... Veramente...》

Elisabetta scoppiò in una fragorosa risata mentre Edoardo al suo fianco diventò di marmo.

《Dai su!! Scherzavo!! Lo so, era pessima,volevo solo sdrammatizzare. Scusami, io sono così.Mi piace ridere!》

Ridere?
Brutta zocc.....
Ma io ti strappo i capelli dalla testa!

Carcai dì contenermi fino alla fine della conversazione.
Elisabetta mi si affiancò per chiedermi se fossi andata al matrimonio, mi spiegò per filo e per segno come sarebbe stata la cerimonia, mi raccontò persino della scelta dell'abito.
Ne avevo già abbastanza di sentire la voce di quella stupida oca, così dopo aver salutato e fatto ancora i miei migliori auguri, tornai da Marika che era con Massimiliano a ripulire le griglie.

《Come è andata?》

Marika era cusiosa di sapere.
Massimiliano finalmente iniziava a capire di più.

《È andata che ha fatto una pessima battuta su me e Marco e alla fine ho preferito venire via per non picchiarla.》

Massi ascoltò senza intromettersi finché Marika non decise di tornare dal suo nuovo amico brasiliano che la chiamava dal gazebo.

《Perché non gli dici che sei innamorata di lui? Vi ho osservato tutto il tempo e ho visto come ti guardava. Potrei giurare che tra voi c'è qualcosa...》

Come sempre Massimiliano ci vedeva lontano e aveva capito gran parte della storia senza che io gli raccontassi nulla.
Alla fine, presa dallo sgomento, vuotai il sacco e gli raccontai di tutto quello che era successo negli ultimi sei mesi.

《Ripeto, dovresti essere chiara. Sei ancora in tempo per impedire che si sposi con la donna sbagliata...》

Guardavo quella giovane coppia che brindava con gli amici e mi sentii svuotata.
Chi ero io per impedire questo matrimonio? Nessuno che potesse valere così tanto.

《Non voglio massi... Lui si sposerà e io starò a guardare senza dire nulla.

Non posso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro