14 - Leggende

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Il vento lieve tra i capelli, i caldi e avvolgenti raggi solari sulla pelle, nuvole bianche e setose sopra una distesa di erba colorata, la luce che circondava ogni singola cosa rendendo tutto chiaro e variopinto, anche fin troppo ad essere sinceri, in quel mondo che entrambe conoscevano bene. Quante volte Sheera aveva portato il caos e Kyra era stata costretta a sistemare ogni cosa? Ogni lotta contro il tempo per cercare di salvare qualche anima vicina alla morte quando non la meritava? Il cambiamento climatico improvviso dovuto a qualche loro discussione? Infinite volte, e anche se quel mondo era rimasto disabitato per tantissimo tempo non era cambiato molto.

Odio stare qui nel pieno della stagione calda! si lamentò Sheera da poco apparsa ad Eathevyr in una nube scura, le mani davanti agli occhi sperando di non dover stare in quel mondo troppo a lungo. Era disgustata da quanta vitalità ci fosse in ogni essere vivente che percepiva intorno a sé.

Lo ammetto, talvolta è eccessiva anche per me questa luce. disse Kyra guardandosi intorno senza troppi problemi mentre il proprio corpo si nutriva del calore che sentiva dandole forza.

– Tsk! Nell'Eden ne sei completamente inondata!–

– Ma è differente, lo sento. Dai sbrighiamoci prima che tu ti sciolga.– ridacchiò beccandosi un'occhiataccia a cui non seguirono però parole per ribattere, semplicemente si osservarono intorno: una vasta radura dall'erba azzurra e dagli alberi più colorati le accoglieva insieme a svariati uccelli che volavano alti nel cielo, il loro cinguettio rilassante e melodioso. Si sentiva chiaramente lo scorrere di un fiume poco distante da dove si trovavano, e tutto era così armonioso e pacifico in quel luogo esattamente come chi ci abitava. La stagione calda lì era appena iniziata a differenza dell'altro mondo che si stava preparando al grande freddo.

Fortunatamente non c'erano Yarix in quelle zone ed era meglio così, perlomeno non avrebbero capito chi loro potessero essere essendo a conoscenza di più cose, rispetto i Salir, riguardanti le Dee in cui non avevano mai smesso di credere.

– L'hai sentito?– domandò all'improvviso Kyra voltandosi verso la corvina appena udì qualcuno pronunciare il suo nome nella sua mente. La vide annuire e di nuovo entrambe vennero chiamate. Iniziarono così a camminare nella direzione in cui sembrava provenire una traccia magica strana, e più si avvicinavano a quel qualcosa più la voce le invocava. Cosa poteva mai essere? E perché ad Eathevyr, di nuovo quel mondo?

Ben presto raggiunsero i piedi delle alte montagne, grandi massi grigi coperti di muschio umido e verde, alberi più fitti e grandi di colore bianco che solitamente, nelle vette più alte, si mimetizzavano con le distese di neve.

– Proviene da... questa?–

Kyra inclinò la testa da un lato confusa quando si ritrovarono davanti una roccia grande abbastanza da permettere ad una persona di starci in piedi senza problemi. Inusuali erano quelli che sembravano dei tagli fin troppo perfetti, dei solchi lievi a dare strane striature alla sua intera superficie.

– A quanto sembra.–

Anche Sheera, rimasta più sull'attenti e cupa del suo opposto, non riuscì a trovare una risposta per la lieve aura sia positiva che negativa che sprigionava quella che pareva una semplice roccia. Mai visto niente del genere... Si sporse a toccarla e Kyra fece la stessa la stessa cosa, portando le mani di entrambe a sfiorare la superficie fredda e ruvida contemporaneamente: una parete con incisioni violacee che, intricandosi tra loro, creavano l'immagine delle due Dee all'interno di una specie di grotta piena di fiori variopinti. Furono immagini veloci, fugaci quelle che le colpirono in un istante tanto da stordire abbastanza da non aver percepito che qualcuno se ne stava alle loro spalle fin quando non si sentì una voce.

– Buongiorno, che ci fanno dei Salir qui? Il portale dovrebbe essere chiuso ancora.

Fu Sheera la più veloce a rispondere facendo apparire sue ali che furono grigie agli occhi dell'anziano Yarix davanti a sé dalla pelle rugosa, occhi ambrati e capelli grigi dati dall'età. Non era inusuale per quella specie talvolta non mostrare le proprie piume, non si sapeva esattamente il perché ma di tanto in tanto la cosa tornava utile.

– Siamo del villaggio vicino e passavamo di qua, tutto qui.– disse fissandolo negli occhi ammaliandolo con così poco, vedendolo annuire e sorridere. Poteva anche evitare, ora c'è la sua positività a darmi fastidio che si aggiunge a tutto il resto!

– Capisco. Vedo che avete trovato il tesoro.– continuò lui mettendosi in ginocchio accanto alla pietra che si mise ad osservare, le due ragazze che si guardarono confuse.

– Per caso è sua?– domandò Kyra e lo vide sorridere e scuotere la testa.

– Oh, no. Non è di nessuno se non del destino.–

Sheera alzò gli occhi al cielo, aveva dimenticato quanto gli Yarix fossero difficili ed enigmatici, motivo per cui in passato aveva preferito giocare con le menti e le emozioni dei Salir nettamente più facili da manovrare.

– L'avete trovata qui? Non ho mai visto qualcosa del genere.– continuò Kyra prima che il suo opposto potesse saltargli al collo per la sua scarsa pazienza.

– La trovò mio padre quando ero un bambino, sono passati millenni da allora. Lui disse che la vide brillare quando il sole e la luna avevano danzato nello stesso momento nel cielo. In effetti è molto speciale, in sé celava qualcosa di unico che rese mio padre determinato a proteggerla. Alla sua morte avevo deciso di prendere i suoi passi, ricordo ancora quando vidi le venature violacee che mi spinsero a non far avvicinare nessuno a questo posto.–

Sembrava uno Yarix abbastanza loquace ed era un bene di cui non privarsi assolutamente in quel momento, motivo per cui la Dea Bianca continuò con le domande pur di sapere dell'altro, di modo che potessero capire perché le avesse chiamate.

– Aveva venature violacee? Su tutta la superficie?–

– Certo, però cambiavano nell'arco del tempo. Avevo provato più volte a studiarla affascinato ma ogni volta l'immagine variava e non ho mai capito il perché. Peccato che ora non potrò più continuare a passare il tempo a capirlo.– sospirò lui triste.

– Come mai?– insistette la chiara percependo colpa e dispiacere nel suo corpo.

– Sono piuttosto anziano e il mio corpo ne risente, non sono potuto passare di qui per qualche settimana e quando sono tornato giorni fa non era qui. Qualcuno deve averla presa e privata  dell'energia che racchiudeva, riportandola qui recentemente.–

In effetti, non c'erano quelle striature viola che lo Yarix diceva di aver osservato per giorni. Che fosse una coincidenza o meno l'apparire e sparire di un'aura negativa? Non abbiamo abbastanza tasselli da poter capire cosa sta accadendo, ma non mi piace proprio per niente pensò la Dea Nera seria osservando Kyra cercare di far stare meglio l'anziano, guarendo inconsciamente i suoi dolori con la propria presenza.

– Sapete, anche uno sciamano era rimasto rapito dalla sua unica bellezza e aveva avuto una visione.–

Il vecchio si rialzò in piedi venendo aiutato dalla chiara prima di parlare e le due ragazze non poterono non ascoltare. Gli Yarix sciamani erano tra i più potenti di quella specie dalle ali grigie, proprio loro avevano predetto ciò che sarebbe successo con il Demone, quella profezia importante. C'era da fidarsi il giusto con le loro parole, potevano avere ragione così come potevano essere solo delle inutili storielle.

– All'origine di tutto, quando i poteri Supremi si scontrarono per la prima volta dando inizio all'equilibrio, un Custode raccolse una goccia di entrambi i poteri con il compito di proteggerli e vegliare sul Bene e il Male allora ancora delle sfere di energia. Per ricordare in futuro il suo compito creò quella pietra poiché entrò in un lungo sonno dopo che i due poteri presero forma pensante.

È la prima volta che sento qualcosa del genere... Kyra non aveva mai saputo dell'esistenza di un certo Custode che dovesse vegliare su di sé e Sheera, la quale osservò per un attimo il cielo: iniziava a darle fastidio seriamente quella quantità di luce, era meglio fare presto a tornare.

– Se proprio ci tiene, possiamo prendercene cura noi della sua ricerca.– gli propose così mostrandogli uno dei suoi sorrisi gentili e sinceri.

– Lo fareste?–

Lui sembrò illuminarsi.

– Certo, sembra intrigante la sua storia. Ci piacerebbe conoscere di più, magari potremmo cercarla appena scopriremo qualcosa di interessante.– continuò, Sheera che osservò la scena con sguardo misto tra il disgusto, per la sua gentilezza, e la noia.

– Prendete allora, servirà più a voi che a me.– disse lui ancora tirando fuori dalla sua veste colorata un taccuino in pelle che porse alla corvina che prese rigirandoselo tra le dita prima di disfare il nastro che lo teneva chiuso, cominciando a sfogliare le pagine giallastre delicatamente. Vide raffigurazioni, schizzi ad inchiostro di cerchi, alcuni decorati, altri no, tutti diversi tra loro. Nelle pagine successive si aggiungevano segni strani, non formavano alcuna forma talmente erano sconnessi e senza alcun collegamento logico. Non ha assolutamente senso!

– Ora è meglio che vada, i miei nipoti mi staranno dando per disperso.– ridacchiò lui prima di tossire un paio di volte, le due ragazze che lo salutarono osservandolo mentre si allontananva.

– Chissà se avremo davvero delle informazioni con questo...– sospirò la Dea Nera fissando il taccuino prima di sentire fin troppo silenzio, motivo per cui guardò la chiara sentendo subito il suo di dolore: i suoi occhi grigi erano tornati violacei ed erano tristi, una lacrima era sfuggita dal suo controllo.

– Ky...–

– Scusa, non pensavo di...– iniziò a dire asciugandosi il volto che però si riempì solo di altre lacrime. La corvina sospirò e la abbracciò giocherellando con le sue ciocche candide sapendo perché reagiva in quel modo: quell'uomo, la sua anima bianca, avrebbe raggiunto da lì a qualche giorno molte altre anime negli Abissi Infernali e la Creazione l'aveva percepito. La sua vita stava scivolando via.

– Non è la prima volta che vedo la morte, eppure non mi ci sono mai abituata. la sentì dire sulla sua pelle.

– Non saresti più la personificazione del Bene se ti ci abituassi, Ky. A meno che tu non voglia cercare di prendere il mio posto, e ti assicuro che è un azzardo.–

La chiara ridacchiò e si staccò da lei ringraziandola sentendosi meglio, un po' meno poté dire l'altra che stava iniziando seriamente a maledire la luce solare che iniziò a bruciarle la pelle che, fortunatamente, tornò pallida come sempre appena tornarono nel Regno Assoluto con uno schiocco di dita.

Il cambio di temperatura tra i due mondi fu immediato tanto da scombussolare entrambe per un attimo ma fu solo la corvina a gioire finalmente dell'aria fresca. Non me lo ricordavo così! pensò infatti la Dea Bianca stringendosi leggermente tra le sue braccia dopo un brivido lungo la schiena e non solo per quello. Ormai il sole era da poco svanito all'orizzonte nel Regno Assoluto, la luna coperta da qualche nuvola, qualche stella luminosa debole e non c'era nessuno nei boschi in cui erano apparse, nemmeno degli animali. Solo silenzio.

Non mi piace. disse a bassa voce guardandosi intorno mordendosi il labbro nervosa, l'altra che avvolse il braccio sulle spalle avvicinandola a sé cercando di calmarla sentendo il suo battito accelerato.

È solo silenzio.

Questo è il punto. Come fai a starci per ore non lo so!

Starnutì subito dopo e Sheera le si staccò all'istante passandosi una mano tra i capelli scuri.

Scusa, posso solo congelarti con la mia temperatura al momento.

Fa niente, userò un po' la mia magia per scaldarmi. ridacchiò l'altra lasciandole un bacio sul collo.

– Sai che non è problema la tua freddezza, è piacevole.–

La corvina sorrise maliziosamente prendendole il volto tra le dita per baciarla. Ad essere sinceri, fosse stato per lei non sarebbe minimamente tornata al piccolo villaggio tra persone e festeggiamenti ma il voler tenere d'occhio la Dea Bianca ebbe la meglio per quella volta, e forse anche la voglia di altro vino in corpo che fu proprio la prima cosa che prese appena tornate al punto in cui si erano incontrate. Non era passato molto da quando erano sparite.

– Eccovi qui, pensavamo foste andate altrove.– si presentò Nath davanti ad entrambe finalmente libero dal suo compito.

– Sheera aveva fame.– diede la colpa Kyra facendo spallucce e subito la corvina la guardò truce ma non le disse niente sebbene non le piacesse quel suo sorrisetto furbo in volto.

– Ogni volta mi stupisco di quanto possano essere gentili queste persone, a Stavira tutti stanno sulle proprie.– disse Nissa raggiungendoli, finalmente anche lei libera e con dei fiori, gli ultimi della stagione, che prima non aveva avuto tra i capelli biondi raccolti in una treccia semplice.

– Avevi intenzione di attirare la sua attenzione di modo che ti possa studiare stanotte con quelli addosso?– si fece maliziosa Sheera appena la squadrò, facendo andare di traverso al suo amico ciò che stava bevendo appena capì cosa intendesse per "studiare", la ragazza che fece per aprir bocca senza successo, Kyra che sospirò e si passò una mano sul volto.

– Siete troppo santarellini comunque.– continuò la corvina scuotendo la testa come a lamentarsi annoiata.

– Scusatela, ultimamente dev'essere stata a corto di lussuria e non sa controllarsi.– ipotizzò la chiara, anche se in parte peggiorò la situazione senza volerlo. Difatti, il suo opposto la avvicinò a sé, un braccio intorno alla vita, i loro corpi che aderirono l'uno all'altro, i loro occhi incatenati.

In effetti, ad essere sinceri, un po' la Creatrice l'aveva tentata con l'abito di stoffa leggera rosa antico già visto ma sempre d'effetto su di lei: partiva dal collo aderente fino alla vita in cui due fascie di tessuto si incrociavano, una scollatura centrale, lunghe maniche leggere come la gonna che cadeva fino a poco sopra le caviglie, e poi vari ricami di fiori e piante tipiche del suo stile.

– Puoi sempre rimediare.– la sentì Kyra sussurrare a poca distanza dal suo volto che incominciò ad andare lievemente in fiamme. La vide poi ridacchiare divertita, scompigliandole i capelli bianchi appena e ritornando al suo posto vittoriosa.

– Sei irritante.– cercò di dire Kyra pur di non sentire quel silenzio imbarazzante portandosi le braccia al seno.

– Sai che mi piace infastidirti.–

– A me un po' meno.–

– Ehi!–

La Dea Bianca rubò l'ennesimo bicchiere di vino dalle sue mani fredde, guardandola come un genitore avrebbe fatto con il figlio che stava andando troppo oltre.

– Non esagerare, sotto questa forma l'alcol fa effetto anche a noi.– cercò di ricordarle abbassando la voce.

– E io ti ricordo che lo reggo decisamente meglio di te, di nuovo.– ribadì riprendendosi il bicchiere.

– Ci rinuncio!–

– Pensavo avessi mollato già da prima.–

Kyra schioccò le dita subito dopo e per una frazione di secondo la Dea Nera fu colpita dalla lieve ma fastidiosa luce che le apparve davanti a gli occhi, obbligandola a portarsi una mano su essi e sbattere più volte le palpebre per riprendersi. I due Salir risero a quel punto, era davvero divertente guardarle e sentirle bisticciare in quel modo, sembravano essere sempre in una loro piccola bolla che le isolava per qualche minuto dalla realtà.

– Uh giusto, prima mi stavo giusto chiedendo, non hai mai voluto, che so, provare ad avere la magia di Kyra?– se ne uscì Nissa, la corvina che la fissò accigliata. Stava facendo sul serio?

– In che senso scusa?–

– Non lo so, magari provare a creare al posto di uccidere o ferire per un giorno. Cose così.–

– Mai nella vita, no grazie.–

– Io ne sarei incuriosita.–

– Sto benissimo così, non mi interessa.–

– E tu Kyra?–

Forse la bionda nutrì troppe speranze nella sua amica che però scosse la testa. Non avrebbe mai abbandonato il suo lavoro, neppure per un giorno. Lei non ne era proprio il tipo, avesse avuto per davvero la possibilità di capire meglio cosa Sheera provasse, cosa che talvolta la incuriosiva, avrebbe rifiutato.

A distrarli fu un suono familiare, una melodia proveniente dal centro del villaggio, proprio dove si ergeva la quercia ai cui piedi dei musicisti avevano iniziato a dare il via alle danze. Kyra ne rimase incantata, adorava tutta quella vitalità e non si accorse subito di esser stata presa per un braccio da Sheera e portata davanti a loro fin quando non la sentì parlare con loro.

– Avete qualche strumento in più?– la sentì chiedere.

– Certo, ci è rimasto un violino.– rispose il più giovane subito.

– Perfetto.–

Il ragazzo andò subito a prendere lo strumento appoggiato alla corteccia proprio dietro di sé, sembrava nuovo di zecca.

– Che stai facendo?– sussurrò Kyra, la corvina che si voltò a guardarla.

– Farti fare una delle cose che ti piace che non fai da un po'.– le rispose semplicemente mentre il giovane tornò da loro porgendo il violino a Sheera che scosse la testa e fece segno di darlo alla chiara che portò le mani avanti.

– Non posso, non so suonarlo.– cercò di trovare una scusa, invano.

– Muoviti Dea, te lo leggo negli occhi e attraverso il corpo, so che lo vuoi dal momento che hai sentito le prime note. Devo ricordarti che leggo i desideri altrui? le sussurrò all'orecchio con tono ammaliante e quasi minaccioso allo stesso tempo la corvina all'orecchio. - Ti odio, sappilo.- le rispose a tono la chiara nella mente facendola sorridere malignamente mentre la vedeva prendere lo strumento e mettersi tra gli altri ragazzi, senza togliersi il cappuccio. La vide fare un sospiro, la quantità di gente era tanta e per un attimo le sembrò di esser tornata a quando era stata una Salir insicura, ma appena cominciò a suonare tutto svanì. C'era solo lei con la sua musica.

Le note iniziarono lunghe, dolci, calde come un abbraccio e avvolgenti. Poi qualcuna veloce, di nuovo lunghe. Note alte, poi basse. Tutto ricominciava come un alternarsi.

Wow, è fantastica. Sembra così allegra. sentì Sheera dire da qualcuno dietro di lei. Eppure, lei percepì altro. Amore, emozioni positive, il calore vicino che svaniva nel nulla portando alla solitudine, la paura, la corsa verso qualcosa che si stava perdendo per poter tornare indietro. Un ciclo continuo, incessante. Come era accaduto secoli addietro, quando Kyra l'aveva vista uccidere delle persone a sangue freddo, spietata, e aveva impiegato giorni per riuscire a parlarle, mettere le cose a posto tra loro. Ma c'era qualcosa di diverso. Nella sua mente, tutto le ricordò la melodia della sua premonizione, la voce, la pietra. Per quale motivo? Era un mistero che iniziava ad odiare, odiava non avere informazioni, il controllo. Poté solo allontanarsi da lì andando il più lontano possibile, le unghie nere come pece conficcate nella carne per aver serrato troppo i pugni senza rendersene conto, le gambe che si muovevano veloci. Perché mi fa male?

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