30 - Problemi con le anime

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– Ennesima caverna, mostrami qualcosa di imprevedibile.– disse sbuffando Kyra quando si ritrovò di fronte ad un altro varco buio che attraversarono dopo svariati minuti di volo.

– Spero che l'alcol mi ubriachi abbastanza da farmi perdere conoscenza per mesi!– si lamentò invece Sheera buttandosi su quello che sembrò essere un materasso da maestose lenzuola di seta preziose scure, una bottiglia che le volò incontro dal nulla. Quel rifugio in cui l'aveva condotta non era per niente come gli altri pieni di libri e ampolle: casse di centinaia e centinaia di gioielli e oggetti preziosi, pietre e diamanti in ogni dove, bauli zeppi di ori da fare invidia anche ai nobili del Regno, montagne di vestiti di lusso sparse. Tutto all'interno di una semplice grotta nascosta da occhi altrui, e stranamente non era nemmeno un ambiente umido.

– Scusa un momento, ma tutta questa roba da dove arriva?– domandò Kyra confusa e sedendosi accanto a lei sfiorando con le dita le lenzuola quasi scettica davanti alla loro più che eccellente fattura. Nemmeno a casa di Andreas e Sarah aveva visto qualcosa del genere.

– Oh, nulla di che.–

– Non le avrai rubate spero.–

– Preferisco definirlo un prendere in prestito fino a data da destinarsi in un futuro piuttosto prossimo.– ribatté la corvina fissandola con sguardo furbo, maligno e malizioso prima di buttare giù sorsi di vino e schioccando la lingua contro il palato soddisfatta subito dopo.

– Sheera, erano di qualcuno.–

– Che noiosa che sei a volte! Sono la Dea Nera, pensavi che non rubassi?–

Kyra si sdraiò al suo fianco rubandole la bottiglia e bevendo anche lei un sorso, giusto per schiarirsi le idee un po'. Anche se se ne pentì subito dopo, il sapore non le piacque per niente e gliela restituì all'istante.

– Non esattamente, e non tutto questo.–

Sheera sospirò e si guardò attorno di malavoglia.

– La maggior parte sono averi di persone decedute che non avevano eredi o il bottino di qualche criminale. Ho raccattato per di più gioielli e armi, Lilith e Damon hanno pensato al resto.–

– Tutto quel denaro potrebbe servire a qualcuno che ne ha davvero bisogno. Ehi!–

La corvina le lasciò un pizzicotto sul braccio come a dirle di non immischiarsi e in parte lo accettò, doveva per forza esserci il Male e l'ingiustizia nei Mondi per essere in equilibrio. Non potevano farci assolutamente niente, solo lasciare che il destino facesse il suo corso e le guidasse attraverso i loro compiti. Questo implicava far finta di non aver mai visto quella tana di ricchezze dove, teoricamente, la corvina non avrebbe dovuto portarla ma si fidava di lei, sapeva che non avrebbe toccato nulla e di certo Kyra non poteva infrangere quella fiducia difficile da accaparrarsi.

– Qualcuno è contro di noi.– se ne uscì di punto in bianco Sheera dopo svariati minuti di silenzio.

– Che vuoi dire?–

– Forse c'è un altro seguace di Shedan in giro.–

Kyra sgranò subito gli occhi e alzò il busto come a non volerci credere, fissandola. Stava dicendo la verità? Eppure non sembrò scherzare proprio per niente.

– Non li avevi catturati tutti? cercò di ricordare se si fosse persa qualche particolare.

– Così credevo.–

– E cos'è che non ti convince?–

La vide tentennare prima di finire la bottiglia e lasciarla a terra fissando il soffitto di roccia scura.

– A dir la verità è da un po' che continuo ad avere strane immagini, penso siano ricordi di Shedan, dei frammenti.–

– Non pensavo fosse possibile.–

– Nemmeno io, ma sta di fatto che in tutti parla con un ragazzo ma non riesco mai a vederlo in volto. Ogni volta è sfuocato. So solo che non ho minimamente sentito la sua aura nell'Oblio.–

Capì il resto dei suoi pensieri: poteva essere lui l'artefice di quell'illusione sparsa su quel villaggio? Per quale motivo l'aveva fatto? In realtà poteva essere semplice la risposta, bastava ripercorrere l'incontro con i Superior e notare quanto tutti erano rimasti stupiti di vedere l'odio inesistente tra le Dee.

Si erano aspettati di incontrare due opposti nemici fino all'osso, vogliosi di farsi a pezzi ma si era rivelato tutt'altro. D'altronde Nissa non aveva accennato nulla riguardo la loro relazione proprio come da loro richiesto. Perciò, chiunque aveva voluto ingannare i Salir, aveva voluto portare entrambe a scontrarsi. Il punto era capire il perché.

– Non avremo mai pace fino in fondo eh?– ridacchiò appena triste sentendo poi una mano fredda sul volto a portarla a guardare la corvina. Semplicemente si fissarono, i loro occhi si incatenarono tra loro, quelle due sfumature di viola ipnotiche, enigmatiche ma così chiare e trasparenti l'una per l'altra.

Avevano solo sé stesse su cui contare, ogni peso ricadeva su di loro che non dovevano permettere a niente e nessuno di interferire con l'equilibrio. Il motivo? Era il loro destino. Avevano provato ad essere come gli altri, a vivere come gli Yarix o i Salir ignorando i propri doveri e all'inizio aveva funzionato. Ma solo al principio, avevano dovuto fare un passo indietro poco prima che la catastrofe si fosse presentata. Erano semplicemente loro e i Mondi, e tutto ciò che ne comportava.

    

Una voce lieve, un canto lento, note malinconiche unite come a creare un richiamo, una melodia. Era come il vento freddo che portava via con sé triste i sogni irrealizzati di coloro che avevano perso la speranza di vivere, un rinunciare a qualcosa. In parte le fece male, le creò un fastidio al petto simile a quello che provava di fronte alla morte ma molto meno intensa poiché riusciva tranquillamente a respirare, ma al suo corpo, alla sua energia non piacque.

Aprì gli occhi lentamente sentendo la stanchezza addosso dovuta alla mancanza di sole diretto da svariate ore, solo dopo aver sbattuto svariate volte le palpebre si rese conto di essere in uno dei rifugi della corvina, la quale era già sveglia e in piedi poco distante da sé, più precisamente sopra a quello che sembrava un'incisione creata sulla superficie rocciosa con una lama quasi in centro alla stanza piena di cianfrusaglie.

Raffigurava un cerchio abbastanza grande con ai bordi dei simboli probabilmente nella Lingua Oscura, poi altri cerchi concentrici sempre più piccoli che intersecavano con dei quadrati e triangoli. Non aveva idea di cosa potessero rappresentare, solo la incuriosì il fatto che le incisioni fossero lievemente illuminate di un colore giallognolo o forse più aranciato.

– Ti ho svegliata?– le domandò Sheera poco dopo aver smesso di cantare, intorno a lei delle piccole sfere grigie fluttuanti: anime. Kyra capì che la sua voce le aveva richiamate a sé per permettere alla Dea Nera di condurle agli Abissi Infernali, difatti la vide schioccare le dita e far apparire sopra di sé un portale nero e cupo che risucchiò le sfere in un attimo, svanendo subito dopo.

– In un modo o nell'altro mi sarei alzata.– la rassicurò lei sbadigliando mentre Sheera le si avvicinò, sedendosi sul materasso e porgendole una fiala contenente un liquido bianco misto all'oro: era una speciale linfa vitale di cui la Dea Bianca poteva nutrirsi e solo pochi alberi la possedevano e non era di certo facile per Sheera riuscire a raccattarne qualche goccia.

Solitamente, quei tipi di alberi maestosi dalle foglie di un verde più brillante di altri, sembrava sapere di essere speciale e permetteva solo alla Dea Bianca di avvicinarsi per permetterle di sfamarsi; agli estranei dava del filo da torcere con i suoi rami che potevano diventare peggio di una frusta, e se la Dea Nera riusciva a superare quello, allora il secondo problema era la quantità di energia positiva che il liquido conteneva: era quasi al pari di quella che Kyra sprigionava sotto la sua reale forma concentrata in poche gocce. Non era un caso che, se una Dea tornava al suo aspetto originario, anche l'altra lo faceva per evitare di ferirsi a vicenda senza volerlo.

– Non dovevi.– le disse sospirando prendendo la fiala e guardando le mani fredde dell'altra su cui notò un paio di bruciature dovute alla linfa che doveva esser finita sulla sua pelle. Fortunatamente stavano già guarendo, nell'arco di qualche minuto sarebbe svanito tutto.

– Pensi che non sappia che evitavi di uscire il più possibile dall'Eden nella stagione fredda perché ti indebolisce tutto ciò che ne comporta? Faccio la stessa cosa con la stagione calda.– obiettò invece Sheera guardandola accigliata. Effettivamente non poteva darle torto, perciò si mise a sedere e le si avvicinò poggiandole una mano calda sul volto, lasciandole un bacio dolce sulle labbra.

– Grazie.–

Sheera distolse appena lo sguardo prima di prenderle la mano ancora sul suo volto e guardarla, spostando la sua attenzione ai suoi occhi violacei inclinando la testa da un lato.

– Sicura che stai bene?– chiese.

– Come mai me lo chiedi?–

La corvina ritornò a guardare le loro mani e inizialmente non capì cosa ci fosse di strano.

– Sei quasi pallida, a momenti mi raggiungi e non è una buona cosa. Non dovresti sembrare un cadavere.– si fece seria fissandola. Kyra sorrise appena e fece spallucce ritirando la mano.

– Non è nulla, mi manca solo più luce del dovuto.–

– Non mi piace comunque la cosa.– precisò di nuovo l'altra portandola a sospirare arresa.

– Va bene va bene, tornerò nell'Eden per qualche giorno e sarò come nuova. Contenta?–

Forse lo disse con un tono più incline all'essere brusco più che rassicurante, motivo per cui Sheera reagì subito quasi come a volersi scusare di qualcosa. La chiara lo capì dal momento in cui aprì bocca e i suoi occhi di fecero più cupi.

– Non ti sto obbligando, ma vorrei evitare conseguenze spiacevoli. Se ti serve vai e non...–

La bloccò poggiandole l'indice sulle labbra, i loro volti vicini, i loro corpi a sfiorarsi. E grazie a quella vicinanza sentì la sua tensione, preoccupazione, il suo stato di allerta. La fissò negli occhi viola scuro in silenzio sistemandole una ciocca scura ribelle dietro l'orecchio, quel tocco che la calmò.

– Lo so. Non mi sforzerò. Non lo farò di nuovo.–

Sheera non rispose subito, solo distolse lo sguardo e si staccò lievemente passandosi le mani sul volto stanca.

– Scusa, so che non lo rifaresti ma, sai com'è...–

Si stava riferendo al passato, al giorno in cui era quasi diventata polvere, quando non aveva ascoltato il suo corpo di energia positiva e la sua richiesta di aiuto. Non sapevo ti avesse segnato così tanto da preoccupartene ancora oggi pensò Kyra aprendo la fiala e bevendo la linfa, il suo sapore dolciastro sulla lingua.

– Nottataccia anche oggi?– le domandò poi sentendola sbuffare e scompigliare i capelli scuri. Spiegato il motivo per cui sei così irrequieta.

– Potevi svegliarmi, ti avrei aiutato con la magia.–

– Non ho bisogno di aiuto.– ribattè subito fissandola accigliata e contrariata facendola ridere, innervosendola ancora di più.

– Sei tenera quando fai così. E anche quando fai la protettiva.– la punzecchiò stiracchiandosi e facendole l'occhiolino, alimentando nell'altra la voglia di fargliela pagare per le sue parole.

– Pensala come vuoi.– farfugliò però troppo stanca per fare effettivamente qualcosa se non sdraiarsi sul letto e coprirsi gli occhi con il braccio. O perlomeno fin quando i suoi sensi fini le permisero di sentire qualcosa di allettante per lei: caos, energia negativa. Subito scattò a sedere, gli occhi luminosi, la mente già pervasa di qualsiasi malsana idea che la portarono a mordersi il labbro maligna. Kyra sbuffò a quel punto sapendo che ne avrebbe combinate per quel giorno.

– Vai, prima che mi venga voglia di fermarti.– borbottò facendola ridacchiare.

– Oh, non farò troppi danni.–

– Certo, come no.–

– Dubiti delle mie capacità, Creatrice?– la provocò alzandosi in piedi. Quella era la Sheera che conosceva.

– Sei pur sempre una Creatura Oscura, non dovrei fidarmi ciecamente.– stette al gioco. La corvina ridacchiò e le prese la mano dolcemente lasciandole un bacio sul dorso con uno sguardo furbo, malizioso, seducente per cui la Dea Bianca non poté non attirarla a sé, i loro respiri lenti a fondersi.

– Non cacciarti troppo nei guai per cui dovrò intervenire, Distruttrice.–

– Quello non posso assicurarlo.–

La corvina sorrise maliziosamente e si staccò da lei dopo averle morso le labbra, svanendo poi nel nulla davanti a sé. Kyra sorrise e scosse la testa divertita, sentì anche la linfa fare effetto in quanto si sentì più in forze.

Tuttavia, un senso di preoccupazione la colpì: nonostante il sonno, aveva sentito chiaramente che Sheera non era stata colpita dai soliti incubi per tutta la notte o lei avrebbe avvertito il suo dolore, bensì l'aveva controllata come a non volerla lasciare, come se avesse avuto... paura. E non era normale, niente scalfiva la Dea Nera poiché lei stessa provocava il terrore, lei stessa lo era. Però, solo Kyra era a conoscenza del fatto che vi erano delle eccezioni: in passato aveva avuto paura di amare che col tempo era svanita mentre la seconda era scaturita dalla prima, nonché il perdere l'unica persona che si era concessa di amare.

Sta accadendo qualcosa? Perché non me lo dici? Sospirò, forse si stava facendo troppe idee sbagliate. Eppure, Sheera sembrava più affettuosa in quei giorni ma spinta solo da una preoccupazione che tentava di mascherare in tutti i modi. Inutilmente, ovvio, non poteva sfuggirle niente di tutto ciò davanti ai suoi occhi, però la chiara faceva finta di niente per non agitarla ulteriorimente o sarebbe stato pericoloso. Mai giocare troppo con il fuoco.

– Meglio andare!– si disse alzandosi raggiungendo l'entrata della grotta. Purtroppo il cielo era nuvoloso, il che la fece sospirare frustrata. Non le piaceva proprio per niente la stagione fredda. Fortuna che non ho più la mia vita da Salir, chissà come ho fatto a sopravvivere tutto questo tempo!

Fece per spiegare le sue grandi e maestose ali bianche quando, in uno dei cespugli ancora intatti intorno alla grotta notò qualcosa di particolare oltre che avvertire un'aura familiare. Inclinò la testa da un lato incuriosita e si avvicinò stando comunque cauta fin quando non vide una piccola creatura volante simile a una sfera di luce. La riconobbe, era una Creatura Chiara e raramente si mostravano persino a lei per quanto lavoro avessero. Esse spargevano in giro per i Mondi la positività che Kyra lasciava nell'Eden con la sua energia inconsciamente. Ancora più strano fu che si mise a volare nella sua direzione e lei la fece accomodare sulla sua mano. Era come una piccolissima donna di luce eppure rilasciava molta magia con la sua aura.

– Pericolo.– le disse nella lingua che loro parlavano. Subito Kyra si fece attenta.

– Dove?–

– A casa. C'è un problema con le anime.–

Kyra si bloccò. Solo una volta era accaduto e iniziò a pervaderla seriamente la paura, ripensò a quello che le aveva detto Sheera. Non possono tornare!

– Cosa esattamente?– cercò di mantenere la calma, qualsiasi Creatura Chiara era piuttosto sensibile alle emozioni negative, figurarsi quando era una di loro a provarne.

– Le anime, hanno smesso di apparire dagli Abissi Infernali coloro che sono stati assolti dai loro peccati. E non riusciamo a farle rinascere.–

– Ne sei sicura?–

La vide annuire seria e sospirò.

– Devi venire a vedere.– continuò l'esserino.

– Non posso stare a contatto con loro, potrei influenzarle e farle rimanere per sempre lì e non deve accadere.–

– Ma cosa possiamo fare?–

Kyra si morse il labbro nervosa, non ne aveva idea fino a quando non poteva vederlo con i suoi occhi. Devo farlo...

– Verrò ma per poco. Mi troverete poi al solito posto, alla roccia.– concluse alla fine vedendola annuire, la creaturina che riprese a volare e svanire dalla sua vista, la Dea che si preparò di nuovo ad andarsene. Che fosse meglio parlarne con Sheera prima di tornare nel suo Mondo? Però era impegnata nei suoi divertimenti e non voleva disturbarla.

Venne distratta ancora una volta da un nuovo rumore, come dei passi ma si fece tutto silenzioso di colpo. Troppo per i suoi gusti. C'è qualcuno qui si fece sull'attenti. Tutto d'un tratto, iniziò a girarle la testa stordendola per cui dovette appoggiarsi alla corteccia ruvida di un albero lì accanto spaventando anche qualche uccello che volò via dai rami.

E poi il braccio sinistro, la pelle le bruciò come fuoco vivo, ardente, ustionante da togliere il fiato e si portò l'altra mano su esso, il dolore era lancinante. Era molto simile a quello che aveva provato quando era stata trafitta dalla Spada della Morte. Non sapeva cosa fosse ma cadde a terra improvvisamente priva di forze, il respiro affannoso, la pelle diventata fredda imperlata di sudore, gli occhi pesanti.

Vide un'ombra avvicinarsi a sé, lentamente e con fare cauto. Non capì chi fosse, la vista era offuscata, non capiva più niente e non riusciva nemmeno a pensare. Semplicemente, lasciò che il buio la inghiottisse.

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