46 - Incontri mai pianificati

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– Chi sei?–

Questo le aveva chiesto la ragazza sconosciuta tranquillamente seduta senza staccare lo sguardo da lei. Anche se era lontana di qualche metro, poté vedere lo strano colore dei suoi capelli tagliati poco sotto le clavicole, di un viola differente dai suoi occhi, era più verso un pervinca. Si confondeva tra i fiori a causa del suo vestito di un tessuto magico rosato tempestato di piccolissimi cristalli simili a quelli visti nella caverna e fiori oro, viola e blu ricamati.

Parlava la lingua che Sheera e Kyra avevano sempre pensato e creduto di conoscere solo loro. Questo portò la corvina a porsi solo più domande. Chi era quella ragazza? Perché era lì in un luogo sperduto? Da sola tra l'altro? Come faceva a vivere? Non sembrava possedere ali e nemmeno della magia a dirla tutta: la Dea non percepì in lei alcuna traccia magica, il che la prese totalmente alla sprovvista. Mai prima di allora aveva visto qualcuno che non possedesse un'aura magica.

– Parli la mia lingua?– domandò ancora la ragazza inclinando la testa da un lato come a studiarla da lontano e alla Dea Nera la cosa infastidì parecchio non sopportando sguardi altrui addosso come suo solito, portandola ovviamente a risponderle con un tono acido e freddo.

– Magari non voglio rispondere.–

– Allora hai una voce. Anche piuttosto bella, ammaliante.– disse l'altra cambiando espressione, da seria divenne come euforica e le mostrò un sorriso. Le ricordò la Dea Bianca per questo.

– Chi sei quindi?– aggiunse con occhi luminosi. Ma che problemi ha questa? Perché dovrebbe essere così felice di vedermi senza nemmeno conoscermi?

– Potrei farti la stessa domanda.– le ringhiò contro, non si fidava di lei. Anche se c'era da dire che la Distruttrice si fidava raramente di qualcuno.

– Mh, sei una difficile tu eh? – continuò l'altra ma senza offendersi o altro per i suoi toni e modi di fare.

– Me lo dicono in molti, non è una novità.–

Sheera fece spallucce e si portò le braccia al seno annoiata, niente attirava la sua attenzione in quel luogo, o almeno non più. Nel mentre quella ragazza si alzò in piedi iniziando a raggiungerla e la corvina poté solo squadrarla.

Era di una spanna più bassa rispetto a sé e sembrava piuttosto giovane d'aspetto, un po' come lei. Quello che non le tornava, era che, ai suoi occhi, pareva possedere un qualcosa di familiare i quegli occhi blu notte e vividi come le linee dei solchi sulla roccia dietro di sé, la pelle olivastra e senza dubbio in contrasto con la sua. Il vestito rosato le cadeva semplice e morbida fin poco sotto le ginocchia, i piedi scalzi accarezzati dai fiori. È accecante quel colore! Sempre meglio del bianco di Kyra però.

La ragazza, una volta di fronte a lei, le prese velocemente il braccio sinistro con ancora i suoi segni distintivi viola in vista come meravigliata ma lei lo ritrasse subito sentendo quella sensazione di ribrezzo che aveva sempre provato a contatto con chiunque non fosse Kyra o Nath.

– Non mi toccare!– le ringhiò minacciosa con sguardo truce. Non sortì l'effetto sperato.

– Quindi sei tu la personificazione del Male, Sheera se non sbaglio. Anche il Bene è come te ora?–

Con quelle parole la Dea la guardò accigliata, lei sapeva chi fosse? Come? Non le piaceva.

– Perché mai dovrei risponderti?–

– Ok, abbiamo iniziato per il verso sbagliato. Piacere, Cassandra, ero la Custode di te e l'altro potere primordiale quando eravate sfere di energia. Ti bastano queste informazioni per poterti fidare un minimo di me?–

La ragazza le sorrise facendola innervosire ancora di più, non le piaceva la sua presenza se doveva essere sincera. Aspetta, Custode ha detto? Lo Yarix aveva ragione?

– È questa la tua forma completa?– continuò estasiata quella Cassandra iniziando a girarle intorno come una bambina. Aveva il presentimento che fosse più simile a Kyra che a sé, non si lasciava fregare dalle apparenze e avrebbe insistito fino allo sfinimento pur di avere risposte. E lei non aveva tempo, doveva ricordarselo. Così, si passò velocemente la mano davanti al volto e le sue ali nere come la pece apparirono; inutile dire che Cassandra non se lo aspettò e ne rimase ancora più estasiata.

– Wow. Quindi potete volare. Che forza! Devi non me lo aveva detto questo!– esclamò girandole intorno e quello sguardo la portò ad alzare gli occhi al cielo. Ma dove sono finita ora... Sheera poi si bloccò.

– Hai detto Devi? Intendi la Custode dei Ricordi? La conosci?–

– Certo! Siamo amiche fin dagli inizi dei tempi. Ogni tanto viene a farmi visita dato che sono sola qui e non ho molto da fare.–

– Sai solo dormire presumo, che patetica!–

Cassandra non si offese alle parole della Distruttrice, la quale si morse la lingua subito dopo. Si vede che Kyra non è con me, sto tornando scorbutica come dovrei essere, come ero una volta...

– Oh, bhe, ognuno ha i propri passatempi. Sicuramente tu porterai un po' di caos no? Oh, vieni!–

Le fece segno di seguirla e, nonostante l'iniziale scetticismo, insieme si avvicinarono di più verso la parete con l'immagine della sua visione e nel mentre Sheera ripensò alla sua voce calda familiare. Possibile che...

– Eri tu a chiamarmi?– le domandò a bruciapelo e la vide sorridere e annuire.

– Già. E ti stavo aspettando e anche da anni. In verità anche il tuo opposto ma con quello che sta accadendo...–

Sheera la bloccò accigliata, le braccia ancora al seno come a voler mantenere una certa distanza tra loro.

– Ovvero?–

– Ora non è importante.–

– Se non è importante allora perché l'hai detto?–

– Ne parliamo dopo. Va bene?–

Cassandra continuava a guardarla sorridendole e questo la portava ad odiarla sempre di più, l'avrebbe uccisa e bevuto il suo sangue per soddisfazione più che volentieri se non fosse che sembrava possedere informazioni notevoli sconosciute persino a lei, una Dea millenaria.

La ragazza dai capelli viola si sedette nuovamente tra quei fiori variopinti invitandola a fare lo stesso, per poco non la incenerì con lo sguardo per questo non sopportando tutta quella luce e vitalità, ma dovette calmarsi. Alla fine, arresa, le si sedette di fronte leggermente distante sbuffando a gambe incrociate, le braccia sulle ginocchia e una mano a sorreggerle la testa svogliata.

– Questo posto è il cuore nascosto dell'Infinitus. Dopo che i poteri Supremi si scontrarono creando i vari Mondi, i popoli, piante e animali, scelsero me in modo che potessi vegliare su di loro. Al tempo eravate delle sfere di energia, stavamo qui tutti e tre. Distruzione e Creazione stavano lì un tempo.– le iniziò a spiegare indicandole i due cristalli incastonati nella roccia dietro di sé che anche lei aveva disegnato nei suoi schizzi. Per questo ci era familiare l'immagine, è chiaro.

– Ero una Salir una volta, prima di esser stata scelta. Ma, dovendo stare a stretto contatto con voi ho dovuto rinunciare alla mia magia altrimenti mi avreste intaccato con la vostra schiacciante forza. Posso solo parlare nella mente con le persone, specie quando dormono.– le rivelò ancora Cassandra con una semplicità sconvolgente, come se fosse un qualcosa di tutti i giorni. Questo spiegava la sua asura inesistente.

– Perché ci chiamavi? E perché dopo tutto questo tempo?–

– Vedi, poco prima che voi diventaste esseri incorporei ma pensanti, Devi mi avvisò dicendo che stavate trasformando una parte dell'Infinitus a vostra immagine e che quelli sarebbero stati i vostri Mondi.–

Fu strano sapere cosa accadde prima di tutto ciò che ricordava, il conoscere un passato misterioso su sé stessa. Le spiegò che, prima di abbandonare quel luogo, le pietre avevano brillato di viola e si erano create le loro collane, che Cassandra ovviamente prese in mano dal collo della corvina che per poco non le tranciò il braccio, e un istante dopo in cue scie nero e bianco erano volate via oltre l'alta parete, abbandonandola.

– E sei comunque costretta a vivere qui? Nonostante il tuo compito sia finito?– chiese confusa, ma la vide scuotere la testa.

– Ho continuato a custodire ancora una scintilla del vostro potere, in realtà non siete esattamente complete.–

La Dea Nera per poco non volle uccidersi, stava dicendo sul serio? Voleva dire che mancava loro altro potere e non lo avevano mai saputo né sentito la mancanza?

– A dirla tutta è una quantità insulsa ma sì, volevo incontrare te e l'altra...–

– Si chiama Kyra.– la fermò sospirando la Dea Nera alzando gli occhi al cielo e la ragazza dai capelli viola annuì.

– Volevo incontrare te e Kyra per restituirvele. Per questo vi ho chiamate.–

Cassandra si alzò e si avvicinò alla parete con quel disegno luminoso e Sheera ascoltò attentamente.

– Queste sareste voi, al centro i cristalli che contengono queste parti mancanti. Nel caso vi fosse successo qualcosa da incorporee sareste state rigenerate da queste scintille che si sarebbero riunite al resto della vostra energia rimasta dispersa nei Mondi. Questo è accaduto con la devastazione di Eathevyr quando avete deciso di rimandare lo scontro. Dopo che vi siete dissolte siete tornate qui e avete iniziato ad assumere una forma più vera. Ho chiesto io a Devi poi di portarvi nel Regno Assoluto.–

– Ma lei non può apparire lì.–

– Esatto, perciò lei si è messa in contatto con una strana donna di luce ma non ne ricordo il nome...–

A Sheera non servì altro per capire a chi si riferisse, era senza dubbio Selena. Aveva mentito quando Kyra le aveva chiesto se sapesse niente della voce familiare.

– Comunque, serviva tempo per abituare i vostri nuovi corpi al vostro potere per questo una parte è rimasta ancora qui.–

– Non ne capisco il motivo in questo caso, è stato graduale, specie dopo il nostro risveglio.–

Cassandra annuì però parve essere comunque non tanto convinta e poco dopo contagiò anche lei.

– So che perdevi il controllo senza volerlo, anche Kyra delle volte non faceva caso a quanta vita donasse. E poi, tu sai più di chiunque altro quanto una mera parte di te possa cambiarti.–

Sì, aveva ragione, era bastato poco eppure, dopo il distacco con Shedan, non era più stata in grado di fare incantesimi allo stesso modo. Ricordava ancora la sensazione spiacevole che aveva provato, il devastare ma sentire dentro di sé di non riuscire a fare abbastanza o come avrebbe voluto.

– Cosa sarebbe accaduto se aveste usato la vostra essenza senza volerlo? Perchè con ciò che vi manca potrete accedervi più facilmente.–

La corvina si incupì all'istante, l'altra capì che avesse afferrato il concetto e la gravità della cosa. Però, il tempo scorreva e tornò a tartassare la Dea che doveva sbrigarsi.

– Sai niente della pietra custodita da due generazioni di Yarix?– provò a chiederle. Magari Devi l'aveva avvisata di qualcosa ma la vide perplessa. Così le spiegò brevemente tutto, delle linee violacee, del taccuino. Eppure, non sembrava saperne niente.

– In questa pietra, da quanto mi dici, sembrano essere racchiusi altre scintille ma le avete liberate voi in qualche modo. Non vi conosco e non so cosa abbiate fatto ma potrebbe essere per un sacrificio di una per l'altra per esempio dato che non ho visto nulla del genere. Alla fine non posso uscire da qui da sola non avendo magia, non ho viaggiato.–

Si mordicchiò un'unghia scura dal nervoso, ultimamente era un tic che le stava tornando, non lo faceva da anni e significava che era piuttosto al limite dall'impazzire. Cercò comunque di avere la mente abbastanza lucida da pensare, l'unico sacrificio che le venì in mente fu quando aveva trafitto Kyra con la Spada della Morte per salvare i Modni o quando si era esposta lei per evitare che la chiara venisse colpita. No, era altro, ripensò alle ipotesi che aveva pensato poco prima che Damon la interrompesse.

– È successo ma questo due anni fa, quella pietra esiste da secoli invece.–

– Mh... Un patto di sangue?– continuò Cassandra distraendola e lei la guardò seria e minacciosa.

– Scherzi vero? Io che scendo a patti di sangue con una Creatura Chiara quando posso fare di testa mia?–

– Giusto, scusa. Cosa potrebbe essere allora?–

La giovane cominciò a camminare avanti e indietro e a pensare giocherellando con i suoi capelli violacei, mentre la corvina si guardò le mani pur di non guardarla o si sarebbe innervosita ancora, la voglia di sangue che saliva. Il suo sguardo cadde su l'anello che portava al dito e per un attimo, e per la prima volta, si domandò da quanto ce l'avesse pur di confutare i suoi pensieri. Non lo aveva prima di incontrare Kyra ma nemmeno subito dopo, quindi quando esattamente? Il mare...

Si ricordò di quella volta in cui avevano fantasticato sul loro essere in carne ed ossa ancor prima dell'ascesa del Demone, il loro voler continuare a sentirsi e vedersi con le onde del mare a testimoniare. La pietra era più vecchia ancora, quindi doveva cercare ancora prima. Dovette anche esser rimasta in silenzio a lungo, infatti Cassandra si voltò a guardarla non sentendola lamentare.

– Legame.– disse sorridendo come il resto del tempo.

– Cosa?-

Sheera alzò il volto guardandola confusa non avendola sentita essendo troppo immersa nei suoi secolari ricordi e la ragazza spiegò.

– È il vostro legame presumo. A quando avete legato per davvero.–

Per un attimo la corvina rimase spiazzata. Sapeva della loro relazione? Devi non era in grado di parlare di cose così delicate con altri, non era da lei.

– Oh, la mia amica mi ha solo detto che vi eravate incontrate ma c'è stato un problema ed è apparso il Demone. Non so moltissimo.– le disse subito l'altra come a volerla rassicurare. Però Sheera si soffermò sulle sue parole, ormai era quasi certa che la pietra fosse legata all'accordo di entrambe le Dee di conoscersi senza ferirsi. Da lì in poi la loro vita aveva trovato un equilibrio.

– Non è che sei innamorata di lei? No perché il tuo tono di voce prima è cambiato quando hai pronunciato il suo nome.–

La ammazzò per così dire sul colpo, non riuscì altro che guardarla truce per come le si mise a saltellare intorno con occhi luminosi. Le ricordò Nissa per questo. Da una parte ne rimase stupita però, non pensava fosse così talmente evidente ciò che provava per quella Creatura Chiara da essere visibile persino dagli sconosciuti.

– Oh ma che tenera, allora c'è qualcosa, o meglio qualcuno che smuove il potere oscuro.– continuò tutta euforica senza smettere di saltellare.

– Finiscila o ti conviene scappare, in questo momento berrei anche il tuo sangue nonostante tu non mi piaccia.– le ringhiò contro minacciosa, la fame che aumentava ma che continuava a tenere sotto controllo, l'altra alzò le mani a mò di resa.

– Ok ok, come vuoi.–

Non voleva avere molto più che a che fare con quella ragazza, voleva andarsene da lì a dirla tutta, portare un po' di caos e muoversi per sfogare la tensione accumulata addosso che iniziava ad infastidirla seriamente. Tutto stava andando fuori dal suo controllo, di nuovo. E lo odiava.

– La pietra è stata trovata da qualcuno, vero?– le chiese però. La Custode si fece triste subito e quello le bastò, si alzò in piedi pronta ad andarsene ma Cassandra la fermò prendendola per un braccio.

– Ascolta le visioni, la questione è pericolosa se sono apparsi i Divoratori. Non posso darti la scintilla che ti manca senza darla all'altra, servite insieme. Devi riportarla.– disse preoccupata. Sapeva più di quel che voleva far vedere quella ragazza, Devi probabilmente l'aveva avvisata.

– Non abbandonarla in sé stessa.–

Fu l'ultima cosa che le disse prima di lasciare la presa e permetterle di spiegare le ali nere frettolosamente in modo da risalire la cascata. Pian piano poi i rumori diminuirono e la vista divenne scura mentre volava, trovandosi poi nel buio più totale, il suo amato silenzio che non sentiva da così tanto.

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