Capitolo 15

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Crowley non dormiva. Ed era strano per lui, che amava il sonno quanto amava la propria Bentley. Cioè moltissimo. Ma il suo turbamento lo lasciava impossibilitato a tenere gli occhi chiusi.

Di fianco a lui, Aziraphale leggeva. L'angelo, diversamente da lui, non era un grande fan delle lunghe dormite e solitamente passava gran parte della notte da sveglio.

"Crowley - disse Aziraphale - Riposa. Te lo meriti, so che ti piace dormire e hai vegliato su di me per tutta una notte. Coraggio, dormi."

Il demone sospirò, appoggiando la testa alla spalla dell'altro e sbuffando pesantemente "Sono troppo nervoso per dormire."

Incrociò le braccia al petto e alzò gli occhi verso l'altro, che invece di starsene ben disteso sul letto aveva la schiena appoggiata allo schienale del letto, seduto con le gambe stese sotto le coperte.

Aziraphale gli passò una mano sulla nuca, accarezzandogli i capelli con delicatezza e facendolo rabbrividire piacevolmente "Fatti coraggio, Crowley. Andrà tutto bene."

"Vorrei che fosse così."

Aziraphale ebbe appena il tempo di abbassarsi un poco per baciare la fronte dell'altro che Crowley gli passò le braccia attorno al petto e premette il viso contro di lui.

"Quando saremo all'Inferno, se qualcuno anche solo proverà a farti del male io lo ammazzerò. Ti giuro che lo ammazzerò. Tu non meriti di andare laggiù, non meriti di stare in mezzo a loro. Non devi..."

Aziraphale continuava ad accarezzarlo, mentre Crowley sentiva montare la rabbia. Aziraphale era buono, più buono della maggior parte degli angeli che aveva mai incontrato.

Il fatti era, in realtà, che la maggior parte degli angeli potevano forse fare tante cose buone, ma lo facevano solo per riempire la loro lista di compiti da fare, senza passione o amore. Aziraphale evitava il lavoro, ma quando faceva qualcosa di giusto, lo faceva perché sembrava giusto a lui, non perché qualcun altro gli aveva detto che quella era una cosa da fare, obbligatoria.

E se non era questo essere buoni, allora cosa lo era?

"Non devi neanche pensare di essere simile a chiunque laggiù. Ad Hastur, a Beelzebub, persino a Eric..."

"Eric?"

"Tu sei buono. Sei buono."

Crowley alzò il viso verso di lui e gli sorrise. A che cosa lo stava condannando?

Aziraphale lo baciò delicatamente sulle braccia, posandogli una mano sulla guancia "Troveremo una soluzione, quando saremo laggiù. Te lo prometto."

"Scappiamo - sussurrò Crowley - Ti prego, scappiamo. Su Alpha Centauri nessuno ci troverà mai."

"Crowley, non funzionerebbe, ne abbiamo parlato."

Crowley si morse la lingua, frustrato. Sapeva che se Aziraphale fosse caduto sarebbe caduto e basta. Eppure la sua testa non faceva che suggerirgli idee improbabili.

"Sai cosa? Adesso - disse Aziraphale, portandosi piano sopra l'altro - Cerchiamo di non-"

"Io sono stufo di non pensarci - sibilò Crowley - Non posso. Non ci riesco. Tu... non faresti lo stesso se una cosa del genere succedesse a me? Non saresti sempre preoccupato?"

"Certo, ma..."

"Non posso solo fare finta di niente. Non ne sono capace."

Aziraphale lo baciò ancora "Io sto bene. Starò bene. Vedrai che risolveremo tutto. E poi cosa potremmo fare? Tanto vale finta di niente, questa non è una cosa che i può evitare."

Crowley era stanco di sentirselo ripetere. Davvero stanco. Voleva che ci fosse una soluzione, non poteva accettare tutto in modo così passivo.

"Sì, ma... uff. Non è giusto. E se lo dico io, significa che in questa situazione c'è davvero qualcosa che non va."

Crowley cercò di evitare lo sguardo dell'altro, poi si zittì. Si sentì scrutare, dopodiché Aziraphale prese ad accarezzarlo di nuovo, con dolcezza. Si baciarono lentamente, Crowley con incertezza, Aziraphale avvolgendolo dolcemente, in quel modo che aveva solo lui di farsi improvvisamente protettivo, anche se senza aggressività.

Aziraphale era delicato e amorevole e sembrava solo preoccuparsi di farlo sentire bene.

Fu quando Crowley ebbe quasi iniziato a sentirsi tranquillo che la porta della stanza si aprì con uno schianto violento. Aziraphale, per la sorpresa, si lanciò all'indietro e Crowley, stordito, alzò la testa e cercò con la mano gli occhiali abbandonati sul comodino.

Nientepopodimeno che Beelzebub stava davanti a loro, con il suo sguardo severo e quel puzzo di putrefazione che proveniva direttamente dall'oltretomba.

"Io - disse Crowley, cercando di tirare fuori dalla gola un qualsiasi suono sensato - Ngk. Lord Beelzebub! Io lo stavo, ehm, lo stavo tentando!"

Il demone dai capelli corvini sorrise (cosa che non faceva quasi mai), con le mani strette dietro la schiena come suo solito "Demone Crowley, hai fatto un buon lavoro questa volta. Questa - disse, facendo un cenno verso il disorientato Aziraphale - È stata una grande vittoria. Portare un Angelo alla caduta, questo non succedeva dai tempi della Grande Guerra."

E che bei ricordi, quelli. Quando si era trovato in uno schieramento senza voler combattere, quando aveva lottato contro quelli che erano stati i propri fratelli, senza ottenere nessuna gloria, ma solo un bruciore nel petto e un senso di sconfitta nel vedersi ridotto a essere l'ennesima formica, l'ennesimo signor nessuno che non poteva decidere di essere neutrale perché esistevano solo due parti. Bianco o nero. Crowley, caduto senza volerlo, combattendo chi non voleva combattere come l'ultimo tra gli ultimi. Lui, che un tempo era stato il creatore di stelle, che aveva camminato di fianco a Gabriel, Michael, Sandalphon e Uriel, si era ridotto in quel momento alla più infima delle creature.

Non sapeva dire se odiava più quella stupida guerra o quel preciso istante.

"Posso immaginare - sussurrò appena Crowley - Che tu non sia qui solo per complimentarti. Ho ragione?"

"No, infatti. Si torna all'Inferno, adesso."

Oh no. Troppo presto, era troppo presto. Crowley credeva di avere ancora del tempo.

Aziraphale e Crowley si guardarono. Gli occhi azzurri del biondo restavano sereni, per quanto seri. Aziraphale era già stato all'Inferno una volta, perlomeno sapeva a che cosa all'incirca sarebbe andato incontro.

Però non significava che andasse bene.

"Ma lui ancora non è caduto - disse Crowley - Non è un demone, potrebbero esserci dei problemi, no?"

"Sicuramente non è neanche un angelo - commentò Beelzebub - E noi andiamo di fretta, non mi interessa se è un cinquanta e cinquanta."

"Come sarebbe a dire di fretta? - chiese Crowley - L'Armageddon non..."

"Certo, non è avvenuto, direi che ce ne siamo accorti tutti. Proprio per questo bisogna assolutamente organizzarne un altro, ci vorranno secoli e noi siamo già in ritardo sulla tabella di marcia. Quindi sbrighiamoci e andiamo."

Beelzebub si voltò, dirigendosi verso il buio corridoio.

"Oh cazzo - mormorò Crowley tra i propri denti - Non voglio sapere come continua questa storia."



















Sta per succedere un bordello, l'avreste mai detto?

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COMUNQUE! INIZIA IL CASINO!

Teorie? Pensieri? Adesso che cosa succederà, esattamente?

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