Capitolo 28

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La neve sulla città - parte 3

‹‹Dove diavolo eri finita? Ti ho cercata dappertutto! Stavo iniziando a temere il peggio›› Sparkle arrivò di corsa quasi scontrandosi contro di me.

Mi circondò con le braccia stringendomi al petto. Il suo cuore batteva all'impazzata.

Avevo temuto che qualcuno lo avesse rapito e forse anche lui aveva pensato lo stesso.

Inspirai il suo profumo tirando un sospiro di sollievo. Correvamo un pericolo costante restando in mezzo a quella gente.

Percependo un leggero tremolio nelle sue braccia, alzai gli occhi per guardarlo.

‹‹Si, scusami...anche io stavo uscendo di testa temendo che ti fosse successo qualcosa. Stai bene?›› vagai nei suoi occhi fittizi percependo un turbamento profondo in lui.

La sua fronte aggrottata accompagnava uno sguardo spaventato.

‹‹Si, sto bene, ma tu eri sparita! Non so cosa avrei fatto se ti avessero rapita›› rispose sollevato.

‹‹Mi dispiace...ma›› avanzai, ma lui mi interruppe.

‹‹Non farlo mai più. Basta dividersi›› il suo sguardo fermo ma ancora agitato, si inchiodò al mio.

‹‹Scusami, davvero... ma ho origliato una conversazione...›› sussurrai terrorizzata che qualcuno ci stesse spiando. ‹‹Possiamo andare da un'altra parte?››

Lui annuii e studiando velocemente la stanza, mi prese la mano tremante per trascinarmi dietro di lui.

Porte decorate da eleganti rifiniture, si susseguirono una dopo l'altra.

La notte diventava sempre più scura, incoraggiando i capitolini ad abbandonarsi agli eccessi.

Sparkle iniziò a rallentare appena passammo vicino ad un gruppo piuttosto eccentrico. Alcune donne si stavano divertendo a spogliarsi per scambiarsi le parrucche ed i vestiti, altri mescolavano drink di ogni colore per scoprire nuovi effetti.

Quel caos iniziava a farmi girare la testa; forse avevo bevuto troppo.

Ci fermammo in una stanza al cui centro si apriva una piscina. L'atmosfera lì era decisamente più calma.

Dei Capitolini si stavano crogiolando tra i fumi che sgorgavano da un macchinario apparentemente antico. Quello strano oggetto sembrava provenire da un'altra realtà e i ghirigori dorati che lo ornavano, gli donavano un tocco quasi magico.

Polveri colorate impregnavano la stanza, espandendosi nell'aria e miscelandosi a creare nuove sfumature.

Ci sedemmo in disparte, su un divanetto dorato lontano da loro. Alte piante dalle grandi foglie verdi e viola, ci nascondevano alla vista dal resto della stanza.

‹‹Cosa hai sentito?›› ricominciò preoccupato. Non aveva lasciato la mia mano nemmeno per un secondo.

‹‹Non voglio portare sfortuna, ma credo che ci abbiano scoperti. Dannazione! Che cavolo facciamo adesso? Forse sarebbe meglio andarcene subito, però qualcuno potrebbe insospettirsi...magari è meglio rimanere qui ed aspettare il segnale di Plutarch›› riflettei ad alta voce mentre la mia mente galoppava.

Una folata di fumo giallo e rosso arrivò nella nostra direzione, costringendoci a tossire. Nella mia bocca si espanse un sapore di fragola chimico mescolato a curcuma.

‹‹Adesso calmati e ragioniamo. Ripeti esattamente ciò che hai sentito. Non è detto che...››

‹‹C'erano due donne...una era sicura di aver visto qualcuno che non dovrebbe essere qui. Non ti suona familiare?›› commentai cinica mentre le lacrime minacciavano di farsi vedere. ‹‹È tutta colpa mia, Spark. Sapevo di dover mantenere un profilo basso ma forse mi sono lasciata troppo andare e adesso tu rischi...››

‹‹Andrà tutto bene, Sky. Non permetterò che ti succeda nulla›› fermò le mie paranoie accarezzandomi l'altro braccio scoperto. Una scarica elettrica mi percorse dalla testa ai piedi. Scossi la testa.

‹‹Dovresti smetterla di essere sempre così fiducioso. Non faccio altro che metterti nei casini! Hai perfino nascosto la tua identità ai tuoi mentori per proteggermi e ti ho lasciato da solo tra le grinfie di quelle donne...aspetta un attimo...›› la mia mente un po' annebbiata, carpì un ricordo.

Era una conversazione di tempo prima. ‹‹Tua madre...avevi detto che aveva vinto una vecchia edizione!›› esclamai ricordando le sue parole.

Lui alzò di scatto la testa e poi abbassò lo sguardo. In quell'istante capii che cosa nascondevano le ombre nei suoi occhi,

‹‹Tu...tu l'hai vista! Non è vero? Oh, Spark...mi dispiace tanto. Dovevo essere lì con te›› avanzai accarezzandogli una guancia. Lui posò una mano sulla mia e chiuse gli occhi.

‹‹È stato solo un attimo. Sembrava...triste. Forse soffre ancora perché pensa che io sia morto, ma non potevo pararmi davanti a lei esclamando "ehi mamma, indovina un po', sono vivo!". L'avrei messa in pericolo›› il dolore che mi stava trasmettendo, mi costrinse a gettargli le braccia al collo.

‹‹Come ho fatto a non capire che eri preoccupato che fosse estratta? Sono un'idiota! Ma Cashmere prenderà il suo posto, giusto...mi dispiace, non so come ho fatto a dimenticarlo...›› non sapevo come consolarlo.

Avevo compreso quando lui tenesse a sua madre, a differenza mia. Dovevo smetterla di pensare sempre a me stessa e iniziare ad accorgermi di ciò che mi succedeva intorno. ‹‹Dovevo chiedere a Plutarch di non farti venire››

Quello che aveva rischiato di più accompagnandomi a quella festa, era lui. Molti vincitori lo conoscevano e il suo volto era indimenticabile.

Lui aveva fatto il possibile per evitare di mettermi in pericolo, mentre io me ne ero andata in giro a salutare i miei vecchi amici sprezzante del rischio.

‹‹No, Sky›› fece accarezzandomi la schiena nuda ‹‹non ti avrei mai lasciata da sola per niente al mondo. Era un compito che solo noi due potevamo portare a termine››

‹‹Beh, in ogni caso adesso per fortuna lei è salva...››

‹‹Non esattamente›› sospirò sconfitto. Prima che potessi aggiungere qualcos'altro, mi allontanò prendendomi per le spalle per guardarmi in volto.

‹‹Sai che lei è una vincitrice, ma non del distretto 1››

Rimasi in silenzio non capendo le sue parole.

‹‹Mia madre è Rabe Lyme, la vincitrice dei cinquantaquattresimi...del distretto 2›› confessò tutto d'un fiato.

‹‹Che cosa? Come...›› balbettai confusa. ‹‹Com'è possibile che sia tua madre? Lei è di un altro distretto›› aggiunsi sconvolta da quella rivelazione.

Era impensabile che i suoi genitori appartenessero a due distretti diversi. Quando mi aveva parlato della sua famiglia, aveva sottolineato come suo padre lo avesse spinto ad offrirsi per diventare un eroe. Sua madre l'aveva descritta invece come una donna gentile e rispettata nel distretto, senza però specificare quale.

Quell'edizione si era svolta prima che io nascessi, quindi non potevo ricordarla.

‹‹Mentre ti stavo cercando, per sbaglio mi sono scontrato con lei. Non credo che mi abbia riconosciuto, ma è stato strano. Aveva la faccia arrossata, come se avesse pianto. Non lo faceva quasi mai››

I suoi occhi verdi sotto le lenti colorate, si riempirono di tristezza mentre tracciava dei cerchi sulla mia pelle. ‹‹È una lunga storia›› mi liquidò lui.

‹‹Non sei costretto a raccontarmela se non vuoi›› cercai di incontrare il suo sguardo fisso sul mio polso.

‹‹No, voglio che tu lo sappia›› si convinse sospirando.

Strinsi la parte interna del suo braccio per incoraggiarlo.

Raccontò che sua madre era una vincitrice molto amata. Spesso veniva chiamata per presenziare alle feste o alle cerimonie e proprio lì aveva incontrato suo padre. Lui gestiva una delle fabbriche più importanti del distretto e non era raro che si incontrassero in quelle occasioni.

Si innamorarono, lei rimase incinta e riuscirono a nasconderlo fino alla sua nascita, quando dovettero prendere una decisione molto importante. Lei odiava il 2. Fabbricavano armi e fornivano pacificatori alla capitale e non voleva che quello fosse il destino di suo figlio. Affidò Sparkle a suo padre che lo portò nel suo distretto crescendolo come se fosse nativo di lì. Le conoscenze che avevano entrambi gli permisero di falsificare i suoi documenti, dichiarando che sua madre, una donna dell'1, era morta di parto.

‹‹Me lo hanno raccontato a 5 anni, quando ero abbastanza grande per presenziare alle alle feste. In realtà lei si recava nell'1 in segreto ogni volta che poteva per vedermi. Dentro di me sapevo già che era mia madre›› concluse mentre i suoi occhi diventavano lucidi.

‹‹Spark›› sussurrai stringendo il suo viso nelle mie mani ‹‹ti prometto che un giorno tutto questo finirà e potrai riabbracciarla››

Confortarlo mentre era inerme, mi riportò alla mente tutte le volte in cui lo avevo visto triste, abbattuto e ferito. Raramente lo ricordavo felice e sollevato; quelle poche volte che ci eravamo baciati o si era finto uno sbruffone.

Non doveva essere stato facile mantenere quel segreto. Potevo capire benissimo cosa provasse.

Poggiai la mia fronte contro la sua. Il suo profumo era rimasto lo stesso. Lo avevo riconosciuto nell'arena in mezzo al vento e alla sabbia e lo sentivo familiare in quel momento, a pochi centimetri di distanza.

‹‹Te lo prometto›› ribadii con un filo di voce.

Tremava come se stesse cercando di non andare in pezzi. Non potevo permettere che si frantumasse di nuovo tra le mie braccia.

Gli afferrai il colletto con forza e ci scontrammo come due meteore sulle nostre bocche. La polvere colorata volò intorno a noi nascondendoci da occhi indiscreti mentre gli mordevo il labbro.

Senza proferire parola, la sua brama passò all'interno del mio collo. Iniziò a mordermi famelico come se avesse sempre voluto assaggiare il sapore della mia pelle.

Lo tirai su di me mentre mi sdraiavo. Una delle mie gambe nude sfuggì al vestito per circondargli il fianco. La sua mano sinistra ci si aggrappò come se potessi sfuggirgli. Intrecciai le mani nei suoi falsi riccioli azzurri mentre le sue dita esploravano i miei fianchi. Gli sfuggì un lamento quando gli graffiai con le unghie la muscolatura del suo petto.

Nessuno dei due si opponeva ai gesti dell'altro.

Ispiravamo quella sostanza inebriante che insieme alla musica in lontananza, dettavano il ritmo dei nostri movimenti. Il suo e il mio profumo erano diventati la stessa cosa, così come il nostro respiro. Quando i nostri sguardi si incontrarono e il nostro desiderio si specchiò negli occhi dell'altro, fu come vedere nascere una stella. Maledetta.

Incuranti di essere in mezzo ad altre persone che stavano facendo lo stesso ignorandoci, ci stringemmo di più contro quel divano che a momenti facevamo a pezzi.

Se non fosse stato per l'esplosione dei fuochi d'artificio, saremmo rimasti in quel luogo dimenticato da tutti ad inebriarci delle nostre esistenze.

Plutarch apparve improvvisamente sulla soglia e si schiarì la voce interrompendoci.

Cercai di riprendere fiato mentre realizzavo ciò che era appena successo. Mi ero gettata su Sparkle senza pensarci, senza nessun freno o inibizione.

Ci guardammo di nuovo per un attimo e lui mi strinse a sé come per farmi scudo. Entrambi avevamo i vestiti completamente scomposti e aperti da tutte le parti.

‹‹Sta per parlare il presidente Snow, sarà meglio non perderselo›› fece con tono solenne a tutti i presenti.

Quello era il segnale per andarcene. Gli scoppi dei fuochi d'artificio avrebbero nascosto il rumore dell'hovercraft.

Ricoprii le gambe con le gale mentre Sparkle si riabbottonava la camicia e la giacca.

Avevo le guance in fiamme ed ero profondamente in imbarazzo per ciò che era successo. Avrei rivisto Jae poco dopo e lo avevo tradito. Con quale faccia mi sarei presentata da lui?

Poi ci avevo di nuovo resi vulnerabili e riconoscibili, dovevo smetterla.

Attraversai la stanza a passi lunghi.

‹‹Spero che ci rivedremo presto›› mi salutò Plutarch notando il mio sguardo preoccupato.

‹‹Ti prego, tu fai sempre molta attenzione...e grazie›› sussurrai mentre gli passavo davanti.

Avrebbe vissuto lì nei mesi successivi perché il presidente lo voleva al suo fianco. Sarebbe potuto morire in ogni istante per un minimo sbaglio, ma lui era furbo.

Se solo avessi voluto sarei potuta intervenire, ma la mia indecisione era ancora troppo forte.

Uscimmo velocemente dalla villa e io quasi cercai di sfuggire via da Sparkle nel giardino. Il senso di colpa stava riaffiorando, mentre l'aria fresca ripuliva i miei polmoni e la mia mente dal fumo colorato.

‹‹Mi dici perché adesso scappi da me?›› gridò fermandosi appena superato l'arco. ‹‹Hai fretta di tornare da Jae? Per me possiamo anche andarcene...se mi vuoi››

‹‹Devi tornare da Adantia›› gli ricordai ferita rallentando. Certo che lo volevo, lo volevo più di ogni altra cosa al mondo, ma non potevo averlo.

‹‹Sono stanco dannazione!›› esclamò costringendomi a fermarmi. ‹‹Perché continui a gettarmi tra le braccia di un'altra?›› rimasi di spalle mentre soppesavo la sua domanda. Volevo andarmene, ma lui non si arrese.

‹‹Sky! Smettila di scappare da me! Di cosa hai paura?›› chiese avvicinandosi. ‹‹Dico davvero. Non ce la faccio più! Hai dimostrato in ogni modo possibile di tenere a me ed è palese che sei gelosa delle altre ragazze!››

Allungò la mano destra diminuendo la distanza tra di noi.

‹‹Sento l'elettricità che ci scorre dentro ogni volta che ci guardiamo, anche se siamo dalla parte opposta della stanza. Ti abbandoni a me quando ti bacio, ma dopo pochi minuti tiri su un muro invalicabile. Ormai so che mi vuoi, non negarlo! Non capisci quanto sia frustrante per me!›› la sua voce era frenata dalla disperazione. ‹‹Sembra che tu cerchi continuamente di allontanarmi quando mi avvicino. Ti prego, dimmi cosa c'è che non va perché sto impazzendo!››

Cercando di raccogliere i pezzi del mio cervello che stavano volando nell'iperuranio per colpa del suo sguardo. Accorciai ancora di più la distanza tra di noi pestando i piedi nell'erba umida. Ero a un palmo dal suo naso.

‹‹Tu mi fai perdere la lucidità, Spark! Mi basta guardarti per venire travolta dai sentimenti e non capire più niente! Ma non posso permettermelo. Non voglio che finisca anche tu per morire. Devi starmi lontano. Non posso rovinare anche te›› le parole mi uscirono quasi come un sussurro, ma dentro di me stavo gridando.

Cercai di trovare il coraggio per guardarlo negli occhi, non sembrava aspettarsi quella risposta.

‹‹Tu non mi rovinerai›› ribadì prendendomi per le spalle.

‹‹Tu non capisci...e io sono messa troppo male per...›› ripensai alla sua dipendenza e a come non ero riuscita a proteggerlo ‹‹Ti ho costretto a...››

‹‹Per quanto vale, ti starei vicino per sempre se potessi alleggerire almeno metà della tua sofferenza›› citò le parole che gli avevo detto quando lo avevo trovato con la morfamina. ‹‹Siamo entrambi messi male e forse è per questo che ci siamo trovati fin dall'inizio›› prese la mia mano e se la mise sul petto ‹‹So che posso averti dimostrato il contrario, ma questo ha sempre e solo battuto per te. Dovresti averlo capito ormai››

‹‹Non comprendo come io possa piacerti...›› ribattei senza guardarlo. Le mie mani iniziarono a tremare.

‹‹Mi piaci perché non c'è nessun altro che sia come te›› confessò disarmato.

‹‹Ed è un bene?›› ormai ero in lacrime.

Il modo in cui mi guardava, mi faceva stringere il cuore. A volte perfino mi spaventava.

Se fossi stata diversa avremmo avuto una possibilità, ma non potevo permettermi il lusso di amare qualcuno. Avrei finito per distruggerlo lentamente, consumandolo. Lo facevo sempre con tutto e tutti. Non avrei mai soddisfatto le sue aspettative e la mia rabbia e il mio odio avrebbero finito per ferirlo o peggio, ucciderlo. Non potevo permetterlo.

Se Snow ci avesse scoperto, avrebbe sicuramente usato Sparkle contro di me. La donna che avevo spiato quella sera, me ne aveva dato la conferma.

Vederlo morire per colpa mia sarebbe stata l'inevitabile conclusione di quella tragedia.

Se avessero scoperto che eravamo vivi, avrebbero raso al suolo nuovamente il 13 e rapito Sparkle facendomi rimpiangere il giorno in cui avevo cercato il modo di sopravvivere.

Mi avrebbero fatto desiderare di essere morta avvelenata nel lago. Avrei tollerato qualunque tortura su di me, pur che non lo sfiorassero.

Ormai avevo tradito le mie bugie, quei sentimenti erano troppo grandi per essere nascosti.

L'unica possibilità che avevo, era ferirlo in un modo tale da costringerlo a non volermi più. In quel modo lui sarebbe stato salvo sia dalla mia oscurità, che da Capitol. Recidere per sempre il legame tra di noi, lo avrebbe risparmiato.

Scoprire chi era quella donna, sarebbe stata la mia nuova missione.

Dovevo capire se davvero ci aveva riconosciuto e silenziarla con le mie mani.

Ormai non dubitavo più delle parole di Sparkle. Aveva reso palese che io ero l'unica che lui volesse, ma proprio perché lo amavo dovevo lasciarlo andare.

Feci un respiro profondo e indossai la maschera più crudele e tagliente che possedevo.

Avevo promesso di essere onesta, ma forse quello era stato l'errore che mi aveva tradita. Lo avrei convinto solo mentendogli guardandolo negli occhi.

‹‹È stato divertente, ma è stato solo questo. C'era troppo alcool, troppo fumo e ci siamo lasciati trasportare dai ricordi. Tutto ciò che è successo è stato solo un breve istante ed un errore che non si ripeterà mai più. È inutile fingere che tra noi ci sia qualcosa. Dici che percepisci elettricità, ma io la definirei banale attrazione fisica. I nostri corpi hanno memoria dell'arena e anche lì, cercavamo solo di non morire. Eravamo una bella squadra, avevamo paura e traevamo forza dalla presenza dell'altro. Adesso non ce n'è più bisogno. Tra noi non potrà mai esserci nulla e tu dovresti pensare solo ad Adantia. Siete perfetti l'uno per l'altra››

Lo guardai negli occhi per tutto il tempo in cui parlavo. Sapevo che quello era l'unico modo in cui mi avrebbe creduta.

Capii che avevo fatto centro quando qualcosa si spezzò dentro di lui. Anche per me era straziante, ma era necessario. Avrei preferito fare del male a me stessa che vedere lui torturato, o peggio, morto. Per quel motivo mi ero ferita con la sua spada nei giochi. La paura di non vederlo più, era superiore a qualunque altra cosa.

Prima che rispondesse, il rumore dell'hovercraft che scendeva ci interruppe.

‹‹Dobbiamo andare›› conclusi allontanandomi da lui. Trattenni tutte le emozioni che mi stavano dilaniando il cuore e mi concentrai sul rumore delle ventole che coprivano tutto il resto.

Lo avevo ferito, gli avevo sputato addosso quelle menzogne come se fossero la verità ed ero stata talmente brava, che sicuramente ci aveva creduto.

Se non avevo nessuno non potevo essere ricattata. Se ero da sola non avrei ridotto nessuno in frantumi con me.

Avrei fatto di tutto per far sì che nessuno rimanesse ferito, anche strapparmi il cuore con le mani.

Nessuno sarebbe più morto di nuovo per colpa mia.

*****

Say it louder, say it louder

Who's gonna love you like me, like me?

Say it louder, say it louder

Who's gonna touch you like me, like me?

Ooh, said you wanna be good but you couldn't keep your composure

Ooh, said you wanna be good but you're begging me to come over

Ooh, come over

Ooh, saying who's gonna fuck you like me?

Yeah

I don't wanna hurt you but you live for the pain

I'm not tryna say it but it's what you became

You want me to fix you but it's never enough

That's why you always call me cause you're scared to be loved

But I'll always be there for you,

I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl I have no shame

I'll always be there for you,

I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl

I have no shame

Say it louder, say it louder

Who's gonna love you like me, like me?

Yeah

Say it louder, say it louder

Who's gonna touch you like me, like me?

Ooh, said it'd be the last time, all you needed was a little closure

Ooh, said it'd be the last time but you're begging me to come over

Ooh, come over

Ooh, saying who's gonna fuck you like me? Hey

I don't wanna hurt you but you live for the pain

I'm not tryna say it but it's what you became

You want me to fix you but it's never enough

That's why you always call me cause you're scared to be loved

But I'll always be there for you, I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl I have no shame

I'll always be there for you,

I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl

I have no shame

Who's gonna fuck you like.. hey

I don't wanna hurt you but you live for the pain

I'm not tryna say it but it's what you became

You want me to fix you but it's never enough

That's why you always call me cause you're scared to be loved

But I'll always be there for you, I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl I have no shame

I'll always be there for you,

I'll always be there for you

I'll always be there for you, girl

I have no shame

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