17 - Mezza libertà

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Si era svegliata presto come tutti i giorni. Era riuscita a dormire almeno un po' grazie alla finestra aperta della camera e si sentiva meglio rispetto ai giorni passati in cella. Niente umidità che attanagliava le ossa. Quel giorno il sole era coperto da nuvole grigie probabilmente cariche di pioggia, poteva sentirne l'odore.

Fece un respiro profondo e guardò la chiara dormire tranquilla. Erano sul suo letto dalle morbide lenzuola, il volto di Kyra nel suo incavo e la testa poggiata alla spalla sinistra dalla pelle chiara e con la mano giocherellava con i suoi capelli candidi. Normalmente avrebbe pensato che fossero troppo chiari per i suoi gusti, scaturendo in lei scene di sangue e ossa. Ma non con lei. Quella ragazza riusciva a placare ogni suo pensiero macabro, spietato. Non le era mai successo.

– Non mi avevi detto che sapevi cantare.– sentì dire da Kyra dopo che si mise a canticchiare senza rendersene conto.

– Tu non me l'hai chiesto. Ehi!–

Kyra ridacchiò dopo averle morso il collo, un gesto che non era riuscita a placare.

– Possibile che hai sempre risposte pronte tu?– le domandò guardandola con quegli occhi grigi vividi.

– Probabile.–

Sheera in poco riuscì a metterla sotto di sé stando seduta sul suo bacino e la osservò maliziosa. Aveva qualcosa in mente.

– Quindi non vuoi che me ne vada.– le ammiccò e Kyra avvampò leggermente. La sera prima, dopo ciò che era successo, non si erano dette altro.

– Non mi piace questa situazione.– si lamentò la chiara, odiava non riuscire a capire le sue intenzioni e la corvina ridacchiò.

– Ho qualche dubbio al riguardo.–

Kyra scosse la testa e si arrese, mettendosi a sedere e prendendole il volto baciando le sue labbra morbide, mordendo quello inferiore quando si staccò da lei facendola sorridere con malizia.

– Visto che avevo ragione?–

– Sta zitta tu.–

Kyra le scompigliò i capelli facendola lamentare e poi riuscì a farsi liberare, mettendosi in piedi. Tutta quella situazione sembrava normale, come se si conoscessero da tempo.

– Mi hai seriamente svegliato all'alba?– domandò poi e vedendo Sheera fare spallucce.

– In realtà hai fatto tutto da sola, non ti ho detto di alzarti.–

Ben presto la corvina si trovò un cuscino contro.

– Vedi di vestirti, almeno riuscirai a mangiare qualcosa prima che mio padre decida la tua sorte.– le disse prima di svanire nel bagno. Sheera sbuffò e prese i vestiti che aveva quando fu portata via da Agraq, Kyra aveva chiesto ad una domestica di occuparsene e finalmente poteva indossare qualcosa che non fosse della chiara. Si sentì meglio una volta vestita come suo solito e finalmente totalmente in nero.

– Mi spiace ammetterlo ma il nero è assolutamente il tuo colore.– sentì dire da Kyra ritornata in camera.

– Hai finito il bianco dolcezza?– ridacchiò la corvina squadrandola con i suoi pantaloni neri e la maglia grigia.

– Ha ha, divertente. E ti ho detto di non chiamarmi così.–

Sheera le si avvicinò mettendole l'indice sotto il mento.

– Come vuoi, dolcezza.–

Kyra l'avrebbe disintegrata se non fosse uscita dalla camera. Prima o poi darò di matto!

           

L'agitazione gli stava logorando l'anima lentamente mentre continuava a camminare avanti e indietro per il corridoio ansioso. Aveva sentito dire da Andrelius che il Kafar sarebbe passato quella mattina per prendere la ragazza e tenerla sotto stretta sorveglianza, senza aspettare il giorno prestabilito. Nissa cercava di calmarlo ma non la stava ascoltando nemmeno, non sapeva più cosa fare. Fin quando non vide da lontano, al grande cancello, quell'uomo vestito di rosso. Sembrava piuttosto scocciato ed era accompagnato solo da una guardia.

Nath si voltò a guardare Andrelius che li aveva raggiunti in quel momento e aspettava pazientemente all'esatto posto in cui si era messo quando lui e Sheera erano arrivati in quella grande casa.

– Buongiorno.– disse serio ed educatamente una volta che il Kafar fu davanti a lui e gli porse la mano per salutarlo ma l'altro non lo calcolò.

– Mi è arrivata una lettera da lei e credo stia commettendo un errore.–- disse visibilmente irritato.

– La decisione è mia e ci ho pensato a lungo. Devo ringraziare mia figlia per esser venuto a conoscenza di fatti che lei ha omesso nel suo rapporto, e questi sono stati rilevanti.–

– Non condivido le sue idee.–

– Mi spiace, le farò sapere. Ora avrei delle faccende da sbrigare.–

Il Kafar lo guardò con odio prima di girare sui tacchi e andarsene, lasciando i due ragazzi perplessi.

– Gli spezzerei le ossa una ad una.– sentirono dire da una voce che Nath riconobbe, come non farlo.

– Sta attenta, ti tengo d'occhio.– disse Andreas guardando dietro di sé dove Sheera era poggiata contro la parete, le braccia incrociate al seno, gli occhi scuri e freddi guardavano il Kafar che si allontanava.

– Divertiti pure.– gli rispose lei con tono annoiato fissandolo, prima che lui le facesse segno di seguirlo, facendola sbuffare.

– Che vuoi ora?– gli chiese una volta che raggiunsero il suo ufficio.

– Vorrei che domani notte stessi in una camera.–

Sheera sembrò congelarsi all'istante e lo guardò seria.

– Io non ci sto rinchiusa un'altra volta neanche morta.– disse quasi in un ringhio. Lui sembrò aspettarsi tale reazione e sospirò.

– Sarò anche un Protettore della magia ma ci sono persone al di sopra del mio livello che non credono tu possa stare effettivamente male, che questa sia solo un'invenzione per evitare di stare in luoghi chiusi e provare a scappare.–

Sheera strinse le mani a pugno, la rabbia le ribolliva nella vene e Andreas lo vedeva chiaramente dai suoi occhi, ma c'era anche dell'altro. Sembrava panico. Ma per cosa? La vide chiudere gli occhi e rilassare il corpo, cercando di calmarsi.

– Cosa dovrei fare?– chiese poi riaprendo gli occhi.

– Stare al chiuso per una notte, starò con te solo per controllare che tu stia effettivamente male ed intervenire nel caso succeda qualcosa di grave. Dopodiché starai qui per qualche giorno con noi e potrai tornare a casa, ognuno alle proprie vite.–

Solo in quel momento si rese conto che, una volta libera, avrebbe dovuto dire addio alla ragazza dagli occhi grigi che aveva iniziato a darle la testa. Cercò comunque di distrarsi e non pensarci al momento.

– Solo una.–

Lui annuì e lei alla fine sospirò passandosi una mano tra i capelli.

– Puoi andare ora, il tuo amico sarà contento.–

Lei non lo salutò nemmeno e uscì da lì il più in fretta possibile.

– Eccoti, ti stavo cercando.– sentì dire da una voce che ormai aveva imparato a conoscere.

– Stai bene?–

Kyra cambiò in un attimo espressione da felice a preoccupata quando la vide.

– Sì.– le rispose velocemente ma evitando il suo sguardo. La chiara lo notò e le prese il volto tra le mani, obbligandola a farlo.

– Ehi.–

Sheera le prese le mani e le tolse dal suo volto, abbassandole ma tenendole tra le sue e avvicinandola a sé. Era successo qualcosa tra loro due, qualcosa che purtroppo sarebbe andato a svanire. Dentro di sé sentiva che non voleva, non doveva separarsi da quella ragazza.

– Sto bene, ok?– le disse guardandola negli occhi e l'altra non disse più nulla, trascinandola con sé nella sua camera come sempre inondata dalla luce solare. Ma non era nuvoloso prima? Qua dentro diventerò cieca!

– Possibile che qua dentro deve esserci sempre tutta questa luce?– si lamentò sentendosi stordita da essa. Poi vide una ragazza bionda seduta sul letto della chiara e la squadrò un attimo prima di essere travolta da un paio di braccia che la strinsero in un abbraccio.

– Hai idea di quanto mi hai fatto dannare?– disse Nath una volta che si staccò da lei fissandola arrabbiato e lei alzò un sopracciglio con occhi divertiti e un sorrisetto malizioso.

– Quando mai non lo faccio scusa?–

Lui le scompigliò i capelli per ripicca, beccandosi un'occhiataccia che lo fece ridacchiare.

– Quindi sei tu quella che si è messa nei guai?– domandò quella ragazza sconosciuta che riconobbe essere la stessa con cui il suo amico era stato la sera prima. Anche lei era vestita perfettamente e di tutto punto come lo era stata Kyra i primi giorni in cui si erano viste.

– C'è un'altra bambola qua allora, non dovresti tornare nella tua scatola?– le disse squadrandola. L'altra la guardò stranita e Kyra sospirò mettendo un braccio sulle spalle della bionda.

– Lasciala perdere Nissa, ti ci abituerai in questi giorni con il suo modo di fare.– le disse.

– Di che parli?– domandò Nath.

– La tua amica è momentaneamente salva. Dovrà passare un po' di tempo qui a partire da domani. Se non combinerà nulla ve ne tornerete a casa, altrimenti dovrà dire addio alla sua magia definitivamente.– spiegò in breve la ragazza dai capelli bianchi.

– E tu come lo sai? E perché non ci hai avvisati prima scusa?– le domandò Nissa seria guardandola.

– Ehm...–

– La tua amica mi ha tormentata da quando sono qui.– disse Sheera poggiandosi al muro e incrociando le braccia al seno.

– Ehi, non è vero!– esclamò subito l'altra in sua difesa.

– Disse quella che veniva alle celle all'insaputa di tutti.–

Sheera poteva sentire il suo imbarazzo e odio verso di lei in quel momento e si leccò le labbra compiaciuta per questo.

– Non mi pare che tu ti sia lamentata.–

– Non avevo scelta non potendo andare da nessuna parte.–

Le stava dando sui nervi con le sue risposte, lo sapeva. E le piaceva così tanto stuzzicare quella ragazza, di solito lo faceva con tutti ma con lei era diverso. Sembrava essere in una sfida continua che non finiva mai. Distruttrice...

Sheera, mentre Kyra si beccava una lunga ramanzina dalla sua amica e da Nath per non aver detto nulla, si allontanò da loro osservando un po' tutti quei libri messi in una parete. Le piace molto il mare pensò notando che molti diari di viaggiatori di tutte le epoche parlavano delle coste del Regno Assoluto, i suoi animali, il suono delle onde. Emissaria degli Abissi Infernali... le tornarono alla mente le parole della voce quando lesse degli abissi marini più profondi e un'immagine si presentò nella sua mente.

Eleganti ali dalle piume come la pece, le stesse che aveva visto nel disegno alla lezione sugli Yarix nella scuola di Agraq. Un corpo o più uno spirito incorporeo nero ma che appariva con una pelle chiara grazie ad un incantesimo. Labbra colorate come il sangue che le colava da esse che mostravano un sorriso malizioso e compiaciuto. Corpo ammaliante e forte, in mano una spada insanguinata.

Sheera poggiò la mano su un libro che non smetteva di fissare, da quanto diceva il titolo sul dorso era qualcosa legato agli Yarix. Chiuse gli occhi e degli occhi rossi le apparvero davanti e in lei si presentò subito l'odio. Il Demone... Il tempo scorre... Risvegliati... Un'energia che le sembrava di conoscere, simile alla sua. Figlia della Distruzione, il momento si avvicina... Riunitevi e date inizio alla fine...

Aprì gli occhi in quel momento viola scuro e freddi, rabbiosi. Non capiva cosa stesse accadendo, però sentiva in sé che il suo destino era già stato scritto e la chiamava a sé. Tuttavia, mancava ancora qualcosa che nella sua mente, dopo averlo visto, era vivido, qualcuno i cui occhi erano di un colore inconfondibile: viola chiaro. Perché siamo collegate l'una all'altra? Come fa il nostro destino ad essere uno solo?

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