18 - È da pazzi?

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Stava camminando tranquilla cercando suo padre, voleva ringraziarlo per averla ascoltata. Ancora non ci credeva di aver salvato una vita, sperava che molte altre persone potessero essere libere dal Wix proprio come la corvina. Non le piaceva punire le persone in modo così spietato.

– Eccoti Kyra, ti stavo cercando.– sentì dire davanti a sé, ritrovandosi Andreas davanti e gli sorrise lievemente.

– Anche io. Volevo ringraziarti, per quello che hai fatto con Sheera.– disse lei.

– Oh ma dovresti ringraziare te stessa. Senza di te quella ragazza sarebbe ancora nelle celle. Certo, il suo futuro è ancora incerto ma se la caverà secondo me.–

– Lo penso anch'io. Ma perché mi cercavi?–

Andreas le sorrise e le mise un braccio intorno alle spalle, stupendola. Non l'aveva mai fatto prima di allora, non era molto un uomo che mostrava il suo affetto. Però, non le piacque quel gesto, sentiva che non aveva nulla di buono. Lui iniziò a camminare portandola con sé parlandole.

– Potrebbe esserci una grande occasione per te.–

– Per cosa?–

Quella situazione si stava facendo strana.

– Ti piacerebbe viaggiare no?–

– Sì, ma continuo a non capire...–

Entrambi entrarono nell'ufficio di Andrelius dove un uomo ed un ragazzo li stavano aspettando. Chi sono ora questi?

– Scusate l'attesa.– disse suo padre stringendo la mano all'uomo mentre il ragazzo la guardava come meravigliato. Era alto, biondo e dagli occhi scuri, la pelle abbronzata e indossava dei pantaloni neri e una camicia bianca in contrasto con la sua pelle. Lei si soffermò sui suoi occhi scuri ma non erano come quelli della corvina, ormai cercava lei ovunque senza rendersene conto.

– Kyra, lui è il Protettore della magia del secondo distretto, le terre del sud, Xavier Breezedawn e suo figlio Markan.–

– Piacere.– disse il ragazzo facendole un baciamano elegante e lei sorrise appena per non sembrare scortese. Ma dentro di sé non capiva cosa stesse succedendo.

– Io e tuo padre siamo amici di vecchia data, purtroppo non ci vediamo da molto a causa del nostro lavoro.– disse Xavier con la sua lunga barba nera e occhi come il ghiaccio ma caldi.

– Spero che il fidanzamento possa avvicinarci come un tempo.– aggiunse. Kyra si congelò all'istante.

– Come?– domandò pensando di aver capito male. Guardò suo padre e riuscì ad entrare nella sua mente senza accorgersene, vedendo le sue intenzioni: nell'arco di un paio di settimane avrebbe sposato quel ragazzo della sua età che aveva di fronte.

Andreas fece un passo verso di lei ma indietreggiò. Come poteva farle una cosa del genere? Aveva promesso di non farlo, lasciarla libera di scegliere. Ma aveva infranto la sua promessa progettando alle sue spalle.

– Kyra.– lo sentì dire, poi lei si voltò e se ne andò via di lì correndo per i corridoi. Si sentiva tradita, si era fidata di lui quando anni addietro avevano parlato insieme con Sarah della sua decisione di essere autonoma.

– Lasciami!– gridò quando qualcuno la prese portandola in una stanza che nessuno usava, vuota e chiudendo la porta.

– Ehi calmati, sono io.–

Sentì quella voce leggermente roca, quel profumo inconfondibile e guardò chi avesse davanti. Sheera la guardava preoccupata, le teneva il volto tra le mani cercando di asciugarle quelle lacrime che erano sfuggite dal suo controllo. Kyra la abbracciò forte sentendo il suo cuore esplodere e senza nemmeno accorgersene. Era sopraffatta da tutto, cosa stava accadendo?

– Tranquilla.– le disse la corvina accarezzandole i capelli e stranamente, stupendo anche sé stessa, abbracciandola cercando di calmare i suoi singhiozzi. Sentiva di odiare vederla così triste, spaesata. L'aveva vista solare fino a poco tempo prima e sapere che stava soffrendo non le piaceva per niente.

– Cos'è successo?– le domandò quando Kyra si calmò un poco staccandosi da sé e asciugandosi le lacrime. Vide dolcezza e preoccupazione in quegli occhi scuri che la guardavano.

– Andreas ha programmato il mio fidanzamento senza che io ne sapessi qualcosa. Mi aveva promesso che non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma i Salir quando si tratta di profitti sono così... odiosi.–

Nella sua voce c'era rabbia, dolore, disprezzo, tutte cose che Sheera capiva e le accarezzò la guancia. È come se fossimo separate da questo mondo.

– Lo so.– le disse. Poi Kyra la prese per i fianchi avvicinandola a sé e baciandola, era più forte di sé. Lei, quella ragazza apparentemente tenebrosa, per qualche motivo le faceva dimenticare ogni cosa portandola in un tempo che pareva antico.

Sheera non si oppose per niente a quel bacio, lo approfondì sentendo la lingua dell'altra contro la sua. Sentire le mani tra i suoi capelli corvini, i loro corpi vicini, la facevano impazzire. Riprese lucidità quando si ritrovò seduta sul letto, Kyra seduta sopra di sé come famelica.

– Kyra...– la fermò staccandosi dalle sue labbra con un lieve affanno. Sapeva troppo bene come sarebbe andata a finire, a quanto pareva erano una calamita l'una per l'altra, un'attrazione troppo forte da controllare in quel momento. Eppure, si conoscevano solo da qualche giorno, era tutto reale?

– Non voglio che te ne penta.– le sussurrò sulle labbra chiudendo gli occhi e cercando di trattenersi con tutte le sue forze, tenendo le mani ferme sui suoi fianchi sopra di sé.

– Sta zitta.– ribatté Kyra invece prima di baciarle il collo, facendola sospirare.

– Sei la mia dannazione Sheera Deathblack.– le sussurrò all'orecchio facendo spuntare un sorrisetto malizioso sulle labbra dell'altra.

– Lo sarò per l'eternità.– disse senza rendersene conto.

               

Le stava accarezzando la pelle con le dita così lievemente, un tocco delicato e freddo sulla pelle ma allo stesso tempo caldo. Sentiva i suoi occhi addosso, e la guardavano come nessuno aveva mai fatto prima di allora. Era uno sguardo di chi sembrava vedere oltre, leggere l'anima, i pregi e difetti e li apprezzava in ogni loro parte, facendoli diventare in qualche modo qualcosa di unico.

– È così rilassante...– disse aprendo gli occhi chiari facendo ridacchiare leggermente Sheera al suo fianco.

– Ne so qualcosa.–

Kyra era accanto a sé a pancia in giù, le braccia incrociate sotto il mento, i capelli chiari liberi mentre lei le toccava la schiena nuda, la sua pelle calda e morbida.

– Che c'è?– domandò alla chiara che non smetteva di fissarla. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, vederla stesa accanto a sé su un fianco, un braccio a sorreggerle la testa mentre continuava a tracciare una linea immaginaria sul suo corpo con l'altra mano era una scena che avrebbe osservato all'infinito. Quella ragazza dai capelli neri era il suo peccato, la sua dannazione, e anche la sua vita. Prima di incontrarla non si era mai sentita così viva, completa.

– Sei così meravigliosa.– le disse sorridendo sincera e la vide avvampare lievemente e distogliere lo sguardo. Ormai aveva capito che lo faceva quando si sentiva a disagio o in imbarazzo, come se fosse qualcosa a cui non era abituata. Kyra ridacchiò e si mise a sedere, prendendole il volto tra le dita prima di baciarla dolcemente.

– Perché è come se ti conoscessi da sempre?– disse in un sussurro senza rendersene conto. Sheera la prese per i fianchi avvicinandola a sé, per poi abbracciarla. Kyra si ritrovò lievemente spaesata da quel gesto, era la prima volta che lo faceva lei di sua spontanea volontà.

– Mi piacerebbe saperlo.–

– Lo scopriremo mai?–

Sheera la guardò maliziosa, mordendosi il labbro in modo troppo sensuale per la chiara a cui mancò il fiato.

– Al momento so come reagisce il tuo corpo a me, e mi basta.–

La corvina le prese il collo, con una presa lieve, alzandole il mento e guardandola. Non le dava per niente fastidio il suo modo di fare, la faceva impazzire solo di più come le sue parole. Era come se avesse un potere ammaliatore.

– È interessante vedere cosa provoca ogni mio tocco.– le sussurrò sulle labbra prima di baciargliele, staccandosi poco dopo dopo avergliele morse appena, un sorrisetto furbo sul volto. Adorava vedere quella ragazza in sua completa balia.

– Mi spiace ma ora devo andare.– le disse poi dopo averla liberata e Kyra la guardò confusa.

– La notte.– sottolineò l'altra e capì. Guardò fuori e il sole era già vicino all'orizzonte pronto per lasciare spazio alla luna. Non si era minimamente accorta del tempo passato con lei.

– Devi per forza andartene?– le chiese e la corvina le lasciò un bacio sul collo cercando di alzarsi e Kyra glielo lasciò fare, osservandola e mordendosi il labbro inferiore dispiaciuta.

– Andreas si starà preoccupando per te, e a meno che tu non voglia fargli avere un infarto dubito che non dirà nulla nel vedere sua figlia a letto con una prigioniera assassina, per giunta.– le disse ridacchiando lievemente vedendo i suoi occhi tristi e il labbro imbronciato come una bambina mentre si vestiva.

– Non mi interessa più di tanto. Questa non è la mia vita, non lo è mai stata. Voglio capire cosa mi fa star bene e chi sono realmente.–

Sheera sorrise appena quando sentì quelle parole, per fortuna Kyra si era ripresa dalla notizia di suo padre, anche se non sapeva quanto potesse esser felice lui dall'improvviso cambiamento della figlia. Aveva sempre ascoltato ma ora voleva cambiare le cose. Era stato il loro incontrarsi a cambiarla? A cambiare entrambe? D'altronde, la corvina stava scoprendo un lato di sé dolce e un po' vulnerabile con la presenza dell'altra. È come se... fosse già accaduto qualcosa di simile tra noi. Ma è impossibile, o sbaglio?

I suoi pensieri furono interrotti dalla ragazza dai capelli bianchi che le rubò la camicia grigia che aveva indossato quel giorno, anche se in realtà era lei ad averla rubata all'altra. La vide mettersela addosso dopo averla raccattata da terra e avvicinarsi a lei, i loro volti vicini.

– Delle volte devi fare di testa tua, non farti influenzare dagli altri. Decidi tu chi essere e come, devi sentirti bene con te stessa prima del resto.– le disse la corvina e la vide sorridere appena.

– È da pazzi dire che mi piace una criminale?– le sussurrò sulle labbra su cui Sheera le lasciò un bacio dolce, delicato. Da quando era così debole con qualcuno? Come faceva quella ragazza sconosciuta a sciogliere le sue barriere?

– Sarai sempre mia Kyra Lifewhite, non importa quanto sia la distanza o il tempo.– le disse senza rendersene conto prima di allontanarsi da lei e uscire da lì lasciandola confusa. Per quale motivo l'aveva chiamata così? Quello non era il suo cognome. Allora perché lo sentiva suo? Scosse la testa e si toccò le labbra in un sorriso, stringendosi addosso la camicia intrisa del suo profumo ammaliante e che avrebbe sentito all'infinito.

– Meglio andare.– si disse alla fine sospirando e vestendosi di fretta e cercando di sistemarsi un po'. La sua mente vagava tra pensieri felici nel mentre, si era completamente dimenticata del suo essere promessa sposa a qualcuno che poteva essere ancora in casa sua, alla sua ricerca. Era così presa da quella magnifica sensazione, quel fuoco nel petto da non rendersi nemmeno conto che Nath e Nissa fossero dietro di lei nel tentativo di attirare la sua attenzione.

– Ehi, ti stiamo chiamando da secoli!– la richiamò la sua migliore amica toccandole la spalla e distraendola, per poco non sussultò.

– Scusate, pensavo.– disse lei subito trasognante.

– Stai bene?– le domandò Nath invece. I capelli erano raccolti in uno chignon disordinato e fatto di fretta, la testa al di fuori della realtà già da un po'.

– Sì sì. Devo solo fare una cosa. Scusate.– disse ancora prima di svanire dalla loro visuale.

– Si comporta in modo strano ultimamente. Nasconde qualcosa. Non l'ho mai vista scappare così.– disse Nissa pensierosa. Cosa ti sta accadendo?

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