44 - Visioni

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Il profumo che si propagava per i corridoi della villa di prima mattina ormai accoglievano Nissa quando entrava. Stava diventando un'abitudine raggiungere quella casa dato che la ragazza continuava a presentarsi lì con lo scopo di parlare un po' con la sua amica dopo giorni che se ne stava chiusa senza parlare con nessuno. Anche se, alla fine, si ritrovava a tornare dalla sua famiglia senza alcuna notizia o risposta. Aveva provato a parlare con Sarah speranzosa ma anche la donna non sapeva assolutamente nulla, non vedendo neppure lei la figlia da molto. Stessa cosa valeva per le domestiche e Nath. A quanto pareva aveva usato la magia per rendere inaccessibile l'ingresso a chiunque.

– Anche questa mattina non ti ha risposto, vero?– domandò Nath quando vide la bionda entrare nelle cucine, come i precedenti giorni, triste e sconsolata.

– Forse dovrei impegnarmi di più ma non so cosa fare. Non sappiamo se stia bene, se è viva per dire.–

Il suo sguardo basso perso tra le fessure del pavimento convinsero il ragazzo a raggiungerla e abbracciarla per cercare di consolarla un po' e lei accolse quel gesto volentieri. A forza di passare il tempo insieme avevano legato abbastanza da diventare buoni amici.

– Vuole stare per un po' da sola, prima o poi si riprenderà.– provò a dire lui con tono dolce accarezzandole i capelli.

– Ma non ha mai fatto così. Neanche quando veniva presa in giro quando andavamo a scuola. Mi ha sempre parlato, mi ha sempre permesso di esserle d'aiuto e sentire quello che la tormentava. E ora... Non so più se è la stessa persona con cui sono cresciuta.–

– So che non è semplice, ma ho imparato che a volte è meglio aspettare piuttosto che insistere. Non sai quante volte Sheera si sia isolata e io non l'abbia vista anche per settimane, ma poi tornava. Sempre. E so che anche Kyra lo farà, lei ci tiene a te.–

– Sheera... La colpa in parte è anche sua, lei non era così prima di incontrarla. L'ha solo fatta stare peggio e lasciandola in una situazione da cui non sa come uscirne probabilmente!–

Il fastidio che si sentì dalla sua voce fece un po' dispiacere il ragazzo che si staccò un po' da lei, guardandola negli occhi e parlandole sinceramente.

– Lei non c'entra. So che non l'ha fatto apposta, la conosco. E ho visto che stava evitando Kyra qualche giorno prima che venisse mandata chissà dove e ci stava male. Come ho già detto, non è una che si relaziona facilmente e con tutti.–

Nissa sospirò, passandosi una mano tra i capelli chiari.

– Scusa, è che tutta questa situazione mi dà solo più preoccupazioni.–

Nath le sorrise, facendole cenno di seguirla verso il cuore delle cucine dove il profumo si fece più intenso. Su un grande tavolo c'erano un paio di vassoi di panini all'arancia ancora caldi e lui gliene porse uno.

– Stai ancora provando a scoprire il segreto di tuo padre per questa ricetta?– domandò lei assaggiandone un pezzo e lui annuì.

– Già. Nella lettera che gli aveva inviato gli avevo chiesto qualche consiglio ma non mi ha risposto, dicendomi solo di sperimentare.– sbuffò. Ormai Sarah l'aveva assunto a tutti gli effetti, chiedendo alla famiglia del ragazzo se accettavano che il loro figlio potesse stare così lontano da casa per un po', giusto un mesetto per poter esser presente al fidanzamento di Kyra. E di certo non avevano rifiutato con la somma che si sarebbero ritrovati appena lui avrebbe fatto ritorno ad Agraq.

– È quasi perfetto sai? Ci sei vicino secondo me.– gli sorrise la ragazza.

– Cambiando argomento, è davvero importante per voi questa cosa dei matrimoni? Insomma, dalle nostre parti ognuno è libero.– iniziò il discorso lui curioso.

– Diciamo che è un modo per continuare a tenere alto l'onore della famiglia. Due ragazzi dell'alta società sono ben visti rispetto a due che sono totalmente l'opposto. Tutti si aspettano solo il meglio.–

– Non sono molto d'accordo con questa situazione ma presumo che qui funzioni così. Ed è triste. Se si è fortunati si può avere un rapporto di amicizia o anche di amore dopo un po', ma se i due si odiano? Cosa dovrebbero fare?–

– Fingere che tutto vada bene davanti gli occhi altrui.–

– Questo rende solo più infelici.–

Nissa fece spallucce.

– Molte famiglie sono cambiate però, non è più come una volta. Anche Andreas era contro prima che...–

Lei non finì la frase ma Nath capì comunque la frase, iniziando a mettere in un cesto con della stoffa il pane destinato a Delilah. La donna infatti sarebbe ripartita per i suoi lunghi viaggi e aveva espressamente richiesto che fosse stato il ragazzo a prepararle qualcosa e lui, felice di essere d'aiuto, non ci aveva pensato due volte ad accettare.

– Perfetto, dopo passerà Gabrielle a portare tutto a Delilah.– disse soddisfatto del suo lavoro.

– Ora sei libero giusto?– domandò lei.

– Certo, ho qualche ora prima di dover ritornare al lavoro. Vorresti andare da qualche parte?–

Lei ci pensò un poco, ricordandosi poi del grande mercato di botanica che apriva proprio quel giorno.

– Sei fanatico di piante giusto?–

– Abbastanza, mi piace studiarle e scoprire nuove specie, perché?–

– Ho giusto un posto adatto a te.–

In poco si ritrovarono a camminare tra i corridoio che il ragazzo aveva imparato a percorrere sempre di più. Alcune zone per lui erano vietate e inaccessibili ma aveva scoperto vari passaggi veloci tra le stanze grazie alle domestiche con cui aveva fatto amicizia facilmente. Stava bene lì, non c'era nessuno che potesse prenderlo in giro o disturbarlo come ad Agraq e finalmente si sentiva come una persona normale.

– Ehi ma, quella non è Kyra?– domandò ad un certo punto quando notò che una ragazza dai capelli bianchi stesse camminando velocemente verso il giardino per poter uscire dal grande cancello, la loro stessa meta. Nissa non ci pensò due volte a chiamarla, vedendo l'altra voltarsi. Non se ne andò via però, anzi, iniziò ad andare incontro a loro. Ed entrambi videro che qualcosa non andava in lei, i suoi occhi grigi erano come spaventati e alla disperata ricerca di qualcosa di familiare.

– E-ehi, tutto bene?– le chiese preoccupata Nissa quando se la ritrovò addosso in un abbraccio stretto, come se non volesse perderla. Per giorni aveva provato a parlarle e ora era apparsa così dal nulla comportandosi in modo strano; però non riuscì a non ricambiare l'abbraccio.

– Non era reale...– la sentì sussurrare appena, a stento aveva capito le sue parole. A cosa si stava riferendo però?

– Scusa, mi sono comportata male anche con te che non c'entri nulla.– le disse poi staccandosi da lei. I suoi occhi grigi erano tornati normali, o quasi poiché sembravano più spenti e privi di uno scopo, di quella luce di vitalità che aveva sempre avuto. E a dirla con tutta sincerità la bionda si sentiva un po' spiazzata, non si aspettava di ritrovarsela lì. Ma lo vide comunque che era meglio non indagare sull'argomento, perciò dovette far finta di niente.

– Non fimporta, a me interessa solo sapere che stai bene. Anche se in realtà vorrei farti fuori per avermi fatto preoccupare.–

Il suo tono, dapprima calmo e dolce, si era trasformato in un istante in severo e arrabbiato, Kyra sapeva che era solo ironica e per quello ridacchiò appena senza prenderla sul serio.

– Mi farò perdonare.–

– Potresti iniziare con l'uscire con noi così cambi un po' d'aria. Sempre che tu te la senta.– propose e la ragazza si passò una mano tra i capelli candidi. Era indecisa ma sembrava anche non voler lasciare la sua amica da sola. Cosa le era successo?

– Dove andate?–

– Gli piacciono le piante e la stagione calda è iniziata, perciò...–

A Nissa fu sufficiente dire quello per far capire all'altra la loro meta, annuendo e unendosi infine a loro. Tutto pur di distrarsi da quello che aveva visto, quelle immagini che ancora le passavano per la mente. Non era reale, non era nessuno...

        

I colori erano i protagonisti di quella grande via di Stavira totalmente piena zeppa di bancarelle di fiori e piante di ogni genere e Distretto. Ovviamente non mancavano le persone che si aggiravano tra esse, chi con occhi meravigliati, chi con sguardo giudice e chi cercava solo un qualcosa di speciale da regalare a qualche amico. Le voci dei venditori risuonavano in perfetta armonia cantando felici per la stagione che arrivava e che avrebbe portato raccolti fruttuosi. In più, incitavano le persone a comprare le loro piante come fossero gioielli preziosi esaltandone i pregi e mostrando la loro bellezza, oltre che la loro storia.

– Per tutti i cieli, come mai non abbiamo un luogo del genere ad Agraq?– esclamò Nath totalmente innamorato di quello che si ritrovò davanti iniziando subito a saltellare felice tra i vari tavoli, le due ragazze che furono obbligate a stargli dietro e a dargli un freno di tanto in tanto.

– Sembra un bambino.– ridacchiò Nissa, mentre Kyra rimase un po' stupita del comportamento del ragazzo. Appena trovava qualcosa le chiamava e spiegava loro tutto quello che sapeva sulle piante che riconosceva.

– Già, non me l'aspettavo. Non immaginavo che sapesse così tante cose al riguardo, a scuola non si studia botanica.–

– Mi ha detto che ha fatto tutto da solo. Dopo aver scoperto di esser in grado di curare le piante con la magia anni fa, si è messo a fare una ricerca sulle piante principali del Regno Assoluto, scoprendo questa sua passione che coincide con il suo punto forte.–

– Anche il tuo di punto forte coincide con la tua passione, peccato che tu abbia smesso un po' a studiare le carte.–

Nissa annuì ma sorrise.

– Sono riuscita a trovare un po' di tempo, e poi con Nath sto cercando di capire la copia originale di uno dei volumi antichi degli Yarix.–

– Vorresti dimostrare ai tuoi genitori che ce la fai benissimo a vivere senza un ragazzo che ti aiuti se riusciresti a fare delle scoperte importanti, vero?–

La sua amica abbassò lo sguardo non dicendo nulla, ma Kyra sapeva che era così. Non c'era nessun altro motivo, a parte la curiosità ovviamente.

– Che belle fanciulle.– disse una signora anziana alla bancarella accanto a loro.

– Volete qualche petalo delicato da abbinare alla vostra bellezza?– continuò con un sorriso sornione porgendo loro dei fiori. Il primo, quello che era indirizzato verso Nissa, era una rosa gialla.

– Oh, solarità e gioia di vivere. Direi che si addice perfettamente a te.– le disse Nath sbucando dal nulla, per poco la ragazza non trasalì e al tempo stesso avvampò per le sue parole.

– Grazie, ma non vogliamo niente.– disse Kyra.

– È un regalo, nient'altro. Tieni.– insistette l'anziana donna con un fiore mai visto in mano. Era simile ad una rosa, o più che altro per lo stelo, che non aveva alcuna spina, e la corolla. Forse quest'ultima era più grande e più aperta di una rosa, e aveva meno petali che erano di una strana sfumatura. Sembrava bianca ma era come se avesse dei riflessi violacei visibili grazie ai raggi solari.

– Wow, questo fiore è bellissimo.– esclamò Nissa ammirandolo, lo stesso fece Nath che inclinò la testa da un lato non capendo. Kyra nel mentre lo prese e appena lo toccò sentì all'istante un legame con esso.

– Non lo conosco, non l'ho mai visto nei libri.–

– È molto speciale quanto raro. Si chiama...– iniziò a dire la venditrice.

– Nirme. Veniva usata per curare le ferite più gravi. Proviene dall'Eden ma ce sono anche qui, seppur poche.– concluse Kyra senza rendersene conto fin quando non si sentì osservata dagli altri due ragazzi.

– Come lo sai?– domandò il ragazzo sbalordito, vedendola passarsi una mano tra i capelli confusa.

– Non lo so, forse l'avrò letto da qualche parte.– rispose, anche se non convinse neanche sé stessa. Come faccio a saperlo? Non ho mai letto riguardo la botanica...

– Ora dobbiamo andare. Grazie mille.– disse Nissa con un sorriso sincero, prendendo con sé a braccetto gli altri due e iniziando ad allontanarsi. Kyra di sfuggita, mentre si allontanavano, vide un fiore composto da soli tre petali rossi e uno stelo nero. Il Fiore della morte... Cosa fa qui? Non è il suo mondo pensò senza rendersene conto, di nuovo.

Scosse la testa e cercò di prestare attenzione alla sua amica che parlava, anche se fu distratta da un riflesso alla sua destra dove vi era una stradina vuota. Le sembrava familiare ma non ci era mai andata lì. Poi accadde qualcosa di strano: vide due figure che camminavano tranquille. Non erano definite e non riusciva a vedere bene i loro volti, erano come offuscati. Erano solo due ragazze, una vestita con un semplice abito grigio come i suoi capelli chiari, e l'altra una cacciatrice di taglie. Lo riconosceva solo per il tipo di vestiti in pelle che indossava tipico di chi dava la caccia ai criminali più temuti.

– Sei ubriaca.– le disse ridacchiando quella dai capelli scuri portandosi alla bocca una bottiglia di quello che sembrava vino.

– Non è vero.– ribatté l'altra come offesa. Come faceva a sentirle da così lontano? Non si era nemmeno accorta che parlavano in una lingua differente da quella dei Salir.

– A momenti non riesci nemmeno a parlare.–

– Sto benissimo.– continuarono. La chiara non fece in tempo a dirlo che per poco non inciampò, finendo in qualche modo contro il muro di una casa, l'altra di fronte dopo averla spinta contro la parete per qualche motivo a lei ignoto.

– Kyra?–

La voce di Nath la riscosse, distraendola e facendola voltare.

– Che guardavi?–

La chiara si voltò di nuovo ma delle due ragazze non vi era più traccia. Che se lo fosse immaginato?

– Niente tranquillo.– gli disse senza aggiungere altro e seguirli. Poi si avvicinò all'amica chiedendo un semplice favore, solo stare da lei per quella notte. Ancora le immagini viste la tormentavano e voleva essere sicura che non le potesse accadere niente. Nissa di conseguenza le sorrise e la prese per mano, segno che per lei non era mai un problema. Che mi sta succedendo? Perché mi sento così strana e distaccata da tutto?

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