81 - Una traccia

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Quella mattina si era svegliata all'alba con i raggi lievi che le toccavano la pelle come la maggior parte delle volte, dandole forze ed energia dopo ore di buio. Quando viveva nell'Eden, prima che conoscesse la Dea Nera, stava tutto il giorno nel suo mondo luminoso e, appena si avvicinava la notte, usciva dal portale per raggiungere o Eathevyr o il Regno Assoluto in cui il sole dava il via ad un nuovo giorno. Così era rimasta perennemente alla luce. Solo dopo scoprì la bellezza della notte, il cielo stellato, una ragazza inizialmente scontrosa e misteriosa che non si aspettò di ritrovarsi accanto sul letto della camera che Dyiara le aveva indicato la sera precedente.

– Ehi, Sheera?– la chiamò quando si mise a sedere avvicinandosi. La corvina era tranquilla a dormire, il corpo rilassato e i suoi capelli scuri sparsi sul cuscino come segno di un sonno inizialmente agitato. Le scostò dal volto un paio di ciocche scure dietro l'orecchio e lasciandole una lieve carezza sul collo. Quel tocco la svegliò, i suoi occhi viola scuro incrociarono i suoi grigi prima di tornare neri.

– Ehi...– biascicò Sheera passandosi una mano sul volto stanca. Probabilmente non aveva dormito granché, il suo corpo iniziava ad essere pieno di energie di notte ma stanco di giorno sentendo il peso della luce. O forse era anche per altro che non aveva dormito.

– Che ci fai qui tu?– ridacchiò Kyra inclinando la testa da un lato aspettando una risposta.

– Ero troppo agitata, rischiavo di ferire qualcuno.– fu la sua risposta. A quel punto la chiara si morse il labbro inferiore maliziosa.

– Sicura che non sentivi la mia mancanza?–

– Sta zitta.– ribatté subito la corvina che scattò a sedere evitando il suo sguardo e facendola ridacchiare, oltre che avvicinarsi a lei per lasciarle un bacio sulla guancia contenta. Quel giorno Kyra si sentiva bene ed euforica per qualche motivo. Tutt'altro sembrava la personificazione della sua energia sorella e opposta.

– Ti aspetto di sotto, e muoviti, non ho voglia di aspettare.– le disse Sheera alzandosi e uscendo dalla camera sistemandosi un poco i capelli. Kyra sospirò e scosse la testa stiracchiandosi, pronta per una nuova giornata. Sperava che quel giorno sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe potuto dare loro una pista sul serio, tutto stava diventando monotono e noioso.

– Wow, è graziosa questa casa.– si disse quando uscì finalmente pronta curiosando per le stanze con lo sguardo. I pavimenti erano di legno caldo come il tetto, le scale e i mobili, i muri in pietra; c'erano sparsi anche dei vasi con splendidi fiori a dare un tocco di vita, per non parlare del camino nel salotto. Chissà com'è stare qui d'inverno, dev'essere bello.

– Oh, buongiorno cara.– la salutò Dyiara una volta entrata in cucina dove trovò i tre fratelli a fare colazione. Sembravano ben riposati e allegri, pieni d'energia. Forse anche la mia presenza li sta influenzando...

– Buongiorno.– ricambiò il saluto con un cenno di mano ed un sorriso. Un po' si sentiva in imbarazzo a stare in mezzo a loro, si era infiltrata così velocemente e su due piedi tanto da sorprendere Marcus e la donna quando il Kafar diede loro la notizia del dover tenere con loro la figlia di un Protettore. Aveva incantato il Kafar per riuscirci, nulla di troppo difficile o rischioso.

– Dormito bene? So che sarai abituata ad ambienti così diversi, Stavira è bella ricca.–

– Tranquilla, mi so adattare. Non è un problema.– cercò di convincerla. Poi il piccolo Chris le fece una domanda che la confuse per un attimo.

– Cosa hai fatto al collo?–

La ragazza si portò una mano sulla pelle chiara dove indicato dal bambino quando poi ricordò del segno che Sheera le aveva gentilmente lasciato la sera prima. Il problema per qualsiasi ferita o livido inferto dal suo opposto era che guariva molto più lentamente e non all'istante come altre a meno che non fosse nella sua reale forma. Aveva cercato di nasconderlo un poco con il colletto della camicia che aveva indossato ma a quanto pareva si intravedeva ancora. Maledetta Distruttrice!

– Niente di che, tranquillo. Sono solo un po' sbadata a volte, devo aver colpito da qualche parte.– gli rispose velocemente anche se la donna rimasta in silenzio capì e sorrise, dandole poi un foulard e la ringraziò legandoselo velocemente al collo. Fortuna che non fa ancora tutto questo caldo.

– Muoviti.– sentì dire all'orecchio dalla voce di Sheera che non aveva minimamente sentito dietro di sé, portandosi le braccia al seno voltandosi appena.

– Sono sempre in orario, sai?– ribatté ma l'altra la squadrò non lasciandole la vittoria.

– Sei l'ultima che dovrebbe dirlo dopo quella volta.–

All'inizio non capì esattamente a cosa si stesse riferendo fin quando non si ricordò di quando i loro occhi si erano incrociati il giorno prima che si incontrassero nella loro vita passata, tutto a causa di un suo non aver rispettato gli orari. Non riuscì a ribattere, perciò la Dea Nera si voltò soddisfatta dirigendosi verso la porta d'ingresso.

– Ci vediamo.– saluto invece lei prima di raggiungerla e iniziare ad incamminarsi insieme per quella stradina di campagna. Erba verde, fiori, grandi alberi pieni di frutti le circondavano.

– Sai, non mi sembrano così male come persone.– le disse dopo un po', Sheera con lo sguardo basso e silenziosa.

– La tua energia negativa li influenza.– aggiunse.

– Lo so, ma non riesco a controllarlo. Ci ho provato ma per come sono messa molte cose non riesco più a farle.– disse lei un po' frustrata. Kyra sorrise appena e la prese per mano lasciando che le loro dita si intrecciassero.

– Oggi scopriremo qualcosa, ho questo presentimento.–

La corvina la guardò, sapeva che la chiara fosse in grado di fiutare la fortuna, così come lei era in grado di percepire le disgrazie, e annuì.

– Spero accada davvero. Il tempo sta scadendo.–

          

Il pomeriggio passato con i tre figli di Marcus era stato sicuramente noioso per Sheera, momento in cui lei aveva passato ogni minuto a far perfezionare vari incantesimi e anche strategie di combattimento ai ragazzi, convincendo la ragazza all'idea che i Salir fossero davvero deboli e destinati a piccoli lavori. Quello che gli Yarix creavano con la loro magia in pochi secondi era difficile per i Salir che ci mettevano svariati minuti e con la concentrazione alle stelle. E si convinse ancor di più in quel momento chiusa con dei marmocchi nella nuova sala da combattimento della scuola a mimetizzarsi.

Il professore Inveri, ormai insegnante di autodifesa come diceva lui, li aveva sottoposti ad una specie di esame che avrebbe valutato. Perché tutto quello, continuava a chiedersi? Perché allenare normali ragazzi? Per quale scopo? Il Demone vuole invitare pure loro alla guerra che c'è tra noi? pensò nervosa. Se solo avesse potuto sapere cosa aveva in mente quello squilibrato sarebbe stata più tranquilla. Non capiva e questo le dava tremendamente sui nervi.

E mentre se ne stava tra i suoi pensieri i ragazzi continuavano la lezione come ogni giorno: al centro della sala combattimento l'insegnante aveva fatto apparire un portale che conduceva ad un posto all'aperto anche se era solo un'illusione, una distesa d'erba infinita.

Il portale era anche protetto da una cupola di protezione e in alto c'era una specie di rettangolo gigante dove potevano guardare i due ragazzi scelti al momento in base alle abilità comuni che si sfidavano. Inveri si era addirittura accordato con un altro professore a fare quello strano esame insieme ad un'altra classe e Nissa si era ritrovata insieme alle due Dee.

Grazie a lei Sheera aveva sentito che Nath si fosse ammalato, costretto a letto con la febbre. Pensò alla sua famiglia e a quanto stessero andando in paranoia per paura di rivivere di nuovo tutto ciò che avevano vissuto con Nico. Anche se la corvina sapeva che il suo amico stava bene.

– Ehi, guarda tra l'erba.– le disse ad un certo punto Kyra a bassa voce accanto a lei, messe in un angolo inosservate ad osservare annoiate come molti altri ragazzi quella sfida inutile. La Dea fece quanto detto e inizialmente non notò nulla se non fili verdi.

– Quelle non sono le Pietre dell'immagine?– insistette la chiara e fu allora che, attraverso il rettangolo e la sua vista acuta vide delle pietre sparse in giro.

– Cosa ci fanno lì? Non dovrebbero esserci.– bisbigliò confusa e la sorella scosse la testa non sapendone niente. Quelle pietre magiche di colore giallo che si mimetizzavano alla perfezione con il terreno erano in grado di far sfruttare tutti i poteri di ogni essere magico fino all'ultima goccia e poteva essere anche letale poiché si perdeva il controllo di sé e solo chi attivava le pietre poteva fermare tutto.

– Ecco perché i ragazzi che vanno nella sfida non si fermano da soli quando si feriscono.– realizzò Kyra invece, Nissa che guardò entrambe preoccupata.

– Perché farlo se è così pericoloso?– domandò e le tre si guardarono. C'era qualcosa sotto.

– Forse il capo dei Salir sa che siete qui, in questa scuola?– aggiunse poi facendo preoccupare anche Kyra.

– Potrebbe, o magari è davvero solo un test.–

Sheera sbuffò a quelle parole.

– A volte ti fidi troppo di questi Salir, Ky.– la riprese prima di allontanarsi da loro e raggiungere l'insegnante che la guardò sospettoso.

– Ho notato che ci sono delle Pietre dell'immagine.– iniziò col dire e lui fu subito felice.

– Oh, che bello sapere che qualcuno se n'è accorto. Allora stavi guardando. È stata bella l'idea di usarle, in questo modo, una volta usciti da quell'illusione, sarete più consapevoli della vostra magia.–

Sì, poteva funzionare anche in quel modo tutta quella pagliacciata, però la Dea Nera non era ancora convinta, sentiva che c'era dell'altro e lei era l'Ingannatrice, era la sua natura mentire e ingannare come il nome che le era stato attribuito, e in quanto tale sentiva l'odore putrido di un doppio gioco.

– Di chi è stata l'idea?– domandò fissando negli occhi l'uomo ma lui si fece più serio.

– Non sono cose che ti riguardano Deathblack, torna al tuo posto che tra poco tocca ad altri.–

Lei però fece un passo verso lui portandosi l'indice sul labbro inferiore che morse subito dopo e il suo sguardo luminoso fisso nei suoi occhi. Fortunatamente tutti erano troppo presi dagli affari propri per accorgersi di lei e di ciò che stava facendo.

– Chi ha voluto questo?– domandò ancora con tono provocante e lento scandendo bene le parole. Lui ne rimase affascinato e intimorito al tempo stesso mentre avvampò appena rispondendo, per poco non balbetto.

– Il preside. È sua l'idea.–

– E sai il perché?–

– No, ho provato a chiederglielo ma ha risposto in malo modo, cacciandomi.–

Lei lo squadrò e annuì.

– Dovresti tornare al tuo lavoro.– gli disse come ultima cosa prima di andarsene e tornare dalle altre, riferendo quanto scoperto e portando ad ipotesi svariate: era uno dei Salir alleati o il capo di essi o solo una pura coincidenza? Per lo meno avevano un sospettato su cui indagare, anche se destino voleva che quell'uomo fosse in viaggio verso una meta misteriosa da quanto si diceva tra i corridoi scolastici, e sarebbe tornato ad Agraq in un paio di giorni. Che fosse un'altra coincidenza?

A distrarre le tre fu la voce del professore pronto a scegliere altre persone ad entrare nel portale, quasi tutti i ragazzi che avevano affrontato quella prova erano usciti evidentemente stanchi usando armi e magia e spaventarono tutti quelli che ancora dovevano entrarci.

– Bene, mancherebbero sei persone ma abbiamo il tempo di valutarne solo due oggi, il resto passerà a domani. Le valutazioni serviranno per le selezioni.– disse il professore dell'altra classe osservando il suo plico di fogli. Il professore Inveri invece si girò verso Sheera e Kyra, le uniche che non sembravano preoccupate pensando cosa avrebbero potuto fare con i loro riflessi uniti alla magia e la corvina se ne accorse subito del suo pensiero che non le piacque per niente.

– Io non lo faccio.– disse subito senza distogliere lo sguardo dalle sue unghie nere e lucide che stava fissando per mascherare il suo nervosismo.

– Io non mi sento molto bene.– aggiunse Kyra sperando di non dover ricorrere alla magia ma non funzionò. Non ebbero nemmeno il tempo di provare ad incantarlo che si ritrovarono davanti al portale dopo esser state spinte da altri ragazzi.

– Andiamo, non sarà poi una catastrofe. Su, prendete posizione. Ti permetto di usare la magia Sheera, ma non troppa, sei ancora sotto osservazione, ricordalo.–

– Come se mi importasse.– borbottò la corvina sbuffando e cominciando ad attraversare il portale seguita dall'altra. Una volta in quell'illusione del campo infinito si misero una di fronte all'altra dove i loro compagni si erano messi all'inizio di ogni scontro e nelle loro menti cercavano di capire cosa fare per evitare gli effetti delle pietre, purtroppo non potevano fare nulla fin quando non assumevano la loro reale forma e sarebbe stato un bel problema. Così, tra le due ragazze si creò una certa tensione che gli altri al di fuori dal portale percepivano appena attraverso le immagini del rettangolo di luce ma non ne capirono il motivo.

– Sono anche le più brave del corso, non si può avere paura di una cosa così banale!– disse una ragazza dai capelli rossi mentre Nissa le osservò preoccupata, nella mente Kyra riuscì a chiederle di trovare un modo per non far vedere loro cosa sarebbe accaduto e ci stava già ragionando. Per poco non si era spaventata quando le aveva parlato, non era ancora abituata ai loro poteri telepatici.

– Non ci andrò leggero, lo sai.– disse la corvina a Kyra sentendosi fremere, ora entrambe serie. In effetti sentivano il bisogno di muoversi, stavano trattenendo sé stesse da troppi giorni e non era un bene.

– Cercherò di fare altrettanto, magari è la volta buona che ti uccido.–

– Ti piacerebbe.–

– Vedo che il sarcasmo non manca a nessuna delle due, eh?– intervenne la voce di Inveri.

– Cominciate ad avvicinarvi lentamente e poi cominciate.–

Le ragazze fecero quanto chiesto sapendo che a breve avrebbe attivato le pietre, infatti quando furono abbastanza vicine loro caddero a terra in ginocchio, il fiato che mancava e un dolore lancinante alla testa che tennero tra le mani, il corpo tremante. Poi il dolore svanì e le forze ritornarono. Tuttavia, entrambe avevano qualcosa di diverso, un solo obiettivo: uccidere l'eterna avversaria.

Devo trovare qualcosa! si ripeteva in continuazione Nissa quando notò che i loro occhi erano diventati viola, guardandosi intorno alla ricerca di qualche indizio. Nel mentre, la corvina si rialzò e lo stesso fece l'altra e si guardarono.

– Ti farò fuori, fattene una ragione.– disse Kyra acida, occhi taglienti.

– Credi davvero di potermi battere? Povera illusa.– rispose la corvina con un ghigno sul volto maligno. Avvenne tutto in pochi secondi. La Dea Bianca fu avvolta da una luce chiara violacea e riapparì dietro all'altra che si ritrovò il suo braccio intorno al collo, ma lei fu veloce e si circondò di scariche elettriche nere e viola che circondarono anche la sorella che dovette indietreggiare subito prima di ustionarsi, liberando la corvina dalla presa.

Kyra di conseguenza fece apparire un coltello bianco poco prima che quello nero dell'altra Dea la potesse colpisse in volto e la vide scomparve in una nube scura che la circondò, procurandole un bruciore agli occhi che dovette chiudere. Conosceva bene quell'incantesimo disorientante.

Quando li riaprì la nube era sparita e davanti a lei c'era solo Sheera che la guardava ghignando divertita. Solo dopo qualche secondo dopo capì le sue intenzioni ma non fece in tempo a teletrasportarsi che cadde in una voragine profonda comparsa dal nulla, le macerie con lei. Era uno dei giochetti dell'Ingannatrice che si voltò sempre più divertita da quella situazione, vogliosa di sangue.

Fu quello il momento che Nissa riuscì a trovare una soluzione: non poteva fermare le pietre attivate ma poteva interrompere la visione, quel rettangolo magico che sembrava esser l'altro professore ad aver creato, il quale doveva per forza aver utilizzato qualche altra pietra magica per aver aumentato la propria forza. Un normale Salir non era in grado di fare un incantesimo del genere, i Superior ci riuscivano a fatica. Fortunatamente era la figlia di un uomo dei piani alti e riconobbe subito la pietra appesa alla penna che teneva in mano mentre osservava il suo plico assorto, tenendola tra due dita. Quella era il suo obiettivo.

Così, dopo aver dato un'occhiata alla visione dove Kyra non era ancora apparsa, preoccupando Inveri e gli altri, nascose le mani dietro la schiena e grazie ai suoi poteri che le permettevano di avere un legame con i minerali oltre che con le mappe e le piante, riuscì a farla muovere e la penna cadde a terra. Subito la visione svanì e tirò un sospiro di sollievo mentre Inveri si voltò verso l'altro insegnante che si scusò per la sua sbadataggine.

– Ora ci metterai troppo a farlo riapparire!– si lamentò il primo, Nissa che trattenne un sorriso per come l'altro si stava scusando. Dall'altro lato invece, oltre il portale, Sheera attendeva cominciando a pensare alla sua prossima mossa poiché sapeva che quel colpo non sarebbe bastato a fermare la Creatura Bianca per eccellenza. Infatti, Kyra risalì velocemente e volando, atterrando con delicatezza sul terreno e scagliando contro l'altra una scarica di energia positiva che la colpì in pieno e la scaraventò lontano, circondandola di polvere.

Sulla schiena aveva spiegato le sue ali candide, forti, maestose, il suo corpo che emanava un'aura violacea come i suoi occhi, i simboli impressi nella pelle del braccio bianchi che divennero appena violacei anche quelli.

– Ora sì che si ragiona.– disse Sheera ridendo maligna una volta che si rialzò in piedi con la pelle leggermente bruciata dall'energia opposta alla sua ma che guarì in fretta. Schioccò le dita e le sue ali nere apparvero in tutto il loro splendore e la sua rispettiva aura e i simboli neri come l'altra ragazza. Uno scontro alla pari.

La chiara evocò una fitta nebbia intorno a loro e scomparve, lasciando la sorella lì in mezzo a non intravvedere nulla ma riusciva a percepire la presenza dell'altra poco lontano da lei, alle sue spalle per la precisione. Fu allora che la Dea Bianca alzò la mano destra e si sentì un tuono nel cielo sereno illusorio. Un istante dopo un potente colpo scese scagliandosi su Sheera e alzando una fitta nube di polvere, un odore di bruciato nell'aria.

Sembrava tutto finito, tranquillo. Finché la terra cominciò a tremare, poi un boato accompagnato da un'esplosione nera e infine il fuoco degli Abissi Infernali, un vento gelido. Kyra non se lo aspettò e quella forza riuscì a spazzarla via mandandola a sbattere contro un albero, cadendo poi a terra con il respiro affannato, gli occhi chiusi, la pelle fumante che bruciava come non mai e il corpo indolenzito.

L'odio, il desiderio di uccidere svanì così come era apparso mentre sentì i passi silenziosi di Sheera che si avvicinava lentamente. Le pietre avevano smesso di fare effetto su di loro, forse Inveri le aveva disattivate o erano riuscite a contrastarne l'effetto per la quantità di energia rilasciata che sembrava poca ma in realtà, se avessero combattuto davvero nella realtà, mezzo mondo sarebbe stato nel caos.

Aprì gli occhi e si mise a sedere a fatica, un dolore alla schiena e ad un'ala che probabilmente si era rotta. Sheera si accucciò dietro di lei e le toccò proprio dove le faceva male, evidentemente l'ala non doveva essere in buono stato infatti era piegata in modo innaturale e l'altra gliela sistemò, provocandole una smorfia di dolore sul volto, la sua magia che la stava curando velocemente e fortunatamente.

– Ci sei andata pesante.– le disse poi sentendosi meglio e riuscendo a muovere tranquillamente entrambi le ali.

– Non mi sembra che tu abbia fatto diversamente.– rispose la corvina stiracchiandosi e facendo svanire tutto ciò che poteva smascherare la sua identità, tornando alle sembianze di un normale Salir. L'altra la imitò. Dopodiché, un portale apparì e da lì sbucò Inveri e sembrò piuttosto scocciato ma non interessò loro più di tanto. Importò solo che nessuno le avesse viste, cosa che Nissa assicurò quando uscirono da lì. Tutto quello era stato a causa di un solo uomo.

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