82 - Troppa luce per il buio

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Era rimasta sola per la strada verso casa, Kyra era rimasta un attimo a parlare con la sua amica e così la corvina aveva deciso di andare a rifugiarsi per un po' nel bosco dopo giorni sentendone il bisogno, stando distesa sull'erba ad ascoltare i suoni della natura.

Si sentiva stanca e ancora indolenzita dal colpo ricevuto, un po' di riposo forse le avrebbe fatto bene e provò a non pensare a nulla, a concentrarsi sul suo amato silenzio, nella sua amata ombra degli alberi. Forse Marcus non ne sarebbe stato contento ma non le importava per nulla, non aveva niente a che fare con quelle persone, era sempre rimasta di quell'idea e solo al tramonto decise di tornare a casa.

Eppure, nonostante le ore passate in solitudine tranquilla, era ancora pervasa da una strana sensazione di irrequietezza, si sentì sempre più debole e leggermente frastornata dopo poco che camminò verso casa ma le passò in breve.

Tuttavia, quel momento che le permise di arrivare alla fine del bosco finì e si ritrovò di nuovo in quella stanza nera e di nuovo quella sensazione di completezza, la voce del Demone nella sua testa ancora seduto in quel trono di pietra ancora più mal ridotto della volta precedente che lo aveva visto.

Lo senti, vero? La sensazione di essere debole, impotente. E tu lo sai il perché e non farà altro che peggiorare. Ma conosci anche il rimedio mia cara Dea.– le disse con voce odiosa mentre a lei si smorzò il fiato.

– È inutile che ci provi, non starò dalla tua parte, finiscila!– ribadì a denti stretti.

Hai ancora qualche giorno prima dello scadere del tempo, ricordatelo. So che non mi deluderai.– concluse lui ridendo maligno e lei ritornò di nuovo tra gli alberi del bosco. Scosse la testa che le doleva e si incamminò verso casa nella speranza di riprendersi il più in fretta possibile, purtroppo peggiorò appena mise la mano sulla maniglia entrando in sala.

– Eccoti, ti stavamo cercando.– disse subito Dan appena la vide, seduto sul divano.

– Kyra è tornata da sola e mamma non sapeva dove fossi.– aggiunse serio e mo di rimprovero. Suo fratello minore invece ebbe una reazione differente accanto a lui.

– Stai bene? Sei più pallida del solito.– le chiese Chris preoccupato alzandosi per avvicinarsi. Lei non rispose, non ci riuscì, la testa le iniziò a girare vorticosamente e si appoggiò alla parete per evitare di cadere ma anche quelli sembrarono oscillare.

Il suo corpo divenne più freddo cominciando a tremare e il respiro si fece affannoso, una stretta al petto a bloccarle il respiro, la vista che le si appannava sempre di più, un ronzio nelle orecchie che si espandeva che odiava. Era simile agli effetti dello stare rinchiusa al buio, solo che era peggio poiché la sua energia scivolava via come sabbia tra le dita.

– Sheera, ehi, ci sei?– disse Sam quasi gridando raggiungendola quando notò che la situazione era seria, ma lei lo spostò appena non volendo nessuno intorno. Doveva andarsene, tornare a casa sua negli Abissi Infernali, solo lì forse si sarebbe ripresa un poco. O forse no? Cosa poteva fare? Non ne aveva idea, d'altronde non aveva mai perso una parte del suo potere prima di allora. Però poteva essere l'unico modo.

Tuttavia, non fece in tempo nemmeno a fare un passo che crollò a terra in ginocchio e vomitò sangue rosso e denso che le colava dalle labbra rigandole il mento e il collo, gocce che cadevano a terra macchiandolo.

– Sheera!– sentì la voce di Kyra, calda e terribilmente preoccupata. Fu l'ultima cosa che sentì prima di arrendersi a lasciarsi cadere nel nulla mentre le mani calde di quella ragazza cercavano di capire cosa fare, se fosse ferita.

– Che è successo?–

La presenza di Dyiara era l'ultima che Kyra voleva avere intorno, per non parlare dei ragazzini che cercava di far allontanare dal corpo privo di sensi della corvina davanti a sé, accucciata a cercare di capire cosa non andasse. Anche se lo sapeva più che bene, notò che la collana che la corvina indossava sempre, identica alla sua, stesse pulsando lentamente di luce violacea, una luce molto debole e appena percettibile, fievole. Non era niente di buono.

– Per tutti i cieli!– esclamò la donna quando entrò nella stanza portandosi le mani alla bocca, gli occhi sgranati. Certo, non era proprio una scena che si aspettava di vedere quella di una ragazza a terra, del sangue e i propri figli intorno.

– È entrata in casa e ha iniziato a stare male, poi è caduta e ha vomitato... sangue.–spiegò in preda al panico Chris e Kyra, vicino a lui il quale aveva il respiro affannato per la paura, gli prese le mani e lo guardo negli occhi.

– Ehi, calmati. Guardami, ok? Fai un respiro profondo.–

Lui annuì e ci provò mentre lei cercava che la sua energia lo tranquillizzasse.

– Prendi dell'acqua fredda e un asciugamano, non è niente.– mentì, persino a sé stessa. Sapeva che in realtà era più che grave quel segno. Il tempo è sempre meno, non doveva lasciarla, non ho idea di cosa abbia fatto...

– Sam, chiama il medico in paese!– disse al figlio Dyiara ma Kyra fu veloce a reagire e a protendere una mano verso la porta che bloccò prima che il ragazzino corresse ad eseguire.

– No, non serve.– provò a dire. Non voleva per niente trovarsi in quella situazione, non poteva modificare di nuovo i loro ricordi a così breve distanza da un incantesimo del genere già fatto o avrebbero potuto avere problemi seri. Non era quello che voleva.

– Scherzi!? Guarda come è messa!–

– Lo so, ma...–

– Non è normale, potrebbe essere grave, se non si fa...–

– Non potrebbe fare nulla comunque.–

– È un medico, saprà il suo lavoro!–

– No, non saprà cos'ha perché non siamo Salir!– esclamò ad un certo punto pur di far smettere di parlare la donna che si zittì.

– Non siamo Salir.– ribadì a bassa voce nervosa mordendosi il labbro e fissando la corvina. Era terrorizzata in realtà in sé e aveva paura di perdere quella ragazza, di dover aspettare chissà quanto altro tempo prima che si riprendesse ma sarebbe stata peggio, il vuoto in lei l'avrebbe distrutta.

– State solo calmi. È difficile ma le vostre emozioni mi influenzano e non riesco a rimanere lucida se le sento per troppo. Non è quello che mi serve al momento. Vi spiegherò dopo. Per favore.– chiese solamente prima di prendere il corpo della corvina e andando nella camera più in ombra sperando che tutto quello che poteva fare potesse essere abbastanza.

           

Si mise a sedere a fatica quando sentì l'aria fresca del mattino riempirle i polmoni, rilassando il corpo e alzando le braccia ed incrociandole per stiracchiarsi dopo quello che le parve lungo sonno. O forse lo era per davvero, non ne aveva la più pallida idea.

Si guardò attorno un po' stordita e notò essere nella sua stanza, la finestra spalancata e il sole appena sopra l'orizzonte, caldi raggi ad accarezzarle la pelle nonostante le dessero fastidio e la disgustassero allo stesso tempo.

Si alzò riuscendo a stare in piedi al primo colpo, le gambe un po' intorpidite inizialmente, ma non ebbe problemi a raggiungere la finestra e a scavalcarla, atterrando con i piedi nudi tra l'erba fresca, il vento che le scompigliò appena i capelli scuri quando si alzò in volo alla ricerca di qualche preda per saziare la sua fame che si era presentata.

Passò un po' di tempo tra un albero ed un altro prima di poter trovare finalmente qualcosa di cui sfamarsi a dovere e un cervo fu la preda perfetta per poter iniziare la giornata. Si leccò le labbra leggermente rosse per il sangue non così tanto soddisfatta, quel sangue era di una semplice preda spaventata e sentiva di aver bisogno di più per poter riprendersi ancora.

– Eccoti, ti sei ripresa un po'.– sentì dire dalla voce della demone che conosceva bene, alzandosi in piedi e osservando Lilith avvicinarsi a sé.

– Quanto è passato?– le domandò invece lei quando le fu davanti e l'altra fece spallucce.

– Un paio di giorni, Kyra è riuscita a scovare qui da qualche parte un Fiore della Morte. So che ha creato un estratto e te l'ha dato. Sembra aver avuto un effetto positivo.– le spiegò osservandola bene.

– Non durerà a lungo.– sospirò invece Sheera.

– Immagino. Ma non c'è niente che ti possa rallentare il processo di, uhm, diciamo autodistruzione?–

Scosse la testa non avendone idea, poteva solo continuare a nutrirsi di sempre più sangue e della linfa di quel fiore letale ma non per lei. Non disse altro, solo la mandò via e anche lei si allontanò riprendendo a volare invisibile verso casa e atterrando leggera di nuovo in camera.

Dopodichè si diresse in cucina silenziosa come suo solito, lì dove trovò Sam e Dan che la fissarono appena la videro e li ignorò per quanto fastidio le provocassero, concentrandosi su un'ampolla messa in un angolo che prese, aprendo poi uno sportello e prendendo un bicchiere riempiendolo d'acqua a cui unì parte di quella che era la linfa che le serviva. Era meglio non introdurne troppa nel corpo.

– Vi devo cavare gli occhi per farvi smettere di fissarmi in quel modo? Non mi faccio di certo problemi nel farlo.– disse ad un certo punto prima di bere e dando un'occhiataccia ai due per qualche istante.

– Scusa.– risposero in coro un po' spaventati ma anche curiosi. La ragazza a quel punto poggiò sul tavolo il bicchiere e fece per parlare, ma Chris le venne incontro abbracciandola subito, per poco non la fece barcollare e non aveva idea di essere così debole in quel momento.

– Stai bene?– le chiese guardandola con quegli occhi dolci. Sheera sorrise appena e gli scompigliò i capelli biondi nervosa.

– Al momento.–

Lo sguardo del bambino ricadde sulle sue ali corvine che non aveva nascosto, lasciandole in vista in tutta la loro bellezza e subito lui ne toccò una incuriosito e meravigliato. L'unico motivo per cui l'aveva fatto era che sicuramente Kyra aveva dovuto dire qualcosa per spiegare il suo malessere, o così presupponeva. Il che spiegava anche il comportamento dei due gemelli.

– È così morbida!– esclamò. La ragazza aprì leggermente l'ala sinistra e staccò una delle sue piume nere che venne subito sostituita da un'altra, mentre porse quella che aveva in mano a Chris.

– Se hai bisogno tienila in mano, svanirà subito dopo.– gli disse. Fu l'istinto a spingerla a farlo, forse sarebbe accaduto qualcosa, non lo sapeva. La maggior parte delle volte non sbagliava mai. E poi, la piuma sarebbe svanita senza lasciare traccia, era diversa da quella che aveva dato secoli prima alla chiara.

– Ci si vede.– disse poi raggiungendo l'ingresso annoiata e nascondendo di nuovo le ali.

– Vai a scuola? Ma non ti serve! Sei la D-mh!– iniziò a dire stupefatto Sam ma venne bloccato da Dan che gli tappò la bocca con la mano, facendo scuotere la testa alla corvina scocciata. Non riusciva proprio a stare in mezzo alla gente quando era di pessimo umore.

– So che lo sapete. Kyra ha troppo cuore e non avrà voluto cancellarvi la memoria, aggiungendo la vostra curiosità.– disse solamente pronta per raggiungere la scuola. Prima però, si toccò tra i capelli la piuma bianca che teneva sempre custodita, così chiara e morbida. Sorrise appena, anche solo toccandola si calmò un poco, era assurdo quanto anche solo una semplice piuma della Dea Bianca la calmasse. Sperava solo che l'altra stesse bene perché sapeva che l'aveva fatta preoccupare e sarebbe stata male anche lei, lei e la sua empatia.

             

"Una semplice piuma era tra le sue dita fredde, giocherellava con essa, la osservava, la ammirava in tutta la sua bellezza. Non era niente di così speciale in apparenza, aveva un riflesso violaceo, certo, ma alla fine erano come le sue. L'aveva trovata una volta uscita dalla grotta in cui si era intrufolata, lasciando fuori da sola la Dea che aveva conosciuto da poco troppo attratta dall'oscurità che la cavità celava.

E mentre osservava tranquilla la piuma, si domandò se poteva essere utile a qualcosa. Le sue piume nere avevano un potere curativo per le Creature Oscure o le poteva usare per pozioni corrosive, quindi pensava che anche quelle della chiara potessero sfruttate in qualche modo. Per forza, appartenevano alla Creatrice che poteva curare da ogni male.

Era così immersa nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto di dove si trovasse andando così a sbattere contro qualcuno. Il che risultò per un attimo strano. Era incorporea quindi come aveva fatto a colpire qualsiasi cosa fosse essendo più che presa da altro? Poi, mentre si toccava la testa seduta a terra, vide davanti a sé Kyra anche lei nella stessa situazione per lo scontro.

Era ovvio, due esseri incorporei potevano toccarsi tra loro come fossero in carne ed ossa. Le fu strano non aver percepito la presenza dell'altra piuttosto ma lasciò scorrere, guardando appena la chiara con indosso un vestito chiaro abbastanza scollato. Doveva ammettere che non era proprio per niente messa male per il fisico che aveva.

– Non andavo dove guardavo.– le disse con quel suo tono da cui non si capiva mai cosa provasse. Subito dopo vide Kyra alzarsi, osservarla per qualche secondo e ridacchiare per le sue parole e solo in quel momento Sheera si rese conto di quello che aveva appena detto.

– Cioè, senti, hai capito cosa volevo dire.– le disse alzando gli occhi al cielo. Non era suo solito impappinarsi.

– Sì sì, eri proprio immersa in altri pensieri.– ridacchiò la chiara.

In realtà era stata troppo impegnata a pensarla ma quando si rese conto di cosa le passasse per la mente scosse la testa e si ricordò allora della piuma che aveva trovato e che era accanto a sé, prendendola in mano e alzandosi in piedi.

– Le piume delle tue ali le usi per qualcosa?– le chiese così su due piedi. Kyra la guardò confusa e in più non riuscì a capire il tono neutro della corvina. Né annoiato, né felice, né altro. Cosa provava allora?

– Bhe, le posso usare per qualche pozione per guarire qualche malattia grave. Ma solo in pochissime circostanze. Perché?–

La vide porgerle una sua piuma candida. Dove l'aveva presa? La corvina sembrò capire dal suo sguardo il suo pensiero e le rispose.

– L'ho trovata vicino alla grotta. Non dovremmo lasciare nostre tracce nei mondi che non siano i nostri.–

Ci tieni alle regole ora?–

– No, non ci tengo tanto a farmi scoprire ed intralciare da dei mocciosi piuttosto.–

Kyra guardò la piuma e la prese. Ma la corvina non si aspettò di vederla avvicinare e mettergliela tra i capelli scuri e lasciati sciolti anche quel giorno.

– Purtroppo l'hai toccata tu e non credo abbia ancora il suo potere curativo.–

– Io non posso usarla, devo ricordarti che la sua energia è opposta alla mia?–

La Dea Nera la guardò un po' scettica ma l'altra sembrava convinta di ciò che stava facendo, tant'è che le sorrise tranquilla osservando quel tocco di bianco tra la pece dei suoi capelli. Era così tanto contrastante ma così perfetto quell'insieme.

– Usala se hai bisogno di me allora.–

Sheera rimase ancora più confusa e la guardò ridacchiando maligna.

– Per fare cosa? Sterminare qualcuno?–

Se l'era lasciato sfuggire, non voleva dirlo in realtà ma quel calore nel petto che si faceva di nuovo vivo espandendosi nel corpo non andava via e la stava rendendo nervosa in quanto non capiva cosa fosse. Però la chiara non si scompose nemmeno dopo quella frase, anzi, continuò a sorridere. Con lei era normale, era come qualsiasi altra persona. Lei non aveva paura della Morte, del Caos."

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