86 - Selena

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Erano nel centro di Agraq alla ricerca di ingredienti per una pozione in grado di far riprendere Evelyn dopo esser crollata a terra già da un'intera giornata. Era stata la presenza di troppe Creature Oscure e anche la paura a renderla debole ed era meglio rimediare o sarebbe potuta stare anche peggio.

– È un piccolo paesino ma si trova di tutto qui.– disse Kyra prendendo la scatolina bianca che aveva appena pagato salutando il commesso della piccola bottega cortesemente, per poi raggiungere Sheera che era rimasta indietro non volendo incontrare troppe persone. Ne aveva già parecchie intorno a scrutarla.

– È normale che ci guardino così? Perché comincia ad infastidirmi.– le bisbigliò la chiara dando la scatolina all'altra che si mise in tasca pazientemente.

– Sì, è sempre così se stai con me. Sbrighiamoci, tra poco il sole tramonterà.– si affrettò a dire invece ripensando all'evento che si sarebbe tenuto il giorno dopo, le selezioni. Non sapeva esattamente come funzionava poiché non aveva mai messo piede in una scuola prima di allora. Aveva sempre sentito Nath parlarne, solo quelle volte in cui era rimasta attenta.

Kyra annuì e si incamminarono tranquille verso il bosco cercando di non dare troppo nell'occhio anche se era prettamente impossibile. La voce che la figlia di un Protettore fosse lì, a dover controllare la ragazza più temuta si era sparsa terribilmente in fretta e molti cercavano di capire il loro rapporto. Tutto pur di spettegolare, così le aveva detto Sheera che sapeva quali donne fossero le più pericolose in fatti di farsi gli affari altrui.

– Ho detto che sto bene, statemi lontano voi due!– si sentì dire da dentro la casetta di legno quando le Dee furono quasi alla meta. Lilith e Damon probabilmente si stavano annoiando e cercando di divertirsi a punzecchiare e prendere in giro la Yarix, ormai sveglia, che non ne poteva più di quei due demoni.

– Ti sei svegliata alla fine.– le disse una volta entrata Sheera dirigendosi all'istante verso la finestra spalancata dove vi erano già gli altri due che sogghignavano. Anche loro avrebbero iniziato a sentire gli effetti della notte.

– Potresti dire ai tuoi demoni di non importunarmi?– disse invece Evelyn seduta sul divanetto che erano riusciti a scovare da qualche parte come il resto del mobilio, solo gli essenziali. Sheera scosse la testa e disse qualcosa ai due che svanirono sbuffando. Probabilmente aveva dato loro qualcosa da fare per stare lontani per un po'.

– A vederti sei a posto, ma meglio non rischiare.– constatò invece Kyra che girò attorno alla rossa attentamente.

– L'ho detto, sto bene.–

– Peccato che l'energia che c'era nell'aria potrebbe consumarti fino a diventare cenere essendo superiore alla tua.– la informò la Dea.

– Oddio, dev'essere tremendo!– esclamò la rossa sconvolta mentre si immaginava un mucchietto di cenere abbandonato al suo destino crudele.

– Già, deve esserlo molto. Kyra ne è un'esperta ormai al riguardo, vero sorellina?– intervenne Sheera guardando l'altra sorridendo maligna. Non poteva farci nulla, era più forte di sé comportarsi in quel modo. E ovviamente l'altra la guardò truce.

– Taci.–

– Non credo proprio.–

– Devi rinfacciarmelo per l'eternità, giusto?–

– Che gusto c'è sennò.–

– Hai rischiato di diventare cenere? Sul serio?– domandò Nissa appena apparsa alla porta che Evelyn salutò, Nath al suo seguito.

– Nulla di che, tranquilla. È passato.– liquidò la domanda frettolosamente la chiara dopo aver ricambiato l'abbraccio dell'amica.

– Tutto bene tu invece? Sembri stanca. Tieni.– chiese il ragazzo guardando Evelyn che sbuffò ma che accetto un buon pezzo di pane che le aveva gentilmente offerto. Nel mentre Sheera prese la scatolina bianca dalla tasca e la aprì, prendendo quello che conteneva: un fiore rosso con sfumature dorate, il Fiore della Morte.

Lo fece fluttuare nell'aria e, solo guardandolo, lo trasformò in una polvere sottilissima che, sempre fluttuando, raggiunse il bicchiere che Kyra aveva preso da qualche parte. A quel punto lei ci aggiunse delle foglie di un'erba medica e un liquido bianco perlaceo fatti apparire dal nulla e mai visto da quei ragazzi, insieme a delle gocce di linfa dorata di quercia che le Dee avevano preso durante il tragitto. Infine girò il tutto con un bastoncino di vetro mentre sussurrava parole incomprensibili a loro e il composto cambiò colore, diventando di colore rosa.

Evelyn, spinta da uno strano istinto, prese il bicchiere dal liquido invitante appena la ragazza ebbe finito e bevve tutto d'un sorso, rendendosi conto solo dopo aver finito tutto il composto della sua azione.

– Ops, non volevo, di solito non lo faccio ma...– cominciò subito a dire.

– Ehi, mi hai risparmiato la fatica che ci avrei messo per convincerti a berlo.– la rincuorò Kyra sorridendo. Nonostante il composto sembrasse dolce inizialmente, ora lasciava un retrogusto amarognolo sulla lingua.

– Cos'era?– chiese cercando di capire cosa fosse non avendo mai assaggiato niente di simile.

– Sul serio? Prima lo bevi tutto e poi chiedi cosa fosse?– esclamò Nath scioccato facendo ridere gli altri. All'improvviso la Yarix sentì qualcosa di caldo espandersi nel suo corpo partendo dal petto, per poi scomparire subito dopo. Si sentiva più forte, come rinata, piena di energia.

– Era una pozione con il Fiore della Morte. Anche i Salir la usano ma per voi Yarix alcuni ingredienti cambiano.– disse tranquilla Kyra mentre Evelyn scattò in piedi e sgranò gli occhi.

– Cosa!? State scherzando spero.–

Sheera rise tra sé e sé e la sorella non si scompose scuotendo la testa negativamente. Gli altri due ragazzi non capirono perciò Kyra spiegò.

– Se viene usato con ingredienti e dosi sbagliate quel fiore uccide, ma può ridare forza se sai come utilizzarlo e tutto il resto. Non è molto diffuso, proliferano quasi ovunque negli Abissi Infernali e qualche demone deve averne portati qui qualche d'uno se li avete.–

– Capito. E quella Nirme che ti aveva dato quell'anziana signora? Ricordi?– domandò ancora Nissa e la ragazza dai capelli chiari fece qualche ipotesi fin quando non si sentì chiamare dalla corvina, voltandosi a guardarla. Sheera era rimasta il resto del tempo ad osservare la luna nuova mordendosi il labbro ripetutamente e anche a pensare come suo solito.

– Devo andare, non ce la faccio a rimanere ancora qua o vado fuori di testa.– le disse e notò nei suoi occhi un leggero senso di debolezza. Era ancora scossa sia dal colpo ricevuto sia dalla notte imminente che amplificava ogni cosa.

– Vai, non è un problema.– le rispose sorridendo tranquillizzandola.

– Sicura?–

– Tranquilla, torno appena posso.–

Sheera si voltò verso la finestra dove si vedeva il sole da poco sparito oltre l'orizzonte, e prima di far apparire le sue ali scure e volare via guardò Kyra con uno sguardo dolce e sincero, colmo di gratitudine, cosa rara per lei e Kyra lo sapeva bene e che accolse molto più che volentieri. Era sempre stata così misteriosa quella ragazza dall'animo all'apparenza nera.

– Sai, non ho ancora chiara una cosa.– disse ad un certo punto Nath.

– Perché Sheera non riesce a stare negli spazi chiusi in piena notte?– aggiunse. Kyra cercò di dargli una risposta anche se in realtà quello era ancora un mistero, almeno in parte.

– Non è molto chiaro. La maggior parte delle Creature Oscure da quanto so non sopportano i luoghi chiusi in generale, che sia giorno o notte. Però quest'ultima li indebolisce ma al contempo permette di sfruttare tutte le proprie forze. La stessa cosa vale per Sheera essendo la Creatura Oscura per eccellenza e so che è quella che ne soffre di più. Gli altri hanno effetti molto più lievi. Non ne parlano molto di questa cosa in quanto la odiano, li rende vulnerabili.–

Nath sbadigliò stanco e Nissa ridacchiò.

– È meglio se andiamo ora, dobbiamo prepararci per domani. Ci siete voi, vero?– disse proprio quest'ultima e la sua amica annuì, vedendoli poi andare via, osservando anche lei la luna quando la notò. Selena...

– Tutto bene?– sentì chiedere da Evelyn quando la vide assorta, e lei si riscosse sorridendole tranquilla.

– Sì certo, ho solo delle cose da fare. Stai qui e non andare in giro, mi raccomando.–

Evelyn sbuffò ma annuì comunque, illuminandosi quando la chiara fece apparire davanti a sé dei libri che poteva leggere per passare il tempo. Così Kyra uscì da lì e si allontanò. Ma non tornò alla casa in cui l'avevano accolta, rimase tra gli alberi del bosco raggiungendo il suo cuore, lì dove degli arbusti posti a cerchio permettevano di osservare meglio la luna.

Chiuse gli occhi dopo aver alzato il volto verso essa e toccò la propria collana, una lieve brezza fresca che le toccò la pelle, i raggi lunari così rilassanti. Ripensò al passato, alla prima volta che aveva visto un cielo stellato, ammirata. Nonostante il buio, le piaceva la notte, il mantello scuro che celava tutto nel mistero.

– Kyra, da quanto tempo.– sentì da una voce familiare, e riaprì gli occhi. Ed eccola davanti a sé quella donna di luce azzurrognola che ricordava. Lei era lo Spirito della luna e da essa osservava ciò che accadeva.

– Selena, è bello vederti.– sorrise lei mentre l'altra le si avvicinava e la osservava.

– È così strano vederti in carne ed ossa e non più incorporea come me.– ridacchiò Selena.

– Sì, mi ci sto abituando. Non è così male.–

La donna era felice di sentirla e vederla.

– Hai cercato di risvegliarci prima del tempo, vero?– domandò poco dopo la Dea che la vide annuire complice.

– Ho visto Shedan tramare nell'ombra ma sai che non vedo tutto, perciò ho cercato di velocizzare la cosa. Anche se è stato difficile.–

– Lo immagino. Piuttosto, mi stavo chiedendo una cosa già da un po'.–

Selena fu tutta orecchi e la Dea espose le sue perplessità riguardo un concetto abbastanza importante: era possibile che il destino volesse che tutti sapessero dell'esistenza di due poteri straordinari e chi li custodissero? D'altronde, Devi non aveva cancellato la presenza di Sheera e Kyra dai ricordi di tutti i Salir come avrebbero voluto, e lei conosceva il futuro talvolta, poteva vederlo.

– Non lo so sinceramente. Il fato non lo si può conoscere perfettamente.– le rispose Selena non sapendo nulla al riguardo. Era probabile però. Poi la sua attenzione si spostò su altro.

– Sheera?– domandò e Kyra scosse la testa facendosi anche più seria.

– Sai che se ti vedesse distruggerebbe qualsiasi cosa. Ora più di secoli fa.–

La donna sospirò.

– Lo so. Mi dispiace. Non se la starà passando molto bene presumo.–

– Non tantissimo ma lo nega. Tipico.–

Selena iniziò ad emanare delle piccole scintille azzurrognole, segno che il tempo per parlare era scaduto, seppur breve. Si salutarono solamente senza dire una parola in più, Kyra poteva chiamarla a sé ogni volta che voleva e viceversa perciò non era un problema. Così la chiara se ne andò da lì tornando finalmente alla piccola casa in mezzo alle campagne pronta per il giorno seguente.

                   

Era notte fonda ormai. Tutto era buio e silenzioso, avvolto dall'oscurità, la luna illuminava debolmente il paesaggio con i suoi raggi flebili e le stelle le facevano compagnia nel suo manto. Una leggera brezza accarezzava i volti dei più giovani intenti a dormire beatamente nei propri letti, l'energia positiva che li fece sognare e viaggiare tra i loro pensieri innocenti e vivi.

Ma in quell'oscurità, in quella notte buia e in apparenza tranquilla, qualcuno si muoveva e camminava lentamente per le strade desolate, fredde nonostante l'inizio della stagione calda. L'erba si scuriva leggermente al suo passaggio e appassiva, l'aria diventava più fredda proprio per la sua presenza, glaciale. Lo faceva apposta il suo corpo, era divertente, rilassante, nella sua indole. Provocava adrenalina in tutto il suo corpo.

La figura camminava imperterrita avvolta da un mantello scuro e lungo, solo i piedi nudi si intravvedevano mentre continuava il suo percorso finché arrivò davanti alla quercia maestosa e antica che si trovava proprio al centro di quel villaggio silenzioso, ignaro di quello che sarebbe presto accaduto.

Appoggiò la mano sinistra sulla corteccia accarezzandola e sentendo la superficie ruvida al contatto con i suoi polpastrelli che si scurì, quasi si seccò a causa della sua mano ghiacciata dove un anello sottile e argentato rifletteva i freddi raggi lunari.

La persona alzò lo sguardo verso lo spicchio bianco e ghignò, lo sguardo che poteva congelare all'istante, energia negativa, sangue che colava dalle labbra, canini leggermente più pronunciati e appuntiti, voce ammaliante.

– È il momento di finire tutto, la Creatrice non avrà scampo.–

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