Capitolo 3 Incontri e scontri

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'Non do il posteriore a nessuno, nemmeno agli Avengers' strillò Fox.

'Abbassa la voce, ci sentiranno' la collega lo pregò.

'Non abbasso niente, pantaloni e mutande compresi. Sia ben chiaro, a novanta gradi non mi ci metto. Tu fai come vuoi'.

'Per piacere, vediamo di comprendere che margine di manovra abbiamo' era isterico e implacabile e Rafflesia non riusciva a calmarlo.

'Nessuno' il federale strillava come un'aquila, intanto che entrava nell'ufficio di Stark, continuando a sbraitare e fregandosene della presenza dei Vendicatori 'Ci ha chiamato il nostro Direttore in persona ma a me non importa. Non me ne può importare di meno. Qui non intendo lavorare, per lo S.H.I.E.L.D., nuovo o vecchio che sia? Siamo pazzi' fece un gesto di saluto a Banner.

'Ciao, buondì' la Tyler fu educata, sedendosi accanto a Steve. Jeans scuri elasticizzati, camicia bianca di seta, giacca nera, borsa a spalla, era bella come sempre.

Il Falco, accomodato di fronte, la scrutava, interdetto. Non credeva si sarebbero rivisti. Era stata una piacevole sorpresa. L'aveva pensata nei due mesi trascorsi dall'evento del jet, nella testa la loro conversazione lunghissima e le iridi violette. L'unica donna a cui avesse rivolto il proprio interesse, mentale, da quando sua moglie era morta, o meglio era svanita.

Lei tentò di non fissarlo, la propria attenzione catalizzata dalla sua cresta di capelli e dal braccio tatuato. Indossava una t-shirt verde militare, molto usata.

Nat si era mossa per salutarla con un bacino.

'Vi aspettavamo, Tony ci ha anticipato che sareste tornati a trovarci, senza darci i dettagli!' spiegò il Capitano.

'Ti interessano i particolari? Quel gran bastardo del vostro capo ci ha fatto precettare per lavorare con voi, per far parte della vostra maledetta squadra. Forse per ogni agente al mondo, sarebbe un sogno ed un'occasione irripetibile. Beh, ti svelerò un segreto, Capitano: per noi due, no!' Mesto, chiarì 'soprattutto, in questo momento'. Si sedette, affranto.

'Il gran bastardo ha avuto l'avallo del Ministro della Difesa, del Direttore del Bureau e, infine, del Presidente. Trasferirvi è stato complicatissimo. Tyler, Mulder. Riterrei opportuno prendeste atto della decisione e vi metteste l'anima in pace' Stark si era affacciato alla porta, laconico.

Rafflesia bisbigliò a Rogers 'Ti posso parlare in privato?'.

Quello annuì, indicando, con la testa, il dispenser dell'acqua. Si alzò e lei lo seguì, veloce. 'L'ultima volta che ci siamo visti, l'unica, mi hai detto che avrei potuto chiederti qualsiasi favore. Onestamente, lì per lì, ritenevo non l'avrei mai fatto. Adesso, mi ci trovo costretta. Aiutami ad uscire da questo casino. Convinci il tuo amico a non tenerci in squadra con voi, ti scongiuro' lo pregò.

'Ci proverò, rimettiamoci a sedere' la invitò.

Al Direttore non era sfuggito il movimento della coppia 'E non crediate di potermi far cambiare idea. È chiaro, Steve?'.

Il Capitano arrossì e guardò la collega, di sottecchi, mortificato.

'Perché?' la mora voleva capirne il motivo.

'Te la sei data, la risposta alla domanda che ti feci?' propose, a sua volta.

Ci aveva riflettuto, a lungo, ed era giunta ad una sola conclusione 'Sì'.

'Illuminami!'.

Non poté mentire 'Per il paese. Ho prestato un giuramento, quando sono diventata un'agente. Avrei protetto e difeso questa nazione e questo mondo, o almeno ciò che ne rimane, fino alla morte. Era una risposta semplice' ammise.

'Era evidente dai tuoi occhi; sei un Avenger e ugualmente il tuo amico pazzoide'.

'L'agente Mulder, ecco, per lui vivere lontano da Boston è un problema' doveva tentare il tutto per tutto.

'Che vuoi, Tyler?'.

'La moglie è in attesa del primo figlio e la gravidanza è piuttosto complicata. Rimango solo io, se per te va bene!' si propose.

'Smettilaaaa' Fox si voltò, verso di lei, arrabbiato; detestava mettere in piazza i propri problemi. Con estranei, poi.

'No, meglio lo sappia' la mora fissava Tony, con occhi questuanti.

'Non attacca nemmeno se mi fai gli occhi dolci! Voglio entrambi! Tuttavia, agente Mulder, se tua moglie dovesse aggravarsi o aver bisogno di te, troverai un elicottero dell'Agenzia, pronto per portarti a casa, per direttissima! Hai la mia parola' promise loro.

Quello annuì, lo sguardo a terra.

'Ci vediamo più tardi, buon lavoro!' il Direttore sparì.

'Fatti gli affari tuoi, la prossima volta!' Mulder si alzò di scatto dalla seggiola e l'aggredì verbalmente.

'Almeno se accadesse qualcosa a Jo, saresti a casa in pochi minuti, dovresti ringraziarmi!' lo redarguì mettendosi anche lei in piedi con gli Avengers che li fissavano, in difficoltà, per nulla felici di avere nuovi elementi da inglobare nel loro gruppo, in perfetto equilibrio, nonostante la dissolvenza 'Mica penserai che sia contenta, di questa situazione?' il collega stava esagerando.

'Secondo me, sì! Ti piace che ti guardi e qui, qualcuno, ti rimira da quando sei entrata!' sparò una battuta, girandosi verso Barton, che certo non era tipo da arrossire. In effetti, le aveva fatto la radiografia senza frenarsi, e adesso la squadrava.

'Fox, smettila; modera i termini e il linguaggio, da stamattina non fai che sproloquiare e sono stufa dei tuoi modi' lo rimproverò aspramente. Si era già accorta perfettamente delle occhiate languide del Falco.

'Ti ci metti pure tu, con obblighi e ammonimenti, che giornata di schifo!' il collega si allontanò, sbattendo la porta.

'E' un po' provato, mi spiace' Rafflesia si scusò.

'Lascia stare, è comprensibile, si vede che è teso per sua moglie' Bruce minimizzò.

'Che si fa?' la mora interpellò il Capitano, intanto che gli altri le si mettevano intorno, a cerchio, Clint compreso.

'Non so cosa abbia in mente Tony; credimi, lo scoprirò. Proporrei che vi allenaste con noi nel frattempo, per ingannare il tempo. Di solito la mattina siamo in palestra. Romanoff ti darà una tuta per cambiarti e ti mostrerà spogliatoi e docce. Dove sarà Fox?' Steve non ebbe altre illuminazioni.

'A quest'ora, se non ha bevuto dodici caffè, va in astinenza. A un distributore automatico o a un bar, se è presente nella struttura!' confessò lei.

'Bruce, cercalo e fai lo stesso con lui, te lo affido. Hai molte cose in comune col genio' Rogers suggerì e Banner si mosse, perplesso. Non fu complesso recuperarlo; un po' di più convincerlo a raggiungere i Vendicatori nell'area dedicata agli allenamenti.

Rafflesia lo aspettava, chiacchierando con Vedova Nera che le spiegava, che, a causa di una contrattura, sarebbe stata solo spettatrice. La mora indossava i pantaloni della tuta blu sopra una maglia elasticizzata bianca e il reggiseno sportivo.

Steve prendeva a pugni un sacco da pugilato appeso al soffitto, Thor era steso su una panca a sollevare pesi.

Bruce e Tony si erano diretti verso le cyclette, con un libro ciascuno da leggere.

Clint saltava la corda.

Rogers si interruppe e si mosse verso di lei, educato e gentile 'Con che vi piacerebbe iniziare?'.

'Mi piazzo sulla bicicletta, già sono stanco' Mulder, annoiato, si accomodò accanto a Stark.

'Un po' di sana lotta' la Tyler, una mezza idea in testa, fece l'occhiolino al Capitano, in un modo che lui non apprezzò.

'Con me non è possibile, il biondo mi pare troppo. Falco, ti butti?' lo interloquì, ed il collega andò al centro del quadrato, lasciando la corda a terra.

'Ciao' salutò Rafflesia. Corpo a corpo con la moretta, guarda che storia!

Lei rise, mettendosi di fianco 'Agente Barton, sarà un piacere!'. Il Falco, no! Non ci voleva!

'Vediamo come ve la cavate!' esortò Steve.

Senza perdere un attimo, la federale smollò una gomitata pazzesca sul viso di Clint, centrandolo sul naso. Cavolo, l'aveva colto di sorpresa, scorretta. Vide le stelle, quasi tramortito, un grido acuto. Appena un baleno dopo, la collega continuò a colpirlo, stavolta con un calcio volante fra le gambe.

'Capperetto, i gioielli della corona del Falco! Lo sta massacrando' Tony si precipitò giù dalla cyclette, seguito di corsa da Bruce e Fox. Gli altri si erano avvicinati in fretta.

Barton era senza fiato, la voce morta in gola, un lamento roco. La donna era stata scattante, felina e l'aveva centrato in pieno: perché? Era un semplice allenamento e non una battaglia all'ultimo sangue. Inginocchiato a terra, sofferente, alzò il volto; si stagliava di fronte a lui, un sorrisetto malizioso e un'occhiata complice, scoccata all'agente Mulder, sulle spine. Oddio, rifletté lei, ho esagerato! Tentò di sembrare tranquilla, l'avversario non si aspettava delle mosse repentine e non si era spostato, purtroppo. Non voleva fargli tanto male!

L'uomo non ci vide più dalla rabbia e dall'amor proprio. Forse pensava fosse finita lì; era un Avenger, Occhio di Falco e Ronin. Si avventò sulla sua caviglia destra, la più vicina, le fece perdere l'equilibrio e la placcò sul pavimento a pancia in sotto piazzandosi di peso sulla sua schiena. Era completamente bloccata e lui davvero bravo. 'Bellezza, che mi dici? Ti piace così?' non proprio carino, nell'espressione. Quello meritava, la bastarda, non fiori o cioccolatini, meditò.

'Tanto, tesoro!' la sentì rispondere. In effetti, la moretta realizzò che avrebbe potuto sfruttare l'elemento dell'evidente attrazione fra loro due, a proprio favore, senza rendersi conto, nell'immediato, che la situazione le sarebbe sfuggita di mano. Si mosse avanti e indietro per quel poco che poteva, sui suoi attributi, col bacino.

Barton era intorpidito sull'inguine, per la botta; non in maniera da non percepire lo strusciarsi del suo sederino. La sofferenza fu sostituita da un leggero irrigidimento; lo faceva apposta, per farlo eccitare, per fargli mollare la presa. Che grandissima bastarda! Aveva capito avesse un debole per lei, bella com'era. Intanto che ci rifletteva, i Vendicatori che li osservavano, basiti, Rafflesia riuscì a rigirarsi su sé stessa di centottanta gradi mettendo la schiena a terra.

Clint, sopra di lei, la teneva stretta. Quella femmina maledetta lo avrebbe fatto impazzire. Lo fissava, negli occhi, sbattendo le lunghe ciglia scure e gli si strofinava addosso con l'inguine; per evitarne il contatto, e che sentisse la durezza della sua erezione evidente, l'arciere dovette allentare la presa, almeno un po'. Non del tutto. Lei si divincolò con le gambe, e piegandole dietro il suo sedere, lo arpionò, i piedi incrociati, nella più classica posizione amorosa. Le toccava andare fino in fondo e non era affatto spiacevole!

'Che fanno? Che disciplina è?' Tony mosse la testa sul collo, per guardare meglio, ironico.

'Uhm, non lo so e non mi piace per niente' Rogers era teso. C'era una strana elettricità nell'aria...negativa. Odiava essere in attesa degli eventi.

'Ti arrendi?' il Falco tentò di trovare una soluzione. Oddio, sembra che stiamo facendo l'amore...quanto mi piacerebbe!

La Tyler non rispose. Lui l'aveva avvinta, comunque, in una presa d'acciaio e non sarebbe riuscita a divincolarsi mai, con le proprie forze. Giocò il tutto per tutto; alzò il viso verso quello dell'avversario e, con la punta della lingua, ne delineò il contorno delle labbra.

'Smettila' le sussurrò, incattivito; lo avrebbe desiderato tanto ma non in quel frangente e in quel modo.

Lei aveva sperato l'avrebbe lasciata andare: non fu così. Proseguì, insinuando la lingua nella sua bocca; era davvero squisito da sbaciucchiare, aveva delle labbra bellissime, carnose, morbide e si fece prendere dal momento. Barton si ritrovò a contraccambiarla, sotto lo sguardo attonito degli Avengers, che mai, in anni di lavoro, lo avevano visto cedere davanti a chicchessia!

Fu solo un attimo. Quando Rafflesia capì che i sensi avevano avuto il sopravvento, ritornò sull'intenzione iniziale, e gli addentò il labbro inferiore, piano, per farlo scostare del tutto. L'altro, invece, reagì, muovendosi, e la donna d'istinto usò tutta la forza che aveva.

Clint, a quel morso terribile, la scansò in via definitiva con una spinta: un fiotto di sangue sgorgò dalla ferita.

La mora si era liberata, era di nuovo in piedi e pronta per attaccarlo, adrenalinica. Doveva tenere il punto.

'Falco, fatti vedere in infermeria; Tyler, ti stai allenando con un collega, placati!' il Capitano la rimproverò.

'Non ho fatto nulla di che' si difese, dolce come un angioletto!

Fox la prese per un braccio,
gridando 'Sei diventata matta? Prima ti sei quasi giocata la carriera per salvargli la vita e oggi ti comporti in questa maniera! Piantala, non serve e nessuno te lo ha chiesto'.

'Ma...' era basita, l'aveva fatto per lui!

'Niente man scusati!' la conosceva come le sue tasche: aveva architettato quel pandemonio per farli buttare fuori dall'Agenzia. Che attaccasse l'agente Barton, beh, non gli era piaciuto. Si era pure approfittata della sua avvenenza, cosa che sapeva detestasse e di quella strana tensione emotiva tra di loro. Era certo che, se ci fosse stato un altro, al centro della palestra, sotto di lei, non si sarebbe esposta in quel modo; qualcosa non andava, nel suo comportamento sempre lineare e se ne scocciò moltissimo.

'Perdonami, Fox' fece ammenda con gli occhi bassi e il sapore del sangue del Falco in bocca, intanto che quest'ultimo, sconsolato, si tamponava le labbra, con un asciugamano. Si era immaginato di invitarla a cena fuori, a corteggiarla. Nemmeno aveva potuto sognare!

'Non a me, a lui!' Mulder indicò Clint.

'Non importa' con la coda fra le gambe, l'arciere lasciò la stanza rispondendo bruscamente. Forse non gli serviva l'infermeria: la borsa del ghiaccio per le parti intime, di sicuro. Per l'orgoglio e la figuraccia, davanti ai colleghi e a quella donna, avrebbe avuto bisogno di un miracolo!

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