Capitolo 03 - Sadism

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TW: linguaggio violento, immagini forti

'I trasmutati mostrano segni di evidente psicosi, allucinazioni, sadismo' lesse Anita, sfogliando il fascicolo che aveva rinvenuto nella cassaforte di Rottemberg.


'Il soggetto centoventicinque riesce ad assumere sembianze animalesche, occhi gialli, denti aguzzi, e naso aquilino ogni qual volta il suo umore sembra subire una alterazione dovuta ad agenti esterni'


Improvvisamente, fu lampante il motivo per il quale Rottemberg teneva quelle carte sottochiave. Qualcuno aveva fatto esperimenti sui Diversi. Anita strizzò gli occhi, e proseguì.


'Il soggetto centoventicinque non beve da cinque giorni; eppure, non sembra risentire degli effetti come tutto il resto della popolazione. Mangia qualsiasi tipo di carne, l'importante è che sia cruda'

Un cazzo di punto debole, qualcosa su cui far leva. Ci doveva pur essere.


Il fascicolo proseguiva con una orribile sequenza di fotografie in bianco e nero, nelle quali si vedeva il Diverso in una gabbia piccola, umida e sporca, che si nutriva della carne di un topo vivo, poi nelle foto successive di quella un maiale vivo, e, infine, con quello che sembrava il cadavere di una persona morta per esposizione prolungata alla Ruggine.

Anita trattenne i conati.

'Tentativo di eliminazione numero uno: proiettili rivestiti di acido fosforico. Numero proiettili utilizzati: dodici. Punti critici: Testa, torace e pene.
Il soggetto centoventicinque non sembra reagire positivamente al tentativo. Rimane in uno stato di semi coscienza, ma la sua parte bestiale è molto reattiva, è riuscito a graffiare tre medici da dietro le sbarre'

Anita lesse con attenzione fino al tentativo numero ventitré. Fu in quel momento che Rottemberg fece ingresso nel suo ufficio.

«Ci hanno provato per un centinaio di volte, poi il soggetto è riuscito a uscire dalla gabbia, e ha massacrato tutti i presenti nel laboratorio. Tutte le sevizie che gli hanno inflitto non lo hanno scalfito minimamente»

Anita rivolse uno sguardo di scuse al collega, prima di poggiare il fascicolo dove l'aveva trovato.

«Lo so cosa stai cercando, Nit, e fidati, vorrei avere una soluzione tanto quanto te»

«Vorrei solo che ci fosse un modo per vincere»

«Non possiamo sconfiggere Jep, se Gufo rimane in vita»

Anita strinse i pugni, cercando di non pensare al viso di Gufo appollaiato sul suo tetto.
«Comunque...», mormorò Rottemberg, «abbiamo del lavoro da fare. Gus ha trovato un cadavere, durante la ronda sulla Richtereit».



Gus era immobile davanti alla sagoma distesa a terra, coperta da un semplice lenzuolo, che stava già diventando rossiccio a causa della Ruggine. Anita e Rottemberg lo raggiunsero qualche minuto dopo, con passo svelto.

«Che è successo?» chiesero, quasi all'unisono.

«È successo che, come sempre, la persona con la più alta sensibilità intestinale al mondo trova cadaveri neanche fossero monetine»

Effettivamente, almeno dieci cadaveri durante l'ultimo anno erano stati rinvenuti da Gus.

«Almeno si spiega il vomito lì accanto», bofonchiò Rottemberg.

«È molto peggio del solito. Da quello che ho potuto vedere, non è stata la Ruggine la causa di morte», spiegò Gus, cercando di distogliere lo sguardo, proprio nel momento in cui il caposquadra sollevò il lenzuolo rosato.

Anita trattenne l'impulso di chiudere gli occhi.

Davanti a loro, si trovava il corpo martoriato di una giovane donna, di neanche venticinque anni. La testa era stata quasi totalmente recisa dal collo, e rimaneva attaccata solo grazie ad alcuni filamenti gelatinosi bianchi e rossi. Sul resto del corpo, vistose bruciature di sigaretta e marchi da bestiame. La donna era nuda, e le sue parti intime erano state asportate di netto; il taglio sembrava essere stato effettuato da un bisturi, o comunque da qualcosa di estremamente preciso.

La Ruggine aveva già iniziato a prendere il sopravvento sui suoi resti.

«È stato Jep», mormorò Anita, allontanandosi dal corpo. «Riconoscerei le sue torture ovunque»

«Sicuramente è così, ma dobbiamo trovare le prove. Chiama la scientifica»



Di solito, era River quello che collaborava con la scientifica per trovare qualche prova. Era una mansione che Anita odiava: il puzzo del laboratorio, essere costretta a indossare il camice bianco, e, soprattutto, il fatto che si trovasse in un seminterrato. Era un ambiente molto simile a quello dove era stata rinchiusa per un mese.

Il cadavere della ragazza era stato ripulito dal terriccio, e dalle schegge. La fissava con quelle pupille nere e vuote.

«Sicuramente non è morta sulla Richtereit», comunicò Ivor, il collega della scientifica. «Le macchie di Ruggine sono troppo poco evidenti, ce l'hanno trascinata»

«Sulla strada non c'erano tracce»

«Dovremmo ricontrollare, è evidente anche dai segni sulla schiena della donna. Vedi? Sembra ustione da sfregamento»

Anita annuì, cercando di non far trapelare il turbinio di emozioni che le stavano scorrendo dentro. Aveva mentito a Rottemberg.

Era sicura che le torture che aveva di fronte fossero, in realtà, opera del Gufo.

Jep aveva inflitto solo il colpo mortale al collo. Facevano sempre così.

Uno era il pazzo sadico e torturatore, e l'altro sembrava quasi un salvatore, quando finalmente si prendeva la vita della vittima.

Quella sera stessa avrebbe fatto parlare quel lurido figlio di puttana, si ripromise.

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