Capitolo 09 - Empty Desk

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Quando arrivò in centrale la scrivania di Brick era vuota, ma siccome lo era sempre a quell'ora non ci fece troppo caso. Rottemberg sembrava agitato, ma anche quello rientrava nell'ordine della normalità.
Gus sembrava camminare sugli spilli, mentre usciva per fare la solita ronda.

Dopo due ore, la scrivania di Brick era ancora vuota, ma almeno le era stato recapitato il giornale odierno. Il titolo della prima pagina del 'The District' riportava:

'La famiglia Restev è scomparsa'

Anita sentì l'ansia montare, ma cercò di mantenere la calma. Rottemberg ancora non si era visto, ma lo sentiva urlare al telefono.

A metà giornata, la scrivania di Brick era ancora vuota. Normalmente, a quell'ora Brick passava a fare un saluto in ufficio, prima di dileguarsi per le sue numerose mansioni.

Anita iniziò a torturarsi l'interno della bocca dal nervosismo. Rottemberg aveva iniziato a sbattere tutti gli oggetti presenti nella sua stanza.

A fine giornata, la scrivania di Brick era ancora vuota. Rottemberg era uscito prima di tutti, parlando al telefono con River. Non la degnò neanche di un saluto.

Con la rabbia che montava, si diresse al suo appartamento.
River non c'era, non le aveva lasciato neanche un biglietto.
Odiava i suoi colleghi.



'Vieni qui, amore della mamma. Dammi un bacio'

'No! Lasciami!'

Il pensiero di sua madre lo riscosse dal torpore che invadeva il suo corpo. Si tirò in piedi prendendo un grosso respiro, come se fosse stato in apnea per ore intere.
Brick avvertì subito il bruciore alla testa, la ferita che pulsava in un dolore martellante.
Poggiò una mano sul taglio, scoprendolo ancora sanguinante.

Il secondo pensiero che lo riscosse fu Natalia, e fu sufficiente per cercare di farlo mettere in piedi. Si accorse solo in quel momento della pesante catena che tratteneva il suo piede destro. Ricadde a terra. Il pavimento era viscido. Ringraziò il cielo che fosse così buio da non permettergli di riuscire a capire su cosa stesse gattonando.

«Natalia!» provò a chiamare, seppure fosse cosciente che quell'urlo avrebbe potuto attirare anche l'attenzione di Jep.

Nessuno rispose al suo richiamo. Silenzio assoluto, tranne che per l'incessante ticchettio delle gocce di umidità che cascavano dal soffitto. Cercò di muoversi a tastoni per cercare qualsiasi cosa potesse dargli un'idea di dove si trovasse. Niente. Vuoto assoluto. E immutabile silenzio.

«Natalia!»

Era tutta colpa sua. Sapeva bene che frequentare quelle persone poteva portare a qualcosa di male, ma Rottemberg gli aveva detto di cercare di scoprire il più possibile su di loro e gli affari con Jep, quindi...

«Drew...?» mugolò una voce dall'oltretomba. Sembrava essersi appena svegliata.
«Natalia! Come stai?»

La donna esitò un po' a rispondere, non troppo certa del suo stesso stato.
«Credo di star sanguinando»
«Stai tranquilla, sei cosciente. Andrà tutto bene»

Brick annuiva tra sé, conscio che la sua ragazza non potesse vederlo.
Natalia continuò a singhiozzare sommessamente dal dolore per un tempo infinito.
«Dov'è papà?» chiese, infine.

Brick non aveva idea di cosa ne fosse stato di Alexander. Non credeva stesse vivendo una sorte migliore della loro, ma non ebbe il cuore di dirlo alla sua ragazza.

«Non lo so. Dobbiamo trovare un modo di scappare»

Non fece in tempo a concludere quella frase, che uno spiraglio di luce si intromise nella loro visuale, segno chiarissimo che la porta di ingresso si stava schiudendo.

«Vi siete svegliati, vedo...», commentò l'inconfondibile voce melliflua del Gufo.

Brick riuscì finalmente a vedere che era inginocchiato su un pavimento completamente fradicio di sangue fresco. Ora che lo vedeva, anche il tanfo che portava con sé divenne riconoscibile. Trattenne un conato, e riportò l'attenzione sul Gufo, di cui si intravedeva solo la silhouette.

Lo vide chinarsi accanto a Natalia e dirle all'orecchio:

«Che ne dici se io e te adesso ci divertiamo un po'?»

Brick iniziò a urlare come un animale in gabbia, cosa che in un certo qual senso era.
Natalia ricominciò a piangere, urlare, chiamare suo padre, fino a che di lei non rimase altro che silenzio.

La cella si riaprì dopo due ore, circa. Il solito spiraglio precedette al rumore sordo di un corpo esanime, che veniva sbattuto con violenza a terra. Brick si tirò immediatamente in ginocchio, cercando di cogliere qualche indizio sullo stato di salute della donna. La porta si richiuse subito dopo, senza permettergli di vedere nulla.

«Natalia! Mi senti?»
Nessuna risposta.
«Natalia!»
Nessuna risposta.
«Ti prego, parlami»
Nessuna risposta.

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