19. Benvenuta a Boston

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RIELE

"Gentile signorina Downs,
Le porgo le mie più sincere scuse per il mio refuso di battitura e la ringrazio per la sua osservazione. La sede in cui svolgerà il tirocinio, sarà la secondaria ubicata a Boston nel Massachusetts. In allegato troverà i biglietti del volo e l'albergo dove soggiornerà. Anticipo che le attenderà un colloquio conoscitivo ufficiale presso l'ufficio della signora Trevi, oltre la visita guidata nella nostra struttura da parte della responsabile dei servizi di accoglienza e assistenza: Arai Nolet, a cui dovrà rivolgersi al suo raggiungimento nella Trevi's Fashion House. Ella le fornirà tutte le informazioni basilari che dovrà sapere.
Saluti.
Adam Richmond."

Tre giorni più tardi

La mia prossima avventura dopo la laurea alla University Fashion di Toronto incomincerà in questa città: Boston nel Massachusetts, collocata nella parte più settentrionale degli Stati Uniti. Dalle relative informazioni recapitate nella rete, questa città è collegata da una successione di ponti e tunnel sottomarini e si rispecchia nella costa atlantica del continente statunitense. Oltretutto ho scoperto con stupore che è tra le più ingenti aree metropolitane!

Una fantastica svolta prenderà piede nella mia carriera in fase di costruzione e lavorare a fianco, a fianco, almeno lo auspico, con la stilista prevalentemente in voga e apprezzata dal nostro paese natale, essendo anche catalogata tra le dieci stiliste più influenti nel mondo mi provoca una gaiezza e una commozione a livelli incredibili. Oh mamma mia che emozione! Sono eccitatissima!

«Com'è la città?» mi domanda Joanna al cellulare, mentre l'autista carica le mie valigie nell'auto che andrà verso l'albergo consigliato.

«Di prima impressione parecchio eclatante, ma è ancora tutto da vedere» le replico osservando i dintorni.

Le costruzioni sono un misto tra quelle di Toronto e quelle di New York. Niente male come prima impressione.

«Alla fine quel segretario incompetente rischiava di metterti in cattiva luce già dall'inizio, nel caso tu non avessi mandato quell'accortezza» mi ricorda con un po' di irritazione nella voce.

E ha ragione ad avercelo. Se non l'avessi compiuto sarei sicuramente partita male con il mio primo giorno. Non posso permettermi di compiere alcun errore con una stilista di alto livello come Rebecca Trevi. Dovrò essere accurata e determinata durante tutto il tirocinio. È in gioco il mio futuro lavorativo.

«A questo punto è passato Jo, alla infine dei conti ci siamo chiariti. Adesso sono diretta nell'alloggio, e verso metà mattina avrò il colloquio conoscitivo con le varie presentazioni che dovrò presenziare così da conoscere il personale» le espongo prendendo posto nel veicolo.

«Già mi manchi, gyal. La solitudine inizia a farsi sentire qui ad Ottawa, e mio padre non è d'aiuto visto che attualmente non sta rientrando in casa dopo il lavoro» si dispera con fare drammatico.

Ridacchio leggermente. Zio John potrà essere occupato per via di altri impegni all'esterno del lavoro: forse starà dedicando maggior tempo ai suoi amici, poiché ci aveva raccontato, un paio di giorni precedenti, che stava trascurando la sua vita sociale. E questo Jo, se ne sarà di certo smemorata.

«Ma hai pur sempre la compagnia di Caleb» le rinfresco.

Non la lascerà sola senz'altro. Si impensierisce molte volte per lei eppure questa sua apprensione genera in Joanna un fastidio; crede che lui la tratti come una bambina e non è così. Nasce un piccolo silenzio che viene attutito dai suoi borbottii.

«Lo so, però non è lo stesso.»

Ah, Joanna.

«Oltre a ciò non hai la completa certezza di quanto durerà questo stage. So che di base dovrebbe durare sui cinque o nove mesi, tuttavia potrebbe dilungarsi. Siamo state troppo lontane in questi anni e non mi va di ripeterlo una quinta volta. So che hai una vita indipendente da costruire, però, mi intristisce gyal» discorre rallentando il respiro «Poi Rylee è ancora in Nuova Zelanda e nemmeno lei sa quando rientrerà.»

Accidenti. È da un po' che non la sentiamo. Non appena arriverò in albergo proverò a contattarla. Al momento continuo ad ascoltare i discorsi che sta tenendo Jo e la rassicuro placida.

«Vedrai che passerà in un batter d'occhio questo periodo di prova. Tornerò prima o poi, e vedrai che non ci separeremo per lungo tempo. In un modo o nell'altro lo farà pure Rylee e ci ricongiungeremo come una volta!» esprimo non vedendone l'ora.

Lei si placa assorbendo il mio enunciato. Riesco a convincerla.

«E questo ricongiungimento dovrà perdurare, mi raccomando, eh.»

«Certamente, couzin» le replico con il nomignolo che mi dedica «A proposito di Rylee, più tardi la chiamerò. Chissà come se la starà passando.»

«Vero, la chiamo subito. Noi due ci sentiamo più tardi, in tal modo avrai il tempo di narrarmi per bene come sia andata con il colloquio o conoscenza che sia. A dopo, gyal» dice prima di spegnere la linea.

«A dopo.»

Volgo la mia attenzione alla mia cara e amica finestra che mi terrà vicina nel tragitto. Mi sommergo nelle differenti costruzioni e monumenti di Boston che per un paio di mesi rappresenteranno la mia nuova casa. Non so ufficialmente per quanto starò, sarà la signora Trevi a decidere e auguro che questa esperienza mi faccia fruire in meglio. Dimostrerò ogni competenza e abilità che ho raccolto nel mio viaggio universitario.

Ho lavorato e sacrificato tanto per giungere al luogo in cui sto. Non intendo arrendermi o tirarmi indietro. Riconoscevo sin dapprima che questo settore sarebbe stato duro e competitivo. Ho conseguito quell'altezza media che mi permetterà di affrontarlo.

Non cesserò nemmeno se capitasse qualcosa di male

Oltretutto una parte dei miei sogni si sta realizzando e non riesco a contenerne l'irrefrenabile vivacità che mi avvolge, sebbene ci sia un eccezione a cui devo ancora rimediare. Quando sarà il momento baderò anche a quello, ma ora come ora per via del mio stage stilistico non devo assolutamente perdere la concentrazione e l'attenzione.

Come ho già specificato andrebbe di mezzo la mia carriera. Dopotutto non è un'opportunità che accade con molta frequenza, specie se questo sogno lo coltivi sin da piccolina. Sarò sotto osservazione da una grande figura della moda mondiale, e dovrò tenerlo sempre ben presente.

...

Mancano cinquanta minuti all'appuntamento e sono qui innanzi ai vasti vestiti sparsi per la camera dell'hotel. Sono notevolmente indecisa. Insomma voglio dare un'ottima impressione, mi presenterò e conoscerò pur una stilista che potrebbe valutare il mio modo di vestire e farsi un'idea generale su che tipo di persona potrei essere. Non voglio che si faccia l'opinione sbagliata attraverso il mio abbigliamento.

«Mmh» esalo, mettendo le dita sulla fronte analizzando ognuna tra le diverse tipologie di indumenti che ho portato.

«Scelgo questo?» indago su un vestito lungo per nulla professionale.

Ah! Non so cosa fare! Mi concedo un attimo di pausa per focalizzare unicamente sulla mia decisione.

«Ma aspetta... Idea!» una soluzione gratificante sfreccia nella mia mente non appena medito su ciò che ho proferito due secondi fa.

Mi catapulto in un trolley ricolmo di abiti professionali, trovando in circa una decina di minuti ciò che avrei voluto indossare.

«Riele! Come hai potuto dimenticarti di questa preziosa valigia salvavita? Sono senza speranze» mi scherno da sola, procedendo a prepararmi.

Posteriormente aver messo tutto ciò che serviva, mi allontano dallo specchio del bagno rintoccandomi la sciarpetta. Indosso dei tacchi neri e una borsa, pronta a sostenere questo colloquio prettamente importante.

L'amica ansia si sta facendo sentire nel mio cuore che sta galoppando a un ritmo tutto suo, spinto da questa emozione fatale, eppure devo restare, al di là dei fatti, tranquilla. Dai che è ora!

Posticipo la chiamata di Rylee, volendole parlarle al ritorno dalla casa di moda. Scusami tanto Ry, mi farò perdonare. Esco dall'alloggio adocchiando l'orario: resta giusto un quarto d'ora. Sorrido. Arriverò puntuale.
La distanza tra l'hotel e la Trevi's Fashion equivarrebbe alla percorrenza tra il Cómodo Hotel e il Local De Sorpresas, di conseguenza sarebbero sui tre o cinque minuti.

"Bene Riele, rilassati, sei quasi arrivata al luogo che tanto bramavi di arrivare da quando hai partecipato al concorso" mi dico nel pensiero.

"Per non parlare di tutto ciò che hai dovuto sacrificare e guadagnare negli ultimi anni."

Mi commuovo al sol ricordo di ogni difficoltà, delle varie crisi e delle lacrime che mi hanno sopraggiunta in quegli intervalli di tempo. Una minuscola goccia si liquefa sulla mia ciglia sinistra, e l'asciugo non smettendo di incurvare le labbra. Non mi pento di alcuna scelta che ho preso per quanto riguarda alla mia sognata carriera da stilista. Desideravo di poterlo cogliere sin da piccina.

Non perdo l'orientamento seguendo le indicazioni dall'applicazione della mappa, sino ad udire la voce di fine tragitto.

«Sei arrivata. La destinazione dovrebbe trovarsi alla tua sinistra.»

Sposto i miei bulbi oculari alla mia sinistra, e le mie orbite esplodono dall'inaspettata costruzione.
Caspiterina, è più prorompente di quanto avevo visto dalle foto in internet! La grandezza potrebbe essere comparata addirittura alla sede centrale. Mi massaggio le palpebre non credendoci ancora e percepisco le mie gambe cedermi dalla tremarella, generata dall'ansia sovraccaricata dall'aspetto della struttura.

«Trevi's Fashion House» leggo dall'affissione color papaya rischiarata. È posta al centro dell'edificio con caratteri cubitali e luci luminescenti.

Calo gli occhi sul viale sterrato composto da ciottoli levigati, ravvedendo il giardinetto in ottime condizioni di tenuta. Mi dirigo su quel viale con i tacchi che riproducono il contatto secco e instabile dei miei passi nell'aria prestigiosa.

«Stai serena Riele, stai serena. Andrà bene. Dovrai soltanto sostenere il colloquio, nulla di allarmante» mi dico con lo scopo di tranquillizzarmi.

Mentre avanzo, certi dettagli disposte nell'area prospera mi balzano nella visuale: dei manichini vestiti con gli abiti marchiati dalla Trevi, adornano magnificamente l'ambiente raffinato. Sono sparsi strategicamente per tutto il prato, lasciando spazio gli uni dagli altri. Curati nel minimo dettaglio.

Non ci devo pensare, non devo agitarmi.
E non devo neppure sottovalutarmi. Se sono giunta qui è perché valgo: ho la passione e il talento necessario per farcela, per quanto questi abiti incantevoli siano di prima vista complicati, riuscirò a crearli anch'io grazie ai consigli che riceverò. Auguro vivamente di poter lavorare nei suoi progetti o perlomeno di apprendere i suoi insegnamenti più da vicino.

Nei pressi dell'entrata mi preparo a coricare una mano sulla maniglia argentata delle porte accoglienti.
Bene, devo entrare. Spingo l'impugnatura del manico e le mie pupille si chiudono al respirare un'aria dolciastra come di una fragranza mielata. È flebile e intenso nella medesima circostanza, ed essa circonda ciascun mio minuscolo movimento. Anche quello più banale. Vero, la Trevi's Fashion House produce profumi anch'essi popolari.

«Buongiorno. Come posso aiutarla?» distinguo ad una certa distanza non molto chiara.

Li apro avvistando una donna dagli occhi a mandorla sui ventisei anni d'età, dalla carnagione affine al cappuccino accompagnata da una stupenda e lunga chioma color pece completa di una frangia coricata sopra le sopracciglia. Mi sorride in maniera lucente mostrando le gengive, simili alle splendenti file dei lampadari presenti sopra le nostre teste.

L'atrio è di gran lungo vasto e riveste di una gradazione perlacea mista al dorato. Procedo sul tappeto bordeaux per avvicinarmi alla donna dalle maniere ospitali, almeno da questi primi secondi.

«Salve, il mio nome è Riele Downs. Avrei un appuntamento con la signora Trevi, precisamente alle 09:40 a.m e mi hanno informata che dovrei rivolgermi alla responsabile dell'accoglienza. Può aiutarmi?» comunico, scorgendola prendere un'agenda subito dopo che ha inteso i miei nominativi.

Distoglie l'attenzione dall'agenda a me.

«Sarebbe la stagista che dovrebbe iniziare il tirocinio da noi? La stessa che ha vinto il concorso organizzato, laureandosi alla University Fashion di Toronto?» mi identifica prudente, calando il quadernino dal suo fronte visivo che le mostrava un poco di viso.

«Sì, sono io» confermo inarcando un sorriso eccitato causato dall'ansia che si è tramutata in adrenalina.

La medesima esegue un passo a ritroso per porgermi un saluto conoscitivo con la mano.

«Piacere e benvenuta signorina Downs. Sono colei che sta cercando. Mi presento: Arai Nolet, principalmente sono la segretaria della signora Trevi e talvolta ricopro il ruolo di accoglienza al pubblico» si presenta spostandosi da dietro la sua postazione al mio e le noto un abito ricamato con dei colori neutri, decisamente professionale.

Mi sistemo di spinta il colletto. Non mi dispiacerebbe indossarlo se fosse la divisa consueta. Anche il vestito che ho scelto è professionale, tuttavia non quanto il suo.

«Prego, mi segua. Rebecca Trevi la sta attendendo» procede alla volta di un corridoio posizionato alla sinistra della sua postazione iniziale. Non mi freno nel seguirla.

Chissà quanti altri dipendenti lavorano in quest'edificio a quattro piani. Discerno in un'altra corsia, collocante alla mia destra, tre individui chiacchierare ad un modesto volume di tono, per nulla disturbante, anzi, nelle vicinanze del distributore delle bevande.
Il loro abbigliamento è esemplare anch'essi nei minimi particolari.

«Nel corso di questa breve ascesa verso l'ufficio di Rebecca Trevi, la cui citata dovrà appellarla come signora in aggiunta del suo cognome. Dunque, adesso le spiegherò come sono organizzati i dislivelli della nostra struttura» mi articola cordialmente giungendo e premendo poi il pulsante dell'ascensore, avendo comunque i suoi occhi d'avorio su di me.

Sarà fatto, non c'è problema. Le avrei dato l'appellativo in ogni caso, volendo evitare qualunque equivoco.

«Come avrà potuto riscontrare dall'esterno se ha degli occhi ben curati e vigili, una piccola citazione di Rebecca, ci sono quattro piani suddivisi nella seguente modalità: l'apice è riservato agli uffici della nostra eccelsa stilista insieme ai comparti individuali relativi ai suoi collaboratori più stretti e afferrati, tra cui sono inserita. Susseguendosi con il secondo piano che riguarda gli uffici secondari e le sale riunioni, dove vigono i collaboratori secondari» espone varcando l'apertura che perviene.

«Nella parte intermedia, mi riferisco al secondo, si posiziona il resto del corpo stilistico di questa sede. Il piano terra si concentra sull'accoglimento del pubblico e dei nostri fornitori; in conclusione nel piano sotterraneo puoi scovare la cantina e il distributore degli snack, bevande ed elementi simili. Per chiarimenti o dubbi, non abbia alcun timore di rivolgersi a me» confida, finendo con la sua spiegazione in merito all'organizzazione di questa sede.

Poco prima che le porte dell'ascensore si aprissero al piano selezionato da Arai, lei asserisce un'aneddoto.

«In merito alle illustrazioni sui vari ruoli di ognuno di noi che vanno dal direttore artistico sino allo specialista del Web Marketing, gliene parlerà senz'altro Rebecca. Speriamo non sia occupata in qualche riunione non prevista. Da questa parte» mi mostra avviandosi in un altro corridoio breve, rispetto alla precedente, tuttavia con molte porte.

Anche in quest'altro piano l'odore della Trevi's parfum, con la sua forma stilistica ben lodevole sia sugli abiti che sull'arredamento, invade ogni millimetro esistente coprendo interamente nel suo complesso gli spazi.
Distolgo l'attenzione dal profumo per concentrarmi sull'improvvisa suoneria proveniente da un telefono, appartenente credo alla donna. Quando l'avrà preso dalla postazione in cui si trovava?

«Pronto? Sì, Rebecca. La sto conducendo da te, siamo prossimi» attesta continuando ad inoltrarsi.

Il mio cuore sobbalza per l'esaltazione. È con lei al telefono! È con lei al telefono! Uno sfarzo di adrenalina non fa altro che darmi molta carica. Ci siamo, ci siamo. E questione di secondi e la incontrerò dal vivo! Sarà la prima volta, siccome ci eravamo viste brevemente alla finale del concorso stilistico e nella premiazione tramite una videochiamata a distanza per via delle sue sfilate in corso in quel periodo.

«Questo è la porta dell'ufficio della donna più importante di questa casa di moda» mi preannuncia con l'entusiasmo nelle corde vocali, unito ad un sorriso stellare.

L'esaltazione si accresce nelle mie vene causandomi vari tremiti insistenti. Sono prontissima a conoscerla concretamente. La segretaria continua a dilungare il suo sorriso fino a spingere la maniglia dorata: Eccola.
È lei. In tutta la sua magnificenza. Una tra le stiliste che tanto ammiro e rispetto.

«Benvenuta, signorina Downs» enuncia aperta con uno spruzzo di solarità, muovendo vigorosa il labiale.

D'accordo potrei svenire in pace dopo questo saluto vitalizzante.

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Angolo Autrice:

Ciao a tutti e bentornati nella ripubblicazione dei nuovi capitoli!! Qui è sempre la vostra cara Cloli19 che vi scrive! Bentrovati al tanto atteso proseguimento con il capitolo 19. La nostra adorata Riele è finalmente arrivata nell'impresa di moda della stilista da lei molto apprezzata, e ora dovrà fare i conti direttamente e di persona con lei tramite un colloquio conoscitivo. Che ne pensate di questo capitolo di ripresa? Fatemi sapere senza alcun timore nei commenti.

Che bello essere ritornata da voi, miei cari ;)

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