16. La fuga - Parte 1

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Quando Luana si rese conto del fatto che l'alieno dagli occhi dorati doveva essere tornato in sé, inizialmente rimase talmente stupita da non riuscire nemmeno a formulare un pensiero coerente.

Non riusciva a smettere di fissare la figura di Kisshu ancora immobile in ginocchio davanti a lei, e non era il dolore delle ferite a tenerla inchiodata al pavimento, ma il timore che si trattasse dell'ennesima trappola escogitata da Kevin.

Non riusciva, infatti, a capire come il proprio protetto fosse riuscito a liberarsi, dal momento che il loro nemico aveva affermato con sicurezza di avere intrappolato permanentemente la sua coscienza senza possibilità di risveglio.

Tuttavia, nell'istante in cui intercettò l'ombra di un debole sorriso aprirsi sulle labbra del proprio compagno di squadra, ogni perplessità provata precedentemente svaporò come neve al sole, sostituita da una sensazione di gioia profonda.

Decise che, in fondo, non le importava come Kisshu fosse riuscito a tornare in sé, se fosse perché il suo aguzzino le aveva mentito, oppure perché aveva calcolato male le sue mosse e tralasciato qualche importante dettaglio. Tutto ciò che contava, in quel momento, era che l'alieno dagli occhi dorati fosse vivo e vegeto e, soprattutto, libero dal giogo mentale di Kevin.

Pur sapendo benissimo quanto fosse rischioso dare le spalle al suo assalitore, la Mew alien non riuscì a trattenersi e, in un attimo, si ritrovò a balzare in piedi, precipitandosi tra le braccia del proprio protetto, completamente dimentica del dolore lancinante causato dalle ferite.

- Grazie al cielo! - una volta che lo ebbe raggiunto, lo strinse in un abbraccio disperato, mentre calde lacrime di sollievo le rigavano le guance. - Ho temuto che saresti morto!

Kisshu riusciva a malapena a reggersi sulle ginocchia e quando la ragazza lo strinse a sé rischiò di rovinare a terra. Si sentiva debole e svuotato, come se avesse combattuto una battaglia all'ultimo sangue durata giorni, eppure accolse di buon grado il calore familiare della pelle di Luana contro il proprio petto. A fatica, sollevò una mano fino ad accarezzarle lentamente la guancia, solo per scoprire che il volto di quest'ultima era ricoperto di tagli e lividi.

- Anche io ho temuto... - rispose, con un filo di voce. - che cosa ti ha fatto quel mostro?!

Luana lo sentì barcollare nuovamente tra le sue braccia e in quel momento si rese conto che, nonostante egli non avesse riportato alcuna ferita esterna, l'intrusione mentale subita doveva averlo provato parecchio, esattamente come era capitato a lei il giorno in cui era riuscita a smascherare Kevin.
Si affrettò ad allentare la presa, anche se farlo le provocò quasi un dolore fisico.

In verità, avrebbe voluto stringerlo tra le braccia per ore, rifarsi dei momenti in cui aveva temuto di non poterlo mai più guardare negli occhi, di non poter più avvertire il calore della sua pelle, tuttavia, era anche acutamente consapevole che concludere la loro missione e uscire vivi da quello scontro doveva essere la loro priorità.

- Non c'è tempo per spiegare. Ti racconterò tutto quando saremo al sicuro. Per ora ti basti sapere che Kevin vuole ucciderci. - rispose, lanciando un'occhiata preoccupata al corpo di quest'ultimo, che in quel momento giaceva ancora riverso al suolo e immobile. - Riesci a camminare?

- Non ho ancora il pieno controllo dei miei movimenti, ma con un appoggio dovrei farcela.

La ragazza soppesò la situazione per qualche secondo, poi annuì e si piegò sulle ginocchia, in modo che Kisshu potesse passarle un braccio attorno alle spalle. - D'accordo, proviamo! - Lo incitò, sollevandosi lentamente e sperando con tutta se stessa di riuscire a reggere il peso del giovane. Normalmente sarebbe stata in grado di farlo senza problemi, ma dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare quel giorno, non era del tutto sicura delle proprie forze.
Fortunatamente, il suo corpo, nonostante fosse coperto di lividi ed escoriazioni e probabilmente vantasse anche qualche osso rotto, decise di collaborare senza troppe proteste.

- Non è andata male. - sospirò l'alieno, una volta che furono entrambi in piedi e in grado di mantenersi in equilibrio. - Ora come procediamo? Scappiamo?

Lei scosse la testa con decisione, allungando un braccio per indicare i macchinari del laboratorio. - Prima dobbiamo distruggere i dati. Poi scappiamo. - rispose in un sussurro, sforzando di muoversi in avanti un passo dopo l'altro, nonostante le facesse male ogni centimetro di pelle e il braccio sinistro le lanciasse fitte lancinanti.

A giudicare dallo sguardo perplesso del suo protetto, era chiaro che quest'ultimo non comprendeva appieno il motivo che spingeva la ragazza a voler distruggere il lavoro di Pai.
Tuttavia, il giovane era anche consapevole di avere solo una vaga idea riguardo quanto fosse successo ai suoi compagni di squadra durante quelle ore, quindi non fece domande e si limitò a seguirla faticosamente, lanciando spesso occhiate alla sua sinistra per controllare che Kevin fosse ancora svenuto.

Anche Luana iniziava a sentirsi sempre più in ansia, soprattutto viste le loro scarse capacità di movimento. Se il nemico si fosse ripreso non avrebbero saputo come difendersi: Kisshu sembrava troppo esausto anche solo per camminare senza un aiuto, figuriamoci per combattere o per teletrasportarsi, e lei, sebbene non si sentisse così debole, era disarmata e ferita, quindi altrettanto inutile.

- Sai come si cancellano i dati di questi stupidi macchinari, vero? - chiese nervosamente al proprio compagno di squadra, una volta che ebbero raggiunto la loro meta.

- Sì. - rispose Kisshu a fatica, gli occhi serrati nello sforzo di mantenersi in equilibrio. - Vuoi proprio cancellare tutto?

- Formattare. Come se non fosse mai esistito nulla.

L'alieno le lanciò un'occhiata interdetta, ma, ancora una volta, decise di fidarsi. -Allora dobbiamo usare la tastiera su quel pannello. - Le spiegò, indicando lo stesso quadrante che la Mew alien aveva tentato di raggiungere prima di essere fermata dal suo aguzzino.

Quest'ultima esultò intimamente non appena si rese conto di avere effettivamente avuto l'intuizione giusta, trionfo che crebbe ulteriormente quando notò che, poco distante dal quadrante, nell'angolo sinistro della stanza, giaceva anche uno dei suoi Sai. - Coraggio, muoviamoci!

Percorrere quell'ultimo tratto di laboratorio si rivelò più facile del previsto, forse grazie alla tenue speranza che si era accesa nell'animo della Mew nera oppure alla provvidenziale vicinanza del muro che fungeva da supporto.

- Va' pure a prendere la tua arma, qui me la cavo da solo. - affermò Kisshu, una volta giunti a destinazione.

- Sei sicuro?

- Certamente, credo di essermi ripreso un po'. E poi mi sei più utile come combattente che come informatica.

Lei lo squadrò dubbiosa: non le pareva affatto che l'alieno avesse ripreso le forze, anzi, ogni secondo che passava appariva sempre più pallido e sudato, come se il solo restare cosciente gli costasse una fatica immane. Però dovette, suo malgrado, dargli ragione riguardo la propria inutilità in campo informatico, dato che non aveva assolutamente idea di come formattare i dati del computer principale.

L'alieno, tuttavia, non le lasciò il tempo di terminare le sue elucubrazioni, perché prima che potesse protestare ulteriormente, si era già allontanato senza troppi complimenti. - Muoviti. Non abbiamo tutto il giorno. - La rimbrottò, permettendosi perfino di assestarle una pacca non troppo gentile sul fondoschiena.

-Va bene, va bene! - sibilò Luana, piccata, affrettandosi ad allontanarsi da lui. - E io che mi sono perfino data pena per la tua salute...

Nonostante le proteste, quando finalmente le sue dita entrarono in contatto con l'impugnatura del Sai si sentì improvvisamente più al sicuro, per quanto si trattasse di una sensazione immotivata, dal momento che non era comunque in grado di usare quell'arma alla perfezione e senza i geni del gatto domestico non poteva contare sull'ausilio di nessun potere speciale. "È comunque meglio che affrontare Kevin disarmata..."

Stava per affrancare l'arma all'interno della propria veste quando ebbe un tuffo al cuore, colta da un orribile presentimento. Era stata così presa dal suo compito di cancellare i dati che stupidamente non aveva più tenuto sotto controllo le condizioni del suo nemico.

Si voltò di scatto, appena in tempo per percepire un minaccioso baluginio metallico farsi strada dal centro della stanza in direzione del proprio protetto, proprio mentre quest'ultimo premeva il tasto di cancellazione dei dati.

- Kisshu, attento! - Prima che Luana potesse terminare di pronunciare quelle parole, il sigillo si era già attivato e il suo istinto aveva avuto la meglio sulla ragione. In un istante, si ritrovò a spiccare un balzo fulmineo verso l'alieno dagli occhi dorati, riuscendo a gettarlo a terra appena prima che una lama acuminata si conficcasse nel muro dove, fino a pochi istanti prima, c'era stata la sua testa.

Rovinarono a terra entrambi, cozzando violentemente contro il pavimento.

La ragazza gemette, mentre nuove stilettate di dolore le invadevano il braccio, mozzandole il fiato. Avrebbe voluto assicurarsi che Kisshu stesse bene, tuttavia non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che vide con orrore un'ombra fin troppo conosciuta torreggiare su di loro.

Spinta dalla forza della disperazione, riuscì a sollevare il suo Sai appena in tempo per intercettare il pugnale del nemico.

Lo scontro tra le due lame fu talmente violento che la Mew alien rischiò di capitombolare nuovamente a terra a causa del contraccolpo. - Kevin! Ti prego, fermati! - boccheggiò, riuscendo a stento a reggersi in ginocchio.

Kevin si limitò a squadrarla con espressione feroce e a tentare un altro affondo, senza pronunciare nemmeno una parola.

Pareva che la rabbia gli avesse fatto perdere completamente il lume della ragione, e la ragazza non poté far altro che tentare di resistere come poteva alla sua furia, resa ancora più cieca dalle ferite subite.

Il tridente di Kisshu, infatti, gli aveva aperto un profondo squarcio sul fianco che sanguinava copiosamente, bagnando il pavimento del laboratorio di rosso cremisi. Doveva provare sicuramente una sofferenza atroce, eppure egli riusciva a combattere ugualmente, spinto da un invidiabile quanto folle senso del dovere verso i propri superiori. Senso del dovere che lo avrebbe senza dubbio portato alla morte.

- Kevin, ascoltami! - Luana, dopo aver parato a stento l'ennesima stoccata, tentò nuovamente di farlo ragionare. - Non deve andare a finire così per forza! Nessuno ti obbliga a sottostare agli ordini dei tuoi superiori! Ti hanno già ferito innumerevoli volte e non gli importerebbe nemmeno se tu morissi a costo di catturarci! Perché ti avrebbero mandato qui da solo, altrimenti?

- Sta' zitta! Stai solo cercando di confondermi per salvarti la vita! - Nonostante le sue parole, sputate rabbiosamente tra i denti, il colpo dell'alieno risultò meno centrato e per la giovane fu facile respingerlo.

- Lo sai che non è così Kevin! Anche pensando a tutto il male che hai causato, non riesco a credere che tu non sia altro che un assassino! Dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme come compagni di classe, non posso negare di essermi affezionata a te! Mi dispiacerebbe se tu morissi per colpa mia!

- Ho detto... sta' zitta!

Questa volta il fendente ricevuto fu così potente da far perdere l'equilibrio alla giovane, la quale fu sbalzata all'indietro e andò a schiantarsi nuovamente sul pavimento, a pochi passi dal muro dove si trovava il suo compagno di squadra. Tentò di rialzarsi il più rapidamente possibile, ma ormai era troppo tardi e Kevin, naturalmente, non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire l'occasione.

-Avresti dovuto sottostare alle mie regole quando ne avevi la possibilità, ragazzina. Ora, dato che hai deciso di ribellarti, ucciderò anche quel patetico traditore che tu ami tanto! -affermò l'alieno dagli occhi verdi, avvicinandosi alle sue prede in modo tanto repentino che la ragazza quasi non riuscì a vederlo.

Prima che potesse rendersi conto di ciò che stava accadendo, Kevin torreggiava già sopra di loro e lo spadone che fino a quel momento aveva tenuto legato in vita stava calando inesorabilmente verso il collo di Kisshu.

- No! - Luana si gettò disperata verso il proprio protetto, afferrandogli un braccio con l'intenzione di trascinarlo via. Sapeva che era inutile e che non sarebbe riuscita a salvarlo da quel colpo mortale, ma al tempo stesso sentiva di non potersi arrendere.

"Non lo lascerò morire! Devo salvarlo, a ogni costo!"


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Spazio autrice:

Va bene, potete ammazzarmi. Non solo vi ho fatto attendere sei mesi, ma ho pure pubblicato una parte piuttosto breve e con un altro cliffhanger. Mea culpa!

Scusatemi, non sapevo dove altro spezzare la narrazione! E scusate anche per l'immenso ritardo, ma questi mesi sono stati piuttosto caotici: ho provato a lanciarmi nel mondo del lavoro e ho tentato diverse strade e diversi concorsi. Come risultato, sono stata troppo impegnata per riuscire a pubblicare. Questo mese, se tutto va bene, dovrei essere un pochino più libera. Ciò significa che la seconda parte del capitolo potrebbe arrivare già tra una decina di giorni! Forse anche prima! Quindi non disperate.

So che alcuni di voi si sono preoccupati per la mia sparizione improvvisa, vi ringrazio moltissimo per avermi contattata e per la pazienza che avete dimostrato nel continuare a seguirmi, nonostante tutto.

Se avete tempo e voglia vi prego di farmi sapere cosa pensate del capitolo, se vi è piaciuto o meno. Non nascondo che è stato un periodo piuttosto duro per me e mi farebbe piacere ricevere il vostro incoraggiamento.

Grazie ancora a tutti, ci rivediamo tra pochi giorni!

MoonBlack1993

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