3. Tra combattimenti e intrusioni notturne

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Luana aprì la porta balcone della cucina e uscì all'aria aperta, appoggiandosi alla ringhiera impolverata con tutto il peso del corpo. Respirò a pieni polmoni l'aria calda e afosa di metà giugno e lasciò vagare distrattamente lo sguardo lungo le montagne che circondavano la sua piccola città.
Sembrava tutto normale, fortunatamente.

Prese un altro respiro profondo, cercando di distendere i muscoli doloranti: dopo ciò che le era accaduto il giorno prima, le risultava difficile perfino rilassarsi. Addirittura, non aveva chiuso occhio per timore che gli alieni potessero presentarsi nuovamente a casa sua, con la conseguenza che ora si sentiva stanchissima. Senza contare i postumi dell'allenamento a sorpresa contro quel tipo di nome Kisshu, dai modi di fare bruschi e l'atteggiamento da pazzo.

Affondò la testa tra le braccia, sentendosi più morta che viva.
Fino a quel momento, non si era resa conto di quanta tensione avesse accumulato e quanto impatto avessero avuto i tre fratelli Ikisatashi su di lei. A quel punto, il pesante fardello della verità cadde sulle sue spalle più gravoso di un macigno e dovette sforzarsi per non cedere a una crisi di panico.

Le modifiche apportate al suo DNA le avevano permesso di acquisire alcune caratteristiche dei gatti: ora riusciva a vedere molto meglio al buio ed eseguire movimenti che prima le risultavano impossibili, le percezioni del suo corpo erano notevolmente aumentate. Nonostante ciò, non si sentiva per nulla soddisfatta, dato che i lati negativi della faccenda erano altrettanto numerosi: ogni volta che un oggetto luccicante, strisciante o tondeggiante entrava nel suo campo visivo, provava l'istinto quasi irrefrenabile di inseguirlo e addentarlo, se prima adorava la verdura ora il solo odore di vegetali le faceva ribrezzo e, come se non bastasse, qualunque suono di livello superiore a una piacevole chiacchierata uccideva i suoi timpani.
Vedeva perfino in modo diverso. Se prima della trasformazione i colori si differenziavano chiaramente nel suo cervello, ora apparivano leggermente sbiaditi e la vicinanza di due toni simili la confondeva non poco.
Tutto ciò era profondamente ingiusto.

Chi aveva dato loro il diritto di modificare la struttura genetica degli esseri umani? Avrebbero potuto verificarsi anche degli effetti collaterali gravi. Forse la sua vita era stata appena accorciata di qualche decennio!
Si coprì il viso con una mano, cercando di riordinare i pensieri. Non vi era alcun motivo per lasciarsi prendere dal panico.
Dopotutto, nulla le impediva di lasciare il gruppo seduta stante, intimando a Pai di farla tornare normale. Era un suo diritto.

Nonostante l'idea l'allettasse non poco, si rese conto di non volerlo fare. Perché il suo sarebbe stato un gesto a dir poco meschino e codardo.
Il giorno prima aveva promesso di aiutarli, non riteneva giusto abbandonare tutto, tradendo la loro fiducia.

-Luana! -Suo padre, Alain, la richiamò bruscamente alla realtà, distogliendola dal gomitolo intricato dei suoi pensieri.

-Sì? Cosa c'è? -Sobbalzò, voltandosi di scatto.

-Noi usciamo. Andiamo a fare visita ad alcuni zii di tua madre. Sicura di essere in grado di cavartela da sola? A pranzo non sembravi molto in forma.

-Certo, non ti preoccupare. Sono solo un po' stanca! Tra poco rientro e mi faccio un pisolino.

-Brava, ragazza... riposati e poi fa' un po' di compiti, mi raccomando. -Il padre le accarezzò la testa lentamente, affondando le dita nei suoi capelli lucidi.

Per la ragazza fu come se il paradiso fosse sceso sulla Terra, inondandola di calore e luce. Il movimento lento della mano sulla sua nuca la fece scivolare in un mondo a parte, dove non esistevano più gli alieni, né le Mew Mew, solo il piacere. Il profondo, dolce tocco caldo che...

-Che cos'è questo rumore?

Luana, ancora mezza invaghita, aprì un occhio, sforzandosi di ascoltare attentamente. Quello che udì la lasciò interdetta per qualche istante: una specie di suono ritmico, che vibrava insistentemente nel suo petto, nella gola e perfino nella bocca e aumentava in maniera proporzionale alle ondate di nirvana paradisiaco. Inorridì, quando si accorse di essere lei stessa a produrlo. Stava facendo le fusa!

Terrorizzata, interruppe bruscamente il contatto con la mano del genitore, spingendolo a forza dentro casa e chiudendo la porta balcone. -Forse devi andare, papà! Raggiungi la mamma! Ciao, ciao! -Lo salutò nervosamente attraverso il vetro, sperando che non si fosse accorto di nulla.

-Santa pazienza, ci mancava solo questa... -Protestò, tastandosi la gola.

In quel momento, la sua gatta domestica, Bianca, saltò sulla ringhiera marrone, trotterellando allegramente verso di lei, come a voler attirare la sua attenzione per ricevere a sua volta qualche grattino sul muso.

Mentre faceva scorrere la mano tra i ciuffi di pelo candidi, in qualche modo, la giovane si sentì realmente compresa, e gran parte dell'inquietudine che provava scomparve come neve al sole. -Ci credi, se ti dico che sono diventata come te? -Le sussurrò, con un tono di voce appena percettibile.

L'animale ruotò le orecchie all'indietro e si strusciò sinuosamente contro il suo mento, inarcandosi il più possibile verso la ragazza, che si ritrovò con una manciata di peli bianchi in bocca.

-Phuah! -Esordì, disgustata, pulendosi le labbra con il dorso della mano. -Spero, quantomeno, di non diventare anche pelosa come te, altrimenti mi...

In quel momento, fu costretta ad interrompersi, distratta dal ringhio basso e profondo della gatta, che aveva abbassato la coda e drizzato il pelo, cogliendola di sorpresa.

-Che ti prende? -Domandò, guardandosi attorno. "Deve avere avvertito una minaccia. Altrimenti non si comporterebbe così."

In risposta alla sua domanda, quella inarcò la schiena e soffiò più forte che mai, le orecchie appiattite sul capo e le pupille dilatate.
Anche Luana iniziò a percepire una sgradevole sensazione di pericolo e resistette a stento all'istinto di imitare il suo animale domestico, stringendo i pugni sui fianchi e guardandosi attorno nervosamente, alla ricerca di un indizio.
Tuttavia, per parecchi minuti, il suo sguardo non intercettò assolutamente nulla di insolito, tanto che la giovane iniziò a dubitare del proprio istinto. Stava diventando troppo paranoica, doveva smettere di vedere pericoli ovunque andasse! In questo modo non si sarebbe procurata altro che ansia e nervosismo.

Proprio mentre era in procinto di rientrare, udì uno strano trambusto provenire dall'interno della casa, seguito da numerose voci acute e femminili. Trattenne bruscamente il respiro, bloccandosi come una statua di marmo nell'atto di spingere la porta sui cardini. Riuscì a riprendere quasi subito il controllo di sé, rendendosi conto di non potere rimanere lì impalata al centro del balcone: il luogo era fin troppo visibile, l'avrebbero scoperta subito.

Stando bene attenta a non emettere il benché minimo rumore, si acquattò dietro la sedia a dondolo di legno, posizionata in un angolo buio. Quella postazione le permetteva, oltre che di non essere vista, anche di ascoltare tranquillamente il cicaleccio dei misteriosi visitatori, così da riuscire a capire chi fossero e che intenzioni avessero.

Ben presto, tuttavia, si rese conto che la lingua in cui stavano discutendo non era di sua conoscenza, fattore che contribuì ad allarmarla ancora di più.
Ovviamente, non erano gli alieni e neppure le Mew Mew, dato che parlavano italiano.
Lo parlavano? Non riusciva a capire. Dal tono di voce sembravano proprio loro, eppure...
Quando erano irrotte, senza alcuno scrupolo, in casa sua, le era parso che parlassero la sua lingua, ma forse questa apparente comprensione era stata solo merito di Kisshu.

In quel momento, uno dei presenti pronunciò il suo nome in tono forte e chiaro. Grazie a ciò, fu in grado di riconoscere senza alcun dubbio il timbro vocale squillante di Mew Ichigo.
Dunque le sue supposizioni si erano rivelate esatte: le cinque ragazze-animali erano tornate a farle visita.

Il cuore le schizzò nel petto, iniziando a battere all'impazzata.
Costringendo il suo respiro a mantenersi calmo e lento, iniziò ad elaborare alcune ipotesi.
Il giorno prima erano apparse con lo scopo di convincerla ad entrare a far parte del progetto Mew, ma non avevano avuto successo ed erano state costrette a ritirarsi.
Che quel giorno avessero intenzione di ritentare? In quel caso, forse, avrebbe dovuto smettere di nascondersi e dire loro le cose come stavano, ovvero che non aveva alcuna intenzione di venire meno alla parola data agli alieni.
E se avessero voluto costringerla con le cattive maniere? Non poteva rischiare di essere catturata, doveva fuggire da loro il più velocemente possibile. Ma come?

Mentre cercava disperatamente una via di fuga, qualcuno iniziò ad armeggiare con la maniglia della finestra, col chiaro intento di controllare anche l'esterno.
Presa dal panico, si rannicchiò contro il muro pregando perché qualcuno l'aiutasse a capire che cosa doveva fare.
Una volta che le cinque fossero uscite sarebbe stata la fine, non sarebbe più riuscita a celare la sua presenza. Dunque, l'ultima possibilità che le restava era prendere la spilla e trasformarsi, ma dubitava fortemente di potere affrontare le cinque guerriere da sola, uscendone viva.

Proprio mentre stava per arrendersi al destino, il suo sguardo cadde sul gatto, ancora appollaiato in posizione di difesa sulla ringhiera del balcone. I suoi occhi la stavano scrutando attentamente, come a volerle suggerire qualcosa.
Batté le palpebre, riflettendo sul da farsi. Forse le era rimasta ancora una possibilità di farla franca: poteva buttarsi dal balcone e inviare un messaggio di aiuto agli alieni grazie alla spilla. Loro sarebbero accorsi immediatamente, o almeno era quello che sperava.

"Adesso non è il momento di farsi venire dei dubbi. O scappo ora o sono perduta."

Senza ulteriori indugi, poggiò le mani sulla ringhiera sottile, caricando tutto il peso sulle braccia e ondeggiando con il bacino, in modo da ritrovarsi rannicchiata e pronta alla fuga. Il suo corpo eseguì le istruzioni inviate con insolita efficacia, rispetto a quanto non avrebbe fatto qualche settimana prima. Questo significava che, anche se non era trasformata, alcune caratteristiche dei felini permeavano comunque il suo modo di muoversi.
Se aveva subito una trasformazione genetica di tale entità, buttarsi dal secondo piano, per lei, avrebbe dovuto essere un gioco da ragazzi.

Tuttavia, una volta calcolata l'ampiezza del salto da compiere,non riuscì a impedire al proprio animo di lasciarsi sopraffare dalla paura. La terra sotto di lei iniziò a ondeggiare pericolosamente, mentre brividi freddi di terrore rendevano ancora più instabile il suo, già precario, equilibrio.

Deglutì, sentendosi come una fragile figura insignificante sospesa sull'orlo di un baratro. Se avesse deciso di buttarsi, non avrebbe solamente rischiato di rompersi l'osso del collo, quello era il meno. Avrebbe anche dichiarato al mondo intero da che parte stava. Con quel piccolo passo nel vuoto, stava per cambiare le sorti di una lotta tra pianeti.

Strinse i pugni, cercando di ritrovare il coraggio che di solito la caratterizzava.
Sapeva fin troppo bene di non potere permettersi il lusso di lasciarsi catturare. Non voleva che le impedissero di mantenere fede alla sua promessa. Ora che, finalmente, era stata in grado di effettuare una scelta con la propria testa, vi ci sarebbe gettata anima e corpo.

Ferma nella sua decisione, si alzò in piedi e allargò le braccia, pronta ad abbandonarsi al suo destino.
Ora che ci pensava, anche durante quel suo sogno, dove aveva visto Kisshu per la prima volta, si era buttata dalla finestra di una torre senza procurarsi nemmeno un graffio.

Serrando gli occhi con decisione, fece leva sull'articolazione delle ginocchia e si lanciò verso il cielo, proprio mentre Mew Zakuro riusciva a spalancare la porta-balcone e tendeva un braccio per afferrarla.

Il vuoto la avvolse come una condanna, mentre la forza di gravità trascinava il suo corpo inerme verso il terreno ricoperto di cemento. Stava per morire, ne era certa. Fu solo con un enorme sforzo di volontà che costrinse la propria bocca a non emettere un urlo terrorizzato.
Che cosa avrebbero pensato i suoi genitori, vedendo il suo cadavere scompostamente adagiato a terra, al loro rientro? Probabilmente, la prima ipotesi sarebbe stata quella di suicidio. Si sarebbero accorti che, quel giorno, cinque estranee erano apparse a casa sua?

Mentre si lasciava catturare da questi pensieri macabri, si rese improvvisamente conto che qualcosa nel suo modo di precipitare era cambiato, come se il suo corpo si stesse protendendo naturalmente per assorbire l'impatto della caduta senza il minimo sforzo.
Mezzo secondo dopo, avvertì la punta delle scarpe entrare morbidamente in contatto con il suolo e le sue gambe riacquistare stabilità.

Sollevata dal fatto di essere ancora viva, aprì lentamente gli occhi e si guardò attorno con circospezione, cercando di capire dove era atterrata. Si trovava esattamente al centro di un alto muretto costruito per delimitare un enorme parcheggio. Di solito era sempre stipato di autovetture, ma quel giorno pareva insolitamente deserto.

Mentre spiccava un altro salto, per atterrare parecchi metri più in là, udì un grido rimbombare lungo lo spiazzo vuoto. -Ribbon... Mint...

Sollevò lo sguardo verso la fonte del suono e intercettò, con orrore, la figura di Mint puntare la sua arma a forma di arco verso di lei. -ECHO!

Riuscì ad evitare il colpo rannicchiandosi su se stessa, mentre la freccia scagliata dalla nemica andò a schiantarsi, senza fare danni, contro il muro di un'abitazione.
Pur sapendo di non avere alcuna possibilità di fuga, iniziò a correre disperatamente verso la strada principale, sperando di riuscire almeno a evitare i loro attacchi.
Ovviamente non volevano lasciarle estrarre la spilla, così da poterla avere in pugno e fare di lei ciò che volevano. Di questo passo sarebbe morta comunque.

Respirando affannosamente, infilò una mano in tasca, cercando il pulsante giusto per chiamare aiuto. Se almeno avesse potuto teletrasportarsi... ma era troppo presa dal panico per riuscire a concentrarsi sulla propria destinazione.
Alla fine, premette quattro pulsanti contemporaneamente, troppo agitata per ricordarsi quale fosse quello in questione: il cuore le batteva all'impazzata, mentre costringeva le gambe a muoversi il più velocemente possibile. Le pareva di essere sprofondata in uno di quegli incubi dove, per quanto tu possa tentare di sfuggire agli inseguitori, non riuscirai mai a muoverti abbastanza agilmente.

Infatti, proprio mentre stava per raggiungere l'uscita del parcheggio, udì un sinistro sibilo alle sue spalle e riuscì a spostarsi appena prima che l'aria esplodesse, a causa del colpo scagliato da una delle Mew Mew. L'onda d'urto le fece perdere l'equilibrio, mandandola a schiantarsi contro l'asfalto ruvido.

Ignorando i graffi dolorosi sulle braccia e sulle gambe, estrasse velocemente la spilla, nascosta nella tasca dei suoi jeans, e la strinse forte, gridando. -Mew Mew Luana metamorp...!

-Dame! -Ichigo riuscì a interrompere la trasformazione appena in tempo, colpendo la mano della giovane con un calcio ben assestato.

Luana avvertì la superficie metallica dell'oggetto scivolarle tra le dita e, contemporaneamente, qualcuno afferrarla per le spalle, costringendola a stare ferma. -Non voglio venire con voi! -Gridò, con quanto fiato aveva in gola, dimenandosi furiosamente.

La presa che la teneva immobilizzata era poderosa, ma non abbastanza salda da impedirle qualche manovra difensiva. Facendo appello a tutte le sue forze, riuscì a sferrare una gomitata nello stomaco della nemica, che si piegò letteralmente in due e fu costretta a lasciarla andare, con un gemito.

-Zakuro-san!

Nuovamente libera, la giovane si preparò a fronteggiare le altre quattro paladine, che la circondarono immediatamente, come un gruppo di iene fameliche. Per qualche minuto riuscì a tenere loro testa, ma, non essendo trasformata, non poteva muoversi come avrebbe voluto, né sferrare un contrattacco. Ben presto, le sue energie vennero meno.
Bastò un attimo di distrazione per ritrovarsi nuovamente immobilizzata dalla potente frusta di Zakuro. A nulla valsero le grida e i tentativi di fuggire.

-Questa ragazzina è davvero ostinata. Perfino senza l'aiuto della trasformazione, riesce a opporsi ai nostri attacchi. -Osservò Mew Mint, girandole attorno. -Sarebbe davvero un ottimo componente.

La Mew rosa si avvicinò lentamente alla prigioniera e le posò una mano sulla spalla, tentando di rassicurarla. -Va tutto bene! -Disse, sorridendole amichevolmente.

Per tutta risposta, quella le ringhiò contro e la colpì con un calcio al ginocchio.

Retasu trattenne il fiato, scandalizzata, mentre vedeva l'amica rischiare di perdere l'equilibrio. -Ma è una belva! -Gemette, incredula.

Ichigo ridacchiò, massaggiandosi la gamba lesa. -Era solo un esperimento per capire se fosse disposta ad ascoltarci. Ma mi sembra chiaro che è troppo spaventata. Adesso non riusciremmo a convincerla, nemmeno con tutto il nostro carisma.

-Hai controllato che non le abbiano manipolato la mente?

-Non possiamo scoprirlo ora, Retasu. L'unica opportunità che ci resta è ferirla quel tanto che basta da farle perdere i sensi, una volta svenuta la porteremo da Ryou, perché la esamini a dovere. Poi le spiegheremo le nostre ragioni. Forse, conoscendoci, cambierà idea.

La riccia, pur non riuscendo a comprendere nessuna delle parole pronunciate da Mew Ichigo, intuì la minaccia celata dietro al suo discorso e prese a gemere più forte che mai, lottando con tutte le sue forze per fuggire.

L'altra si voltò a guardarla, l'espressione addolorata. -Povera ragazza, ancora non comprende le conseguenze devastanti della sua scelta. -Detto ciò, fece apparire la sua strana arma a forma di cuore. -Purin, immobilizzala. Non voglio che riesca a fuggire.

-Agli ordini, capo! -Una piccola bambina dai corti capelli biondi, raccolti in numerose treccine, avanzò saltellando verso la prigioniera e puntò uno strano strumento a forma di sonaglio contro di lei. Era abbigliata con un costume giallo da combattente di arti marziali, e sul capo svettavano due piccole orecchie da scimmia. Quando si rivolse a Luana, gli occhi color miele liquido le scintillarono di divertimento. -Non sentirai niente, Purin te lo promette! Ribbon Purin ring... INFERNO!

La Mew nera assistette, con orrore, alla paralisi totale di tutti i suoi arti, completamente imprigionati in una sorta di budino appiccicoso. Guardò Mew Ichigo con espressione terrorizzata. Che cosa avevano intenzione di farle?Ucciderla, forse? Vedendo che non collaborava avevano capito di dover passare alle maniere drastiche, decidendo, una volta per tutte, di liberarsi di lei?

A conferma di quell' ipotesi, vide la Mew neko posizionarsi direttamente di fronte a lei, il cuoricino peloso convulsamente stretto tra le dita. -Ribbon Strawberry...

La giovane serrò gli occhi, pregando con tutta se stessa che le cinque cambiassero idea e le chiedessero di discutere civilmente. "Qualcuno mi aiuti! Non voglio morire!"

-SURPRISE!

Se fosse stata in grado di aprire la bocca, avrebbe urlato con quanto fiato aveva in gola. Tuttavia, nello stato di paralisi in cui si trovava, non poté fare altro che attendere, inerme, la potenza del colpo di Ichigo.
Attese...
Ma ciò che avvertì la colse di sorpresa. Un brusco spostamento d'aria, seguito da una fastidiosa sensazione di calore bruciante... e un gemito.
Confusa, aprì lentamente gli occhi.

Con sommo stupore, vide due ventagli rossi protesi nel tentativo di ripararla; l'odore familiare di Pai le riempì le narici riuscendo a rassicurarla. Non era mai stata così felice di vedere qualcuno in vita sua!
Con un colpo di luce, la barriera che la teneva immobilizzata si dissolse, lasciandola cadere in ginocchio. Si accasciò al suolo, come una marionetta alla quale siano stati tagliati i fili, rimanendo immobile, mentre attorno a lei vorticavano i rumori dello scontro. Si sentiva tremendamente stordita, quasi l'avessero picchiata a sangue con una padella di metallo.

-Ehi! -Kisshu apparve dal nulla davanti a lei e la scrollò per le spalle, tentando di farla tornare in sé. -Avanti, alzati! Devi riprenderti la spilla, altrimenti siamo spacciati!

-Kisshu...

-Sì, sì, sono io! Adesso non è il momento di fissarmi con quell'espressione ebete. Io e te dobbiamo occuparci di Ichigo, hai capito?

-Di Ichigo, sì. D'accordo.

L'alieno alzò gli occhi al cielo, innervosito dallo stato di shock in cui la ragazza sembrava essere caduta. -Ascolta, io la attaccherò. Quando sarà abbastanza distratta da non prestare attenzione a te, le prenderai la spilla dalle mani. Okay?

-Okay. -Mormorò Luana, alzandosi lentamente in piedi, le orecchie che le fischiavano come il rombo di un treno impazzito.

Con la coda dell'occhio, vide Kisshu pararsi di fronte a Ichigo, che teneva stretta la spilla della Mew nera senza la minima intenzione di cedergliela.

-Ci si rivede, micetta! -Ridacchiò, estraendo i tridenti e iniziando a combattere.

Luana osservò i due danzare nella lotta, perfettamente in sintonia. Appena uno tentava di ferire, subito l'altra si difendeva con abilità strabiliante e viceversa. Era uno spettacolo stupendo da osservare. Ma, di questo passo, non sarebbero di certo riusciti a rientrare in possesso dell'oggetto per la trasformazione. "Kisshu, muoviti! Fa' qualcosa, qualunque cosa, per distrarla!"

Nonostante i suoi incitamenti mentali, per diversi minuti nulla sembrò cambiare: Zakuro e Retasu continuarono a combattere contro Pai, mentre Purin e Mint se la vedevano con Taruto.
Proprio mentre stava per perdere interesse nello scontro, cedendo allo stordimento causato dalle ferite, l'alieno verde compì un gesto davvero inaspettato: rendendo inefficace l'ennesimo attacco di Ichigo, la strinse forte a sé e unì le loro labbra in un bacio tanto passionale, quanto assurdo.

"C-cosa?" La Mew nera sgranò gli occhi, incredula, avvertendo la sua mente tornare improvvisamente presente a se stessa, come folgorata da una scossa elettrica di enorme potenza.

Sul luogo dello scontro cadde un silenzio tombale, rotto solo dai respiri affannosi dei presenti e dai gemiti di Ichigo, che tentava disperatamente di sottrarsi alle effusioni del suo nemico.
Dato che nessuno sembrava voler approfittare di quegli attimi di stallo, Luana avvertì le mani bruciare dalla smania di agire e decise, per conto proprio, che era quello il momento più adatto per riprendere la spilla.
Senza perdere tempo, si avventò contro la coppietta con tutte le sue forze, interrompendo il bacio tra i due e afferrando Ichigo per la vita, sbattendola contro il cemento duro.

-Ehi, Luana, ma che fai?! -Esordì Kisshu, infastidito, tentando di riacciuffare la sua micetta.

Per tutta risposta, la Mew nera gli lanciò un'occhiataccia che lo inchiodò sul posto. -Sto facendo quello che mi hai detto tu, nel caso non te lo ricordassi! -Incredibile! Quel bacio gli aveva fatto perfino dimenticare il motivo per cui si trovava lì! Roba da non credere.

La leader delle Tokyo Mew Mew cercò di levarsela di dosso, tirandole un calcio diretto allo stomaco, che la fece tossire e piegare in due dal dolore.

Nonostante questo, però, la Mew nera riuscì ad afferrarla saldamente per il collo e a immobilizzarla, saltandole sul torace. -Dovresti saperlo che non si sbaciucchia la gente durante un combattimento. -Cantilenò.

Provava un sinistro piacere nel sentire le sue dita stringersi sempre più forte contro il suo collo, una sensazione di gloria che la riempiva di spavalderia e, al tempo stesso, le faceva paura.

-Lasciami a-andare! -Boccheggiò la Mew rosa, ruotando la testa con disperazione.

Ma la Mew alien non aveva alcuna intenzione di assecondare le sue suppliche. Attese, finché il volto della giovane non assunse una tonalità violacea, dopodiché, si voltò verso Kisshu. -Muoviti! Prendi la spilla! -Gli intimò, piuttosto sgarbatamente.

L'alieno eseguì e, con un gesto deciso, strappò il piccolo monile dalle mani di Ichigo, che stava per perdere coscienza a causa della mancanza di ossigeno.

Quando finalmente si ritrovò libera, iniziò a tossire, traendosi a sedere di scatto. -Ehi, volevi uccidermi?! -Gridò a Luana, massaggiandosi la gola dolorante.

Quella la ignorò bellamente, afferrando la spilla appena recuperata e pronunciando con decisione. -Mew Mew Luana... METAMORPHO- SIS!

Nel suo animo si sprigionò nuovamente quella straordinaria sensazione di potere, mista alla consapevolezza di essere in grado di fare qualunque cosa. Mentre il suo corpo assumeva le sembianze di Mew Luana, si rese conto di avere le capacità necessarie per sopraffare tutti i nemici, e si voltò verso la sua avversaria, con un ghigno piuttosto sadico dipinto in volto.

Proprio mentre stava per riprendere a combattere, Pai le posò una mano sulla spalla, facendola sobbalzare. -Non lasciarti prendere dalla smania. -Le sussurrò all'orecchio. -Rischi di commettere errori che puoi evitare.

La giovane si rese conto di avere stretto i pugni convulsamente e si affrettò a distendere le mani, tremanti, respirando lentamente per dominare le sue reazioni. "È normale che mi senta così arrabbiata?"

-Luana, ho bisogno di un tuo servigio. Dovrai fingere di farti battere da Mew Ichigo e, mentre si distrae, attaccare questa microcamera ai suoi capelli.

-Ma...

-Ti senti in grado di farlo?

La giovane strinse gli occhi, cercando di non lasciare trapelare la profonda insoddisfazione che quell'ordine aveva risvegliato in lei.

Avrebbe preferito impegnarsi in un combattimento all'ultimo sangue. -D'accordo, come vuoi. -Sospirò, facendo ondeggiare nervosamente la coda avanti e indietro.

Le altre Mew Mew, nel frattempo, stavano osservando, meravigliate, le fattezze del suo vestito, così come le orecchie pelose posizionate sul capo. -È identica a Mew Ichigo!

Perfino la Mew neko pareva meravigliata e la stava squadrando sottecchi, in attesa di una sua mossa.

-Ti chiami Ichigo? -Le chiese invece Luana, avvicinandosi lentamente. Ora che si era trasformata, tra loro non vi erano più differenze linguistiche, perché il modo di comunicare degli animali era universale.

-Sì.

-Perché combatti contro gli alieni?

-Perché me lo impone la salvezza della Terra. Perché loro vogliono appropriarsi di tutta l'acqua cristallo presente su questo pianeta, privandolo al contempo di buona parte della sua forza vitale. -Puntò l'arma a forma di cuore contro Luana. -E non posso permettervelo. Preparati a combattere! Ribbon STRAWBERRY SURPRISE!

La giovane fu altrettanto fulminea nel fare apparire il suo bastone nero. -Ribbon LUANA MUSIC!

I due colpi sferrati si scontrarono in un unico potente bagliore, senza che nessuna delle due riuscisse ad avere la meglio sull'altra. Come il giorno prima, in laboratorio, le strabilianti onde d'urto provocarono delle crepe profonde nel terreno, che rischiarono di raggiungere anche le abitazioni disposte lì attorno.

-Non ti permetterò di sottrarre altra acqua Mew alla Terra!

-Gli alieni hanno bisogno dell'acqua cristallo!

Luana osservò la potenza del suo attacco e decise che era giunto il momento di diminuire l'energia, per non rischiare di demolire l'intera zona della città.
Approfittando della sua distrazione, Ichigo spiccò un salto e si scaraventò contro di lei, interrompendo la situazione di stallo che si era venuta a creare.

La Mew nera perse l'equilibrio e rotolò per parecchi metri, finendo per schiantarsi contro un alto cancello di ferro che emise un suono davvero spettrale.

Aggrappandosi alle sbarre metalliche, cercò di rimettersi in piedi, ma i suoi tentativi vennero subito sventati dalla Mew rosa, che la spinse a terra con un calcio e bloccò le braccia contro il suolo -Hai perso, Luana. -Sussurrò, aggrottando le sopracciglia.

Al contrario di ogni aspettativa, la mora sorrise. Un sorriso da folle. -Credi che le tue mani siano abbastanza forti da bloccarmi?! Illusa! Non hai idea di che cosa sono capace di fare quando mi arrabbio! -Eseguendo una straordinaria torsione di polso, riuscì a liberare gli arti superiori, ad afferrare la nemica per i capelli e a strattonarla con forza verso di sé.

Quella emise un gemito di dolore, iniziando a dimenarsi. -Lasciami andare, tu sei completamente pazza! -Non poteva certo immaginare che quest'ultima stesse solo eseguendo gli ordini di Pai e le stesse attaccando la microcamera ai capelli.

Approfittando dei suoi movimenti scomposti, infine, Luana fu in grado di liberare anche le gambe e, facendo appello a tutte le sue energie, riuscì a scagliare la Mew neko ad alcuni metri di distanza. Udì le altre componenti del gruppo emettere urla spaventate, ma non vi fece caso.

Era ora di chiudere la partita, tra poco i suoi genitori sarebbero rientrati, e non aveva certo intenzione di farsi scoprire in quello stato. -Ribbon LUANA MU...

-NO! -Un grido disperato la costrinse ad interrompere la frase.

Sgranò gli occhi, quando si rese conto che era stata proprio Ichigo a contestare. -Non occorre che tu distrugga la città, oggi. Ci ritiriamo noi. Ma sappi che torneremo, per farti rendere conto dello sbaglio che hai commesso.

-Sai benissimo che non ti ascolterò, Ichigo. Lo sai talmente bene che non hai esitato ad attaccarmi.

La Mew rosa strinse le labbra. -Tu sei nata sul pianeta Terra. Come puoi schierarti contro di esso?

-Al pianeta non succederà assolutamente nulla se verrà privato di una parte di energia. Gli alieni vogliono solamente godere di una vita migliore. Vuoi forse negargli questa possibilità?

Ichigo aprì la bocca per ribattere, poi parve cambiare idea e si voltò rigidamente verso le sue compagne. -Per oggi, credo convenga ritirarsi. Siamo stanche e, di questo passo, non concluderemo nulla.

Zakuro annuì lentamente. -Sono d'accordo. Avanti, andiamo. -In un bagliore di luce, le cinque combattenti svanirono, così come erano comparse.

Mew Luana rimase per qualche istante a fissare la strada vuota che si estendeva davanti a sé. Cadde nuovamente in ginocchio, sentendosi stanca come se avesse corso per cento chilometri, senza bere né mangiare.

-Stai bene? -Le domandò Taruto, svolazzandole attorno con aria preoccupata.

La giovane annuì, passandosi una mano sul volto, per liberarlo dalla sporcizia. -Vi ringrazio per essere accorsi in mio aiuto...

Pai la squadrò di sottecchi. -Era un nostro dovere, umana. Adesso sei sotto la nostra protezione.

Kisshu emise un verso sarcastico, alzando gli occhi al cielo. -Non che tu ne abbia bisogno. Sei riuscita a tenere testa a Mew Ichigo da sola. E lei ha molta più esperienza di te.

Luana incrociò le braccia al petto con fare sostenuto. -Forse anche tu riusciresti ad avere la meglio su di lei se non ti fermassi a pomiciare nel bel mezzo di un combattimento. -Lo smontò, rivolgendogli uno sguardo di sfida.

-E questo che cosa c'entra?! Il mio obiettivo era quello di distrarla, e ci sono riuscito benissimo!

-Oh certo! E allora perché quando le sono saltata addosso hai iniziato a piagnucolare "Ehi Luana ma che fai?!" -Lo prese in giro, imitando alla perfezione il suo tono infastidito. -Avevi in mente qualcosa di sconcio, ammettilo!

L'alieno strinse i denti, rivelando due canini lucidi e perfetti. -Ti conviene smetterla, se non vuoi fare una brutta fine. -La minacciò, facendo apparire uno dei tridenti e puntandoglielo contro.

-Kisshu. -Pai lo bloccò appena in tempo, strattonandolo all'indietro. -Non è il momento di litigare.

Lui strinse convulsamente le due armi tra le mani, fissando la Mew nera con sguardo assassino. -Odio questa ragazzina! Mi manda in bestia! Prima o poi la ammazzerò! -Ringhiò, senza prevedere le conseguenze della sua frase.

La giovane, infatti, scattò in piedi come una furia e gli puntò un dito contro il petto. -Bene! Allora perché sei venuto a salvarmi insieme agli altri?! Potevi lasciarmi morire, ti saresti risparmiato la fatica!

-La prossima volta non verrò, sta' tranquilla.

-Che razza di ingrato! Dopo che ho ascoltato le tue richieste di aiuto e sono entrata a fare parte del vostro gruppo, tu osi ancora lamentarti! -Ringhiò, stringendo i pugni rabbiosamente. Sentiva già il sangue salirle alla testa, di questo passo si sarebbero uccisi sul serio.

-Luana sei riuscita ad attaccarle la microcamera ai capelli? -Saltò su Taruto, sperando di riuscire a distrarla.

-La microcamera... Sì! Mi è costata molta fatica afferrarla e trascinarla, ma alla fine ce l'ho fatta.

-Perfetto. -Si congratulò l'alieno viola, sfregandosi le mani, soddisfatto. -Non avremmo potuto chiedere di meglio.

-Grazie, Pai... ora è meglio che vada. Devo lavarmi prima che ritornino i miei familiari, altrimenti si chiederanno che cosa ho combinato.

-Ti avvertirò quando avremo bisogno.

Luana annuì e sorrise. -Grazie ancora. Ciao Taruto. -Li salutò allegramente. Si sentiva molto più rilassata ora che aveva avuto modo di sfogarsi mediante un po' di esercizio fisico. -E tu! -Sbottò, rivolgendosi a Kisshu, il quale si voltò a guardarla con aria di sufficienza. -Sappi che se avvertirò la tua presenza mentre sono in bagno, non te la caverai solo con qualche livido. Intesi?!

Quello alzò gli occhi al cielo. -Perché mai dovrei guardarti mentre fai il bagno? Non devo più tenerti d'occhio e non provo alcuna attrazione verso di te. -La punzecchiò malignamente.

-Perfetto. Era solo un avvertimento. Ci vediamo. -Con un balzo poderoso, raggiunse nuovamente il suo balcone e trovò ad accoglierla il gatto bianco, rimasto ad aspettare comodamente sdraiato sulla sedia. -Tu sei stata tutto il tempo a poltrire e hai lasciato a me il lavoro sporco... che razza di gatta scansafatiche sei?!

Quello non si degnò nemmeno di prestarle attenzione e rimase acciambellato come un morbido cuscino di pelo, senza muoversi di un millimetro.

Consapevole che il tempo di solitudine a sua disposizione stava per terminare, si affrettò a preparare la vasca, riempiendola di acqua bollente fino all'orlo e immergendovisi con un sospiro di sollievo.

Rispetto a poche ore prima, i suoi pensieri erano pervasi da un grande ottimismo che leniva la fatica sopportata in quei due giorni: nonostante i numerosi cambiamenti che era stata costretta ad affrontare, amava le qualità che emergevano in lei durante i momenti di scontro. La rendevano diversa da tutti gli altri, un personaggio interessante, finalmente. Durante tutto il corso della sua esistenza era sempre stata considerata come una persona riservata che non amava porsi al centro dell'attenzione, né possedeva particolari qualità di cui vantarsi. Semplicemente, viveva lasciandosi eclissare dal mucchio.

Non che quella situazione le dispiacesse, però non si era mai sentita veramente importante per nessuno... aveva creduto di dover continuare ad accontentarsi del suo triste anonimato per tutta la vita. Sorprendentemente, invece, gli alieni avevano trovato in lei qualcosa di speciale, un tratto che pochissime ragazze possedevano, e ora la consideravano un tassello importantissimo nella riuscita del loro piano.

In un certo senso, quell'improvviso essere posta sotto le luci della ribalta le procurava un sottile piacere. Era consapevole di quanto le sue sensazioni denotassero un certo infantilismo, tuttavia, non trovava nulla di sbagliato nel voler godere della propria popolarità.
Mentre si distendeva completamente, lasciando il proprio corpo abbandonato all'acqua, convenne che, tutto sommato, era contenta di essere diventata uno scherzo della natura.

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-Come sarebbe a dire "Non abbiamo potuto fare niente?!" -Ryou sfogò la sua frustrazione, scagliando un pugno contro il monitor di un computer, che vibrò per il contraccolpo. -Siete sempre uscite vittoriose dagli scontri contro gli alieni, l'anno scorso! Com'è possibile che una sola ragazzina possa fare la differenza?!

Retasu si fece piccola, piccola di fronte al suo scoppio di rabbia. -Eravamo riuscite a catturarla e a strapparle la spilla. -Tentò di spiegare debolmente. -ma poi... sono arrivati i rinforzi...

Ichigo deglutì e affiancò l'amica, con l'intento di darle man forte -Quella Mew Mew non scherza. È riuscita a tenermi testa senza l'aiuto di nessuno.

-Maledizione, Ichigo! Quanto può essere forte una neo Mew Mew? È da più di un anno che vi allenate! Non può essere più forte di voi cinque messe insieme!

La Mew rosa aggrottò le sopracciglia, irritata. -Che cosa ne vuoi sapere tu?! Non hai visto come combatte, il modo in cui si muove! Sembra naturalmente portata per la lotta! Non riesco a prevedere in alcun modo le sue mosse!

-Continuo a credere che l'abbiate sottovalutata!

-Allora vai tu a combattere contro di lei, visto che la sai tanto lunga! -Sbraitò, stringendo i pugni. -Durante i primi minuti di scontro è anche probabile che l'abbia sottovalutata, ma mi sono immediatamente resa conto del suo potenziale! Non sono stupida e... cielo quanto mi fai imbestialire!

Il giovane rimase completamente disarmato di fronte allo scatto di rabbia improvviso della ragazza, ma lei non se ne curò e continuò ad aggredirlo, sempre più rossa in volto. -Sei sempre convinto di essere superiore agli altri, di essere il dio dalle idee geniali, che non sbaglia mai! Sai che ti dico?! Io non ci sto più!Visto che non ti decidi a prendere almeno in considerazione le nostre opinioni, ho deciso che me ne vado. Parto per l'Inghilterra domani, insieme ad Aoyama, con cui passerò il periodo più felice della mia vita! -Urlò, con voce tremante, mentre annullava la trasformazione e usciva dal locale, sbattendo furiosamente la porta.

-Ichigo! -gridò Retasu, inseguendola all'esterno per farla rientrare.

-Mi dispiace dirlo, ma stavolta Ichigo ha pienamente ragione. -Puntualizzò Mint, squadrando il ragazzo con aria di muto rimprovero. Dopodiché, si affrettò ad uscire a sua volta, le braccia incrociate sul grembo come una vera nobile.

-Anche Purin viene con voi!

Nel locale semivuoto rimase solamente Zakuro, comodamente seduta, a gambe incrociate, su una delle sedie riservate ai clienti.

-Quella ragazza è davvero così forte? -Chiese il biondo con aria dubbiosa, alternando sguardi piuttosto ansiosi verso la porta ad altri irritati verso il soffitto.

-Sì. Perfino io sono rimasta sorpresa.

Calò il silenzio. Ryou prese a passeggiare nervosamente, portandosi una mano al mento con fare professionale. Dopo quella che parve un'eternità, l'entrata del caffè si riaprì, rivelando un' Ichigo ancora decisamente irritata, scortata all'interno dalle tre amiche.

Lui si voltò a guardarla freddamente. -Ho deciso. Per me non ci sarà alcun problema se partirai. In questo periodo hai effettivamente bisogno di staccare la spina.

La giovane parve sorpresa, nonostante tutto. Tuttavia, si affrettò a nascondere i suoi sentimenti, voltandosi verso la finestra a forma di cuore. -Come pensi di fare, senza di me? Con solo quattro combattenti la situazione peggiorerà.

-Creeremo un nuovo tipo di gene: uniremo il gatto selvatico al coniglio, l'unico esperimento che per ora sia riuscito. E lei sarà la Mew Mew più potente di tutte.

Ichigo strinse le labbra e si portò le mani al petto, cercando di sentirsi soddisfatta dalla notizia. In realtà aveva ancora qualche dubbio riguardo la sua scelta.

Non si aspettava che Ryou avrebbe approvato senza protestare. -Bene. Allora non avrete più bisogno di me. Posso andarmene senza avere pesi sulla coscienza.

In quel momento, Keiichiro apparve dalle cucine, portando con sé la sua solita aura di serenità. -Ichigo-san, tu resterai comunque la leader del gruppo e, qualora decidessi di tornare, ti accoglieremmo a braccia aperte. Ormai non siamo più legate a te solamente da questioni professionali. Ti siamo tutti affezionatissimi!

-Già! - Gli fecero eco Retasu e Purin.

-Grazie ragazzi! Anche io vi voglio bene. -Sospirò la Mew neko, sorridendo tristemente. -Magari, questo viaggio sistemerà tutto.

-Quanto ci vorrà perché il gene sia pronto? -Domandò Zakuro, lasciando come sempre prevalere il lato pratico su quello sentimentale.

Ryou sospirò. -Non saprei con esattezza... probabilmente qualche mese! -Si passò una mano davanti al volto con aria stanca. -La genetica è una scienza difficile da studiare e ancor più da sperimentare... speriamo solo di avere successo.

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Nel frattempo, gli alieni, che grazie alla microcamera nascosta nei capelli della leader avevano ascoltato tutto il discorso fin dal principio, stavano discutendo animatamente sul da farsi.
Inutile dire che i futuri piani del creatore del progetto li avevano fatti allarmare. Se davvero aveva intenzione di creare una nuova paladina, allo scopo di sostituire Ichigo e superare il talento di Luana, dovevano correre subito ai ripari prima che la situazione volgesse a loro sfavore.

-Non possiamo arruolare anche noi altre Mew Mew, per contrastarle? -Propose Taruto, volteggiando per la stanza come una trottola.

Kisshu sorrise e scosse la testa. -Secondo me dovremmo provare a mettere la nostra umana ulteriormente alla prova...

Pai lo fulminò con lo sguardo. -È assolutamente rischioso! Non tollero che la tua avversione nei suoi confronti ti porti a farle rischiare la vita. Hai idea di quante scocciature avremmo, se dovesse morire?

-Sono sicuro che non le succederà nulla. Voglio solo capire fino a che punto può diventare potente.

-Dovremmo avvertirla immediatamente, in quel caso. Si tratta di una questione troppo importante per attendere l'indomani. Potrebbe anche decidere di non volerlo fare.

L'alieno più piccolo annuì energicamente. -Mandaci Kisshu. Dopotutto, è lui che ha avuto questa bella pensata. Non voglio andarci di mezzo anche io.

L'oggetto della discussione alzò gli occhi al cielo, con aria scocciata. -A quanto pare tocca sempre a me. Siete degli scansafatiche. -Li accusò, stiracchiandosi stancamente. -Come volete. Non lamentatevi se la vedrete comparire con un occhio nero.

Senza aggiungere altro si teletrasportò riapparendo immediatamente nella camera della ragazza.

La zona era completamente immersa nell'oscurità, eccezion fatta per qualche spiraglio di luce che filtrava malinconicamente dalla finestra illuminando il corpo di Luana, profondamente addormentata con la faccia nascosta sotto le coperte.

Il suo respiro lento e profondo si poteva avvertire anche da quella distanza.
Il ragazzo si avvicinò con cautela e scostò il morbido copriletto rivelando il volto della ragazza circondato dai morbidi capelli ondulati.
Messo di fronte all'evidenza, dovette ammettere che era proprio carina; il sonno le donava quell'aria femminile che durante il giorno le mancava.
Come in preda ad uno stato ipnotico, si avvicinò...ansioso di riscontrare nuovamente i tratti fisionomici che la accumunavano con Ichigo e magari...

In quel momento però, come rispondendo ad un segnale invisibile, Luana aprì gli occhi e si protese verso di lui, trovandosi con il volto di Kisshu posizionato ad un millimetro dal proprio.

Sgranò gli occhi, completamente spaesata, dopodiché, senza nemmeno rendersene conto, cacciò un urlo davvero portentoso che si protrasse a lungo lasciandola senza fiato dallo sforzo. -AIUTO! C'E' UN MANIACO IN CAMERA MIA! -Sbraitò, coprendosi la faccia congestionata con il cuscino.

Di colpo tutte le luci della casa si accesero e i genitori fecero irruzione nella camera con una mazza da baseball in mano -Cosa succede?!

Luana emise un gemito, troppo sconvolta per rispondere. Kisshu era sparito chissà dove, ma ella era sicura che prima o poi sarebbe ricomparso per interrompere il suo sonno.

Quando finalmente riuscì ad articolare una frase si ritrovò ad emettere parecchie ingiurie -Gliela faccio pagare a quel cretin...

-Cosa?

Si rese conto solo in quel momento che i suoi genitori erano presenti nella stanza.

Si affrettò a rassicurarli. -Niente, niente...era solo un incubo...tornate a dormire! -Sorrise, sperando di essere stata convincente.

Fortunatamente i due erano troppo stanchi per rilevare le menzogne, perciò non porsero domande e si limitarono a scrollare le spalle, ritirandosi nuovamente nelle loro stanze. Le luci tornarono a spegnersi.

La ragazza rimase in silenzio a guardare il buio davanti a sé con gli occhi sbarrati, finchè...

-Che urlo portentoso! -Pronunciò una voce beffarda proveniente dal soffitto.

-Kisshu!Razza di deficiente! Si può sapere cosa stavi facendo? Mi sono spaventata a morte!

Prima che potesse riprendere ad insultarlo quello calò su di lei e la afferrò malamente per un braccio costringendola all'immobilità.

-Che cosa vuoi fare?! -Gemette tentando di liberare il polso.

-Non voglio violentarti se è questo che pensi. -Si affrettò a spiegare lui ridacchiando sadicamente. -Anche se dopo la sceneggiata che hai fatto qualche punizione te la meriteresti.

La giovane sibilò mostrando i canini leggermente allungati in segno di minaccia.

-Comunque, no. Devo portarti alla base, dobbiamo discutere di una faccenda importante. -Senza attendere risposta, attuò il teletrasporto, trascinandola con sé.

Appena giunti a destinazione, la ragazza si affrettò ad allontanarsi il più possibile da lui. Le faceva paura.

-Mamma mia che caratterino...non dovresti fare così sai?Anzi dovresti chiedermi scusa...

-E per cosa, si può sapere?

-Beh mi hai letteralmente spaccato i timpani, prima! -L'alieno si esibì in un'espressione sofferente.

-Oh poverino! Devo forse ricordarti che è tutta colpa tua?!

-Silenzio. -Pai si materializzò nella stanza cogliendoli di sorpresa. Reggeva tra le braccia una pila di fogli stampati e il suo volto pareva più tirato e stanco che mai. -Luana, vieni con me.

In breve raggiunsero la sala di controllo principale, al cui centro, in bella vista, svettava un'enorme schermo che proiettava l'immagine del caffè Mew Mew, un edificio color rosa shocking dalle fattezze simili ad un castello delle fiabe. Le luci erano ancora accese, segno che, chiunque vi fosse all'interno, stava ancora lavorando.

-Di che cosa dovevate parlarmi?

L'alieno viola si voltò a guardarla, l'espressione corrucciata. -Le mew mew hanno intenzione di creare un nuovo componente per contrastare il tuo potere. Questa mew mew sarà molto più potente di Ichigo...

-Che se ne andrà in Inghilterra con quello schifido... -Imprecò Kisshu con voce rauca.

-Grazie per i particolari Kisshu... -Lo zittì l'alieno viola, lapidario. -Dicevo...che sarà molto più potente di Ichigo...forse perfino di te. Ti dovrai impegnare seriamente. Nel peggiore dei casi arruoleremmo anche noi una nuova compagna, ma confidiamo nelle tue capacita.

-Fatemi capire...Ichigo se ne andrà e al posto suo ci sarà una nuova leader. Ho capito bene?

Interpretò il silenzio teso che seguì come una risposta affermativa.

-Quindi, in definitiva, non aumenteranno di numero, saranno solo leggermente più brave.

-Non so determinare con esattezza quanto...

Luana lo interruppe. -Non importa, ci sto. Proverò a sconfiggerle ugualmente, anche se questo dovrà comportare il doppio dell'allenamento. Non mi va che un'altra persona si ritrovi nella mia stessa situazione a causa di una mia debolezza.

-Quindi accetti?

Annuì con decisione. -Vi chiedo solo di non mandare più Kisshu a svegliarmi, a meno che non vogliate compromettere la mia salute mentale. -Aggiunse lanciando un'occhiataccia all'alieno in questione.

-Che suscettibile...

-Sta' zitto, maniaco pervertito! Potevi svegliarmi subito se avevi tanta fretta anziché tentare di baciarmi!

-Non ti stavo baciando! Sei tu che ti sei avvicinata di colpo!

-Che ne sapevo io?! Stavo dormendo!

Taruto scoppiò a ridere di gusto scuotendo la testa. -Ma questi due non smettono mai di battibeccare?! La cosa sta diventando monotona...

Il fratello maggiore si schiarì la voce costringendo i due litiganti a prestargli attenzione. -Bene direi che, se per Luana non vi sono problemi, gli allenamenti potranno cominciare domani pomeriggio verso le cinque.

-Come vuoi Pai. -Acconsentì la giovane con tono remissivo. -Sono pronta a combattere.

-Guardati le spalle mi raccomando...

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Buonasera a tutti, come promesso, esattamente un mese dopo, eccomi qui a pubblicare un nuovo capitolo, spero sarà di vostro gradimento!
Dato che non avete risposto alla mia domanda di ieri riguardo il lasciare uno spazio maggiore tra i paragrafi, ho deciso di fare di testa mia e ho aumentato gli spazi. Fatemi sapere se vi piace di più questo stile o se preferite che io scriva come nei capitoli precedenti.

Mi raccomando! Commentate! Ho bisogno di un vostro parere per trovare la motivazione per continuare! Attendo con ansia le vostre recensioni!

MoonBlack1993

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