8. Acqua Cristallo - Parte 1

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

L'oscurità era ovunque, solida, inevitabile e crudele come nel peggiore degli incubi. Lo circondava da ogni lato, stringendolo in una morsa di gelida immobilità e rendendo vano ogni suo tentativo di resistere ai sentimenti negativi che gli attanagliavano l'animo.

Mentre avanzava a tentoni tra le rocce lisce e scivolose, gli impediva di percepire altro che non fossero i propri passi e gli odori che lo circondavano: note penetranti di umido che ad ogni movimento si facevano sempre più intensi. A volte, se tendeva l'orecchio, poteva avvertire l'acqua di un ruscello sotterraneo che sibilava leggera, pacifica ed indifferente, totalmente all'oscuro di tutte le angustie degli esseri viventi; perfino quel suono innocente, che in una situazione normale avrebbe portato con sé tranquillità, in un luogo angusto come gli Orridi riusciva inspiegabilmente ad angosciarlo.

Un solo fruscio fuori posto e Kisshu si bloccò, rabbrividendo come un bambino spaventato. Iniziava a capire perché gli umani avessero ideato un nome del genere per caratterizzare quelle profonde scavature nel terreno: perfino nei brevi tratti in cui uno spiraglio di luce riusciva a farsi strada tra le tenebre, le stalagmiti e stalattiti formatesi grazie all'incessante scorrere dei fiumi per milioni di anni, si mostravano in tutta la loro angosciante forma. Se non avesse avvertito l'aria umida muoversi al suo passaggio, avrebbe perfino messo in dubbio il fatto di essere dotato di corpo.

"Avanti Kisshu, piantala!Tu non hai mai avuto paura del buio!" Pensò irritato.

Tuttavia, ciò che suscitava in lui un timore sempre crescente erano soprattutto quelle facce di pietra scolpite malamente dalla natura lungo le pareti: parevano dei demoni orribili, che lo scrutavano con quei loro occhi infuocati attendendo il momento propizio per entrare dentro il suo corpo e rubargli l'anima.

Inoltre, il ricordo del viso di Luana, gli occhi spalancati dalla paura e il viso mortalmente pallido, non contribuivano certo a tranquillizzarlo; in quel luogo dovevano esservi celati dei segreti orribili che avrebbero fatto indietreggiare anche il più coraggioso degli eroi.

La sua mente si soffermò ancora sull'immagine della ragazzina: l'ultimo ricordo che aveva di lei era quello di una figura spaventata, totalmente indifesa contro l'ignoto che le si spalancava sotto i piedi.
Il suo cuore provò un improvvisa fitta di rimorso e preoccupazione. Sentimento che crebbe a dismisura quando si ritrovò a pensare che ella non disponeva nemmeno della capacità di volare.

"Se l'è voluta dopotutto...quest'esperienza le insegnerà a portarmi il giusto rispetto." Era ancora abbastanza furioso da riuscire a raccontarsi una bugia del genere, anche se un'altra parte della sua mente, quella che tentava di nascondere sempre più disperatamente dietro la maschera di ragazzo sprezzante ed egoista, continuava ad accarezzare l'idea di tornare indietro e portarla con sé. Forse avere a fianco la sua figura minuta e vivace l'avrebbe fatto sentire meno solo.

Strinse i pugni, continuando, suo malgrado, a macinare metri su metri, perfettamente consapevole che, giunti a quel punto, tornare indietro si sarebbe dimostrato utile solamente a fare perdere tempo a Pai e ad aumentare le probabilità che la squadra avversaria raggiungesse l'obiettivo prima di loro.

Improvvisamente una luce: nulla più che un lontano baluginio che si faceva strada attraverso la roccia, tuttavia quell'insolito elemento bastò ad allarmarlo.

Anche se si trovava in una zona decisamente protetta da sguardi indiscreti si rese ben presto conto che l'oggetto emetteva troppi fotoni e troppe onde elettromagnetiche per essere un artefatto creato dai suoi simili.
Gli abitanti del suo pianeta si dimostravano attenti in ogni occasione a non sprecare nemmeno il minimo grammo di energia che non fosse indispensabile. Perciò il fascio luminoso che si stava dirigendo rapidamente verso di lui doveva appartenere senza alcun dubbio agli esseri umani. Possibile che li avessero preceduti?
Senza dare il tempo alla propria mente di formulare altri pensieri inconcludenti, si accucciò dietro ad una stalagmite larga almeno quattro braccia e vi rimase finché le figure non giunsero così vicine da consentirgli di riconoscere il loro odore.

-Ehi, ho sentito un rumore...sembra che qualcuno respiri... -Balbettò Retasu, acquattandosi dietro a Purin e stringendole il braccio così forte da farle male.

L'altra se la scrollò di dosso malamente, lanciandole un'occhiata esasperata e voltandosi verso una terza figura dal viso in ombra. -Berii...tu sei quella con udito e olfatto più sviluppati, avverti nulla?

Maledicendo sè stesso per non avere pensato a rimediarsi un nascondiglio più sicuro, Kisshu non poté fare altro che trattenere il fiato, pregando che decidessero di lasciare perdere e continuassero la loro escursione, lasciandolo in pace: ma come avrebbero potuto sorvolare sulla traccia olfattiva che aleggiava a meno di venti metri da loro?

-Si, certo. Ed è anche vicino. -Rispose quella in tono sicuro, strappando la torcia dalle mani della bambina ed iniziando a perlustrare i dintorni.

L'alieno strinse gli occhi, cercando di mettere a tacere i battiti accelerati del proprio cuore; giunti a quel punto era inutile sperare di potere scappare, l'unica risorsa che gli rimaneva era l'effetto sorpresa. Con un fluido movimento delle dita fece apparire i tridenti, pronto ad entrare in scena nell'esatto istante in cui le ragazze si fossero avvicinate abbastanza da consentirgli di ferirle gravemente con un solo colpo.

Tuttavia quella mossa non si rivelò necessaria: proprio mentre le tre si stavano chinando per esaminare la colonna dietro la quale era nascosto, in lontananza si udì un boato assordante che non poteva essere stato generato da null'altro che un'esplosione.

-Che cosa è stato?

Anche lui si stava chiedendo la stessa identica cosa, il corpo immobile e teso come una corda di violino. Che qualcuno stesse combattendo nei dintorni?
Gli rispose solamente il silenzio più assoluto: nessuno osava respirare, nemmeno le tre giovani umane, evidentemente terrorizzate dall'idea che il cunicolo crollasse.

Improvvisamente però un oggetto scuro e pesante entrò nel loro campo visivo abbattendosi sul capo di una delle tre che stramazzò al suolo, con un tonfo sordo.

Kisshu vide il viso della sua nemica completamente distorto dal dolore e, nonostante si trattasse di una mossa piuttosto rischiosa, la curiosità lo indusse a discostarsi lievemente dall'enorme stalagmite per tentare di vedere meglio la scena.

-Berii!

-Chi diavolo mi ha tirato in testa un sasso...?! -Gemeva quest'ultima, la testa tra le mani e un rivolo di sangue che scorreva copioso lungo la tempia sinistra. Chiunque l'avesse colpita, di certo possedeva una mira invidiabile.

Ma nemmeno l'alieno dai capelli verdi riuscì a distinguere l'artefice di tale scompiglio: tutto ciò che avvertì, fu il rumore di passi veloci e sicuri che si allontanavano.
Scattò in piedi a sua volta, conscio di dovere sfruttare l'opportunità che gli era stata offerta dal misterioso salvatore, e si allontanò rapidamente, imboccando un cunicolo a caso.

L'odore di umido tornò a farsi sentire ancora più pregnante bruciandogli il naso ad ogni respiro e facendogli desiderare soltanto di tornare al più presto tra le pareti sicure della propria base.

"Dove diamine si sono cacciati quei buoni a nulla dei miei fratelli?" Si domandò con stizza, cercando senza troppi risultati di ritrovare il senso dell'orientamento.

In lontananza poteva ancora avvertire le grida echeggianti e rabbiose di Berii, un promemoria continuo riguardo a quanto fossero in pericolo.
Era praticamente certo del fatto che fosse stato Taruto a ferirla con tanta maestria, salvandolo dall'incresciosa eventualità di essere colto in flagrante.
Tuttavia, se quell'azione eroica era stata davvero opera sua, perché una volta messe in fuga le nemiche se l'era data a gambe, senza nemmeno degnarsi di raggiungerlo?

Quasi fosse stato evocato dai suoi pensieri, quest'ultimo sbucò all'improvviso alle sue spalle, rischiando di travolgerlo nella foga di allontanarsi. Tra le mani reggeva una piccola lampadina a basso consumo che, con i suoi lievi bagliori rosati, riusciva ad illuminare a stento l'ambiente circostante. -Accidenti!! -Imprecò sorpreso, cercando di mantenere l'equilibrio e riprendere fiato. -Kisshu!!Dov'eri finito?!Sono ore che io e Pai ti stiamo cercando.

-Beh, mi avete trovato a quanto pare. -Commentò quello senza troppo trasporto: in realtà si sentiva immensamente sollevato all'idea di non essere più solo.

-A proposito...come mai non c'è Luana con te? -Quasi gli avesse letto nel pensiero, il fratello minore gli lanciò un occhiata sospettosa con il solo risultato di incrementare ulteriormente i suoi sensi di colpa.

Imprecò mentalmente. Tra le centinaia di domande che potevano essere formulate in un momento del genere, aveva optato come sempre per l'unica alla quale non avrebbe voluto rispondere. D'altronde come avrebbe potuto giustificarsi? Di certo non confessando che quando l'aveva vista così assorbita dagli esseri umani si era incazzato con lei e aveva deciso di abbandonarla al proprio destino. Come minimo gli avrebbe staccato la testa.

-Non è con me. Non ho la più pallida idea di dove sia. -Si limitò a mormorare, sperando che il compagno di squadra non si scandalizzasse troppo.

Speranza inutile, considerando l'affetto incondizionato che il piccoletto provava per la ragazza, quasi la considerasse una sorella maggiore o una madre.

Infatti gli occhi di quest'ultimo si fecero grandi di indignazione, mentre le guance gli si imporporavano di collera. -Come scusa?! -La sua voce salì di due ottave, rimbombando contro le pareti fredde. -L'hai fatta scendere in questo schifo di posto da sola?!Ma sei impazzito?!

La sfumatura di accusa nella sua voce era inequivocabile e Kisshu, nonostante sapesse perfettamente di meritare quelle parole di rimprovero, fu tentato di sbattergli la testa nel fango e andarsene nuovamente per conto proprio. Lontano da tutte quelle inutili parole e soprattutto dalla propria coscienza che si era improvvisamente svegliata e pareva gridasse sempre più forte contro le pareti del suo cuore.

Scosse il capo mentre la furia tornava ad offuscargli la vista. -Si l'ho fatto e allora?!Chi è lei per farci preoccupare tutti così?! -Parole urlate più alla sua mente confusa che al piccolo alieno.

-Sei uno...!!

-Volete fare silenzio! -Tuonò una voce autoritaria alle loro spalle, facendoli voltare di scatto.

Dalle tenebre circostanti si delineò lentamente il duro profilo di Pai, le sopracciglia inarcate in un'espressione severa. -La situazione è già abbastanza difficile senza che vi mettiate a gridare, rivelando a tutti la nostra posizione.

-Scusa. -Mormorò Taruto, senza tuttavia smettere di guardare l'alieno dai capelli verdi con aria collerica.

-Le mew mew si sono divise in due gruppi. -Continuò l'altro, esortandoli con un rapido gesto del capo a proseguire il cammino. -Durante tutto il tragitto percorso per trovarvi, mi sono domandato il perché di una simile scelta...in un luogo insidioso come questo, senza dubbio la strategia migliore sarebbe quella di rimanere uniti. Ma ora ho notato che la ragazza non è con Kisshu e credo di essere giunto ad una soluzione.

A quelle parole, l'alieno dagli occhi dorati smise di camminare, fermandosi esattamente al centro dello stretto cunicolo. -Che cosa intendi dire con "Ora ho notato che la ragazza non è con Kisshu"?! -Domandò teso, mentre la terribile sensazione di essersi lasciato sfuggire un particolare importante generava nuovamente un peso sul suo petto. -Luana non c'entra niente con tutto ciò!

Pai lo fulminò con lo sguardo, arricciando le labbra in un sorrisetto sarcastico. -Davvero ne sei convinto?Eppure credevo che fossi una persona intelligente.

Kisshu ignorò la frecciatina, cercando piuttosto di ripercorrere con la mente tutti gli episodi passati e di estrapolare un qualunque indizio che potesse aiutarlo a capire perché, per le Mew Mew, Luana fosse tanto importante...

Quando finalmente ricordò, non riuscì nemmeno a dire una parola, perché il gelo che gli aveva attanagliato le membra lo costrinse ad ascoltare centinaia di volte le stesse fatidiche parole.

"-Lei farà parte del nostro gruppo perciò lasciala andare!!"

"-Tu sei nata sul pianeta terra. Come puoi schierarti contro di esso?"

"-Non hai visto come combatte, il modo in cui si muove!Sembra naturalmente portata per la lotta!"

Frasi che in quel momento assunsero le sembianze di un muto rimprovero, una condanna che valeva molto più degli stupidi improperi di Pai.

Era stato uno sciocco. Come aveva potuto non pensarci? La cosa che le loro antagoniste bramavano di più non era l'acqua cristallo, bensì i poteri che la mew alien possedeva: erano scese in quel luogo infernale perché spinte dal volere del loro capo che letteralmente smaniava dal desiderio di convincerla ad unirsi alla propria squadra.

E, lasciandola completamente sola ed indifesa a vagare attraverso i tunnel mortali, non aveva fatto altro che favorire il loro piano.

Dopottutto chi gli garantiva che la ragazzina, ferita dal suo comportamento infantile, non avesse deciso di cambiare le carte in tavola, schierandosi senza alcun preavviso dalla loro parte? Sarebbe stata una vendetta perfetta e più che giustificata.

"Smettila! Lei non è come te. Non lo farebbe mai."

Tuttavia, quelle futili scuse suonavano false perfino alle sue stesse orecchie...perché si era comportato da persona meschina: aveva perfino preteso che tutti i pensieri della giovane gli spettassero semplicemente perché si era posta al loro servizio. Non si era mai domandato nulla riguardo ai suoi reali sentimenti.

Ed ora la sola idea di ritrovarsi a combattere contro di lei come era accaduto con Ichigo, di rendersi conto un giorno che nei suoi occhi aleggiava la stessa espressione di odio profondo... e sentirla versare le stesse lacrime, urlare a causa degli stessi sbagli...
Era una possibilità troppo rivoltante da accettare. Così insopportabile che, senza nemmeno esserne cosciente, i suoi piedi iniziarono a muoversi da soli verso un percorso ignoto, ma indubbiamente più corretto.

-Dove stai andando?

-Devo andare a cercarla. -Mormorò, stupendosi delle sue stesse parole e della sicurezza con cui le aveva pronunciate, come se la soluzione fosse sempre stata lì, a portata di mano e lui, reso troppo ottuso dall'orgoglio, non l'avesse mai notata fino a quel momento.

-Non dire sciocchezze. -Pai lo stroncò sul nascere, afferrandogli un braccio e costringendolo all'immobilità. -Ormai è troppo lontana, non riusciresti mai a...

-Ci riuscirei invece!!

-E come?Correndo a casaccio?!

-Lei è... -Tentò di ribattere divincolandosi, ma il fratello lo precedette.

-Se la catturassero non sarebbe così grave...ma se ora perdiamo l'acqua crista...

A quelle parole Kisshu avvertì la poca pazienza ancora conservata, consumarsi definitivamente. Era questo che Pai voleva da lui?! Desiderava che sacrificasse un'altra ragazza innocente per un oggetto che probabilmente non avrebbe nemmeno risolto definitivamente tutte le controversie in atto sul loro pianeta?!

Era un folle se credeva che avrebbe nuovamente abbassato il capo, piegandosi al volere dei superiori come un qualunque soldato da quattro soldi. -Chi se ne fotte di quella dannata acqua cristallo!! Al diavolo voi e al diavolo il mio pianeta!! Non ho intenzione di lasciare una donna da sola, non più! -Gridò furibondo, colpendo il fratello dagli occhi viola con una spallata talmente violenta da mandarlo a cozzare contro la roccia umida che costituiva quel luogo.

Ignorando completamente i loro rabbiosi richiami spiccò il volo dirigendosi a gran velocità verso il sentiero che aveva superato qualche attimo prima.
L'avrebbe trovata sicuramente, strappandola dalle grinfie di quel dannato Ryou Shirogane e dal suo malsano progetto.

___________________________________________

Eccomi qui con la prima parte del nuovo capitolo!
Come vi ho anticipato nell'annuncio, avendo ricevuto più di una lamentela riguardo la lunghezza delle parti, ho deciso di spezzettarlo in tre momenti principali.
Fatemi sapere se la lettura vi risulta meno pesante, in questo modo!
Il prossimo aggiornamento sarà tra circa 10 giorni con la parte 2! Attendo opinioni e commenti!
Cosa pensate del comportamento di Kisshu?

Nel frattempo vi lascio anche una foto della protagonista, stavolta in versione realistica e non più "Manga". E' stato difficile trovare una foto di una ragazza normale, perchè ne trovavo solo di modelle super cool e con un fisico da paura. Ovviamente non andavano bene, perchè immagino la protagonista come una ragazza totalmente ordinaria, dal punto di vista fisico. Questa è la più calzante che ho trovato.

Detto ciò alla prossima!

MoonBlack 1993

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro