Capitolo 27.

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Una vola tornata a casa mi butto sotto la doccia, poi mi vesto e ricomincio a studiare per gli esami.

Chiamo Marino.

"Ehy dimmi..."

"Ti va di ripassare insieme? Ti ricordo che quest'anno abbiamo un esame" 

"Non ci crederai mai, ma è ciò che stavo facendo io"

"Sul serio?! Ottimo! Ripassiamo insieme allora!" Insisto.

"Ti chiamo" Passiamo alla videochiamata.

"Ehilà!" Sorrido.

"Ohy"  Mi saluta con la mano, poi si avvicina alla telecamera. "Tutto bene?"

"Sì, perché?" Lo guardo non capendo.

"Sembri strana..." 

"Sono in ansia" Ammetto giocando con la molla della biro.

"Tranquilla, okay? Tanto tu passi di sicuro" Ride. "Non avrai il massimo dei voti in tutte le materie, ma hai tanti crediti accumulati negli anni"

"Vero" Annuisco. "Ma se riesco perché mi sono impegnata sarebbe una soddisfazione personale, perciò... Sotto!" Alzo il quaderno e ricomincio a ripetere.

Mi arrivano diversi messaggi tra cui Richard, Fede e Marino.

"Partecipò da volontario alla Prima Guerra Mondiale e... Perché mi scrivi se siamo in chiamata?"  Mi avvicino allo schermo per aprire il messaggio.

"Non ti ho scritto! Sono fermo!" 

15:27 

"Ah no, è di un'ora fa..." Rido per il meme.

"Vabbè.. Dicevo..." Riprendo.

Passiamo così il nostro pomeriggio e la nostra serata a ripassare tutto il programma di quante più materie riusciamo, arrivando alle nove e mezza sfiniti.

"Senti... Matematica la facciamo domani!" Esclamo chiudendo il libro di storia.

"Stavo per dire lo stesso" Sorride. "Tu hai fame?" Mi domanda.

"No, a dire la verità non molta..." Ammetto leggendo i messaggi di qualche ora fa.

>>E' tutto pronto per la sfilata

<<Grande!

Mi fermo vedendo il nome di Matteo tra le chat. La apro, e vedo che è online.

"Carola? Ohy, tutto bene?"

"Cosa?" Torno alla realtà chiudendo WhatsApp.

"Tutto okay?" Ripete. "Hai una faccia..."

"Sì, sì... Sto bene" Dico a bassa voce.

"Pietrificata, sguardo perso e voce vuota... Qui c'entra qualcuno che conosciamo o sbaglio?" 

Mi conosce troppo bene.

"Io e Matt non possiamo tornare insieme, vero?" Chiedo.

"Carola, è da quando l'hai rivisto che ti fai questa domanda! No! Non dovete e non potete"

Annuisco.

"Perché non si torna con gli ex" Continuo.

"Brava!" Mi guarda un po'. "Carola... Cos'è successo?"

"Niente" Sorrido. 

"Che  cazzo hai fatto? Carola..."

"Ci siamo abbracciati. Soltanto un abbraccio!" Ammetto alzando le mani. "Ed era così vero..." Sussurro ripensandoci.

"Non ho capito l'ultima parte e sono sicuro di non volerla capire" Scuote la testa. "Dai, era un abbraccio... Ci sta" Mangia un biscotto. "Ma quindi adesso cosa siete? Amici?"

"Non lo so! Perché definire tutto?" Sbotto nervosa.

"Ehy, calmati! Era solo una domanda..."

"Scusa... Lo sai che mi innervosisco quando si parla di lui" Gli ricordo.

"Va tutto bene" Respira profondamente.

Matt... Chiudo gli occhi. No, non è lui. Matteo non c'è. E va bene così. Sei capace di andare avanti da sola, quindi fallo. Esattamente come hai fatto fino ad ora.

Il suo sorriso... I suoi occhi, il suo profumo... La sua stretta... Io non ce la faccio, sto per impazzire.

"Devo andare, scusa"

Attacco e vado a cambiarmi.

Indosso una semplice maglietta e dei jeans, prendo le chiavi della macchina e scendo.

Una volta arrivata sotto casa di Matteo, non so che cosa fare. Me ne devo andare.

Chiudo gli occhi e butto la testa sulla spalliera del sedile respirando profondamente. E' stato un colpo di testa, adesso torna a casa. Cosa pensi di ottenere? 

La porta si apre, e io mi butto sull'altro sedile per non farmi vedere.  

Alzo un poco la testa e vedo Matteo uscire con Zaìra. Stanno ridendo.

Cerco di ripetermi che è sua cognata, che va tutto bene, ma poi lei lo abbraccia e lui ricambia, e a me manca l'aria.

Mi sento morire.

Metto in moto l'auto e me ne vado. Non so dove, ma devo andare via. Non devo mai più rivederlo, non devo mai più cercarlo.

Torno a casa e la prima cosa che faccio è bloccarlo. Lo blocco ovunque di nuovo, e cancello nuovamente tutti gli screen che avevo fatto dei suoi post e le storie su Instagram. Cancello anche la chat, con un nodo alla gola tremendo, poi mi cambio e vado a dormire.

"Domani sarà un altro giorno, domani andrà meglio" Mi ripeto per non piangere di nuovo abbracciata al cuscino rannicchiata su me stessa, ma le lacrime sono bastarde. Scendono lentamente e mi rigano il volto , e per quanto mi sforzi di trattenerle non ce la faccio. Anzi, più mi sforzo più mi brucia la gola.

Al diavolo, tanto sono da sola.

Scoppio finalmente a piangere.

Perché lui non c'è? Perché le cose non durano? Perché niente va come vorresti? Cos'ho fatto di male?  

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Quando suona la sveglia  ho un mal di testa pazzesco. Quasi quasi non andrei neanche a scuola, ma tanto poi dovrei andare a lavorare questo pomeriggio, quindi tanto vale...

Mi alzo dal letto e quando mi guardo allo specchio mi spavento.

Sono pallida, ho occhiaie come non ci fosse un domani, gli occhi sono gonfi e rossi, i capelli arruffati. Qui ci vorrebbe un miracolo! Dai, cominciamo.

Apro l'armadietto e metto qualche goccina di collirio, mi lavo la faccia ed entro nella doccia.

Esco, mi lavo i denti e, dopo aver fatto qualche prova davanti allo specchio per sembrare convincente quando dico che va tutto bene e sorrido, vado nella cabina armadio. Prendo una felpa e dei leggins, una giacca da tenere in caso faccia freddo e mi faccio lo zaino, dopodiché esco di casa.

Salgo in macchina e vado a scuola, dove incontro Marino.

"Buongiorno! Hai dormito bene o hai fatto qualche cazzata?" Si avvicina.

Sorrido.

"Ho dormito come un ghiro!" Mento.

"Si vede dalla quantità di fondotinta utilizzato, veramente!" Mi prende in giro.

"Si nota?" Mi preoccupo specchiandomi.

"Dipende... Se sei non vedente allora no!" Scherza.

"Deficente" Gli do una pacca sulla spalla. "Ho studiato, che dovevo fare? L'esame è impegnativo!" Mento di nuovo.

"La solita secchiona..." Mi prende in giro. Ci ha creduto! Allora ci so ancora fare...

"Che hai preso a colazione?

"Colazione?" Lo guardo stranita.

"Cioè,  sei talmente rincoglionita per quell'abbraccio che nemmeno ti ricordi più cos'è la colazione? Sai quel momento dopo esserti svegliata in cu mangi qualcosa? Sai cos'è il cibo, vero?" Inizia.

"Certo che sei di buon umore stamattina, eh?" Osservo. "So ancora cos'è la colazione, grazie. E sì, ho mangiato" 

"Ma io ti ho chiesto cosa" Continua.

"Matt, dai..." Mi lamento per poi sgranare gli occhi. 

"E siamo a due. Sono Marino cara, Ma ri no. Tipo la stella, ma al maschile!" 

Scoppio a ridere.

"Scusami"

"Va tutto bene" Mi posa una mano sulla spalla. "Quindi..." Mi scruta da sotto le ciglia.

Mi mordo l'interno delle guance.

"Ieri sera è stato con un'altra" 

Torna serio.

"Con chi?" 

"Con Zaìra" Deglutisco posando le braccia conserte, e le lacrime tornano a galla.

"E' sua cognata! E lo sai!" 

"E se ci fosse stata qualcun'altra? Siamo cambiati, e se non dovessi più piacergli? Io ho paura..." Sussurro.

"Carola, tu mi fai paura" Si allontana. "Ma davvero mi fai paura. In tutto il tempo che ti conosco non ti ho mai sentita dire quella frase, in nessuna occasione"

"E' che..." Vado nel panico. Mi manca l'aria.

"Carola... Oh, respira. Carola!" Urla.

Cerco di dirgli che va tutto bene, ma le parole non mi escono dalla bocca.

"Aiuto!" Esclama spaventato. "Carola, va tutto bene. Tu respira. Non ci pensare, è okay"

E' tutto okay. E' tutto okay, Carola, va tutto bene. Non sei sola, e anche se lo fosse, chi se ne frega.

Matteo... 

Mi guardo intorno ma non lo vedo.

Prendo il telefono. 

Non faccio in tempo a memorizzare il numero, lo chiamo direttamente.

Risponde subito.

"Pronto?"

Non riesco a parlare.

"Carola, sei tu?"

"Stai bene?"

Cerco di regolarizzare il respiro, ma sembra un' impresa impossibile.

Chiude la chiamata. No... Per favore...

Sento Marino parlare al telefono.

"E' un attacco di panico, non preoccuparti... Il problema è che sta durando tanto"

Continuo a cercare di respirare, ma più ci provo più l'aria se ne va.

"A scuola... Okay"

Marino si avvicina.

"Hai vinto, come sempre. Matteo sta arrivando, tranquilla" Dice.

"Non... Non ho bisogno di Matteo" Riesco a dire a fatica.

"Non si direbbe" Mi risponde trucidandomi con lo sguardo.

Dopo qualche minuto lo vedo arrivare.

"Carola" Mi si avvicina.

"Ma tu non puoi metterti in un posto affollato, no? Anche a scuola riesci a trovare posti in cui sei completamente da sola..." Si siede accanto a me e mi abbraccia. "Come stai adesso?"

Scoppio a piangere.

Cosa mi sta succedendo? Ti prego, di nuovo no...

Guarda il mio amico.

"Me lo dici tu?"

"Io me ne vado che sennò ti prendo a pugni" Dice Marino allontanandosi.

"Simpatico come sempre!" Esclama ironico, poi torna a guardarmi. Mi accarezza i capelli dolcemente, poi il viso e intanto mi sussurra che va tutto bene, mentre il mio battito piano piano torna a regolarizzarsi.

"Io stavo bene..." Inizio. "Ero riuscita a non pensarti ossessivamente, a vivere la mia vita... Poi ti ho rivisto" Torno in lacrime. "E ogni certezza è svanita di nuovo" Mi alzo. "Cerchiamo di imporci freni, e questo è il risultato. Perché non possiamo vivere lasciandoci andare? So stare da sola, e anche tu! E' solo che mi manchi... Mi manca tutto di te, di Noi. E mi distrugge sapere che non potrà mai più tornare perché siamo due cretini che per paura di ferire l'altro non si mettono in gioco"

"Se ci mettessimo insieme e poi litigassimo, la tua reazione sarebbe ancora questa" Dice convinto. "La stessa che ho io la notte da quando ti ho rivista" Sospira e si lascia andare, posando la testa contro al muro.

"Cosa?" Lo guardo preoccupata. "E quando pensavi di dirmelo?"

"Mai" Risponde secco. "Perché non potevo. E non avrei dovuto farlo" 

"Dimmi la verità" Riprende poco dopo. "Perché questo attacco adesso? Da quanto non ne avevi?"

"Da un po'..." Ammetto. 

"Non hai risposto alla prima domanda..." Osserva.

"Ti..." Mi blocco. "Niente, lascia stare"

"No, non lascio stare. Mi hai chiamato, mi hai fatto prendere un colpo, adesso che ti sei calmata voglio sapere che cosa c'è"

"Matteo, continuiamo a dircelo da mesi che cosa c'è! E poi non facciamo niente per risolverlo. Quindi che senso ha ripeterlo?"

"Che senso ha tenersi dentro le cose fino a stare male?" Cerca di farmi ragionare.

"Voglio tornare con te! Ti amo!" Sbotto. "Tornerei a stare male? Non è vero. Sto male adesso, perché sto reprimendo tutto ciò che sento fino a farmi mancare l'aria" Dico una volta per tutte. "Volevi sentirti dire questo?" 

Silenzio.

"Tutto questo tempo passato a dirci non possiamo... Che cretini" Sussurra guardandomi negli occhi.

Sorrido.

"Quindi questo vuol dire che..." Sussurro a mia volta, mentre lui si avvicina piano piano alle mie labbra.

Ci guardiamo egli occhi, e finalmente mi lascio andare. Poso una mano sulla sua guancia e lo bacio. Lui ricambia.

E' a sensazione più bella che abbia mai provato fino ad ora.

Il mio cuore batte ancora più di ieri se possibile, e non vorrei essere da nessun'altra parte.

Quando ci stacchiamo abbiamo entrambi un po' di affanno. Matteo sta sorridendo.

"Ti amo piccola" 

Appoggio la testa sulla sua spalla e restiamo così.

"Ma tu non entri?" Mi domanda preoccupato dopo poco.

Prendo il cellulare e guardo l'orologio.

"Manca ancora un quarto d'ora" 

"Restiamo così?" Propone. Ci guardiamo negli occhi e già sappiamo la risposta.

"Mi devi promettere una cosa però..."  Sussurra al mio orecchio dopo poco.

Lo guardo.

"Qualsiasi cosa accada, qualsiasi pensiero ti passi per la mente, dimmelo. Non tenerti più dentro niente..."

"Te lo prometto soltanto se farai lo stesso"

"Ah... Siamo già passati ai ricatti... Bene!" Scherza. Ridiamo, e dopo poco si avvicina al mio orecchio portandomi il mignolo davanti agli occhi. Glie lo stringo con il mio, ce li portiamo alle labbra. Si avvicina nuovamente e sussurra: "Te lo prometto" .

Sorridendo mi lascio andare tra le sue braccia, e rimaniamo in quella posizione per il tempo che c'è da aspettare.

"Ti amo" Sussurra a un certo punto facendomi tornare la tachicardia.

Mi volto e lo guardo negli occhi sorridendo.

"Ti amo" Rispondo, prima di dargli un bacio.

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