Cap. 20 - Kirishima e l'aranciata.

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Todoroki sorrise, «Facciamo un brindisi?».

Midoriya annuì e sollevò il suo bicchiere, un sorriso finalmente rilassato apparve sul volto.

«A noi», disse.

«A noi», ripeté Todoroki.

In un gesto spontaneo e affettuoso, i due incrociarono le braccia mentre portavano i bicchieri alle labbra, brindando in un modo che li avvicinò ancora di più. Dopo aver bevuto un sorso, Midoriya posò il bicchiere e si avvicinò a Todoroki, dandogli un rapido bacio.

Proprio in quel momento, Bakugo passò per la cucina per lasciare la ciotola vuota nel lavandino. Vedendoli, sbuffò, con un'espressione di finto disgusto sul volto, «Come siete schifosamente sdolcinati», commentò.

«Suvvia, Kacchan! A te non è mai piaciuto nessuno? Siamo all'ultimo anno. Forse dopo di questo alcuni di noi prenderanno strade diverse. È il momento di confessare», disse Midoriya.

Bakugo si fermò e si voltò a guardarlo, incrociando le braccia con un'espressione indecifrabile. 

«Che cosa credi, nerd? Non sono affari tuoi!», rispose bruscamente, ma c'era un accenno di esitazione e rara vulnerabilità nel tono di voce che non sfuggì alle orecchie di Todoroki.

«Bakugo, tutti meritiamo qualcuno al nostro fianco», disse con tono pacato, «E magari quel qualcuno è più vicino di quel che sembra», aggiunse non appena vide Kirishima entrare nella sala comune, indicandolo con un piccolo gesto del capo.

Kirishima, ignaro dell'atmosfera tesa, entrò con il suo solito atteggiamento solare, «Hei, ragazzi! Di cosa si parla?», chiese, lanciando un'occhiata curiosa a Bakugo.

«Niente di importante, Testa Dura», gli rispose Bakugo con un cenno della testa e il un tono brusco, ma non riuscì a nascondere un leggero rossore che colorò le sue guance.

Kirishima sorrise, senza percepire il sottotesto della conversazione, «Beh, se c'è qualcosa di interessante, fatemi sapere,» disse, avvicinandosi per sedersi sul divano accanto a Bakugo.

Midoriya uscì dalla cucina con la brocca dell'aranciata in mano, «Ti va un drink?».

«Certo, grazie, Midoriya!», rispose, prendendo un bicchiere che Izuku gli porse. 

«Niente batte un po' di aranciata fresca dopo una lunga giornata di allenamento», disse dopo.

Bakugo rimase in silenzio per un attimo, osservando la scena. Sembrava ancora leggermente imbarazzato, ma il rossore sulle sue guance stava iniziando a svanire.

«Ehi, passami un po' di quella roba», disse infine, cercando di riportare il suo tono alla solita ruvidità.

Izuku sorrise e versò anche a Bakugo un bicchiere di aranciata, cercando di non commentare il cambiamento del suo atteggiamento davanti a Kirishima, «Ecco a te, Kacchan».

Mentre sorseggiavano l'aranciata, Kirishima lanciò un'occhiata a Todoroki e Midoriya, notando qualcosa di diverso nel modo in cui si comportavano insieme, «Comunque, verità o sfida che sia, voi due sembrate ancora più affiatati del solito, ultimamente...».

«Ah, che noia!», Bakugo si limitò a sbuffare e accese la TV.

Il notiziario era appena iniziato, e il servizio in onda era incentrato su recenti movimenti sospetti di alcuni villain, «Le autorità avvertono della crescente attività di gruppi di villain in diverse zone della città. Il panico sta crescendo tra i cittadini, le forze dell'ordine stanno intensificando i controlli per garantire la sicurezza pubblica», annunciava il giornalista sullo schermo.

«Ottimo, proprio quello di cui avevamo bisogno. Ancora problemi con i villain», commentò.

Midoriya e Todoroki si scambiarono uno sguardo preoccupato.

«Dobbiamo essere pronti», disse Todoroki, con tono di voce deciso.

Kirishima si unì al discorso, «Sì, sembra che la situazione stia diventando critica!».

Midoriya annuì, il sorriso che aveva mostrato poco prima svanì, «Allora dobbiamo essere ben preparati! Continueremo a fare del nostro meglio per essere pronti a qualsiasi emergenza!».

Bakugo si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra, guardando verso l'esterno con un'espressione di determinazione, «Vero. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Prepariamoci per qualsiasi cosa possa arrivare».

Improvvisamente la porta del dormitorio si aprì con un rumore secco e gli altri studenti entrarono, visibilmente agitati.

«Ragazzi, avete visto le notizie? I professori ci hanno chiamato d'urgenza. C'è caos in città e ci hanno ordinato di riunirci subito», esclamò Uraraka.

«Sì, cosa sta succedendo esattamente?», confermò Kirishima.

«Dicono che ci siano stati attacchi in diverse aree della città», spiegò Iida, con la voce tesa. «Le forze dell'ordine sono sopraffatte e i villain stanno approfittando del caos».

Bakugo si girò verso il gruppo con uno sguardo risoluto, «Allora è il momento di mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato. Dobbiamo essere pronti a intervenire».

Midoriya annuì con decisione, «D'accordo, prepariamoci subito!».

Todoroki, con uno sguardo determinato, gli si avvicinò, «Tutti pronti, ragazzi. Facciamo in modo di essere al massimo della nostra forma. La sicurezza della città e delle persone dipende da noi».

Gli studenti iniziarono a muoversi rapidamente, raccogliendo le loro cose e preparando le attrezzature necessarie per affrontare la situazione emergente.

Dopo un'intensa notte di interventi e combattimenti contro i villain, gli studenti dell'Accademia U.A. tornarono al dormitorio esausti ma sollevati. Le minacce erano state affrontate con successo e la città era stata messa in sicurezza, grazie al loro intervento tempestivo.

Gli studenti tornarono ai loro dormitori sul tardi, e si sistemarono tutti rapidamente per riposare. Sfiniti e soddisfatti, si lasciarono cadere nei letti. Uraraka invece rimase sveglia, incapace di rilassarsi completamente. Un'altra delle ragazze, Mina Ashido, la notò mentre passeggiava per il corridoio.

«Uraraka, perché sei ancora sveglia?», chiese con curiosità.

Uraraka, visibilmente nervosa, rispose con un sorriso forzato, «Volevo... dare un'occhiata a Shoto e Deku. Dopo tutto quello che è successo, volevo assicurarmi che stessero bene».

Mina la guardò con un'espressione perplessa. «Sicura non sia per altro? In ogni caso non puoi entrare nel dormitorio dei ragazzi. È contro le regole...».

Uraraka insistette, «Ma io...».

Mina scosse la testa, «Va bene, ho capito cosa hai, ma fai attenzione. Se i professori lo scoprono, potrebbero esserci conseguenze».

Uraraka annuì, «Grazie, Mina... a dopo».

Mina le fece un cenno di comprensione e si allontanò, mentre Uraraka si dirigeva verso il dormitorio dei ragazzi con il cuore in gola.

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