Cap. 23 - Malizia nel combattimento.

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Kirishima, dopo una leggera scossa di spalle, si avvicinò agli altri membri della classe, che stavano chiacchierando nel corridoio della scuola. La sua provocazione a Bakugo sembrava aver avuto l'effetto desiderato, e ora era pronto a divertirsi un po' con il resto del gruppo.

Quando raggiunse gli altri, li salutò con soddisfazione. Vincere una provocazione contro Bakugo per lui fu come averlo steso al tappeto con l'uso del suo Quirk.

«Ciao, ragazzi!», esclamò, con il suo solito entusiasmo, «Come è andata la lezione?»

Yaoyorozu lo salutò con un sorriso, «È stata piuttosto interessante, non trovi?».

Kirishima fece una smorfia, fingendo di pensare, «Interessante è un modo per definirlo! E interessante è stata anche la dinamica che è successa dopo la lezione...».

Tsuyu lo guardò con curiosità, «E Bakugo dov'è?».

«A fare i conti con le sue vulnerabilità», rispose Kirishima.

Uraraka, incuriosita, chiese, «Cosa intendi?»

Kirishima alzò le spalle con un sorriso enigmatico, «Oh, niente di che. Solo che alcune cose si stanno complicando... e sto parlando non solo di Bakugo, ma anche di qualcun altro».

Uraraka lo guardò, ancora immersa nei suoi pensieri. Proprio in quel momento, Midoriya e Todoroki passarono accanto al gruppo, e il primo, visibilmente eccitato per l'allenamento imminente, salutò con un cenno, mentre Todoroki lo seguiva con passo calmo.

«Ci vediamo al campo di allenamento allora», disse Todoroki a Midoriya, con naturalezza.

«Assolutamente, abbiamo bisogno di migliorare le nostre tecniche», rispose Midoriya, con un sorriso che nascondeva il lieve rossore delle guance.

I due ragazzi si allontanarono verso il campo, e Kirishima, con un cenno complice a Uraraka e agli altri, aggiunse, «Sembra che siano piuttosto concentrati oggi, quei due...».

Uraraka, ricordando il momento di intimità tra Midoriya e Todoroki che aveva visto la sera prima, decise di seguirli a distanza, per osservare meglio come si svolgesse il loro allenamento. Arrivata al campo, si nascose dietro una serie di alberi e cespugli, cercando di rimanere invisibile.

Il combattimento tra Midoriya e Todoroki si svolse con grande intensità. Todoroki, con la sua combinazione di fuoco e ghiaccio, metteva alla prova ogni abilità di Midoriya, mentre quest'ultimo, anche se imbarazzato, rispondeva con una precisione.

A peggiorare la situazione, le battute maliziose di Todoroki.

«Attento, Izuku», disse dopo un attacco particolarmente ravvicinato, «Non vorrei farti perdere la concentrazione, eri più concentrato ieri nella doccia a ricevere i miei trattamenti».

Midoriya, visibilmente imbarazzato, cercò di concentrarsi mentre si spostava per schivare un altro attacco, ma quelle parole lo destabilizzavano, «Shoto! Non puoi dire cose del genere mentre ci alleniamo!».

Todoroki ridacchiò, continuando a lanciare i suoi attacchi con precisione, «Devi essere pronto a tutto, Izuku. Anche a mantenere la calma quando qualcuno cerca di destabilizzarti».

Il combattimento continuò con una serie di scambi energetici, finché Todoroki, con un colpo ben piazzato, bloccò Midoriya contro il muro, «Vedi? Bloccarti al muro mi è semplice anche quando non dobbiamo pomiciare», stuzzicò.

«Shoto, non è il momento per queste battute!», Midoriya cercò di rispondere, mentre cercava di liberarsi dalla presa di Todoroki, che, con una mano delicatamente posizionata sull'orlo dei suoi pantaloni, ridacchiò, «Certo, ma ci sta qualche battuta, no?».

Midoriya, cercando di riprendersi dalla sorpresa, si staccò delicatamente e rispose, «Va bene giochiamo. Visto che ti piace chiamarmi Detroit Smash, lo vuoi? Te lo darei volentieri!».

Todoroki alzò un sopracciglio.

«Detroit Smash, eh? Sei sicuro di voler usare una delle tue mosse più potenti qui?», provocò.

Midoriya sorrise, «Magari non proprio in questo momento, ma sai che posso farlo se necessario».

Il combattimento riprese con una nuova intensità, e Uraraka, nascosta tra i cespugli, osservava come la loro chimica fosse palpabile. Non era solo un allenamento, ma un vero e proprio scambio di emozioni e intimità.

Dopo un po', Todoroki fece un passo indietro e fermò il combattimento, «Bene, credo che abbiamo dato abbastanza per oggi. Hai fatto grandi progressi, Izuku».

Midoriya, ansimante, annuì, «Grazie, Shoto. Anche tu sei stato fantastico».

«Per essere il nostro ultimo anno, siamo stati anche troppo grandiosi, vero?», disse Todoroki avvicinandosi e abbracciandolo, mentre con la mano destra sfiorò nuovamente l'orlo dei suoi pantaloni.

«Sei me lo congeli di nuovo, ti darò seriamente un Detroit Smash, rischiando anche la punizione. Attento a te», minacciò Izuku, con un tono che mescolava il serio e il giocoso.

Todoroki ritirò la mano e si allontanò, «Non preoccuparti, non voglio rischiare un Detroit Smash. Era solo un piccolo scherzo».

Uraraka, colta da un'imbarazzante gelosia, decise di allontanarsi silenziosamente.

Mentre tornava verso il dormitorio, i suoi pensieri erano turbati dai sentimenti contrastanti. Si sentiva felice per Midoriya, ma anche confusa e delusa nei confronti dei propri sentimenti. 

Decise quindi di riflettere su quanto aveva visto e di affrontare la situazione con maturità e rispetto. Tornata nella sua stanza, si sedette sul letto e tirò fuori il diario, sperando che scrivere le sue emozioni le avrebbe aiutato a chiarirsi le idee.

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