Cap. 34 - Confronto tra coppie.

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I pochi minuti di sonno che Bakugo e Kirishima riuscirono a rubare dopo i molteplici baci volarono via velocemente. Presto si ritrovarono in aula, ancora assonnati, ma pronti ad affrontare la giornata. E nonostante la stanchezza, entrambi cercavano di mantenere alta la concentrazione, anche se era evidente che il sonno rubato li aveva lasciati più lenti del solito.

Aizawa cominciò a spiegare un nuovo argomento, e nel mentre Bakugo lanciò uno sguardo distratto verso Midoriya e Todoroki. Di solito i due erano inseparabili, seduti vicini e concentrati sul lavoro, ma quel giorno c'era qualcosa di diverso nell'aria.

Midoriya sembrava più silenzioso del solito, con lo sguardo basso e l'atteggiamento nervoso. Todoroki, dall'altra parte, aveva un'espressione distante, quasi fredda, evitando qualsiasi contatto visivo con Midoriya.

Kirishima notò lo stesso comportamento e, con un cenno sottile, attirò l'attenzione di Bakugo e gli indicò la scena. Bakugo annuì, stringendo le labbra in una linea sottile, riconoscendo che qualcosa non andava. Quando finalmente la campanella suonò la fine della lezione, Bakugo e Kirishima decisero di andare a parlare con loro.

Aspettarono prima che gli altri studenti uscissero dall'aula, poi quando Midoriya e Todoroki cominciarono a raccogliere le loro cose, Kirishima si avvicinò con un sorriso amichevole, «Ehilà, ragazzi! Va tutto bene? Avete un'aria un po' giù oggi».

Midoriya sollevò lo sguardo, cercando di nascondere l'ansia con un sorriso forzato, «Oh, sì... va tutto bene, Kirishima. Solo un po' stanchi, credo».

Todoroki annuì senza aggiungere altro, ma il suo silenzio parlava da sé.

«Non prendiamoci in giro, Deku. C'è qualcosa che non va tra voi due. Lo vediamo chiaramente», rimproverò Bakugo, che non poté trattenersi.

Midoriya abbassò la testa, «Nulla, Kacchan, nulla».

Kirishima fece un passo avanti, cercando di creare un'atmosfera più tranquilla, «No ragazzi, vi ho visti mentre vi baciavate e so che c'è qualcosa tra voi, e se avete problemi, siamo qui per aiutarvi».

Midoriya si irrigidì, il suo volto si tinse di un leggero rossore. Todoroki, d'altra parte, rimase impassibile, «Ci avete visti? Accidenti, non volevamo lo scoprissi così! Ora lo sai anche tu oltre Kacchan, Kirishima...», esclamò il primo, evitando i loro sguardi.

«È stato tutto così nuovo... e complicato. Poi Uraraka mi bacia e...».

«Io sono poco geloso...», continuò Todoroki, «Ne abbiamo anche parlato e sinceramente non è che non mi fido di Izuku... è di Uraraka che non mi fido», aggiunse dopo.

«Io ho già detto quel volevo dirti, Shoto, e sai che mi piaci tanto», disse Midoriya.

Todoroki sospirò, «Lo so, e io ti ho detto che provo lo stesso. Ma sai, Izuku... È difficile quando mi dici che qualcuno si avvicina a te in quel modo. Anche se so che non è colpa tua, non posso fare a meno di sentirmi... insicuro».

Kirishima intervenne, cercando di riportare la conversazione su un tono più costruttivo, «Ragazzi, è normale sentirsi così, soprattutto quando i sentimenti sono forti, ma dovete parlarne apertamente. Non lasciate che queste cose vi separino».

Bakugo, pur mantenendo il suo tono brusco, mostrò una comprensione insolita, «Todoroki, Deku non è il tipo da fare qualcosa di stupido intenzionalmente. Se siete davvero importanti l'uno per l'altro, dovete trovare un modo per gestire questa roba».

Midoriya annuì, cercando di far capire a Todoroki quanto tenesse a lui.

Todoroki lo guardò per un lungo momento, poi annuì lentamente, «Non lo so, a Uraraka piace tanto Izuku e io... e lui... forse è meglio prendere una pausa, per farci riflettere meglio...».

Il silenzio nella stanza si fece pesante e Midoriya rimase immobile per un momento, «Se pensi che sia la cosa giusta da fare, Shoto... allora lo accetto. Ma ti prego, non pensare che io voglia allontanarmi da te. Voglio solo che entrambi abbiamo il tempo di riflettere e capire cosa è meglio per noi».

Todoroki annuì, il suo sguardo rimase distante, «Grazie, Izuku, per la comprensione. Spero che questa pausa ci aiuti a chiarire i nostri sentimenti».

Kirishima e Bakugo si scambiarono uno sguardo, rendendosi conto che era il momento di lasciare i due amici da soli, «Non preoccupatevi troppo. Le cose troveranno il loro equilibrio. E se avete bisogno di parlare, sapete dove trovarci», incoraggiò Kirishima.

Bakugo annuì, mantenendo un atteggiamento deciso, «Ha ragione il saputello, sistemate le vostre cose e ricordate che non siete soli. Siamo qui per voi, anche se siete due teste dure».

Con queste parole, Kirishima e Bakugo si congedarono, lasciando Midoriya e Todoroki da soli con i loro pensieri. Mentre si allontanavano, Bakugo lanciò uno sguardo a Kirishima, un sorriso compiaciuto affiorò sul suo volto.

Quando furono abbastanza lontani dagli altri, Kirishima gli diede una pacca sulla schiena, ridendo forte, «Davvero, Katsuki? Due notti di sesso sfrenato e poi te ne esci a parlare di esprimere i sentimenti con loro? Tu, che sembri sempre allergico alle emozioni?».

Bakugo sbuffò, ma il sorriso non lo abbandonò, «Non fare lo spiritoso, Testa di Roccia. Loro due fanno sembrare tutto più complicato di quanto sia».

Kirishima lo guardò con affetto e un pizzico di divertimento, «Sì, come se tu non avessi fatto esattamente lo stesso all'inizio con me, ho dovuto trascinarti e baciarti io per primo».

Bakugo gli lanciò un'occhiata di traverso, «Allora va', digli pure che sono due notti che io e te scopiamo di brutto, e spiegagli come si fa davvero a essere onesti con i propri sentimenti! Vediamo se imparano una volta per tutte!».

Kirishima, preso alla sprovvista, reagì d'istinto, coprendo la bocca di Bakugo con la mano, e il suo volto arrossì di colpo, «Katsuki! Non dire certe cose ad alta voce!».

Bakugo ridacchiò, allontanando la mano di Kirishima, «Dai, Eijiro. Sai che ho ragione».

Kirishima sbuffò,  «Forse. Ma certe cose... è meglio che rimangano tra di noi, capito?».

Bakugo gli lanciò uno sguardo sbilenco, «Sì, sì. Solo tra noi. Ma non dimenticarti che siamo una squadra. E ora che abbiamo sistemato quelle teste dure, possiamo concentrarci su noi stessi».

Kirishima sorrise, «D'accordo, Katsuki. Solo che forse, la prossima volta, proviamo a non attirare troppa attenzione su di noi, eh? E forse ci servirebbe del sonno extra...».

Bakugo rise, «Sonno extra? Macché! Anzi, ti va di mordicchiare qualcosa? Ho fame».

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