Capitolo 14 Di chi è la colpa?

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Eravamo nella Sala Grande per cenare. Lilith cercò di mangiare qualcosa, ma il suo stomaco era completamente sottosopra. Per qualche strano motivo Draco continuava a fissarla e poi squadrava Dom. Indagando sul suo sguardo pensai che, non potendo essere a conoscenza del segreto di Alexia, Malfoy avesse dato la colpa a Sherwood per aver causato quello stato a Lilith. E anche perché i due si guardavano. Ammettiamolo, è stata colpa di Dominic. Noi non ci saremmo mai immischiate in questo tipo di affari. Picchiettai le dita sul mento.

- Beh, - disse infine Draco. – Perché non parlate? –

Eravamo così assorti nei nostri pensieri che il mormorio e brusio di sottofondo stranamente non proveniva da noi. Dopo aver passato lo sguardo su tutti lo guardai. Rimasi scioccata. Le sue mani erano tese, ma tremanti, il suo sguardo puntato su Lilith.

- Siamo solo stanche, non ti devi preoccupare. – intervenni dicendo la prima scusa che mi saltò in testa.

- Ah sì, e che cosa avete fatto? – adesso anche il suo tono non era statico. Feci per parlare, ma mi bloccò all'istante. – Non rispondere tu. – mi fulminò, poi passò il dito contro Dom. Ecco che avevo ragione. Ogni volta gli dava la colpa per tutto, anche quando non sempre era sua.

- Cosa vorresti da me, prego? – Dominic voltò la testa per guardarlo. Gli brillavano gli occhi.

- Sei stato con loro tutto il giorno, vero? – sibilò.

Oh mio Salazar. Mi misi le mani nei capelli per la disperazione e appoggiai la fronte sul tavolo.

- Potrebbe essere. – lo istigò, aggiungendo un sorrisetto su quel bel faccino angelico. Demoniaco.

- Smettila di prendermi in giro! – Draco si alzò in piedi. Era impazzito? Aveva attirato l'attenzione di mezza sala, compresa quella dei professori. – Cosa le è successo? – stava guardando Lilith. Lei era debole, ma non più come prima. Non aveva mai subìto un attacco del genere, era normale riprendersi con calma. Ma questo lui non lo poteva sapere. Lilith si mise le mani davanti al viso, doveva stare zitta.

- Ho detto che è stanca! – ripetei io, alzando di poco la voce.

- Tu menti! – Draco urlò. – Sei stato tu. – si rivolse a Sherwood. – Un altro dei tuoi stupidi giochetti. – pronunciando quelle parole sputò poca saliva che andò a depositarsi sulla guancia di Dominic. Poi per me fu tutto così veloce e sfocato. Rimasi allibita cercando di scorgere i movimenti di Dom, che, alzandosi, prese Draco dal colletto, ribaltandolo completamente sul tavolo. La sua schiena ruppe e fece cadere alcuni piatti e bicchieri, provocando un baccano assordante.

- Ragazzi, per favore! – urlò la McGranitt sperando di fermarli.

- 50 punti in meno a Serpeverde! - ma Dominic non sembrò sentire. – Non osare più incolparmi per ciò che non ho fatto. - un momento dopo il suo pugno serrato piombò sul volto di Malfoy e dal suo naso iniziò a sgorgare sangue.

- E' inconcepibile! – gridò di nuovo la professoressa. Anche gli altri stavano parlando, ma non si capiva niente.

- Esci di qui. – bisbigliai a Dom e un secondo più tardi andò via dalla sala, trascinandosi Draco dietro. – Non così! – sussurrai nuovamente, ma lui era troppo distante e non si sarebbe girato. Così io e Lilith, imprecando per tutta la strada, li seguimmo. Poi ci accorgemmo di essere seguite a nostra volta, dal gruppo di Malfoy, Alexia ed Hermione. Che cosa voleva? Adesso la fermo. – Lilith, chi è quella ragazza che alza sempre la mano per prima? –

- Io lo so. – mi rispose e ci parammo davanti a lei, appena poco dopo l'ingresso, per bloccarle la strada.

- Si chiama Hermione e mi fa impazzire. – la fissai negli occhi.

- Anche a me. – Lilith si mise le mani sui fianchi, curvando la testa.

- Lei è brutta, sciatta. –

- Trasandata e disgustosa. –

- Sembra che non si lavi i capelli da tre settimane. –

- E poi quale tipo di genitori chiamerebbe la propria figlia Hermione? – mi chiese, guardandomi disgustata.

- Amh, babbani. – le risposi, ridendo.

- Ew. Che razza di nome è Hermione? – cantilenammo insieme.

- Mi fa pensare a qualcosa di piagnucoloso. – alzai lo sguardo, mettendo l'indice sotto al mento.

- Ed è l'unica a frequentare Aritmanzia. – dichiarò Lilith, pensando che ora che Will aveva occupato il posto non ci sarebbero più state lezioni per lei.

- E poi hai sentito che i suoi genitori sono dentisti? – incrociai le braccia.

- Dentisti, cosa sono? – Lilith si rivolse a Hermione, che non aprì bocca.

- Vuol dire che prelevano i denti marci dei babbani. – risposi al suo posto.

- Ew, poi sta sempre col suo amico importante, Harry Potter. –

- Sì e anche con quello dai capelli rossi... come si chiama? –

- Ralph? –

- Ronaldo? –

- Ricky? –

- Rocko? –

- Rudolph? –

- Rambo? –

- Richy? –

- Raymond? –

- Ryan? –

- Mark? –

- Jason? –

- Aaron? –

- Luke? -

- Si chiama Ron! – sbottò Hermione, non potendone più di sentirci a blaterare nomi a raffica.

- Oh si giusto, è vero. – dicemmo insieme.

- Scommetto che hai tutte le soluzioni dei test con te. – la provocai.

Ormai stava cedendo, i suoi occhi stavano diventando rossi e gonfi, prossimi a lacrimare. – Questa piccola strega! – terminò Lilith, spingendola all'indietro. Se ne andò a testa bassa, in direzione di Dom e gli altri. Sarebbe potuta passare anche prima in realtà, ma non senza essere umiliata un po'. Siccome dovevamo andare nella stessa direzione, le stemmo dietro, chiedendoci ancora che cosa volesse.

Dominic e Draco erano circondati da studenti, non troppi, ma quasi tutti Serpeverde. Non avevamo capito a che punto erano arrivati, ma Malfoy si era ripulito il naso lasciando una strisciata sulla guancia. Sherwood invece aveva un piccolo taglietto al labbro, significava che anche lui era stato picchiato. Io e Lilith ci facemmo avanti tra la folla, spingendo via tutti quelli che avevamo davanti, per metterci quasi in mezzo ai due litiganti.

- Basta, Draco! – disse Lilith, guardandolo e vedendolo completamente fuori di sé. – Ti ricordo che lui è finito qui per una rissa! –

- E adesso ne ha iniziata un'altra! – ribatté.

- Dom, lui non sa niente, non puoi prendertela così. – gli dissi, evitando di andare nel dettaglio. Al contrario, lui sembrò calmarsi. Sapeva benissimo di non avere colpe, o minori, su Lilith, quindi si ricompose. Malfoy invece no. – Cosa non so? Che dovrei sapere? –

Restammo tutti in silenzio. Nessuno di noi tre aveva il coraggio di dirlo. Dominic fu il primo ad abbassare lo sguardo, quindi lo facemmo anche noi. Dovevo inventare un'altra storia, avevo tante idee, ma senza senso: era caduta? Aveva bevuto la pozione sbagliata? Era stata avvelenata? Nessun caso avrebbe potuto essere stabile. Poi una voce femminile si fece avanti. – Sono stata io. – la guardammo tutti. Era Alexia, perché mai avrebbe dovuto confessarsi? Poi Draco si rilassò. – Stark, perché? - le disse.

- Un momento, - dissi io. – Voi vi conoscete? –

- Le nostre famiglie si frequentano da tanto tempo. – rispose lei.

- Apparteniamo a uno stesso rango e poi ho imparato a domare i draghi grazie a lei. – concluse Draco.

- I draghi? – Lilith rimase scioccata. – Uno stesso rango, che vuol dire? – siccome Malfoy non rispondeva si rivolse ad Alexia.

- La Villa Stark è molto rinomata e sì, ho un drago da compagnia. – disse con voce lieve e acuta, alzando un sopracciglio.

- Come hai potuto? – Draco tirò fuori la sua bacchetta e gliela puntò contro. – Non dovevi farlo. –

- E' stata lei a volerlo. – e immediatamente anche la sua 13 pollici lo stava mirando.

- Finiamola qui. – Hermione si incamminò verso Draco, lo prese a braccetto e lo portò via. Lui non si oppose, ma lanciò un'occhiata a Lilith che divenne subito rossa. Che diavolo...?

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