Capitolo 15 Punti deboli

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- Basta, non c'è più niente da vedere. – dichiarò Dom, invitando tutti gli spettatori a farsi i fattacci propri.

- Mio padre lo verrà a sapere! – gridò Draco, in lontananza.

- Hiss, hiss. – facemmo ad Hermione, poco prima che sparisse dalla visuale. Eravamo sconcertate, come aveva potuto trascinare via Draco così? Chi le aveva dato il permesso? Lilith assunse un'espressione inorridita, continuava a squadrare la Grifondoro. I suoi occhi si chiusero a fessura e le labbra si irrigidirono, probabilmente le faceva male vedere una scena così ripugnante.

Mentre il corridoio si liberava e gli studenti si recavano nei dormitori – o in qualunque luogo avessero voluto prima di andare a dormire - io, Lilith, Dom e Alexia prendemmo la strada per i Sotterranei. Faceva parte della routine ormai, non nego di essermi addormentata proprio sul divano della Sala Comune qualche anno fa. Disprezzare il mondo è un lavoro così difficile, ma qualcuno deve pur farlo e ti toglie molte energie.

Una volta giunti sul posto io e Lilith ci avvicinammo ad Alexia, volevamo sapere di più su come mai conoscesse i Malfoy e delle spiegazioni sui draghi. Iniziò la mia amica, con uno sguardo un po' perso. – Allora tu e Draco siete amici d'infanzia? –

- Io e Draco ci conosciamo da molto. – rispose. – Forse troppo tempo. I Malfoy e gli Stark sono alleati e amici da generazioni. –

- Solo questo? – continuai io, dopo una lunga pausa. – E perché proprio un drago, come riesci a domarlo? –

Mi guardò. – Sono già troppe domande. Khal... - la sua voce cambiò, si fece più tenera e la cosa sorprese tutti, raccontare del drago sembrava una debolezza. – Si chiama così, l'ho trovato che era solo un uovo quando ero una bambina di sei anni. L'ho curato, accudito, addestrato, rafforzando il nostro legame e potenziando la mia magia, in difesa e in attacco. Adesso è il mio cucciolo, anche se è grande tre volte un Erumpent. - chiuse gli occhi e sorrise, lo stava visualizzando nella mente. – Attacca ad ogni mio comando e arriva quando lo chiamo. Mi protegge e io proteggo lui, potenziandogli la corazza. Ora lo sto allenando nella velocità. – si riprese da quella trance e ci guardò. – Ah, l'ho detto che è un Ungaro Spinato? –

- Molto docile. – commentò sarcasticamente Dom.

Posai gli occhi sui suoi eterocromati. Avrei dovuto avercela a morte con lui, aveva spaccato il naso al nostro Capitano. Eppure quel taglietto al labbro inferiore gli dava un'aria così sexy, di un bravo ragazzo finito vittima per caso. Ci pensai due volte e ritornai con i piedi per terra. Però era così carino. No, era nel torto, aveva iniziato lui con le maniere pesanti. Okay, forse Draco non era stato molto gentile, ma non poteva saperne nulla. Dopo il mio monologo interiore cercai di riascoltare ciò che gli altri si stavano dicendo. Annuii a caso, per far credere che fossi attenta, ma nel momento sbagliato. Ovvero quando tutti mi stavano fissando in silenzio. – Dico davvero, i draghi possono essere docili se domati. – esordii, dall'imbarazzo.

- Certo. – mi rispose Alexia, quindi mi rilassai. – Mi è venuta un'idea. – cominciò poco dopo, alzandosi in piedi orgogliosa. - Lilith, accompagnami dal professor Silente. – le ordinò tranquillamente e lei, perplessa, la seguì.

- Vedo che ci hanno lasciati soli. – osservò Dominic, accavallato sul poggia braccio della poltrona.

- Guarda un po' che amiche... - riflettei ironicamente.

- Stai pensando a ciò che sto pensando io? – mi chiese serio. A differenza del suo tono, i suoi pensieri non mi garantivano la stessa sicurezza. Quello avrebbe potuto pensare a tutto, soprattutto qui dentro, nella location del nostro primo bacio forzato. – Parlo delle tue amiche, ti hanno vista particolarmente attratta da me e volevano togliere il disturbo. –

- Che insolente! – sbottai, alzandomi a mia volta. – Io non sono attratta da te. – incrociai le braccia, ma fissai le mie unghie nere e appuntite.

- Dillo ai tuoi occhi, con tutte le volte che mi guardi mi stai consumando. – si sollevò dalla poltrona, per venirmi incontro. – Dillo alla tua bocca, che ogni volta che parlo o ti intrigo la apri meravigliata. Dillo al tuo carattere, così forte e irascibile, ma che ora sta cedendo. – alzai lo sguardo per sfidarlo, non avevo paura di controbattere. Dimostrarmi debole era sinonimo di sconfitta e io non perdo, mai. – Potrei dire lo stesso di te. – risposi, alzando la voce, anche se non era proprio vero. Era davanti a me, percepivo il collo che si alzava per vederlo meglio. – Cerchi sempre di attirare la mia attenzione, non fai altro che seguirmi e insinuare che io abbia preso una cotta per te. Non sei niente per me, sei entrato nella mia vita approfittando di questo stemma. – sciolsi le braccia per infilzarlo con un dito dove aveva il simbolo dei Serpeverde. – Vuoi essere sempre a un passo davanti a me, costringendomi nei tuoi giochetti e tranelli, ma fidati se ti dico che... - improvvisamente mi tirò dalla schiena, spingendomi contro di lui e le mie mani si schiantarono sul suo petto, mentre le sue labbra erano sulle mie. Non fu un bacio dolce, perché lui è tutto tranne che dolce, ma forte e deciso. Lo staccai spingendolo di poco. – Che mi hai fatto impazzire dal primo momento che ti ho visto. – terminai la frase che poco prima mi aveva interrotto e lo baciai a mia volta. Sentivo le sue mani che mi percorrevano il corpo, ma le fermai prendendole e intrecciandole con le mie. La sua lingua mi aprì la bocca e incontrò la mia, pronta per fare un giro sulle montagne russe. Iniziavano a piacermi il suo profumo e il suo sapore misto a sangue, perché lo morsi dove aveva il taglietto, riaprendolo. Mi sorrise, sembrava compiaciuto e continuò a baciarmi, senza trasportarmi in giro per la Sala, ma semplicemente abbracciandomi.

- Cosa devi fare con Silente? – chiese Lilith ad Alexia, dopo aver superato vari piani.

- Non devo farci niente, solo proporgli una cosa. – restò vaga, aleggiando una mano in direzione della Blackwood.

- Perché proprio io? – era curiosa quanto offesa, si capiva quando la sua linea melodica saliva di ottave.

- Eravamo di troppo. – la Stark alzò gli occhi al cielo. – C'è una tensione sessuale che... - non volle commentare, decise di spalancare gli occhi e lasciare tutto all'immaginazione. Lilith capì perfettamente a cosa si stava riferendo, ma preferì stare zitta anche lei.

- Credi che Albus ti riceva a quest'ora? – cambiò discorso, notando che erano passate le 21:00.

- Assolutamente, ha ancora due ore per stare in giro, ma ovviamente con niente da fare, quindi dovrebbero fargli bene delle visite di questo tipo. – la regola era di andare a letto a mezzanotte, ma alla sua età non conveniva molto, i vecchietti vanno sempre a dormire presto.

- Precisamente, cosa gli devi chie... - Lilith fece per farle una domanda, ma la sua voce si bloccò non appena scorse Draco ed Hermione a braccetto, nella direzione opposta. – Quella piccola, sporca Mezzosangue. – bisbigliò furente. Accelerò il passo, lasciando Alexia indietro, serrò i pugni e scrutò malamente la Granger. Lei la vide e si paralizzò, quello sguardo da psicopatica l'aveva bloccata. Draco, quindi, andò avanti, confrontandosi con Lilith.

- Come puoi, come... lei?! – stava impazzendo, avrebbe voluto dirgli come avesse potuto scegliere lei al suo posto, ma non avendo mai concluso nulla con lui si limitò a divampare dalla rabbia. Pochi secondi dopo girò i tacchi, lanciando un verso gutturale di disapprovazione e ritornò da Alexia, impassibile come sempre.

- E' questo che vuole, la guerra? – farfugliò tra sé e sé. – E l'avrà! –

- Mi spieghi che ti prende? – la rossa iniziava a non capirci più niente, i nostri comportamenti la stavano disorientando. – Non importa, andiamo in presidenza. –

Era il caso di bussare, per la prima volta nessuno aveva intenzione di mettere a soqquadro la situazione. – Professor Silenteee! - canticchiò Lilith, appena fuori dall'ufficio. – Signoree? – passavano i secondi, ma la porta non si apriva. – Per me sta dormendo. –

- Sicuramente lo avrai svegliato. – Alexia si mise una mano sulla fronte, era esasperata. – Va beh, spero non ci maledica. –

Ma poi la porta si aprì, dando visuale al solito e vecchio Albus con la solita vecchia tunica grigia e la solita vecchia barba bianca, e lunga. Non sembrava particolarmente sorpreso, né stanco. – Spero di non aver interrotto niente. – iniziò la Stark.

- O di averla svegliata. – Lilith stava per mettersi a ridere, ma ricevette una gomitata dalla Battitrice e si ricompose.

- Avrei una proposta da farle, signor preside. – Alexia si intrecciò le dita davanti alla bocca e alzò un sopracciglio.

- Accomodatevi. – disse l'uomo, facendo cenno di entrare. Quello spazio ampio e circolare lo conoscevano a memoria, con tutte le volte che c'erano finite dentro. I toni del marrone e del beige non facevano altro che dare un'aria antica, soprattutto per via dei quadri millenari. Davanti a una scrivania laterale, prima delle scalinate centrali c'erano due poltroncine rosse, si accomodarono lì.

- Ho avuto una brillante idea. – spiegò Alexia. – E se facessimo una corsa con i draghi? –

Lilith, che non sapeva niente, restò di stucco. – Cosa?! –

- Tranquilla, non tu. – le disse con arroganza, poi tornò a guardare Silente. – Faremmo delle selezioni, come col Quidditch. Un solo studente per ogni Casata avrà la possibilità di gareggiare su un drago e vincere un premio. Ovviamente il percorso sarà ad ostacoli, se no non c'è gusto. –

Il preside ascoltava in silenzio, dal suo viso non traspiravano emozioni, era difficile capire se si fosse messo a ridere e a urlare o no. Si accarezzò la barba e poi parlò. – Affascinante, affascinante, certo, ma rischioso, ho bisogno di consultare i miei colleghi. –

- Seh. – rispose Alexia, non troppo convinta, dopodiché si alzò e prese Lilith per un braccio. – Togliamo il disturbo. – cercò di similare un sorriso. – Buonanotte, signore. –

- Buonanotte, ragazze. – alzò una mano in segno di saluto.

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