Capitolo 16 Sorry not sorry

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- Lo sai che non significa niente. – dissi a Dom, mentre ero a cavalcioni sulle sue gambe, seduti sul divano.

- Certo, certo. – rispose, sbottonandomi i primi due bottoni della camicia e baciandomi il collo. Avevamo passato tutta la sera a sbaciucchiarci, nell'attesa che Lilith e Alexia sarebbero tornate.

- Dico davvero. – cercai di essere seria, ma Dominic mi stava procurando dei brividi piacevoli e ansimai, stringendo le dita sui suoi capelli e premendolo di più contro la mia pelle.

Improvvisamente sentimmo dei passi, erano arrivate.

- Che fine avevate fatto? – ero felice di vederle, ma al tempo stesso triste, soprattutto quando Dom si staccò da me. Fu imbarazzante in effetti, così mi sedetti composta di fianco a lui, stringendo la cravatta per nascondere eventuali segni rossi. Alexia fece spallucce, sembrava impaziente, ansiosa. Lilith invece sull'orlo di una crisi di nervi.

- Sai con chi è il nostro Draco? – mi chiese quest'ultima. – Con la Granger! – e alzò le mani al cielo.

- Ancora? Che diavolo ci trova in lei? – restai allibita, come poteva preferire la sua compagnia alla nostra? Se era solo Sherwood il problema lo avremmo cacciato, forse.

- E' inammissibile, inaccettabile, irricevibile. – Lilith si era messa ad andare avanti e indietro dal nervoso, con lo sguardo alto e la pazienza al limite. – Oh, ma fidati che se ne pentirà. –

La guardai. – Come pensi di fare? –

Fissò Dom con occhi di sfida e poi si avvicinò. – Durmstrang. – disse infine, puntandogli un dito contro.

- Vuoi fare una scenata di gelosia? – era impensabile, a volte avremmo potuto risultare capricciose, ma non delle bambine. Sì, sono sinonimi, ma c'è differenza dall'essere ambiziose e dall'essere fuori controllo. Per quanto fossimo testarde, non c'eravamo mai messe ad urlare in mezzo alla Sala perché qualcosa non ci andava bene. Lo facevamo capire in altri modi.

- Sarà più romantico di una sceneggiata. – mi assicurò, incrociando le braccia e assumendo quell'espressione da "non c'è più scampo per te".

- Ti dispiacerebbe usare Will? – le chiesi con gli occhi dolci. - Domani il signor Sherwood avrà da fare per un po'. – dissi, posizionando una mano sulla sua coscia, incrociando il suo sguardo.

- Okay, basta, vado a vomitare. – Alexia avanzò, tappandosi la bocca con la mano. Ci augurò velocemente la buonanotte e scappò nel suo dormitorio. Sussurrai un "Ops", con lei non si poteva ancora parlare di certe cose.

Invece Lilith restò sull'attenti. – Tudor!? – esclamò. – Sei forse impazzita? Il nostro rapporto con lui è tutto sbagliato, quello non ci teme, ci odia e non solo vorrebbe cruciarci tutte, ma seppellirci! – il nostro passato con Will non era dei migliori, dopo l'ultimo scherzo avremmo fatto bene a stargli alla larga. Tuttavia, avere un'altra Divisa Rossa tra i piedi avrebbe fatto rimpiangere Draco di più. Tollerarne uno era facile, due – il secondo peggio dell'altro – più complicato.

- Ci dormirò su. – concluse Lilith, dopodiché prese la via per il nostro dormitorio.

Dominic, che era rimasto zitto tutto il tempo, mi guardò con malizia. – Ti piacerebbe. – risposi alla sua occhiata e seguii Lilith in stanza.

- D'accordo, domani. – si alzò anche lui e svoltò per il dormitorio maschile.

Una luce fioca mi colpì il viso, era così fastidiosa che emisi un mormorio a bocca chiusa e mi girai dall'altra parte, portandomi il cuscino sopra la testa. Prima di riaddormentarmi vidi Lilith seduta sul suo letto, con le coperte tutte in disordine, un po' come lo erano i suoi capelli. Indossava ancora la vestaglia nera – perché noi eravamo stupende anche durante le ore di sonno – e il suo sguardo era rivolto al nulla. – Sei già sveglia? – le chiesi, con una voce non del tutto umana. Si girò appena per guardarmi e notai delle fosse scure sotto i suoi occhi. – Volevi dire ancora. – mi fece capire che non aveva dormito molto. Se avessi avuto il suo stesso problema, probabilmente anche io avrei passato la notte in bianco. – Che ne dici se saltassimo le prime lezioni? – quella mattina ero particolarmente stanca, non ero pronta ad affrontare la giornata.

- A che servirebbe, tanto non dormirei comunque. – mi rispose con un entusiasmo pari al mancato centro degli anelli da parte della nostra squadra di Quidditch. Da quando mi metto a fare battute sullo sport? – Ma certo, ascoltiamo una lezione del professor Binnis su Storia della Magia. – ironizzai. – Sicuramente ti sarà di aiuto. – la guardai male e detto ciò ritornai con la faccia sotto il cuscino.

Saltammo giù dal letto poche ore dopo, lei sbadigliando, io con un dolore alla schiena. Ci dirigemmo in Sala Grande per pranzare, saltare la colazione mi aveva messo fame, il mio stomaco iniziava a brontolare. Alla vista di Draco, Lilith ebbe una reazione bruttissima.

- Cosa vuoi fare? – le chiesi. Era normale per noi accomodarci di fianco a Malfoy, soprattutto per fare invidia a Pansy, ma date le circostanze non sembrava il caso.

- Non m'importa. – rispose, invece. – Comportiamoci come sempre, darà un effetto maggiore alla vendetta. – fortunatamente Lilith scelse la cosa giusta da fare, perché io volevo andare proprio lì. Sedemmo di fianco a Blaise e Theodore, rivolgendo così lo sguardo a Tiger e Goyle. Nell'accomodarmi sulla panca il mio dolore si accentuò, facendomi fare una smorfia.

- Cos'hai Ckicki, non dirmi che ti è venuto il colpo della strega? – Zabini e Nott si batterono il cinque ridendo, io mi pietrificai un attimo per elaborare la frase, poi presi il primo dei due dalla cravatta tirandolo verso il pavimento.

- Oggi mi vedrò con Will. – disse d'un tratto Lilith, con voce molto alta, in modo che metà tavolo potesse sentirla. Questo mi fece concentrare su Draco, lasciando la presa. Non sembrò neanche sentire, era perso, ma non come sempre, era come concentrato su un suo pensiero. Si ricordava almeno chi era Will? Un ragazzo di Durmstrang vale l'altro. – Malfoy? – lo chiamai a bassa voce. Lui mi guardò come per dire "che vuoi?" e a quel punto alzai gli occhi al cielo. Non sbuffai solo per non attirare l'attenzione. Ma, dato che quella di Draco era tornata, dissi: - Non hai una bella cera, Lilith. Non hai dormito tutta notte, sei sicura di voler uscire con Will Tudor? E' uno di Durmstrang, sai già che maniere hanno. – sorrisi, ma rimasi dispiaciuta. Sbirciai velocemente il nostro amichetto. Forse, forse s'iniziava a intravedere una reazione, aveva molto autocontrollo il ragazzo. Continuai: - Cosa farete di bello, gli mostrerai il panorama dalla Torre di Astronomia? – successivamente Draco si alzò, non delicatamente, ma come speravo. Uscì dritto dal portone e poi lo persi di vista. – Oops. – sussurrò Lilith, bevendo il suo succo di zucca.

Dopo aver intrapreso una lezione di Incantesimi con il professor Filius Flitwick, io e Lilith ci accordammo sul da farsi: - Io vado a cercare Will, ovviamente vorrà delle scuse e delle spiegazioni, cercherò di fare il mio meglio. – mi disse con scoraggio e poca convinzione. – Tu invece che devi fare con Dom? – il suo tono cambiò, anche la sua postura, d'un tratto divenne tutto così accusatorio. Non ci avevo ancora pensato, in realtà mi sentivo come sotto a una pozione d'amore, più le mie labbra toccavano le sue, più lo desideravo. Ma si sa che tutti i filtri sono falsi e temporanei, quindi avrei solo dovuto scacciare il pensiero. Lilith aspettava una risposta, sul suo volto stava per formarsi un sorriso. – Ahm, non lo so. – risposi incerta. - Probabilmente lo porterò a fare un giro. – ipotizzai alla Stamberga Strillante.

- Va bene, non distruggete niente. – mi raccomandò, poi se ne andò dal Terzo Piano, con la preoccupazione negli occhi.

Autoconvincendosi che ormai Will viveva al Settimo Piano, Lilith decise di iniziare proprio da lì la sua ricerca. Ancora una volta si trovava nell'aula di Aritmanzia, vuota come sempre. Aspettò qualche secondo, insicura, poi percorse gli scalini che portarono all'ufficio. Anche quella stanza era vuota. Ritornò all'entrata, sempre con movimenti lenti. L'ultima cosa che voleva era ritrovarsi qualcuno alle spalle, precedentemente nascosto bene, che la spaventava a morte. Lanciò occhiate ovunque, ma non c'era nessuno che si stava prendendo gioco di lei. Si rassegnò, sbuffando. Si guardò in giro, per campire dove potesse essere andato. In quel Piano c'erano solo le Sale Comuni di Grifondoro e Corvonero, Aula di Divinazione... Stanza delle Necessità. Cosa avrebbe dovuto fare Will là dentro? Un bel niente. Senza più speranze, Lilith scese le scale, incontrando un gruppo di ragazzi che salivano. A quanto pare l'avevano riconosciuta e si sono scansati immediatamente.

- Guarda quanto fai schifo alle persone. – riconobbe quella voce, era lui, ma non lo vedeva. Spaventata, girò su se stessa per trovarlo. – Stai cercando qualcuno? – disse poi Will, sbucando da dietro una lastra di pietra. Finalmente lo vide e il suo cuore accelerò. – Tudor. – lo chiamò. Era arrivato il momento che odiava, farsi perdonare. Non sapeva come iniziare il discorso, doveva prepararlo emotivamente all'argomento, senza che si confondesse o non capisse di quanto trattato. – Volevo porgerti delle scuse. – faceva male dirlo, ma il suo tono alterato con poca audacia camuffava il secondo fine, rendendo tutto molto più realistico.

- Già, come la scorsa volta. – la sfidò Will, pensando alla sua quasi morte per avvelenamento atmosferico.

- No. – rispose decisa. – Ora ci sono solo io, è una cosa tra me e te. – lui restò in silenzio, così Lilith poté continuare. – Ciò che ho fatto è stato orribile, inappropriato e irrispettoso nei tuoi confronti. –

- Ma non sei stata tu a farlo. – ribatté, aspettandosi delle chiacchiere a vuoto, senza un inizio e una fine.

- Invece sì, ho spinto io Ckicki ad aggredirti e soprattutto ho evocato io il serpente la prima volta. Non era mia intenzione ferirti o provocarti reazioni allergiche, spero che tu lo capisca. Non posso sapere davvero cos'hai provato, ma sono assolutamente certa che quello che ho fatto è stata una delle cose peggiori che potessi fare. Mi assumo tutta la responsabilità di questo comportamento protettivo della mia amica. Noi siamo fatte così, se subiamo un torto insieme lottiamo insieme, se viene fatto a una sola di noi, sarà l'altra a difenderla. Spero tu possa perdonare anche lei e che le cose tra di noi si sistemino. – tutto l'orgoglio che aveva scese sotto i tacchi, sotto i Sotterranei, sotto il Lago Nero, più infondo della Camera dei Segreti.

- Accetto. – dichiarò Will, quasi subito, senza pensarci. – Ma voglio sentire tutto ciò anche da Ckicki. –

Le cose non facevano altro che peggiorare. – Va bene, non sarà un problema. – lo era eccome, ma lui non avrebbe dovuto capirlo.

- D'accordo allora, che cosa vuoi in cambio? – come faceva a trarre uno scambio da un discorso di scuse? Forse si sentiva particolarmente buono o vigeva la regola del "devo ricambiare" anche in quel momento. Lilith ne approfittò subito, gradualmente la situazione stava migliorando. – Ho bisogno di te. – e gli allungò la mano.

Lui la prese e percorsero insieme tutte le scalinate. Al Primo Piano incontrarono Alexia, la quale inizialmente guardò loro di traverso. Poi si ricordò del piano e assunse un'espressione realizzata, bisbigliando un "Giusto, giusto". Lilith fece in modo di cambiare argomento, per non far notare a Will la coincidenza. – Stark, dove stai andando di bello? – sorrise e si alzò in punta di piedi, era così tesa.

- In Aula di Duello, oggi si combatte. – rispose con serietà.

- Ah, bene, bene. –riprese lei con finta ingenuità. – Ti lasciamo andare. – e sparirono velocemente nei Sotterranei, davanti all'Aula di Pozioni, dove Draco seguiva lalezione. Attesero una manciata di minuti, il più delle volte guardandosi in faccia senza esprimere parole. Poi, gli studenti iniziarono ad uscire. Tenendo conto che Malfoy era sempre negli ultimi posti e quindi sarebbe sgattaiolato via per primo, Lilith si buttò tra le braccia di Will. Lui la guardò sorpreso,non si aspettava minimamente una Blackwood avvinghiata, con lo sguardo seducente e le mani sulle sue guance. Cercò di assecondarla, mettendole una mano sotto la coscia e alzandole la gamba fino al suo fianco. Quando riconobbe una chioma biondo platino, Lilith iniziò a baciare appassionatamente Tudor, dando spettacolo. I Serpeverde più impressionabili restarono lì pochi secondi ad esultare, scatenando così abbastanza scoop da coinvolgere anche Draco. La ragazza lo guardò con la coda dell'occhio e baciò Will con più energia, muovendo la testa a destra e a sinistra, per dare un tocco più teatrale. Quando arrivò il professor Piton per constatare ciò che stava succedendo, i due si separarono, restando comunque mano nella mano. – Mi scusi, signore. – disse Lilith con innocenza. – Ci siamo fatti trascinare dal momento. – e Severus lasciò la stanza come un ombra, alzando gli occhi al cielo, senza commentare. Malfoy era ancora lì, con la sua solita espressione di disgusto, a scrutarli, per poi dissolversi nel nulla.

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