Capitolo 18 Partner in crime

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– Fidati di me, ho colto nel segno. – mi disse Dom, un po' affannato per via della corsa dritta al castello. Dopo le sue parole volevo essere certa che Lilith lo sapesse e che se avesse completato il suo piano sarebbe stato un problema.

Tenere lo stesso passo anche nei corridoi era più complicato del previsto: gli studenti in massa si stavano dirigendo alle loro lezioni, ostacolando la strada. – Dove pensi che sia? – mi chiese il ragazzo.

Ci pensai un attimo. – Da poco dovrebbe essere terminata l'ora di Piton, sicuramente Draco ne ha fatto parte. – quindi scendemmo nei Sotterranei, dove speravamo di incontrarla. Sulla rampa di scale vedemmo Will, da solo, l'unica possibilità che avevamo era chiedergli dove fosse finita Lilith. Invece, appena ci avvicinammo mi afferrò da un braccio, spaventandomi. – La tua amica mi ha detto che avrei ricevuto qualcosa da te. – i miei occhi si spalancarono, cosa gli aveva raccontato o proposto in cambio di un favore? – Delle scuse. - rispose alla mia espressione. Mi rilassai, avendo temuto il peggio, ma in effetti scusarsi era orribile. – Mi dispiace di averti lanciato un gatto addosso. – mi affrettai a dire. Con la coda dell'occhio osservai Dominic emettere una risatina, non ero molto convincente.

Mi strattonò - Sii più dolce se vuoi rivedere la tua amica. – mi minacciò poi. Non riuscii davvero a immaginare cosa le avesse potuto fare, ma non volevo che soffrisse ancora, dopo la Maledizione Cruciatus.

- Mi dispiace davvero tanto per lo scherzo che ho fatto e che ti ha quasi ucciso, sono stata una stupida e non riaccadrà mai più. – parlai velocemente, ma i miei occhi timorosi e la voce sottile bastarono a far lasciare a Will la presa. – Lilith sta bene, è di sotto. – mi aveva preso in giro. Lo guardai male e spingendolo con la spalla finii di percorrere gli scalini, seguita da Dom.

La ragazza era appoggiata alla parete, davanti all'Aula di Pozioni, con lo sguardo soddisfatto e i capelli arrotolati su un dito. Capii che il piano di far ingelosire Malfoy era andato a buon fine.

- Draco è innamorato! – urlai mentre corsi verso di lei. Non avevo mai corso così tanto come quel giorno.

- Di Hermione? – mi chiese con ripugnanza. – Non se ne sarebbe andato via in quel modo, mentre baciavo Will appassionatamente. – ci fece un sorrisetto maligno.

- Non della Granger! – il mio tono era ancora troppo alto, dovevo anche controllare il mio respiro affaticato. – Di una di noi due. –

- Come lo sai? – anche il suo tono si alzò per la sorpresa.

- Io. – disse Dom alzando la mano. – Sono la sua minaccia e ora lo sarà anche Will. –

- Tu non sei una fonte affidabile. – gli ringhiò contro Lilith. Ma poi cambiò espressione, pensando probabilmente alla prima volta che Tudor l'aveva baciata e che Draco li aveva quasi visti. Era andato su tutte le furie, come faceva spesso con Sherwood. – Oh-oh. – si rese conto di aver sbagliato a vendicarsi davanti ai suoi occhi.

- Non importa, faremo qualcosa. – la rassicurai. – Dov'è andato? –

- Penso sia salito. –

Salimmo le scale, decise di cercarlo, percorremmo per prima il Primo Piano, ma appena davanti all'Infermeria vedemmo Alexia saltellare felicemente. – Ciao ragazze. – ci guardò appena con i suoi luccicanti occhi verdi e le guance arrossate, poi continuò ad avanzare. Pochi istanti dopo un ragazzo corse nella sua stessa direzione, anche lui uscito dall'Infermeria. Non lo avevamo mai visto prima, forse perché era più piccolo e non ci interessava.

- Fermo dove sei. – lo chiamai, interrompendo la sua caccia. – Come ti chiami? – i suoi occhi erano dorati e anch'essi luccicavano.

- Niclas Gillis. – rispose sorridendo. Era successo qualcosa.

- E chi stavi rincorrendo? – chiese Lilith, anche se sapeva la risposta.

- Alexia Stark. – quel luccichio si fece più intenso.

- Perché? – questa volta parlammo in coro, mettendo un po' in soggezione il ragazzo. Fece per rispondere, ma la nostra voce aveva attirato Alexia, che tornò indietro.

- Suvvia, lasciatelo stare. – ci intimò con gentilezza. – E' solo un ragazzo. – alzò gli occhi al cielo.

- Sono amiche tue? – le domandò Niclas, facendo capire che si conoscevano già.

- Sì, va' via, Nic. – gli ordinò con il sorriso.

- Perché tanta fretta? – Lilith si avvicinò a Gillis, posandogli una mano sulla spalla. – Vediamo che sei capace di fare, Stark. - ovviamente si stava riferendo al potere dei Mangiamorte, come quello che aveva usato su di lei, ma più potente.

- Io non credo sia una buona idea. – obiettò Alexia. – Lui non deve sapere. –

- Non lo saprà. – tirai fuori la bacchetta. – Gli farò un incantesimo della memoria subito dopo. – fulminai Niclas con lo sguardo e percepii il terrore nei suoi occhi, meno brillanti di prima. – Qui sappiamo tutte e tre cosa sei. – Dominic era ancora lì, silenzioso.

Alexia prese anche la sua bacchetta e si girò, faccia a faccia con il ragazzo. Gliela puntò contro e fece uno strano sorriso. – No. – disse improvvisamente e si girò verso di me, con la 13 pollici ancora in posizione. – Ecco cosa sono capace di fare. – e mentre mi immobilizzai dalla paura lei gridò "Imperio".

Mi sentii come fuori dal mio corpo, in trance, la mia mente pensava, ma il mio corpo non reagiva. Non ero più padrona di me stessa.

- Cerca Draco e portalo qui. – mi ordinò e involontariamente le mie gambe si mossero. Feci in tempo a vedere Niclas sotto l'effetto di "Oblivion", che se ne andava via distrattamente.

"Draco Malfoy" il mio pensiero d'un tratto non divenne che quello. Draco Malfoy. Lo cercai tra i volti delle persone, guardavo chiunque e non mi importava di risultare invadente, perché quella non ero io. Spesso andavo a sbattere addosso a qualcuno, ma se dopo averlo guardato in faccia non era lui me ne andavo tranquillamente, con un'espressione imbambolata. Molti studenti ricambiavano il mio sguardo e si facevano domande, ma io non riuscivo a rispondere, non potevo, non dovevo. Camminai a lungo, senza stancarmi, e al Quinto Piano riconobbi Goyle, al bagno dei Prefetti. Lo spostai senza problemi e incrociai gli occhi grigi di Draco. Finalmente.

- Devi venire con me. – gli dissi con impassibilità, prendendolo da un braccio.

Lui si oppose, levando la presa. – Te lo puoi scordare. –

- Devi venire con me. – avrei dovuto fare qualsiasi cosa per portarlo giù, da Alexia. Infatti lo presi dal maglione e lo tirai forte, così che mi seguisse. Goyle si parò davanti, impedendomi di continuare, ma presi la bacchetta e gridai "Stupeficium" senza un briciolo di emozione nella voce e nello sguardo, facendolo volare per aria.

- Sei impazzita!? – Draco mi prese il polso e si liberò ancora della mia presa. – Cos'hai? – lessi il terrore nei suoi occhi.

- Devi venire con me. – mi sentii dire ancora, come se fossi una bambola meccanica – assassina – rotta.

- Va bene. – alla fine accettò e portai Malfoy da Alexia.

- Come ordinato. – le dissi, sbattendo Draco davanti a lei. Lilith e Dom mi guardarono con orrore, mentre Alexia sorrise compiaciuta. Draco si guardò intorno e non capì perché si trovasse lì, con gli occhi spalancati, i capelli arruffati e la bocca aperta, soprattutto quando vide Lilith.

- Che sta succedendo? – disse spaesato. Osservò Dominic e fece un verso gutturale, ma ancora una volta stava dando la colpa alla persona sbagliata.

- Ckicki, bacialo. – mi ordinò Alexia e di sottofondo sentii dei boati di stupore e delle parole di negazione. Ma io non potevo disobbedire. Più mi avvicinavo a Draco più lui tremava di paura e indietreggiava, il mio sguardo lo intimoriva.

- Vieni Draco. – gli dissi, allungando le mani sulle sue e afferrandole. Mi avvicinai senza esitare e posai le mie labbra sulle sue.

- Di più. – la voce di Alexia mi ronzava nella testa, così affondai le mie dita tra i capelli di Draco e lo spinsi contro la mia bocca schiusa. Pochi secondi dopo la Stark mi disse: - Va bene così. – e tutto il peso del mio corpo sembrò ritornare in me con una spinta. Mi guardai intorno senza capire, realizzai solo di tenere stretto Malfoy e di avere tutti gli occhi puntati su noi due, o forse, solo su di me.

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