Capitolo 19 Una contro l'altra

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- Che cos'ho fatto? – domandai piano, con voce strozzata.

- Hai sfidato una Mangiamorte. – rispose Alexia, trionfando di piacere. Depose la sua bacchetta.

Mi sentii strana, mi ricordavo della Maledizione. Poi udii la voce fin troppo stridula di Lilith dirmi: - Ma non potevi evitare di farti comandare? – mi girai e la vidi a braccia tese lungo i fianchi con i pugni serrati. Notai di essere ancora attaccata a Draco, il quale restò in stato di paralisi, e mi staccai. – Come se un "Protego" avesse potuto funzionare! – le urlai contro, non aveva senso incolparmi.

- Beh, potevi fare qualcosa, dato che sei tanto brava con quella bacchetta! – mi lanciò una frecciatina così pungente da ferirmi.

- Lo stesso vale per te. – conclusi la discussione con voce pacata e offesa, poi me ne andai, senza guardare nessuno, neanche Dominic. Riconobbi le loro voci anche in lontananza: Lilith gridava "Non piangere se non dovessi più trovare il tuo draghetto" e Alexia rispondeva "Non dovevi dirlo, per te saranno guai piccola vipera".

A cena cercai di evitare chiunque, sedendomi molto più al centro del tavolo, lontano dalla cerchia di Malfoy e da Lilith. Sfiorai le postazioni di quelli del Quinto e Sesto anno, quindi feci attenzione a non incontrare Alexia. Ma non c'era, anche Draco era sparito, imbarazzato com'era doveva essergli chiuso lo stomaco.

Gli studenti più piccoli conoscevano sia me che Lilith e fu spontaneo chiedersi perché non fossimo più unite, che cosa fosse successo e chi sarebbe stata la nostra nuova complice. Proprio in quel momento mi venne una geniale idea, avrei trovato una recluta che la sostituisse. Guardai le ragazze intorno a me, ma nessuna aveva le caratteristiche fisiche che stavo cercando, eccetto una: Astoria Greengrass, dai lunghi e mossi capelli castani messi in risalto da due occhi verde smeraldo. Era del Quinto Anno, ma era più alta delle altre ragazze, non mi sarei sentita a disagio al suo fianco. Cambiai posto, per starle più vicina e mi presentai. Con leggera sorpresa mi rivelò che mi conosceva già, avrei potuto immaginarlo, ma non le dispiacque affatto scambiare qualche parola con me. – Sono molto colpita dai vostri scherzi, riuscite a mettere a soqquadro qualsiasi tipo di situazione! – ovviamente parlava al plurale, non si era resa conto che in quel momento c'ero solo io. – Anche mia sorella vi stima. – continuò a parlare e poi si interruppe, indicandola. – E proprio là che parla con Lilith. – voltai la testa per guardare lo spazio riservato al Settimo Anno e la vidi, Daphne Greengrass, dai capelli lisci biondi e dagli occhi tendenti all'azzurro. Lilith ebbe la mia stessa idea, come negarlo. A quel punto decisi di andare fino in fondo. – Tori, posso chiamarti così, vero? Ti andrebbe di essere la mia nuova spalla? – sfoggiai il sorriso più grande che avevo e lei accettò annuendo più volte. - Congratulazioni, hai fatto la scelta migliore. – le strinsi la mano. – Dovrai impegnarti, perché ho intenzione di far tremare il castello di paura durante la notte di Halloween. – ormai mancava poco più di una settimana e volevo lavorare su qualcosa di pesante, avrei dimostrato di sapermela cavare anche senza Lilith. Povera Tori, non si accorgerà neanche di essere stata usata.

Uscimmo dalla Sala Grande quasi di corsa e prendemmo la via per il corridoio dei Sotterranei. Pensai che non fosse prudente andare nella Sala Comune, così chiesi a Tori di portarmi nel suo dormitorio.

- Ecco cosa faremo. – iniziai, sedendomi sul suo letto a gambe incrociate. – Ingaggeremo qualche fantasma, stavo pensando a Peeves o al Barone Sanguinario, per far fare loro qualche rumore strano o ghigni non appena tutte le candele della Sala si saranno magicamente spente. – guardai il soffitto, gesticolando con la mano. – Dopodichè stavo pensando di far apparire un Troll o una creatura altrettanto ripugnante, per far sì che essa giri per i corridoi e magari si pappi qualcuno. Rendo l'idea? – la fissai e la vidi assorta a comprendere il mio scherzo, poi mi sorrise. – Penso sia fantastico, ma avrei una domanda. – incrociò le gambe anche lei, spingendosi accanto a me.

- Tutto ciò che vuoi sapere. –

- Perché hai litigato con Lilith, pensavo foste inseparabili. – non mi aspettavo di certo una domanda sulla Blackwood, così ci misi un po' a rispondere e non nascosi l'imbarazzo. Forse pensarla mi doleva ancora, dopotutto non avevamo chiarito.

- Ecco io ho fatto una cosa che non dovevo fare. – non avevo intenzione di parlare di Alexia. Tra me e Astoria ci sarebbero stati molti segreti.

- Quindi è colpa tua? – mi chiese appena ebbi terminato la frase.

- Non proprio, io ero incosciente, ma nulla di preoccupante. – la rassicurai con un sorriso e un gesto della mano, così ritornai a parlare di altro. – Andiamo nel Reparto Proibito, sicuramente lì troveremo Peeves. – e mi alzai con una mossa velocissima.

Arrivammo al Quarto Piano e udimmo una voce sinuosa e glaciale, sicuramente si trattava del fantasma, ma stava già parlando con qualcuno. Girammo l'angolo dietro alle armature e vidimo Peeves a bofonchiare con l'ultima persona che avrei voluto incontrare: Lilith. C'era qualcosa di strano, la sua vista non fece che peggiorare il mio umore. Poi Astoria gridò il nome della sorella, che sbucò dietro Lilith e, facendo svolazzare i capelli, raggiunse Tori e l'abbracciò.

- Daphne! – tuonò la Blackwood. - Non azzardarti mai più. – e la biondina ritornò al suo fianco, con uno sguardo di scuse. Poi guardò me – Mi dispiace, questo fantasma è già d'accordo con me. – ma il suo tono non sembrava affatto dispiaciuto, ora capisco perché la gente la odia. Ritrovandomela contro realizzai quanto fosse altezzosa e acuta la sua voce. – Che vuoi dire? – chiese Astoria, guardandomi per avere approvazione. – Vuol dire che non si fraternizza con il nemico. – sbottai in segno di risposta. Tori e Daphne si squadrarono sconsolate, quando avevano accettato non si erano rese conto che da quel momento in poi sarebbero state separate. Guardai il quartetto, le nuove reclute ci somigliavano fisicamente, forse in questo modo io e Lilith avremmo sentito meno la nostra mancanza, anche se io ero abituata a vederla più bassa e lei più argentata. – Non importa, - continuai – abbiamo altri a cui chiedere. – e girai i tacchi, tirandomi dietro Astoria. Il suo problema era che non afferrava al volo il momento esatto in cui bisognava tagliare la corda.

Andammo nella Torre di Astronomia, la sua preferita, sicure di incontrarlo lì. Dopo pochi minuti ad ispezionare il luogo sentimmo delle catene strisciare sul suolo e il fantasma suicida ci apparve davanti, con tutto il sangue luccicante al chiaro di luna. – Buonasera, Barone Sanguinario. –

Dopo avergli spiegato le nostre intenzioni e accennato al fatto che ci sarebbe stato anche Peeves, lui accettò il nostro invito.

- Ottimo, il giorno stesso tramite Incantesimo di Apparizione porterò un Troll di Fiume nel castello. – annunciai ritornando nel dormitorio di Astoria.

- Sei sicura che non finiremo nei guai? – mi chiese preoccupata. Da quando le avevo detto che non poteva più parlare con sua sorella era rimasta in silenzio.

- Stai tranquilla, non verremmo mai scoperte. – i Troll sono stupidi, chiunque potrebbe farli entrare, soprattutto se passano di lì per caso. Avevo in mente di fare una scenata simile a quella del Professor Quirrell, o forse no, me ne sarei stata zitta dietro le quinte a leggere il panico nell'espressioni degli studenti.

- Per quanto riguarda Daphne? – stavo iniziando ad odiare quel nome, non lo volevo più sentire. Il viso di Astoria era un groviglio di tristezza e speranza.

- Ho detto che devi starle alla larga, sicuramente sarà diventata una spia di Lilith! – urlai con i nervi a fior di pelle e la Greengrass ebbe un sussulto. Cercai di calmarmi, non potevo permettermi che scappasse via. – Quello che voglio dire è che ormai non ti puoi più fidare. Proverà ad estorcerti informazioni o a incastrarti e farti passare nei guai. – le dissi in tono pacato, molto dolcemente.

- Lei non lo farebbe mai. – la difese.

- Lei no, ma Lilith sì. – accelerai il passo, lasciandola indietro e le chiesi di ospitarmi nel suo letto per quella notte, finchè non avrei trovato una soluzione migliore. Non volevo condividere la stanza con la mia ex complice, non ancora.

- Buonanotte. – mi disse, ma io risposi con un verso a bocca chiusa, convinta che non avrei passato una bella nottata.

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