Capitolo 22 Sparizione

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Il giorno seguente mi svegliai di ottimo umore, nel mio dormitorio, di fianco al letto di Lilith. Non dormivo così bene da inizio mese. A colazione non si parlò più di Troll per fortuna, quella storia era felicemente archiviata. Invece si parlò di me e Lilith, ma la conversazione non la iniziammo noi. Astoria e Daphne si misero davanti a noi, sorridevano, ma la loro fronte era aggrottata. – Dobbiamo dirvi una cosa. –

- Abbiamo capito che non possiamo fare a meno di stare vicine, a proteggerci e a sorridere insieme. –

- Quindi non vogliamo più far parte del vostro gruppo. –

- Scusate. – questo lo dissero in coro.

- Non fa niente, - ci venne da ridere – lo abbiamo capito anche noi. –

Dopo che se n'erano andate, quasi saltellando di gioia, la mia attenzione si spostò su Draco. Pensavo alla notte prima, alle sue parole. Non al fatto di dimenticare il bacio, non me ne importava più di tanto, ma a quello che disse ad Alexia:"Vuoi che lui ci scopra?" All'inizio credevo si riferisse a Silente, che scoprisse l'uccisione di un Troll nella scuola, ma era una faccenda troppo irrilevante. No, per me c'era sotto dell'altro e, siccome si parlava della Stark, niente di buono. – Qualcosa non va? – mi disse Malfoy, dopo averlo osservato fin troppo a lungo, tramando chissà cosa. Distolsi lo sguardo con imbarazzo. – Niente. – non volevo che pensasse ancora al nostro piccolo incidente, perché io avevo deciso di metterci una pietra sopra.

La lezione di Antiche Rune con la Professoressa Bathsheda Babbling fu particolarmente interessante: il Futhark antico, ovvero la prima forma di alfabeto runico, sarebbe stato incantevole inciso su un ciondolo di legno e portato al collo. O forse ero io semplicemente più felice del solito. Tutto trascorreva alla perfezione, era una giornata perfetta. Finchè non incontrammo Tudor per i corridoi del Sesto Piano, uscendo dall'Aula di Antiche Rune.

- Volevo farvi i complimenti per la vostra disavventura. – ci disse divertito, sfoggiando un sorriso che la diceva lunga.

- Vedo che sei stato informato. – Lilith non si fece problemi ad utilizzare un tono amichevole, ormai le questioni con Will erano chiuse. Gli porse una mano all'altezza del collo e lui la sollevò fino a baciarne il dorso. – Cara, vuoi fate subito notizia. – mi lanciò uno sguardo di intesa e, lisciandomi i capelli con le dita e guardando altrove, capii che tutta la scuola era al corrente delle nostre varie relazioni amorose. – Ma non siete state voi ad uccidere quella creatura. – aggiunse poi. – Dico bene? –

- No. – mi affrettai a rispondere.

- E' stata l'altra ragazza, quasi sempre con voi, come si chiama? – la sua voce assunse una linea melodica bassa, parlava piano, mentre fingeva di riflettere sul nome di Alexia. – Ah si, - il suo volto si illuminò di scatto. – Stark. – poi sogghignò. – Siete state fortunate ad averla trovata, tanto fortunate. – e con un'alzata di mano ci salutò, sparendo dalla nostra vista.

- Secondo te cosa voleva dire? – mi chiese Lilith, dopo una lunga pausa. Eravamo rimaste tutte e due in silenzio a cercare di capire il suo discorso, ma senza risultati.

- Non ne ho idea. – risposi confusa, fissando il vuoto.

A pranzo mangiammo delle squisite tortine di zucca e fughi porcini, con la cannella sulla superficie. Erano così buone, la giornata era ritornata perfetta. Ma una voce maschile interruppe il momento, ancora una volta. Ci girammo non riconoscendola, chiedeva dove fosse finita Alexia. Il ragazzino in piedi, Serpeverde, doveva essere dello stesso Anno della ragazza, ricordavo vagamente il suo viso.

- Quindi? – domandò ancora – Non la vedo da stamattina, non ha frequentato nessuna lezione. – il suo viso era in preda alla preoccupazione, quell'espressione l'avevo già vista.

- So chi sei! – esclamò tutt'un tratto Lilith. – Niclas Gillis! –

Ecco chi era, quei suoi occhi oro avevano visto la scena del bacio tra me e Draco – mi girai per guardarlo e anche lui stava manifestando orrore -.

- Ragazze, mi rispondete? – sbottò lui, impaziente di sentire la risposta che neanche noi sapevamo. Alzammo le spalle, non la vedevamo da quando era andata via nel momento in cui io e Lilith ci stavamo abbracciando. Non avevamo la più pallida idea di dove potesse essere. Niclas imprecò, furibondo.

- Che ti prende? –

- Perché la cerchi? –

Come se avessimo dichiarato il nostro amore eterno al Signore Oscuro, il ragazzo ci squadrò malissimo. – C'è la partita di Quidditch! –

Subito dopo un rumore forte si espanse dietro di noi: Draco era scattato in piedi. Lui era il nostro Cercatore, non che Capitano della Squadra e pareva averselo completamente scordato.

- Oggi? – tuonai, Dominic avrebbe giocato come Cacciatore e Alexia come Battitrice.

- No, domani! – sbraitò un'altra volta. – Oggi ci sono gli allenamenti. – e come per magia la risposta saltò fuori.

- Beh, allora sarà lì, no? – ipotizzai con noncuranza.

- Verrete con me? – Niclas cambiò completamente tono, non era più alterato – o qualunque cosa fosse – ma divenne allarmato.

- Certamente. – rispose Lilith sorridendo. Aveva instaurato una tregua con Alexia e desiderava rispettarla, meglio così.

Ancora una volta le tribune erano vuote, quindi fu facile scegliere il posto migliore. Niclas si guardò intorno, nel campo, in cielo, come se il Boccino d'Oro avesse dovuto prenderlo lui. Nell'area di gioco c'erano solo Zabini, Flint, Bletchley e Goyle. Si passavano la palla, la lanciavano col bastone e, nel caso di Miles, la parava. Dieci minuti dopo anche Draco era sulla sua Nimbus 2001 a svolazzare, seguito da Dominic. I due non erano ancora particolarmente amici, collaborare in una Squadra sarebbe stato molto più difficile che seguire insieme le lezioni. Mancava solo Alexia e poi sarebbero stati al completo, ma lei non c'era. Secondo il suo compagno avrebbe dovuto essere lì dalla mattina. – Se si stesse allenando per conto suo? - ipotizzai, ma la cosa apparve strana anche a me, infatti il ragazzo scosse la testa, mettendosi le dita tra i capelli. – No, è impossibile. E' da una settimana che si comporta in modo strano, è giù di corda, ma l'infermeria era vuota. – io e Lilith spalancammo gli occhi. Avevamo il timore che qualcosa fosse andato storto nel suo altro ruolo. Non facemmo commenti, considerando che Niclas era stato sottoposto a un incantesimo di memoria. Però ribaltammo il discorso, giusto per dare una spiegazione al ragazzo, che se non si fosse calmato lo avrei pietrificato sul posto. – Abbiamo saputo che ha litigato con delle persone. – iniziai.

- Ha avuto uno scontro particolarmente violento, a quanto pare. – continuò Lilith.

- Giusto una settimana fa. –

Lilith fece per ribattere, ma si bloccò. Sapevo a cosa stesse pensando: credeva che tutto fosse tornato alla normalità, che non se l'era presa più di tanto, allora perché evitarci? Evitare noi era un conto, ma non presentarsi agli allenamenti pre-partita suonava insolito. Soprattutto riferendoci a lei, così patita di questo gioco.

Improvvisamente Gregory urlò in direzione dell'entrata negli spogliatoi. – Era ora! – qualcuno stava entrando in campo e, notando lo schieramento dei giocatori, non doveva essere altro che Alexia.

- Complimenti, - sbuffò Draco – Sei sempre in ritardo, Vin. –

Vin?Vin cioè Vincent? E fu chiaro una volta che salì in volo, quella non era la Stark, ma Tiger.

Per quanto avessimo voluto vedere gli allenamenti in santa pace, piuttosto che seguire le lezioni, ritornammo tutti e tre al castello, di corsa. Una volta scesi nei Sotterranei ed entrati nella Sala Comune cercammo ovunque un indizio, un biglietto, un qualcosa. Non aveva lasciato niente, così controllammo nel suo dormitorio, lasciando in disparte Niclas. Tutti i letti erano stati fatti, tutti i bauli erano al loro posto, eccetto in uno, di fianco alla finestra. I cassetti del comodino erano vuoti, altrettanto sotto il letto. Io e Lilith ci guardammo in faccia e decidemmo di andare nel nostro dormitorio, per pensare. Ma, una volta varcata la soglia, Luna mi si avvicinò. In bocca teneva un pezzo di pergamena strappato e bruciacchiato. Lo presi, sopra c'erano scritti i nostri nomi. Lessi velocemente, dopodiché passai il biglietto a Lilith, chiudendo gli occhi. Lei sussultò per lo stupore. La lettera diceva:

So che non vi interessa e che la mia presenza è solo un peso per voi, ma ve lo dico lo stesso. Sono andata via a causa di alcune cose che devo sistemare in me stessa, per vostra fortuna non mi vedrete più, non so per quanto. Saremmo tutti più felici e spero che, senza di me, possiate finalmente tornare una la partner dell'altra. Dite a Draco che ho parlato con Silente per il Quidditch. Bene, detto questo... addio.

Alexia

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro