Capitolo 29 Tra scandalo ed erbacce

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A colazione la nostra situazione non passò inosservata, ci venne attribuito un piccolo paragrafo sulla Gazzetta del Profeta. Pansy era impegnata a leggere per conto suo, ma, fregandomene, gliela strappai di mano. Dopo aver visto il titoletto «Presunte seguaci del Signore Oscuro a Hogwarts» ci mancò poco che sputai tutto il succo di zucca in faccia a Theodore. – Oh no. – mi lamentai, poi lessi ad alta voce per soddisfare gli sguardi incuriositi dei compagni:

Ieri pomeriggio, al Ministero della Magia, si è svolta un'udienza disciplinare a discapito delle due studentesse del Settimo Anno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Ckicki Blackheart e Lilith Blackwood. Le due diciassettenni erano state accusate di omicidio e di uso improprio della magia quando la Scuola non le aveva ancora convocate per il Primo Anno. Date la per niente esperienza nel campo e l'immunità per la violazione delle regole (scaduta al loro undicesimo compleanno) sono state scagionate, grazie anche all'aiuto del loro stesso professore di Pozioni, Severus Piton.

– Ma stiamo scherzando? – mi fermai. – Quello non ha mosso un dito e ci ha pure inflitto una punizione! – sbottai, sbuffando.

– Shh. – mi fece Dominic, incitandomi a continuare. Dopo aver scosso la testa proseguii:

I fatti sono degenerati quando due Auror hanno catturato una studentessa della medesima Scuola, del Sesto Anno, Alexia Stark. La giovane è una sospetta Mangiamorte. Delle spie avevano già fatto il suo nome in precedenza, ma la ragazza si era rivelata introvabile, fino a ieri. Durante l'udienza le era stato chiesto di mostrare il Marchio Nero, solo dopo varie opposizioni il braccio sinistro venne scoperto, lasciando visibile la pelle completamente immacolata. «Si è trattato di un errore.» dichiara il Ministro della Magia Cornelius Fudge. «Molti prigionieri di Azkaban o fuggitivi sono inaffidabili.» Ma le ipotesi mutarono quando, poco prima di scappare dalle autorità in sella al suo drago precedentemente catturato, il Marchio ritornò in tutto il suo orrore. La signorina Stark non era da sola, le sue compagne Blackheart e Blackwood la seguirono, fuggendo con lei. «Hanno sempre fatto di testa loro.» annuncia il professor Piton. «Non c'è regola che tenga loro testa.» concludendo con un sorriso sghembo. L'Ungaro Spinato ha distrutto il soffitto, sparendo poi tra il cielo di Londra, rischiando l'avvistamento da parte dei babbani. Dunque è questa la vera Hogwarts, un rifugio per studenti Mangiamorte? Come ne risponderà il Preside Albus Percival Wulfrick Brian Silente? «Individui così pericolosi non dovrebbero stare in luoghi pubblici e affollati per il bene della gente.» sentenziano i membri del Wizengamot. La reputazione di queste studentesse potrebbe peggiorare, ma il Preside ha sempre visto del bene in ogni singola persona, permettendo anche a uno di loro di insegnare. (Per un completo approfondimento sul passato di Severus Piton e ulteriori membri di Tu-Sai-Chi vedi a pagina 30).

Rita Skeeter

– Aspetta un momento! – urlò Lilith, strappandomi il giornale dalle mani. – Pensa che io e te siamo Mangiamorte? –

– Merlino, abbassa la voce! – le sibilò Draco. – Vai a vedere a pagina 30 per sapere di chi parlano. –

– Neanche per sogno! – continuò ad urlare. – Ci hanno accusate di questo solo perché abbiamo salvato una di loro! – mentre lei si tappava la bocca, finendo per far passare quel "presunte" per "certe", io mi misi una mano sulla fronte, guardando lo spazio riservato al Sesto Anno. Alexia non c'era, doveva essere andata a dar da mangiare a Khal, ancora non sapeva niente.

– Lei è davvero una Mangiamorte? – chiese Goyle, con le solite voce ed espressione... da Goyle.

– Davvero ammirevole, ora lo sapranno tutti e dovremmo utilizzare un Oblivion per ogni studente, senza contare il fatto di bruciare tutte le copie della Gazzetta di oggi! – dissi tutto d'un fiato, espirando rumorosamente quello che mi era rimasto.

– Non essere precipitosa, si può benissimo vivere nel dubbio. – mi assicurò Dom, imboccando un altro po' di porridge. Qualcosa sotto il tavolo si mosse, facendomi sussultare. Tirai un calcio spilloso, pensando fosse la gamba di Sherwood, invece fu Draco a gemere.

– Non volevo, credevo che fosse stato... –

– Non importa. – mi interruppe Malfoy, pulendosi la bocca col tovagliolo e avviandosi con passo deciso oltre il portone a due battenti.

– Così hai pensato che... –

– Non. Una. Parola. – fui io a interrompere Dominic, alzando l'indice dall'unghia nera appuntita e sfidandolo con gli occhi.

Durante il tragitto verso la Serra numero 3 io e Lilith facemmo in modo di sollevare le maniche della divisa il più in alto possibile; lo stesso valeva per i capelli, appuntati sulla nuca tramite uno chignon. Ciuffi ribelli scendevano da ogni parte, una firma trasgressiva del nostro look. Per completare l'opera praticammo l'incantesimo Testabolla, chissà quali malattie avremmo potuto prendere.

Una volta arrivate, bussammo. La professoressa Sprout ci stava attendendo da 10 minuti, aveva già preparato una dozzina di vasi vuoti, altri erano pieni di terriccio e altri ancora contenevano la nostra punizione. – Finalmente, – ci salutò – Cos'avete sulla faccia? Non vi farò immergere nel Lago per raccogliere le Alghe. – tentò di essere sarcastica e con un'espressione crucciata scosse la testa.

– Precauzione. – risposi dietro la bolla d'aria, producendo un suono sordo e ovattato.

– Prendete quei guanti di pelle di drago e venite qui, sbrigatevi. - ordinò, indicando due paia di guanti ricoperti di terra, sudici e probabilmente puzzolenti. Se solo avessimo potuto fare un incantesimo anche al resto del corpo. Obbedimmo e, disgustate, cercammo di infilare le mani dentro quei cosi. Al tocco la pelle di drago non sembrava minimamente come quella di Khal, la sua era – se possibile – più delicata e lucida. A passo lento e mortuario ci avvicinammo alla professoressa che, nel frattempo, aveva già sistemato tre vasi dal diverso contenuto davanti a noi. – Queste Tentacule stanno maturando dalla scorsa primavera, è giunto il momento di tagliuzzare qualche baccello secco, ma state attente agli aculei. Mentre queste hanno bisogno di essere travasate o moriranno, qui dentro, dove si trova un morbido terriccio. Non ne serve tanto, ma ricordatevi di bagnarle e di spruzzare l'antiparassitario No-hanger-On sulle radici. Non fate quella faccia e copritevi le braccia, c'è chi è morto facendosi mordere da queste piante. –

La nostra espressione di disappunto si trasformò in autentico terrore. Come ha potuto il professor Piton abbandonarci così, tra questa serra velenosa? Immediatamente sciogliemmo i risvolti dalle braccia e slegammo i capelli, preoccupate per il nostro collo. Avevo come l'impressione che a fine giornata saremmo dovute andare da Madame Pomfrey per l'antidoto. Io e Lilith ci guardammo, maledicendo tutto quello che ci passava per la testa. Poi puntammo lo sguardo sulle due Tentacule che avevamo davanti. Piante rosse scuro ricoperte di tentacoli che si muovevano sinuosamente, ricoperte di aculei. I baccelli che avremmo dovuto tagliare emettevano un ticchettio costante, pur rimanendo immobili. Armate di pinze, ci avvicinammo piano, con mano ferma tentammo di far toccare la lama al serpentello, ma questo, d'un tratto, si mosse velocemente, facendoci indietreggiare, sussultando. La professoressa ci lanciò un'occhiataccia e noi la ricambiammo con un sorriso ironico. Riprovammo, questa volta con più energia e il tentacolo ci rispose cercando di morderci le mani. Lanciammo un urlo, ma poi ringraziammo quegli orribili guanti che ci avevano salvato la vita. – Oh no, piccolo bastardo, adesso è diventata una questione di principio! – sbottò Lilith e con rapidità fece scattare le lame alla base del baccello, facendolo cadere a terra. Fiera di se stessa soffiò sulla punta della pinza e sorrise trionfante. – Molto bene, – commentò la Sprout – Continua così per tutte le altre. – improvvisamente quei dodici vasi divennero cento ai suoi occhi.

A quel punto mi concentrai sul terriccio. Ne presi un po' e lo setacciai nel vaso vuoto, era così morbido, ma il problema si presentò quando avrei dovuto prendere tutta la pianta in mano e buttarla lì dentro. Se solo un misero tentacolo cercava di mordermi, una pianta intera mi avrebbe ucciso. Sradicarla fu molto complicato, perché non sapevo dove mettere le mani: in qualunque modo le posizionassi sembrava avercela a morte con loro. Poi mi venne un'idea, dove stava scritto che avrei dovuto usare le mani? Tirai fuori la mia bacchetta e la puntai appena sopra il terriccio e con un movimento serpentino del polso enunciai: – Diffindo! – dalla punta fuoriuscirono lampi rosa caldo e la pianta venne tagliata in due. Con più tranquillità la presi e la lanciai velocemente nel terriccio. Mi guardai in giro e riconobbi l'antiparassitario No-hanger-On come una boccetta dal liquido azzurro. La puntai sulle radici... la mia fierezza sparì non appena notai che le radici erano rimaste nel primo vaso. Per colpa della mia impulsività quella pianta sarebbe morta. Guardai la professoressa nell'intento di ricevere un segno, non volevo un'altra punizione per non aver svolto bene la prima, io non sono un'erbologista. Ma poi venni distratta da un rumore insolito: dove la mia magia aveva praticato un taglio netto, nuove radici stavano crescendo, posizionandosi perfettamente in ordine ai lati e al centro del vaso. Feci finta di niente e spruzzai il liquido sopra. – Ew, che odore! – mi lamentai di un nuovo problema, la puzza dell'antiparassitario era paragonabile a quella del Lago dopo una giornata di pioggia misto al fetore degli elfi domestici. – Visto che non è difficile? – approvò la Sprout e nulla mi avrebbe tolto lo sfizio di fare a pezzettini anche lei.

Durante il pranzo io e Lilith fummo felicissime di raccontare le sventure subite. Qualche dettaglio – come le nostre urla per un minimo movimento – lo cambiammo, facendo passare la storia per un vero pericolo di morte. – E adesso ci toccano gli Schiopodi Sparacoda! – la giornata non poteva andare peggio, ma almeno era una buona scusa per saltare le lezioni. – Siete salite su un drago, che paura possono farvi dei granchietti? – cercò di sdrammatizzare Dominic. Oh, nulla, se quei "granchietti" fossero stati tali. Appena fummo vicine alla capanna di Hagrid un forte odore di pesce marcio si fece sentire. – Ecco perché non frequentiamo questi corsi, non si può respirare! – dichiarò Lilith, mentre il mezzogigante usciva dalla porta con un enorme recipiente di legno fra le mani. – Cosa c'è lì dentro, la tua cena avariata di ieri sera? – chiese poi, tappandosi il naso. Hagrid ignorò l'offesa, ma rispose comunque: – Queste sono le uova, sono appena nati e ho bisogno del vostro aiuto. Venite con me, dove troveremo gli altri. – alzammo gli occhi al cielo aspettando che uno Schiantesimo ci fulminasse. Forse sarebbe stato meglio morire avvelenate prima. Nel recinto vicino alla Foresta Proibita era in atto uno scontro tra cinque Schiopodi, erano davvero rivoltanti, lunghi 3 metri con la corazza grigia. Scintille partivano dalla loro coda, mentre si azzuffavano, facendoci pietrificare sul posto. – Non badate a loro, - si intromise Hagrid – Fanno sempre così. Appena si saranno calmati darete loro da mangiare, se andranno avanti ancora per molto usate gli incantesimi, ma non sulla corazza, potrebbe rimbalzarvi addosso. - pericolo di morte, pericolo di morte ovunque. Che Piton volesse sbarazzarsi di noi una volta per tutte? Oppure infonderci così tanta paura da farci venir voglia di seguire le regole?

– E cosa mangerebbero questi... animali? – chiesi aspramente, indicandoli mentre si tiravano addosso il pungiglione.

– Beh, ogni Schiopodo ha la sua alimentazione, questi mangiano fegato di rana. – un improvviso conato di vomito mi percorse, facendomi allontanare ancora di più da quell'odore nauseante di pesce. – Probabilmente anche i loro piccoli, lo scopriremo presto. – concluse, credendo proprio che noi dessimo da mangiare schifezze alle schifezze. Non potendone più di vedere quella lotta estrassi la bacchetta e lanciai diversi incantesimi, ma, non sapendo dove colpire, la maggior parte urtarono la corazza. Anche Lilith mi aiutò, perché la cosa sembrava funzionare, non si stavano più ammazzando. O così credevamo: gli Schiopodi si misero in fila, contro di noi e sembravano tremare. All'improvviso uno di loro ci lanciò contro la sua coda, sparando scintille. Ci spostammo in tempo per poi essere di nuovo attaccate da un pungiglione velenoso. – No Lilith, ecco perché non frequentiamo questi corsi, ci vogliono uccidere! – le risposi, alludendo all'affermazione che fece prima.

- Sulla pancia, sulla pancia! – gridò Hagrid, alle prese con le uova. Avremmo dovuto colpirli lì, ma era impossibile, dato che non mostravano facilmente il loro punto debole. Ma, come se avessimo chiesto loro di farlo, uno si alzò, mettendo in mostra la pancia e la scena fu pessima. – Cos'è quella cosa!? – domandammo insieme.

– E' un organo che permette alle femmine di succhiare sangue. – ci rispose, come se fosse una cosa normalissima. – Presto! – ci incitò a colpirlo e funzionò, l'animale cadde a terra privo di sensi. Ce la mettemmo tutta anche per abbattere gli altri, con un po' di fatica. Quando tutti gli Schiopodi furono K.O. avvicinarsi fu facile. – Ecco a voi. – disse Hagrid, porgendoci quello che avrebbe dovuto essere fegato di rana, ovvero pezzi di carne marrone scuro in via di putrefazione.

– Passo. – mormorai a bassa voce, sorridendo per non piangere.

– Coraggio, è un giochetto. – cercò di convincermi, ma la sua indole per il pericolo e la sua natura mi permisero di rifiutare. Così spostò il recipiente a Lilith, che lo guardava come se fosse stato il suo nuovo Molliccio. – Ma non hanno la testa, come fanno a mangiare? – si difese, costringendo il mezzogigante a mostrarci come si faceva. Ottimo diversivo, saremmo scappate dentro la Foresta.

– In questo modo, se aveste seguito le lezioni lo sapreste. – e detto ciò ci diede le spalle per cibare i suoi animaletti. Come pensavamo indietreggiammo lentamente, superando anche la cassa di uova marce. Eravamo quasi all'entrata, sentivamo già gli arbusti alle nostre spalle, finchè qualcosa non ci urtò contro, afferrandoci. Strillammo e corremmo in avanti, andando a finire dietro il corpo possente di Hagrid. – Che succede? – chiese lui. Noi non parlammo, ma una voce femminile si fece sentire. – Si spaventano per niente. – ci guardammo e realizzammo che Alexia era rientrata dalla sua visita a Khal. Infatti la vidimo oltre i fianchi dell'omone, uscendo completamente dal nostro nascondiglio.

– Ci hai messo tanto. – notai, non l'avevamo vista neanche a pranzo.

– Vi devo parlare! – disse bruscamente. Ed ecco che la giornata stava peggiorando, mai sfidare le forze superiori. Probabilmente era venuta a conoscenza dell'articolo della Gazzetta del Profeta e si era rintanata nella Foresta per tutto questo tempo per non essere catturata, uccisa o giudicata. Ma poi un sorrisetto si fece largo sul suo viso, uno di quelli che voleva significare che la preda era stata catturata, uno molto simile a quelli di Dom. Stavamo iniziando con le scuse quando lei ci fermò e disse: – Ci sono i draghi nella foresta. –

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