Capitolo 30 S-frecciatine

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– Cosa vorrebbe dire "ci sono draghi nella foresta"? – chiesi, sinceramente sconvolta. Ero preoccupata per un altro problema e in quel momento ne saltò fuori un altro, forse molto più pericoloso del precedente. Anche se la furia di Alexia avrebbe potuto benissimo paragonarsi a quella di un drago.

– Intendi dire liberi, che stanno arrivando? – anche Lilith sembrava preoccupata all'idea di avere creature incendiarie così vicine. Subito l'articolo della Gazzetta passò in secondo piano.

– Ovvio che no! – rispose la Stark costernata – Sono ingabbiati e ci sono degli uomini con loro, ma fanno molto chiasso e ho dovuto spostare Khal, altrimenti li avrebbe aggrediti. – detto ciò ci superò, andando oltre Hagrid e commentando quell'orribile odore di pesce avariato. Poi si girò, indicandoci e realizzando il motivo per cui eravamo lì. Noi annuimmo guardando per terra e storcendo il naso. D'un tratto se ne andò. – Aspetta! – la chiamò Lilith. – Dove pensi di andare? – continuai io. L'ultima cosa che avrebbe dovuto fare era andare al castello, dove centinaia di studenti l'avrebbero aggredita. Si faceva per dire, probabilmente nessuno avrebbe avuto il coraggio di farlo, ma c'era proprio un Trio a cui i Mangiamorte stavano antipatici. – Cosa vi prende? – chiese Alexia stranita, impaziente e stufa di vederci in quella condizione premurosa.

– Non so quanto la tua voglia di essere famosa si spinga lontano, ma sei arrivata al punto in cui la folla ti assale facendoti soffocare tra i corpi! – sbottai, ma senza comprensione da parte della ragazza, ovviamente non aveva idea a cosa mi stavo riferendo. Infatti come risposta ricevetti uno sguardo ancora più confuso del nostro prima.

– Sta cercando di dirti che se entrerai lì dentro – e indicò la scuola – gli studenti, o peggio, i professori ti si lanceranno addosso per aver scoperto il tuo segreto! – spiegò Lilith con enfasi. Alexia sembrava scettica, ma non appena le raccontammo della Gazzetta i suoi occhi si illuminarono. – Ti hanno scoperta. – concludemmo.

– Non siate precipitose. – ci schernì e con falcate si diresse verso il Platano Picchiatore. Noi la seguimmo correndo, stupite dalla sua reazione. Si fermò a pochi passi dall'entrata. – Confondimi il braccio. – mi guardò, sollevandosi la manica sinistra e mostrandomi il Marchio. – Lo sai che non durerà, vero? – si allarmò Lilith, guardandosi intorno nella speranza di non vedere nessuno e che nessuno guardasse noi. – Questione di minuti, vi fidate? – ci guardammo tutte e tre negli occhi. Ogni volta che ci fidavamo di lei riuscivamo sempre a scamparla, ne era sempre valsa la pena e non ci aveva – quasi – mai deluse. Così accettammo, tirai fuori la bacchetta e pronunciai l'incantesimo che nascose il Marchio sotto uno strato di pelle immaginario. Entrammo nella Sala d'Ingresso dove, come ci aspettammo, studenti di varie Case filarono via impauriti, smettendo di borbottare qualsiasi cosa stessero borbottando, ma bisbigliando frasi che udimmo lo stesso, ovviamente alludendo ai Mangiamorte. Alexia, senza dire una parola, scoprì il braccio e dei sussulti meravigliati si sparsero per la Sala. Persino alcune persone uscirono dalla Sala Grande per venire a vedere. Non erano molte, la cena doveva ancora iniziare, ma sarebbero bastate per un passaparola con i fiocchi. D'un tratto, la Stark disse: – Saprete bene il Ministero abbia fallito molte volte nello sperperare le notizie. Sono stata catturata, è vero, ma voi testimoni di questo – alzò il braccio – avete appena verificato della menzogna fuoriuscita dal Profeta. – e sventolando i capelli rosso fuoco, come di solito facevamo noi, scese le scale di pietra verso i Sotterranei. La seguimmo con lo stesso passo felino, involontariamente inculcatole, dirigendoci verso la nostra Sala Comune. Una volta dentro decidemmo di non parlarne più, ma Dominic ci accolse con un applauso. Finto. Il mio tentativo improvvisato di sorridere svanì e assunsi un'espressione indecifrabile, come quella di Lilith. Alexia, invece, lo mantenne. – Complimenti per la messa in scena. – fece lui, accomodandosi sul bracciolo della poltrona in pelle nera, incrociando le braccia. E' per il Cunfundus, pensai, abbiamo ingannato tutti tranne lui. Poi realizzai, impossibile, è stato lui il primo a dirmi che lei era una Mangiamorte.

– Non rovinare tutto, Cher. – rispose tranquilla la Stark. Un presentimento strano ci avvolse, a che cosa si riferiva Dominic?

– Che cos'è questa storia!? – urlai a bassa voce, per non farmi sentire dagli altri Serpeverde. – Non c'è nessuna messa in scena! –

Ma Sherwood mi regalò uno dei suoi sorrisi sghembi per poi guardare di nuovo la rossa. – Non glielo hai detto, vero? – le chiese, con un tono così basso, ma potente, un bisbiglio troppo pronunciato.

– Detto cosa? – intervenne Lilith, fino a quel momento troppo confusa per capire. Si allontanò da noi per andare faccia a faccia con la ragazza, di nuovo. L'ultima volta si scatenarono fuochi e scintille, avrei voluto evitarlo, così mi misi in mezzo, non avrebbero avuto il coraggio di farmi del male.

– Non sono andata via solo per permettervi di riconciliare. – dichiarò, guardando Lilith più che me. – Io... –

– Tu sapevi. – continuò lei – Che sarebbero venuti a prenderti. – dopo quelle parole mi spostai dal centro, andando a fianco della mia amica. Dietro di noi, Dom, stava ghignando.

– Lo sospettavo. – la corresse – Sentivo le persone sbagliate parlare, soprattutto quando ho fatto visita alla Testa di Porco. C'erano degli evasi camuffati, Metamorfomagus, per l'esattezza e mi hanno riconosciuta. – più lei parlava più noi ci chiedemmo perché non ce lo avesse detto e soprattutto perché quello lì dietro di me sapeva. - Avevo una riunione, per questo ero lì. – aggiunse con voce alterata, come se ci avesse letto nella mente.

Mi girai, leggermente fuori di me, con uno sguardo omicida. – E scommetto con te. – la mia voce era calma, per questo faceva paura. Espressione e linguaggio erano le mie carte vincenti, certo, se ci fosse stato qualcun altro al posto di Sherwood.

– Sei gelosa. – commentò lui, con la stessa voce strascicata di prima, quella che non sopportavo, ma che apprezzavo di più. Avvampai. – No comunque, - riprese in tono normale – non ero io. – confermò.

– E chi? – continuai a chiedere, anche se le mie guance restavano rosse e il mio cuore accelerava.

– Sei un po' troppo curiosa. – riprese Dominic, in tutta la sua odiosità, si alzò dal divano e camminò verso Alexia, che disse: – Infatti, questioni oscure, questo non vi riguarda. –

– Ma lui lo sa! – urlò Lilith, attirando l'attenzione degli altri studenti.

– No che non lo sa, vi sta prendendo in giro. – si difese la Stark, lanciando un'occhiataccia cruciale a quello sguardo metà azzurro e metà marrone. Dominic alzò le mani in segno di resa, sbuffando un "Beccato" come conferma e girò i tacchi.

– Brutto, viscido... - corsi nella sua direzione, irata, con le braccia tese lungo i fianchi e la voglia di ridurlo in poltiglia. – Torna qui! – strillai, dimenticandomi il perfetto portamento. Lilith cercò di inseguirmi, ma Alexia la fermò. – Sei impazzita? – gridò contro la rossa – Nessuno si prende gioco di noi! – sentenziò e strattonò il suo braccio per liberarsi. Quando Lilith fu abbastanza lontana Alexia alzò gli occhi al cielo e salì su per le scale. – Qui non ci si stanca mai. – commentò sottovoce, però poi sorrise divertita.

Eravamo diretti nella Sala Grande, la cena avrebbe già dovuto iniziare e se il signorino avesse voluto mangiare senza prima fare la resa dei conti si sbagliava. – Non ti devi permettere! – lo fermai poco prima della porta a due battenti, già aperta. Per non attirare l'attenzione lo spostai verso la colonna di destra. – Questa è l'ultima volta che ci parli in questo modo! – lui non sembrò affatto offeso, continuava a guardarmi dall'alto al basso con la malizia nel suo sguardo. – Pensavo ti piacesse anche questo di me. – si avvicinò pericolosamente al mio collo, ma glielo dovevo impedire. Infatti lo presi per le spalle e lo sollevai fino a incrociare il suo sguardo. Pessima idea. – Che fine ha fatto il tuo dolce profumo? – inarcò le sopracciglia, io e Lilith ci eravamo dimenticate di raccontare degli Schiopodi. – Dovresti farti un bagno, non puoi andare a cena così. – quella che sembrava una frecciatina offensiva era in realtà un invito coi fiocchi. – Scordatelo! – avendo ancora la presa sulle sue spalle lo spinsi contro il muro. – E smettila di guardarmi così, sei solo spregevole! –

– Per aver fatto cosa, di preciso? – mi prese i polsi, liberandosi e spostandosi dal muro.

– Tutto, da quando sei arrivato! – le nostre voci erano salite di qualche ottava, sicuramente dentro la Sala ci stavano ascoltando, perché erano tutti in silenzio.

– Ehi, piccioncini. – fece la Stark di fianco a Lilith. – Silenzio, Silente sta parlando. – non realizzando esattamente che cosa le avesse mai importato dei discorsi del preside, ascoltai lo stesso.

– ... con lieta approvazione del corpo docente, di informarvi che domani si terrà una corsa a ostacoli a cavallo dei draghi. Buon appetito a tutti. – draghi, nella Foresta Proibita. Guardai Alexia, sembrava più esaltata che mai, cento volte in più della fuga dal Ministero.

– Ha acconsentito alla mia richiesta! – e saltellò vivacemente sul posto.

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