Capitolo 33 Ad ognuno le proprie gelosie

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Allarmate ritornammo nella Sala d'Ingresso. Da quanto tempo giaceva un cadavere? Chi avrebbe potuto essere? Le preoccupazioni aumentarono quando vidimo Joseph aspettarci al di sopra delle scale. – Che cosa ci fa lì? – mi bisbigliò Lilith. Sembrava quasi ci stesse aspettando. Era serio, immobile, braccia lungo i fianchi come un soldato. Di guardia a pari merito con Gazza, brividi comuni li caratterizzavano, con un gatto tigrato sarebbe stato ottimo per fregare il lavoro al Magonò.

– Jos... – iniziai a dire ad alta voce, con sguardo risoluto, ma la voce di Alexia superò la mia. – Crediamo che ci sia stato un omicidio. – l'idea di raccontarlo a qualcuno ci avrebbe potute aiutare a risolvere questo mini caso, ma era appunto il caso spifferarlo ai quattro venti a persone che neanche conoscevamo? Joseph non sembrò cambiare espressione, quasi volesse decifrare la ragazza. Ma poi sorrise, divenne rilassato e spostò lo sguardo sulla statua del cinghiale. – Non siate ridicole, un omicidio a Hogwarts, sotto l'occhio di Silente? Qualsiasi cosa abbiate sentito doveva appartenere a un animale. – la sua sicurezza nel parlare ci fece storcere il naso. Non gli avevamo mai detto di aver sentito. Lui se ne accorse. – O ad Hagrid, chi sa se lui ne avesse sgozzato uno per cena? – alzò le braccia e piegò la testa di lato. Era vero, non ci avevamo pensato. In effetti la scia proveniva da quella direzione, come c'era saltato in mente di pensare a un omicidio, con tutte le protezioni di Silente, sicuramente se ne sarebbe accorto prima. Qualcosa nelle parole di Joseph ci fece fidare di lui e realizzammo che era la cosa giusta. Poi lui si fece avanti, scendendo le scale e noi, silenziose, le salimmo.

La lezione di Difesa ci attendeva al Terzo Piano. Salutammo Alexia ed entrammo in classe. Il professor Lupin stava già spiegando, avevamo fatto ritardo di qualche minuto per colpa della conversazione con Joseph, ma poco importava. Draco, Dom e gli altri avevano già preso posto, così io e Lilith facemmo altrettanto. – Il Fianto Duro, – stava dicendo Lupin – è l'incantesimo principale che protegge questa scuola. La sua luce bianca e azzurra ricopre un oggetto e mantiene la sua attività all'interno. La protezione può durare in eterno, finchè il mago che l'ha creata non la tolga o qualcun altro l'abbatta. – inconsciamente stavo prendendo appunti nel mio cervello. Il castello è imbavagliato da magie e Silente non le avrebbe di certo levate. Com'era possibile una situazione del genere? E poi... Lupin è un lupo, ci avrebbe fatto caso! Ah no, non è la settimana della luna piena questa. Fin dove si estende questo Fianto Duro? La Foresta Proibita è dentro? Se sì, fin quanto? Se fosse successo oltre i cancelli, a Hogsmeade? No, impossibile, l'odore era vicino e animali come i nostri non fiuterebbero mai a un raggio di distanza così vasto. Ma il lupo sì.

Anche a fine lezione la mia testa continuava a pensare al quel chiodo fisso. Eravamo ancora nel corridoio quando Alexia uscì dall'aula di Incantesimi e Dominic schiarì la gola. Ovviamente era entrato nella mia testa senza chiedere il permesso. Ci bloccammo a metà strada, tanto valeva farlo sapere anche a lui. – Allora, che cosa ne pensi? – mi girai, mettendo le mani sui fianchi e facendo sbuffare Lilith. Lui ci guardò, ma poi fissò il pavimento. Dopo una lunga attesa posizionò gli occhi su Alexia. – Perché quel bacio? – assurdo, non stava leggendo la mia mente, ma quella della Stark! Forse non aveva capito, ma il "che cosa ne pensi" non si riferiva a Joseph! Avrei voluto tanto pensarlo, intensamente, ma a che scopo se non mi ascoltava neanche lì dentro? Abbassai le braccia e gonfiai le guance.

– Perché mi andava. – rispose Alexia, senza nessuna sfumatura nella voce, come se Dom avesse bussato realmente nell'anticamera del suo cervello e lei avesse acconsentito. Un momento, lei lo sapeva? Non ricordavo fosse con noi quando lui lo disse. O sì? – Ora rispondi a loro. – continuò la Stark, facendo un cenno con la testa nella nostra direzione. Okay, lo sapeva, non c'erano più dubbi.

– E' morto un animale, Ckicki, la protezione c'è, Silente lo sa e si estende per qualche metro. Non può controllare tutta la Foresta, per questo è Proibita. – ci rispose a raffica, allora aveva sentito davvero tutto il monologo. Tutto d'un tratto mi sembrò di averlo insultato. Non ci badai molto, ma presi una decisione: – Bene, allora andremo dove il confine finisce. – alzai il collo, oltreché la tonalità, per far valere la mia posizione autoritaria e sembrare più alta.

– Non essere precipitosa, è pericoloso. – mi fermò Dominic.

– Lo farò io. – si intromise Alexia. – Devo comunque andare da Khal. – i due si guardarono.

– D'accordo. – le disse. Cosa? Perché lei sì e io no? – Ma da lupo. – ah, bene, sa anche del lupo, lo sa della mia leonessa allora?

– Venite con me? – ci chiese la rossa, ignara della mia reazione. Lilith stava prendendo fiato per rispondere quando io parlai. - Assolutamente! – o meglio, gridai. Lei bloccò il respiro e mi guardò male. Avrei voluto scusarmi, ma ero impegnata a mantenere un feroce contatto visivo con la Stark. – Okaaay... – fece quest'ultima, alzando le mani. Giurai di aver sentito Dom ghignare per poi camuffare una tosse finta, ma lui doveva stare solo zitto. E con l'Occhio Interiore, o qualunque cosa fosse, blindato.

Forse non era stata una buona idea. Aveva smesso di piovere, ma rimaneva il terreno fangoso, dove i nostri tacchi sprofondavano. – La prossima volta che ti viene un'idea del genere ti crucio! – mi minacciò Lilith, camminando tutta storta, con i gomiti piegati, le mani che tenevano il ciuffo dei capelli, l'espressione schifata e un mugolio nella voce. Io ero uguale. – Il mio stupido orgoglio! – sbuffai, mentre con le unghie spostavo i rametti che mi ostacolavano il passo da lumaca. Più avanti, ad andatura sicura, c'era Alexia – lupo – che fiutava e si guardava intorno. Ogni tanto emetteva ululati strani, forse anche lei sentiva il ribrezzo di appoggiare le zampe nude sul terreno. O forse ci stava solo prendendo in giro. Improvvisamente si fermò, puntando verso l'orizzonte e tendendo le orecchie. Ringhiò e partì spedita, correndo oltre gli alberi. Per noi era la fine. Zampettammo più veloce che potemmo, attente soprattutto a non finire in mezzo alle radici, inciampare, cadere e sporcarci di terra. – Ti prego, non così veloce! – la supplicammo insieme. Probabilmente ci sentì e rallentò. Qualche secondo più tardi la vidimo in lontananza, camminammo. – Grazie... – ansimai, ma Lilith mi fece segno di stare zitta. Mi prese per un braccio e andammo a nasconderci dietro un enorme albero. Io ancora non capivo, ma poi indicò avanti a noi e ancora una volta vidimo Pansy passeggiare, come se nulla fosse, in tutta tranquillità. Qualcosa ci fece seguirla con lo sguardo, non facendoci accorgere dell'altra persona a pochi metri dietro di lei. E' stato difficile notarlo, la sua divisa marrone si confondeva con la natura. – Perché Joseph dovrebbe stare qui? – bisbigliai a Lilith. Lui non avrebbe mai potuto né sentirci né vederci, ma in quell'istante si pulì la bocca con le dita, camminando nella sua direzione, non distogliendo lo sguardo da Pansy. Qualcosa ci fece contorcere le viscere. – Se la fa con la Parkinson!? – urlò Lilith e a quel punto pensai che la nostra copertura fosse saltata. Invece no, Joseph continuò a camminare e poi sparì. Sentimmo dei legnetti rompersi vicino a noi. Il cuore ci batteva a mille, avevamo paura che fosse dietro. Tremando ci voltammo, ma quando non vidimo nessuno urlammo lo stesso, per lo spavento creato dalle nostre menti. Restammo girate, con lo sguardo furtivo e il respiro pesante. Non c'era nessuno. Ci voltammo di nuovo, per vedere dove fosse Alexia, quando la figura elevata di Joseph ci apparse davanti, lo sguardo iniettato di sangue e l'espressione corrugata in rabbia. Urlammo più forte e perdemmo l'equilibrio, cadendo – grazie a Salazar – sull'enorme albero. In quei pochi secondi chiudemmo gli occhi, credei fossi morta. Paura e angoscia ci invasero il corpo, ancora scosso. Il cuore sembrava volesse uscire dal petto. Quando riaprimmo gli occhi non c'era più nessuno. Ci guardammo. Possibile che fosse stato frutto della nostra immaginazione? Volevamo scappare, ma la paura ci teneva incollate a quel tronco. Altri legnetti rotti. Ci coprimmo il viso con le mani. Sentimmo un leggero ululato e capimmo che era Alexia. Tirammo un sospiro, ma anche il suo viso era rabbioso. C'era Joseph nella foresta, che fosse assatanato o no, e Pansy. Cosa c'era stato tra i due? Si erano baciati?

– M-meglio s-seguire Parkins-son. – mi sentii dire, come se il parkinson ce lo avessi io. Il lupo annuì e lentamente andò nella direzione opposta alla nostra dove, invece di trovare Joseph, trovò Khal.

A cena non osammo guardare in faccia nessuno. Sapevamo, perché sentivamo parlare, che Joseph e Dom erano vicini e Pansy attaccata a Joseph. Stranamente non considerava minimamente Malfoy, questo sì che era grave. Cos'era successo con Joseph, perché ce lo eravamo immaginato così? Forse era il nostro senso di colpa, non avremmo dovuto spiarlo. A risvegliarci dai nostri pensieri fu un ululato. La Sala Grande era silenziosa, tutti sentirono. Nonostante la stranezza dell'evento, io e Lilith capimmo che Alexia era arrivata e dovevamo ritrasformarla. Quando tornammo, tutte e tre assumemmo un'espressione triste, assente. La Stark guardò dritta avanti a sé e incrociò gli occhi di Joseph. Subito contemplò di nuovo il suo piatto. Mi guardò poco prima di appoggiare la testa sulla mano e lasciar penzolare la forchetta dalle dita.

– Qualcuno si è alzato con la luna storta? – era stato Joseph a parlare. Alexia si sentì avvampare, lasciò cadere la forchetta e strabuzzò gli occhi.

– E' follia per le pecore a parlare di pace con un lupo. – rispose svogliatamente, con la testa china.

– Se non ci fossero tante pecore, non ci sarebbero tanti lupi. – Joseph continuò a istigarla e lei cominciò ad irritarsi.

– Si può passar sopra a un morso di lupo, ma non a un morso di pecora. – dopodiché guardò ancora me, gli occhi chiusi a fessura e le labbra serrate.

Joseph se ne accorse. – Puoi addomesticare il cane, ma non il lupo. – la sua voce assunse un tono gioioso, si stava divertendo.

Alexia alzò un sopracciglio e tutto fuorché gioioso uscì dalla sua bocca. – Date ragione al lupo, ma non lasciategli la fame. – sapevo che sarebbe scattata. La fissai bene e labiai un "No!" osservando poi Lilith, nervosa, che si guardava intorno.

– Chi ha paura del lupo non entri nel bosco. – la provocò di nuovo Morgan. Questo mi fece rabbrividire. Ci aveva viste davvero, era davvero lui nella Foresta. Ma il flash avrebbe potuto essere solo la nostra paura di essere scoperte.

– Dal lupo non nascono agnelli. – la Stark si toccò dentro il mantello, stava cercando la sua bacchetta, lo sguardo ancora basso. La tensione era evidente, in tutti noi, nessuno osava intromettersi.

– Il lupo perde il pelo ma non il vizio. – a quelle parole lei scattò in pieni, procurando un rumore che si propagò per tutta la Sala, la bacchetta puntata sul viso di Joseph, continuamente divertito.

– Sta zitto o ti faccio saltare la testa! – urlò. Il sorrisino sghembo che ricevette la fece infuriare ulteriormente. Nel frattempo Silente si era alzato, sbuffammo.

– Signor Gazza, – disse la sua vecchia e roca voce – accompagni la signorina Stark nel suo dormitorio. – e attese l'arrivo del custode prima di risedersi. Al nostro tavolo il tempo sembrò fermarsi, loro due erano immobili, a fissarsi. Alexia sosteneva lo sguardo di Joseph a fatica, ma si concentrava molto, tantoché ebbe un sussulto quando Gazza le prese il braccio. Lei si divincolò mormorando: – Me ne vado da sola. – e sparì oltre i due battenti.

Il silenzio si fece molto più imbarazzante quando tutti incrociammo gli sguardi di tutti. Lilith e Draco si guardarono perplessi. Qualcosa mi fece pensare. Joseph l'aveva riconosciuta nella Foresta, con un briciolo di intelligenza chiunque avrebbe capito che la persona arrivata in ritardo a cena dopo un ululato avrebbe potuto essere solo che lei. Guardandolo, un'idea dal nulla mi fluttuò nella mente. I suoi occhi sembrava mi stessero dicendo "dillo". – Tu non sei qui per caso. – lo dissi quasi inconsciamente, scatenando diverse reazioni tra i miei compagni. – Anche tu fai par... –

– Sì. – rispose risoluto, senza lasciarmi finire la frase. Stranamente non mi alterai. Ovviamente Silente non lo avrebbe tenuto qui ingiustamente solo per un'inutile sfida tra draghi. "Offerto volontariamente" aveva detto, ma quello era nei guai fino al collo come Dom e Will. Non capivo questa cosa di tenerci all'oscuro.

Dopo cena io, Lilith, Dom e Draco prendemmo immediatamente la strada per la Sala Comune. Alexia era ancora lì, in piedi, a guardare lo stemma del serpente sopra il camino. Noi quattro ci guardammo, Malfoy diceva di essere un suo amico d'infanzia, ci saremmo aspettate che andasse lui a consolarla. Ma non lo fece, solo uno di noi si mosse e io e Lilith restammo sorprese. Dominic era andato a... ad abbracciarla? Stai calma Ckicki, è un suo modo di fare, ricordi? E' successo anche a te ad Halloween. – Andrà tutto bene. – le disse, guardandola negli occhi. Sì, ma noi abbiamo un altro tipo di rapporto, non credevo facesse così con tutte, che razza di comport- OH MERLINO, LE HA DATO UN BACIO SULLA GUANCIA! Infatti, in quel preciso istante, Dom si staccò dalla pelle di Alexia... per guardarmi. Non posso sclerare neanche nella mia testa. Non ti offendere dai, anche a te aveva dato un bacio sulla fronte. O forse no? Non ricordo.

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