Capitolo 40 Spirale della Morte

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Non era per niente facile camminare per i corridoi e mantenere il segreto nella mia testa. Per di più non avrebbe dovuto saperlo neanche Lilith, come avrei potuto stare zitta con lei? Ogni volta lo scoop minacciava di uscire, era coinvolta anche lei, avrebbe dovuto saperlo. Purtroppo, solo a parer mio. Il minimo che potei fare fu di allontanarla maggiormente, ma venivo sempre ripresa per il mio comportamento strano e di botto aggressivo. Le rispondevo che non erano persone affidabili, che dopo quel piccolo scontro nel Dormitorio avremmo fatto bene a cancellarli dalla mente. Sapevo quanto avrebbe potuto essere difficile, ormai eravamo perse, senza di loro non saremmo state più le stesse.

– Oggi partita di Quidditch. – annunciò Alexia a colazione, mangiando una doppia razione di uova. Avrebbe dovuto essere entusiasmante per lei, era la prima partita dell'anno che giocava. La sua sparizione di ottobre non solo aveva causato disagio, ma anche la vittoria dei Grifondoro. Quel giorno avremmo sicuramente vinto.

– Contiamo tutti su di te. – le fece Dominic, con un sorriso marcato e un'occhiolino. Contiamo tutti su di te, gne gne gne. Cantilenai nella testa, evitando di fare smorfie per non essere capita. Accidenti, ora che sapevo la verità non riuscivo più a prendere sul serio la loro amicizia. Fin dove si erano spinti? Le aveva mai detto di amarla? Si comportava da psicopatico anche con lei? Che ansia.

– Ce la metterò tutta. – rispose felice. Avevo un vantaggio su Alexia, non sapeva che io ero al corrente di tutto. E con tutto intendevo anche Joseph. Le guardai di sfuggita il collo, tanto portava una coda alta e tiratissima, come tutte le volte che si allenava. Forse prolungai un po' troppo la mia ispezione, perché se ne accorse. – Lo sai che mi stai fissando, vero? – scossi la testa, niente, era a posto. Cominciavo a credere alla questione della tutela. Joseph non era come pensavamo, chissà che cosa avesse voluto dire, come sono i vampiri di solito, se non degli assassini? Ma no, lui si divertiva a fare il playboy, gustando diversi tipi di sangue e soggiogando le sue ammiratrici al fine di riceverne ancora.

– Sei in forma. – mentii, all'incirca, piegando la testa di lato e sfoggiando un finto sorriso. Sherwood strozzò una risata. Lo fulminai restando in quella posizione.

– Al cento percento, se la vedranno tutti con me. – inghiottì del succo di zucca e si alzò. – Draco ha prenotato il campo prima della partita, andiamo Dom. – lo guardò e gli tese la mano. Mi allarmai, cosa aveva intenzione di fare? Spalancai gli occhi, ma cercai di mantenere i nervi saldi. Tentai un contatto visivo con Sherwood, ma quando lo trovai abbassai la testa. Non avevo il coraggio di vedere la scena.

– Sì, andiamo. – lui si stiracchiò, portando le braccia in alto, evitando così di stringerle la mano. Lo aveva fatto apposta, per me? Mi sorrise e si avviò, da solo. Forse avrei potuto credere alla sua storia, stava dimostrando di saper voltare pagina.

– Ed ecco Madame Hooch a centro campo, sta per liberare la Pluffa. – Lee Jordan era il solito cronista, ma quando sarebbe andato via in pensione? – I Corvi la afferrano subito, prontamente. – match contro Corvonero, avremmo vinto ad occhi chiusi. Tutta la nostra Casa iniziava a fare il tifo per i nostri giocatori, sventolando sciarpe e quant'altro. A differenza della scorsa partita, Pansy non aveva portato nessuno striscione per Draco. Il potere della soggiogazione. Mi guardai intorno, cercando sia Joseph che Will, ma non c'erano. Mi rilassai, anche se avessi pensato a qualcosa di strano, non avrei avuto l'impulso di buttarmi giù dalla tribuna per l'imbarazzo. O per far scoprire la mia conoscenza.

– Ford ha ancora la Pluffa, ma ecco che Smith e Davies attaccano! – mi concentrai sulla partita, come faceva Lilith, tranquilla senza un fardello del genere. – Mitch e Jackson marcano Sherwood e Flint, coraggio, buttate giù quelle Serpi! Oh, scusi Professoressa, sa come sono. – la McGranitt doveva averlo ripreso per la sua indole entusiasta, troppo entusiasta. Per la sua squadra si era trattenuto a stento. – Oh no, Goyle ha tirato il Bolide contro Mitch, Durmstrang è libero. – finalmente avremmo potuto avere un po' di vantaggio, coraggio amore.

– Siete arrivati a chiamarvi persino "amore"? – la voce fredda, bassa e morta di Joseph mi arrivò fin dentro le ossa. Sussultai pesantemente, spostandomi agitata verso Lilith. Lei mi guardò stranita e mi aiutò a raddrizzarmi. Morgan sorrise radioso. Era da solo, per il momento. Non lo fissai negli occhi, avevo il timore mi soggiogasse. Non pensare a niente... ma la luce del sole non dovrebbe...? Oh no, canta. Hogwarts, Hogwarts, Hoggy Warty Hogwarts, insegnaci qualcosa per favore, – sì, a sopravvivere – a noi anziani, calvi e tutti storti, a noi ragazzi dai calzoni corti – l'ho sempre odiata questa canzone, ma come si permettono? – Hai ragione, è una canzone senza senso. – mi rispose. Quindi lo sapeva, sapeva che io conoscevo il suo segreto. Presi la mano di Lilith.

– Cosa succede? – mi chiese lei, adocchiando sempre di più la mia reazione improvvisa. Glielo devo dire...

– Leggere nella mente è una specialità da noi a Durmstrang. – sorrise Joseph. Ma che bugiardo, anche raccontare frottole era una loro specialità. E se invece avessi frainteso? Se lui pensasse che io sappia solamente della questione Legilimen e non vampiresca? Avrei potuto tentare, anche per non farmi sgamare.

– Mi hai spaventata, infatti credevo che solo Dom potesse farlo. Invece anche tu sei capace. – mi raddrizzai e feci un cenno a Lilith, spiegandole il mio gesto avventato. Non mi sentivo per niente calma.

– La Serpe Stark lancia il Bolide contro Ford, il quale perde la Pluffa! Dannazione, era meglio quando non giocava... scusi Signora. – la voce di Jordan mi riportò nello spaziotempo reale, come se in quei pochi minuti fossi stata trascinata da un'altra parte con lo spirito. –Zabini passa la Pluffa a Flint che avanza con Dominic – guardai la scena, una distrazione avrebbe solo fatto bene. – La Stark sta proteggendo Flint, cos'hanno in mente? – guardavo Alexia serpeggiare con la scopa davanti a Marcus, la sua mazza ben salda in mano. – Ma viene colpita da Jackson! Colpo di scena, caro pubblico di Hogwarts! E... oh no, si sta riprendendo, adesso ammazzerà il Corvo, Professoressa ritengo sia necessario un Time Out... Sì, scusi di nuovo. – stessi attenta, non era come aveva detto Lee, c'era qualcosa di strano. Samuel era uscito dalla traiettoria di Alexia, la quale stava aspettando il momento giusto per colpire il Bolide. Quando lo fece, esso si diresse velocemente contro la Deaver, direttamente in porta, e la colpì sul manico della scopa. Arielle sbandò finchè non cadde a terra urlando. – Questo è illegale! – obiettò Jordan.

– Ma stai zitto! Vergognati! E' stata fantastica! – commentarono quasi tutti i Serpeverde, mentre applaudivano e ripetevano in coro il nome della Stark. In particolare, l'ultima frase l'aveva detta Niclas Gillies. Wow, era ancora vivo quel ragazzo.

– Il Boccino, il Boccino ha fatto la sua prima apparizione! – strillò Lee e tutti tenemmo d'occhio Draco e quell'odiosa mummia di Cho Chang. – Come sfrecciano i due Cercatori, mai sottovalutare una ragazza, Malfoy. – pregai Draco gli pietrificasse la faccia, era insopportabile. – Nel frattempo la Pluffa è in mano ai Corvi, Mitch e Smith se la passano ripetutamente. Stanno andando sempre più vicini a Bletchley. Coraggio, ragazzi, il campo è libero! – non c'era davvero nessuno a proteggere Miles, dov'erano andati tutti? Quelle cornacchie avevano la strada pulita. – E' arrivato il momento, un ultimo passaggio ancora e... Noo, Sherwood ha intercettato la Pluffa, ma come ha fatto? – con una velocità smisurata, Dom aveva sottratto la palla proprio alla fine e stava sfrecciando con la stessa facilità verso la porta vuota degli avversari. – Nessuno riesce a stargli dietro, com'è possibile, fermatelo ragazzi! – i Corvi accettarono il consiglio e si pararono davanti a lui come un muro. Dom non ci fece neanche caso, non diminuì la velocità, né si scompose, rigava dritto contro di loro. Vedendo l'azione, percepii alcuni cornacchie tremare e ponderare se levarsi o meno. Roger Davies, da bravo capitano, uscì dalla riga e si fece più avanti. Dominic sfoggiò un sorriso beffardo e, continuando a tenere la Pluffa sotto il braccio, si avvitò su se stesso, avanzando in picchiata e, quando gli altri capirono che se non si fossero levati, un trapano li avrebbe tranciati, sciolsero la difesa. Ma Sherwood, avendo avuto altri piani sin dal principio, ritornò dritto, ma si girò di spalle e superò tutti i Corvi volando sopra loro, effettuando una serie di capriole e giri della morte. Con la spinta dell'ultima ribaltata, allungò il braccio verso il cerchio centrale e segnò. – Da. Non. Credere. – eravamo rimasti tutti spiazzati, Jordan compreso. Dopo un istante di silenzio, la folla verde e argento scoppiò in un applauso sonoro, con fischi e urla. Io e Lilith saltammo dalla gioia, era stato sensazionale, completamente imprevedibile.

– La Spirale della Morte. – commentò qualcuno alle nostre spalle. Mi girai ancora con il sorriso, ma la persona che vidi mi fece venire la pelle d'oca, livelli pari a quelli di Joseph. – E' così che l'ha chiamata, il solito esibizionista. – non era da Will fare battute. D'istinto mi toccai la gola. Lui se ne accorse e mi guardò serio. Aveva una postura solida e dritta, autoritaria. Non disse nient'altro e credei stesse cercando di leggermi la mente. Supposi non ci fosse riuscito, perché non stavo pensando a niente se non a Hogwarts Hogwarts, Hoggy Warty Hogwarts...

– La Deaver è rientrata con un cambio di scopa, se si fosse mossa prima avrebbe sicuramente parato l'attacco di Sherwood. – ipotizzò Lee, ancora confuso. Non aveva ancora capito che niente avrebbe potuto fermarlo. Alexia, che aveva applaudito, si fece strada prendendo a spallate i Corvi, creando così un altro passaggio. Jackson, che a quanto pareva ce l'aveva ancora con lei per prima, tirò il Bolide contro di lei e, nonostante lei lo avesse percepito, cadde priva di sensi. Io e Lilith soffocammo un urlo dietro le mani. L'attenzione dei giocatori si posizionò tutta su Samuel. – Era ora che qualcuno la facesse stare ferma! Sì, sì, Professoressa, è una cosa spregevole. – mi girai verso Joseph, ma era sparito. Un attimo prima era di fianco a Tudor e l'attimo dopo non c'era già più. La supervelocità non era da sottovalutare, e se qualcuno lo avesse visto? Scrutai le facce dei miei compagni, ma erano tutte rivolte al campo. Razza di ciechi.

– Dovremmo andare anche noi. – constatò Lilith. Nel mentre i suoi occhi incontrarono quelli di Will e ci fu un contatto indecifrabile. Lui sempre rigido, mentre lei quasi sognante.

– Non credo sia una buona idea. – era meglio non interferire, se Joseph la stesse soggiogando Lilith non avrebbe dovuto vedere la scena. E poi la partita non era ancora finita, era rischioso scendere negli spogliatoi. Tranne per i vampiri.

– Ecco il Boccino, l'ho visto! – Lee si mise a saltare dall'emozione. Neanche fosse lui il Cercatore. – Forza Cho, è lì dietro la bandiera! – si mise ad indicare enfaticamente. Che idiota, Draco era estremamente più vicino e così facendo si catapultò sulla curva, dove si ergevano le due bandiere. Fece una capriola in avanti e lo afferrò, forse per imitare la mossa di Dom. Non importava, quello che contava era che avevamo vinto e tutta la nostra tribuna prese a saltare e a cantare cori vincenti. A quel punto ci dirigemmo giù dalle scale, evitando di essere schiacciate dai Serpeverde. Sul campo, Goyle, Zabini, Flint e Bletchley stavano sollevando Malfoy da terra per caricarlo sulle loro spalle e fargli fare il giro sotto la nostra curva. Dom, invece, si affrettò ad entrare nello spogliatoio, togliendosi le protezioni sulle braccia e sulle gambe lungo il tragitto. Lo fermai. – Ehi, che fretta hai? – mio malgrato sorrisi raggiante. Forse troppo, perché lo intimorii. – Quella tattica è stata spettacolare, quando hai avuto il tempo di allenarti? –

– Devo andare, Ckicki. – mi liquidò così, passandomi oltre senza degnarmi particolarmente. Mi voltai, ma non si stava dirigendo negli spogliatoi. Dove stava scappando allora? Decisi di seguirlo.

– Torno subito. – dissi a Lilith, impegnata ad esultare con la Squadra. Dopodichè percorsi la stessa strada di Dominic, ovvero dentro al castello. Sembrava stesse correndo, era veloce, nonostante la camminata a mio parere normale. Non avrei potuto rischiare di perderlo una volta varcata la Sala d'Ingresso. Ma fu impossibile, se solo mi fossi messa ad utilizzare un passo più spedito mi avrebbe sentita. Anche la mia mente era stranamente spenta, le dritte del Professor Flitwick erano servite a qualcosa. Niente, lo avevo perso. Avrebbe potuto essere ovunque, anche se in Sala Grande c'erano solo pochi Grifondoro e Tassorosso. I Piani superiori non contenevano nulla di interessante che avrebbero potuto riguardarlo. O forse era solo la mia immaginazione e stanchezza che lavoravano in coppia per non farmi fare le scale. Vinsero, decisi quindi di prendere le scale inferiori, i Sotterranei sarebbero stati al caso suo. La Sala Comune era vuota, tutti stavano festeggiando la nostra vittoria al campo. Ne approfittai per sbirciare nei Dormitori maschili, noi ragazze eravamo più avvantaggiate, in quanto considerate più responsabili e blablabla. Vuoti. Provai in quelli femminili, tenendo conto dell'ultima volta, ma non era neanche lì. Ispezionai l'Aula di Pozioni, senza Piton nei paraggi sarebbe stato più facile, ma Dom non si trovava nemmeno nel suo ufficio. Era davvero un vizio il suo, quello di sparire da sotto i nostri occhi. Mi rassegnai, per il momento, riavviandomi verso il campo di Quidditch.

Circa a metà strada torvai i Serpeverde ancora esultanti che rincasavano e corsi verso di loro. – Dov'è finito Sherwood? Lo abbiamo perso appena dopo la nostra vittoria. – Blaise cantilenò l'ultima parola e l'intera Casa schiamazzò felice.

– Sì, lo so, è già al castello. – guardai furtivamente oltre loro, sia per cercare Lilith, che per vedere se Will e Joseph non fossero spariti. Come supponevo, non c'erano neanche loro due. Però trovai la mia amica con Nott e Tiger. – Dov'è Alexia? – a quel punto, in cui il campo era sgombro e non c'era traccia di nessun vampiro, avremmo potuto andare da lei, nello spogliatoio.

– L'hanno portata in Infermeria, credo. – no, impossibile, c'ero stata io poco fa, non proprio al Primo Piano, perché non avevo voglia, ma l'avrei vista passare comunque.

– Per me è ancora là. – ne ero certa. Presi Lilith per mano e la condussi nello spogliatoio, avevo una brutta sensazione. Se era vero, se fosse stata portata dentro la Scuola, solo Joseph avrebbe potuto farlo così velocemente, ma sarebbe stato rischioso. A parte che erano tutti ciechi qua. Sentimmo ridere, era la Stark, per forza. Cautamente avanzammo, guardandoci prima negli occhi. Se l'avesse morsa e poi soggiogata? Cosa c'era di tanto divertente?

– Sì, è stato bellissimo. – confessò poi. A quel punto non mi importava essere silenziosa come un serpente, irruppi dentro e rimasi folgorata.

– Per l'amor di Serpeverde! – esclamai, voltandomi di scatto e facendo fare a Lilith lo stesso, la quale non nascose un verso di stupore. – Vestitevi subito! – non potevo crederci, erano per terra, nudi, chissà che cosa... oh no.

– Fatto, guardaci pure. – ammise Alexia, con una nota di divertimento. – Eppure voi due non vi scandalizzate quando siete voi a compiere questo tipo di... cose. – ma certo, con l'unica differenza che noi non ci accoppiamo con vampiri! Oh no, l'ho detto... magari sono ancora in tempo, Hogwarts Hogwarts, Hoggy Warty Hogwarts.

– Adesso basta. – interruppe Joseph, ce l'aveva con me? Sperai di no. Poi guardò la Stark. – Ci vediamo dopo. – e la accarezzò dolcemente. Salazar, ma non percepiva tutta la freddezza che un cadavere portava con sé? Adesso l'avrei ritrasformata in lupo, così che sentisse da sé l'odore di morte. Invece sorrise, completamente ammaliata. Morgan si fece avanti, verso di noi, con l'intento di uscire oppure di ucciderci. Mi fissò. – Sei inaffidabile, Ckicki. – aveva parlato, ne ero sicura, la sua voce mi rimbombava in testa. Ma allora perché le sue labbra erano rimaste unite? – Dominic avrebbe dovuto capirlo sin dal principio. Prova a indovinare cosa dirà una volta che gli avrò rivelato di averti cancellato la memoria.

– No! – urlai, spaventata, nel silenzio che si era creato. Ora entrambe le ragazze mi stavano fissando.

Sarà ciò che meriterai se non terrai la bocca chiusa, serpe. – mi limitai ad annuire, sempre più paurosa. Poi Joseph se ne andò, senza aggiungere altro.

– Mi dici che ti è preso? – Lilith era la seconda volta che mi vedeva in difficoltà davanti a lui, che scusa avrei potuto usare in quel momento? – E' stato strano, come se parlaste senza emettere suoni. – ci stava arrivando da sola, piano piano lo avrebbe scoperto anche lei. Non potevo rischiare di perdere la memoria, avrebbero incolpato tutti me e non la sua acutezza.

– Cosa vuol dire? – non lo sapeva neanche Alexia, a quanto pare non le aveva detto la verità, altrimenti non avrebbe sicuramente accettato di andare insieme. Io rimasi zitta. – Ckicki, ti prego. – a quel punto scoppiai, come le prime volte.

– Sei impazzita a farlo con lui!? E' un ragazzo pericoloso, spietato, strano... – contai sulle dita tutti gli insulti più predisposti per definire la sua vera natura senza rivelarla apertamente. – E' un maniaco! Te lo assicuro, prova ad andare in giro a chiedere con quante ragazze è stato nel giro di due mesi. – sempre se non avesse distorto la loro realtà. Magari lo aveva fatto anche con Alexia, ma sul collo non aveva segni. Un momento. Chi dice che avrebbe dovuto essere per forza il collo? – Fammi vedere il polso. – le ordinai.

– Lo sai che stai diventando ridicola? – mi rispose, invece. Si prese il polso sinistro con la mano, impedendomi di vederlo. Ecco, era la prova che testimoniava l'accaduto, l'aveva morsa, ma lei non lo sapeva o lo aveva rimosso oppure...

– Te lo ha detto, non è così? – andai al punto, evitando di fare spoiler a Lilith. Però non aveva senso, perché minacciarmi di non dirlo se poi lei lo sapeva già?

– Che cosa, no, non so nulla! – mi infischiai di tutto e le sollevai la manica sinistra, ma a parte il Marchio non c'era nient'altro.

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