Capitolo 41 Baratto

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Ricordai febbraio come il mese più disgustoso di sempre. A parte San Valentino, che non si festeggiava più da quando Gilderoy Lockhart aveva lasciato la Scuola, le lezioni si facevano più intense, la preparazione per gli esami era sempre più difficile e così via. Ma, grazie a ciò, lo studio mi permetteva di passare meno tempo con il Vampiro, Quello Pericoloso e l'Amore-Della-Mia-Vita. Ripensandoci, allontanarmi da Dominic non era stata una bella idea. Dopo la nostra vittoria a Quidditch, tutte le ragazze, comprese quelle delle altre Case, iniziarono a stargli più intorno, a fare le civette e a costringermi a bere una Pozione Calmante per non ucciderle. Ormai non mi preoccupavo più di Joseph, sapevo cos'era e sapevo perché si era guadagnato la fama da Playboy. Ma il mio Dom no! Che poi "non mi preoccupavo più" era una cagata, perché avevo ancora paura mi avesse tormentata con i suoi metodi. E, soprattutto, la memoria mi sarebbe ancora servita. Che studi lui tutti gli incantesimi necessari per svolgere i M.A.G.O. per poi dimenticarli da un giorno all'altro. Non avrei potuto permetterlo, ero stanca di stare lì, meglio avrei passato l'esame e prima me ne sarei andata. Non sapevo ancora con certezza che cosa fare dopo, ma, dato che sia io che Lilith adoravamo stare a Notturn Alley, un impiego da Burgin and Burke's non mi sarebbe dispiaciuto. – Ckicki ssiihsu hsushk. – mi ripetevo di studiare la lezione. Erbologia non mi sarebbe servita, ma solo il pensiero di avere un voto negativo mi mandava in crisi, avrei dovuto dimostrare di essere brava in tutto. – Il Tranello del Diavolo... – stavo scrivendo sulla pergamena. – è una pianta capace di schiacciare o strangolare chiunque lo tocchi. Aperta parentesi, ne voglio uno in Dormitorio. E un altro nella divisa, sia mai che qualche persona strana avesse voglia di toccarmi ancora. Chiusa parentesi. – forse era il caso di cancellare. Cancellai tutto, non avevo voglia di continuare. Guardai fuori dalla finestra della Sala Comune, persino la Piovra Gigante era pigra quel giorno. Lilith aveva abbandonato i compiti da tempo, si stava dedicando ad Artemis. – Io esco da qua. – le dissi, alzandomi dal tavolino su cui ero seduta.

– Va bene, avvisami se ci sono svolte interessanti. – oh sì che c'erano, ma non avevo il permesso di parlarne. Fermi tutti, da quando avevo bisogno dei permessi degli altri?

– In effetti c'è. – ritornai indietro, ero stufa di parlare solo con la mia mente riguardo a ciò. Mi raccomandai di fare attenzione e di non dire le parole sbagliate. Tirai fuori la bacchetta e trasfigurai Lilith.

– Che...? – diventò una volpe ancor prima che avesse potuto realizzare ciò che avevo fatto. Il gatto saltò giù dal divano, spaventato.

– Scusami, ma devi sentire una cosa. – le feci cenno di seguirmi e, con un ringhio acuto, mi ubbidì. La stavo conducendo da Joseph o tentai di farlo, perché non sapevo dove si fosse cacciato. Camminammo insieme per i corridoi, inutile dire che suscitammo un interesse troppo esagerato. Avremmo dovuto separarci o gli studenti avrebbero pensato che io stessi escogitando una nuova malfatta. Chiesi a Lilith di uscire per il parco e a quel punto le dissi di cercare Morgan, mentre io avrei perlustrato il castello. Ero al Secondo Piano quando una voce fredda mi minacciò. Credei di aver trovato il tesoro, ma quando mi voltai realizzai che era solo Will. Dov'è il Tranello del Diavolo quando ce n'è bisogno? Mi ricordai che anche lui era Legilimen, così costrinsi la mia coscienza a stare zitta.

– A che gioco stai giocando? – mi riprese, venendomi incontro. Di nuovo quello sguardo spietato e incazzoso. A furia di frequentare gente svitata lo era diventato pure lui. – Ti è andata male con Diggory. – sorrise malignamente. All'inizio pensai avesse visto la volpe Lilith o mi avesse scoperta a pensare al vampiro. Ma quando nominò Cedric restai stupefatta. Io e lui non avevamo mai avuto niente. Sì, era carino e popolare, ma comunque di una Casa nemica. E poi, anche se fosse stato, Tudor come avrebbe potuto saperlo? Non ci avevano mai detto se lui o Sherwood avessero fatto parte della selezione per il Torneo Tremaghi.

– Smettila, che cosa vuoi? Diggory è morto tre anni fa! – presi per il corridoio, ma mi bloccò afferrandomi la spalla. – Lasciami in pace o giuro che ti crucio! – ero davvero tentata di farlo e nessuna regola della Scuola o del Ministero me lo avrebbe impedito.

– Oh, lo so bene, me lo ricordo. – fece una smorfia di dolore alquanto finta. – Hai anche ucciso Craig senza pietà. – mi venne un risolino isterico involontario.

– E chi sarebbe? Non conosco nessun Craig, come avrei fatto ad ucciderlo? – inoltre non avevo ammazzato proprio nessuno o non sarei stata tranquilla e beata a Hogwarts. Tranquilla e beata per modo di dire.

– Non fingere, non dovresti neanche stare qui... –

– Will! – dal fondo, Dom lo aveva chiamato e ci stava raggiungendo a passo spedito. – Dobbiamo andare. – lo prese per un braccio e lo guardò supplichevole. L'amico ci pensò su e finalmente si decise a lasciarmi libera.

– Ma lei mi ha visto! – corrugai la fronte. Ovvio che lo vedevo, era davanti a me. Non parlai per non peggiorare la situazione. Dopo quell'esclamazione, Dominic mi fissò, ma il mio sguardo trapelava solo dubbio. Ma questo è pazzo. Ammisi, guardando Sherwood, sperando di avere un dialogo solo con lui. Poi mi ricordai del piccolo particolare e guardai subito Will. Scusa. Lui sgranò gli occhi.

– Dobbiamo andare via. – ripetè Dom e questa volta intesi diversamente il concetto.

– Cosa significa "andare via"? – nei miei occhi si leggeva preoccupazione, mentre in quelli azzurri e marroni dispiacere. Lui non rispose, restò a fissarmi per tanti secondi, quando il guaino di Lilith echeggiò dal Piano Terra. Tutti e tre scendemmo le scale. Non capii subito perché loro due mi stessero seguendo. La volpe era nella Sala d'Ingresso, osservata da chi passava. Si issò brevemente sulle zampe posteriori e sventolò quelle anteriori. Annullai la trasfigurazione e la sua versione umana stava sventolando le braccia. L'espressione sconvolta.

– Ero lì, nelle Serre... Alexia... – aveva il fiatone, ma le poche parole che disse stavano facendo capire qualcosa di sconvenevole.

– Cazzo. – Dominic parve capire al volo e corse nell'aula di Erbologia, seguito da Will. Io stavo immaginando ciò che sarebbe potuto accadere, pensando all'ultimo incontro tra la Stark e Joseph.

– Se lo stanno facendo di nuovo, giuro su Salazar che lo uccido. – non avevo scelta, così corsi dietro ai Durmstrang, alzando gli occhi al cielo.

– No, Ckicki! – Lilith aveva ritrovato il fiato e mi bloccò subito. – Non hai idea di cosa ho visto! Lui mi ha scoperta, adesso verrà a cercarmi, mi ha fatto un sorriso strano e poi quella puzza, i-io... – stava andando nel panico, agitandosi e portandosi le mani davanti al viso. – L'immagine nella Foresta Proibita era reale! – si appoggiò contro il muro e chiuse gli occhi. Cosa avrei potuto dirle? La guardai supplichevole, storcendo le labbra.

– Raccontami cosa hai visto di preciso. – si meravigliò per la mia calma, ma in caso fosse stato un episodio innocuo avrei potuto persuaderla e farle credere che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione. Mi faceva male solo pensarlo.

– E' un vampiro! E' un cazzo di vampiro! – sbottò, con gli occhi lucidi dalla paura. – Mentre stavo scappando ho incrociato Alexia, stava andando da lui, ho cercato di fermarla, ma poi è arrivata Pansy e hanno iniziato a litigare e io ero solo una volpe e... –

– Ferma, cosa? Pansy era lì? – grandioso, il suo spuntino giornaliero. Quindi non solo avrebbe scoperto la sua vera natura, ma lo avrebbe colto in flagrante. Di colpo andai nel panico anche io. Alexia non avrebbe dovuto vedere nulla del genere, così come Lilith. In quel momento capii cosa Dom e Will avessero visto nella mente della ragazza, Pansy sgozzata. Per quanto non mi fosse dispiaciuto, sarebbe stato il caso di levargliela dai canini. – Muoviamoci. – riuscii a convincerla e ci dirigemmo nelle Serre. Sperai che Sherwood e Tudor avessero risolto la questione, trascinando via Alexia con una scusa oppure costringendo Joseph a posticipare la cena. Ma non poteva cibarsi di animali? No, le sue ammiratrici, finendo per mettere nei casini anche noi. Quando arrivammo, però, sentimmo una discussione aperta tra i due ragazzi e la Stark.

– Ho appuntamento con lui, levati di mezzo! – urlava loro contro. Non avevo mai visto Dom litigare con lei e quasi mi piacque. Si era offesa ed era particolarmente irata. Si era infatuata letteralmente.

– Non credo sia una buona idea. – la guardava serio, dall'alto verso il basso, nonostante lei non fosse una nana da giardino come me.

– Cos'è, sei geloso? – lo provocò, incrociando le braccia e a me venne la pelle d'oca. Guardai Sherwood, ma lui non replicò. Perché se ne stava zitto?

– Tu qui dentro non entri! – Will prese il posto del compagno e si parò davanti all'entrata della Serra.

– Ma perché!? Che cos'avete contro!? – loro non risposero, credei si stessero consultando telepaticamente:"Glielo diciamo?" "No, no, inventiamoci una scusa." "E' con un'altra?" "E' ovvio, persino i fantasmi si sono accorti del suo rapporto con le studentesse." O una cosa del genere. – Sentite, adesso basta! – cercò di spostarli con una spallata, ma la spinsero indietro così forte che barcollò per qualche passo. Tirò fuori la bacchetta. – Stupeficium! – gridò, ma i ragazzi erano molto più svelti e schivarono l'attacco. Dissolsero lo Schiantesimo con le bacchette, ma nel farlo lo indirizzarono dietro di loro, causando l'apertura della porta. Si voltarono di scatto, per verificare che non ci fosse nulla di sbagliato, ma, in quei pochi secondi di distrazione, Alexia corse tra loro e li superò.

– No! – intervenni, raggiungendola, nell'intento di fermarla, ma lei lo fece da sola, non appena posò gli occhi lungo il tavolo pieno di piante. Entrammo tutti e quattro e ci bloccammo con lei. Le cadde la bacchetta di mano, lentamente, producendo un tintinnio lieve. Feci un verso di stupore, la scena si presentò più cruenta di quello che avessi immaginato. Pansy era avvolta tra le braccia di Joseph, con lo sguardo vacuo e il sangue che le macchiava la pelle. Il vampiro aveva lo sguardo assatanato, i canini sporgenti infilzati nel collo della Parkinson. Lei non gemeva, se ne stava immobile e tranquilla. Quando ci vide, anziché scappare o rimanere sorpreso, si mise a sghignazzare. Lasciò andare la ragazza, che cadde come un sasso, seppur ancora viva, e si avvicinò a noi. Avevo una paura atroce, ma il mio corpo si rifiutava di muoversi e non solo il mio. A piccoli passi, con un sorrisetto che la diceva lunga, Joseph avanzò, con le braccia dietro la schiena e lo sguardo basso. D'un tratto alzò l'indice e mosse la mano su e giù. – Vi avevo avvertite. – la sua voce gelida mi arrivò dritta nelle ossa. Rise di nuovo. – E' sempre un piacere manipolare la mente delle altre persone. – aprì le braccia davanti a sé, come invitarci alla nostra rovina.

– Jo, ti prego. – Dominic cercò di farlo ragionare, sicuramente lo avrebbe ascoltato, dal momento che io ero ancora integra. – Non è necessario... –

– Ta-ta. – lo bloccò, alzando di nuovo l'indice. – Vi avevo chiesto di fare solo una cosa, di celare la mia vera natura e, in cambio, vi avrei fatto quel favore. Vi ho insegnato tanto, ma non avete rispettato l'accordo. – scosse la testa, sempre in un modo troppo allegro.

– Ci servi ancora, Jo. – persino Will era spaventato, bruttissimo segno. Non stavo capendo a cosa si stessero riferendo, perché avevano bisogno di lui? – Faremmo pronunciare loro un Voto Infrangibile. –

– Ehi! – lo ripresi, io avevo fatto la mia parte più che potevo. Mi sentivo più libera di parlare rispetto alle altre, ancora sotto shock, in quanto conoscevo già il segreto e avevo avuto un incontro ravvicinato. – Non ti sembra di esagerare? – chiesi con ovvietà. Le uniche persone a cui mai lo avrei detto lo avevano scoperto, divulgarlo agli altri non mi importava, erano solo loro due il mio blocco. Ora che lo sapevano avrei vissuto meglio.

– La tua sfacciataggine mi sorprende, Ckicki. Non trattarmi come se fossi uno stupido. – le sue parole mi ferirono. Joseph non aveva detto nulla di che, ma il suo tono e il suo portamento facevano sembrare me una stupida.

– La risolveremo in un altro modo. – Sherwood cercò di nuovo di farlo ragionare, anche se non mi venne in mente niente. Avrei dovuto trovare una soluzione, per forza.

– Che cosa desideri? Posso materializzarti tutto quello che vuoi. – improvvisai, buffamente. Salazar, avrebbe potuto farlo da solo, ma ci doveva essere pur qualcosa che valesse la pena barattare per la nostra memoria.

– Il suo sangue. – e indicò Alexia, ancora ammutolita. Perché chiedere una cosa del genere? Avrebbe potuto benissimo fare come con le altre, soggiogare e dissanguare. Invece, in qualche modo, non aveva fatto nessuna delle due cose e addirittura aveva chiesto il permesso. Un momento. Quando Dominic diceva che né io, né Lilith e né la Stark saremmo mai state toccate, sotto loro ordine, non mentiva. Joseph non era come credevamo. E se si fosse...? Mi lanciò un'occhiataccia malefica e non osai pensare oltre. Wow. Dannazione, non avrei dovuto esclamare. Si stava avvicinando troppo. Indietreggiai, ma scontrai il petto di Dom. Inaspettatamente mi avvolse con le braccia.

– No. – disse solenne. Si scambiarono diverse occhiate, troppo lunghe da dedurre che stessero comunicando. Che fastidio non poter ascoltare discorsi interessanti. Sentii un sussulto e mi voltai spaventata. Era stata Lilith, non appena Will le mise una mano sulla spalla, gli occhi blu indirizzati sempre al vampiro. C'era silenzio, troppo, ma ero consapevole che nelle loro teste si stava creando un dibattito su chi far fuori prima.

– Sarà lei a decidere. – concluse Joseph, allontanandosi e posizionandosi davanti ad Alexia. Noi tutti puntammo lo sguardo su di lei, era indecifrabile la sua reazione, se ne stava immobile, con gli occhi spalancati, ma con i pugni serrati. Era paura o un forte senso di prenderlo a pugni?

– D'accordo. – disse in fine, con un flebile suono. – Lo faccio solo per le mie amiche. – non pensavamo fosse disposta a tanto, aveva deciso di sacrificarsi e io neanche le avevo rivelato la verità. Mi sentii in imbarazzo. Sul volto di Joseph continuava ad esserci quello stramaledetto sorriso inquietante. – Ma dovrai lasciare la Scuola, non ti voglio più vedere. – la sua decisione ci spiazzò. Le labbra del vampiro si incurvarono nel senso opposto.

– No, non può! – si allarmò Dominic, levando le braccia da me e terminando quel contatto che mi stava piacendo. – Cioè, Alex, ti prego. – corrugai la fronte e mi voltai lentamente, per guardarlo in faccia. Anche Lilith lo fissò stranita.

– Perché non può andarsene? – chiesi curiosa, sorvolando sul nomignolo che aveva dato alla Stark. Alzai un sopracciglio, la risposta non stava arrivando. Al contrario, il ragazzo chiuse gli occhi, pettinandosi il ciuffo con le mani e alzando la testa.

– Perché se se ne va lui, saremmo costretti ad andarcene anche noi. – mi spiegò Will. Strabuzzai gli occhi, da quando vampiro e rissa erano collegati? C'era qualcosa che non mi stavano dicendo, qualcosa di grosso e iniziai a pensare che le notizie sarebbero state più di una.

– Mi dispiace, questa è la mia decisione. – continuò Alexia, mantenendo il contatto visivo con Joseph. – Vuoi il mio sangue? Risparmiale e vattene. –

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