Capitolo 44 I racconti di Will/Scorpius

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– Stanno venendo qui! – realizzai ad alta voce. Cosa avremmo potuto fare e chi si sarebbe presentato ormai davanti alla lastra di pietra?

– D'accordo, manteniamo la calma, facciamo finta di niente. – la Stark ripiegò la pergamena e se la intascò, sistemandosi i capelli in un gesto indaffarato. Lilith si fiondò sul divanetto di fronte, incrociando le gambe e guardando per aria. Io restai immobile a fissare l'entrata. Senza alcun dubbio erano Serpeverde, conoscevano la Parola d'Ordine. E la cosa più strana e insensata era che anche noi conoscevamo loro.

– Dom? – la mia voce era un respiro spezzato. Infatti non uscirono le parole, solo aria. Spalancai gli occhi e anche le due ragazze si fecero avanti, per constatare fossero davvero loro.

– Forza, dov'è? – con i suoi soliti modi da prepotente, Will allungò il braccio nella nostra direzione.

– N-non so di c-cosa tu stia parlando. – tentò di mentire Lilith, attorcigliandosi una ciocca di capelli al dito per mascherare il nervoso. Poi ricordai una cosa. Non avrebbero dovuto pensare a niente, non sapevano che Dom avrebbe potuto leggere nella mente. Le guardai allarmata, ma come avrei potuto dirlo?

– La Mappa. – continuò Tudor. Ci stava ispezionando con gli occhi, rifiutandosi di abbassare la mano.

– L-la cosa? – la Blackwood riprese a recitare, ma il suo tono la stava tradendo, non ci sarebbe mai riuscita così e il Legilimen lo avrebbe scoperto.

– E' inutile, hanno letto. – concluse Dominic. Accidenti, era troppo tardi.

– Non provate a cancellarci la memoria. – Alexia sfoderò la sua bacchetta e la puntò contro i ragazzi di Durmstrang. – Chi siete? – il suo sguardo era minaccioso tanto quanto il simbolo che portava al braccio. Io ancora non stavo connettendo, ero a un passo dal volare con la mente tra le più sfrenate teorie al rimuovere tutto e fare come se niente fosse mai accaduto.

– D'accordo. – Sherwood alzò le mani, ma Will lo aggredì.

– Scordatelo! – gli andò tanto vicino e la traiettoria della bacchetta di Alexia cambiò.

– E' inutile tirare avanti questa messa in scena! Sono stanco e la nostra missione è alle porte! – poi girò la testa verso di noi. – Alex, abbassa quella bacchetta! – non stava urlando, ma il suo tono si alzò rispetto a prima. "Messa in scena" e "missione" erano le uniche parole che assorbii, volevano dire aver mentito per tutto questo tempo, per un motivo ancora ignoto, ma senz'altro irrazionale.

– E va bene. – un'altra voce, dal forte accento bulgaro, irruppe nella stanza. – Lasciate che renda il mio patto. – Karkaroff stava venendo verso di me, con passo deciso, tantochè i suoi lunghi capelli brizzolati gli ricoprivano tutto il viso. Volli scappare, lo volli con tutta me stessa, ma una forza superiore mi teneva ancorata a terra, davanti a lui. I suoi occhi scuri mi fissarono con disprezzo. – Ti restituisco tutti i tuoi ricordi. – imbalsamata dalla voragine che avevo in testa, come in un caleidoscopio tutte le immagini dell'anno scolastico vennero sfogliate dal mio cervello. Quando il turbine finì feci un sospiro rumoroso e gli occhi mi si riempirono di lacrime. Stavo tremando, ma finalmente tutto aveva un senso.

– Che cosa sta succedendo!? – singhiozzai. Le emozioni che si erano cancellate erano tornate tutte insieme, facendomi perdere il controllo di esse, permettendo di sfogarmi. Lilith e Alexia mi misero le mani sulle spalle, sorridendo per un breve istante. Ero tornata.

– Karkaroff non è mai stato qui. – biascicò colui che aveva le sembianze di Igor. – Fate in fretta, è ora di andare. – si dileguò in una velocità impressionante, tale che riconobbi solo una scia di colori. Ci guardammo tutti e cinque in faccia, aspettando una risposta.

– Dominic Sherwood e Will Tudor non esistono. – disse il falso Dom tutto d'un fiato. – O meglio, esistono, ma non siamo noi. – si prese le mani e iniziò a giocarci.

– Che vuol dire? – riuscivo ancora a parlare, sebbene la voce mi mancasse particolarmente.

– Nel 1995... no, nel 2020... cioè tra una ventina d'anni... – Dom iniziava a balbettare e nulla di ciò che aveva detto aveva senso.

– Noi veniamo dal futuro. – s'intromise Will, serio come la questione. – Abbiamo rubato una GiraTempo per... compiere un gesto orribile... – si bloccò, non riusciva ad andare avanti.

– Le GiraTempo sono state tutte distrutte l'anno scorso, merito di Potter e dei suoi amici ficcanaso. – Alexia non perse il controllo di se stessa e, in quanto Mangiamorte, era al corrente della situazione accaduta nell'Ufficio Misteri.

– Lo sappiamo, per questo ne abbiamo rubata una nello stesso nascondiglio in cui si trovava l'altra. – Tudor, o chi diavolo era, fece un sorrisetto inquietante.

– Quando. – i nervi saldi della Stark non permettevano margine di errore nelle sue frasi. La domanda risultò come un ordine e non riuscivo a comprendere cosa avessero potuto fare quei due.

– Quando due di voi sono state mandate al Ministero della Magia. – sbiancai. Avevo troppe domande da porre e ipotizzai le avessero anche le mie amiche, perché i due non smettevano di fissarci a ripetizione. – Sì, ci siamo infiltrati e esatto, siamo stati aiutati. – da chi? – Questo ancora non ve lo possiamo dire. – non ci avevano detto praticamente niente! Non sapevamo ancora nulla di loro e già partivano le censure.

– Bene, allora raccontate della missione. – Lilith incrociò le braccia, fino a quel momento il falso Will l'aveva incantata, ma stava dando tracce di ribellione. Con un profondo respiro i due ci accontentarono.

– Quando i nostri padri... beh, quando mio padre e io e Scorp e sua madre... insomma, io ho litigato con la mia famiglia, mentre la sua si è dimezzata...! – il falso Dom sembrava disperato. Si strofinò gli occhi con le dita e solo allora capii di non aver mai incontrato per davvero un ragazzo con il cielo azzurro spezzato dalla montagna marrone al posto delle iridi. Provai un senso terribile di tristezza, aumentando la lucidità dei miei occhi.

– Mia madre è morta quando ero al Secondo Anno. – Will si rabbuiò, ma alzò subito lo sguardo.

– Chi sono le vostre famiglie? – nessuno rispose, vedevo solo Dom stringersi i pugni e Will sospirare. Quest'ultimo continuò a parlare.

– Ora non è rilevante. Abbiamo incontrato una ragazza, una ragazza dagli occhi chiari e dai lunghi capelli argento. – mi sentii subito osservata e tirata in causa. – Lei è riuscita a manovrarci e farci compiere un gesto orribile. – ancora pausa. Riuscii a capire perché ogni persona che incontravamo era inorridita dalla nostra teatralità nel parlare, metteva ansia e non si arrivava mai al dunque. – Dopo aver fatto giri nel tempo per salvare... Diggory... –

– Il nostro Cedric, quello assassinato dal Signore Oscuro durante il Torneo Tremaghi? – Lilith sciolse le braccia per toccarsi la gola.

– Esatto. – non aveva senso, quel Tassorosso era morto e sepolto da due anni, due di Durmstrang non avrebbero mai potuto incontrarlo in un'altra circostanza se non ad Hogwarts. – Infatti, Ckicki. – seguendo il mio ragionamento, Will riprese a spiegare. – Noi non siamo di Durmstrang, quando la nostra GiraTempo ci aveva portato al Torneo avevamo solo le loro divise e, dal momento che si era rotta ed eravamo bloccati in quell'epoca, abbiamo deciso di mischiarci a loro e di salpare per la Scandinavia. –

– Tutto questo non ha senso! – Alexia era impaziente, come tutte noi, non c'era un filo conduttore in nessuna frase che avevano o cercavano di pronunciare.

– Ti sbagli. – il falso Dom si svegliò. – Abbiamo atteso quasi tre anni, siamo diventati abili grazie a Joseph e ai suoi insegnamenti e poi, calcolando ogni minimo dettaglio, abbiamo progettato il nostro ritorno a Hogwarts. –

– Ma non avremmo potuto farlo con le nostre sembianze, saremmo stati riconosciuti facilmente. Non si scordano certi occhi e certi capelli. – oh, avrebbe potuto dirlo forte. Mentre Tudor parlava io ero concentrata su Sherwood. Davvero non era lui? Ma un minimo di somiglianza c'era, almeno? Come al solito mi ero innamorata della persona sbagliata.

– Perciò abbiamo sottratto le identità di altri. – ripercorsi ancora una volta le giornate passate insieme a lui, le parole che ci eravamo detti. Si era preso il merito per ciò che non era! Aveva detto di amarmi o anche quello era un trucco?

– Ma perché? – Lilith, delusa più che amareggiata, iniziò a toccarsi i capelli ricci, bombandoli ai lati e sbuffando.

– Rispiego. – Will fece un respiro profondo. – Dopo vari giri Albus era sparito, perché non era mai nato, Harry era morto. Dopo che la GiraTempo si è rotta siamo rimasti bloccati qui, alla larga da Voldemort, ma al contempo così vicini. – Alexia sospirò, la guardammo tutti. Adesso che c'entrava il Signore Oscuro? – Sono stato chiamato "Il Re Scorpione", ho visto "Il Giorno di Voldemort" e il "Ballo Sanguinario". Quella realtà distorta era veramente pazzesca. Le uniche parole che quella ragazza pronunciava erano "A Voldemort e al Valore". – continuavo a non capire, aveva pronunciato quel nome almeno una decina di volte. La Stark lo guardò malissimo. – Saremmo dovuti tornare al nostro presente e invece siamo stati catapultati nel Lago Nero, dopo la veglia di Cedric Diggory. La GiraTempo è andata persa, distrutta. Avevamo ancora la divisa di Durmstrang, così siamo salpati con loro, ma volevamo tornare qui in Scozia con una scusa e un'azzuffata sembrava perfetta. –

– Continua a non avere senso. – tutte quelle informazioni erano assurde e irreali.

– Sì che ha senso, per la nostra missione. – ancora non rivelata, tra l'altro. Li guardammo con fare interrogatorio, catapultando domande e richieste non tanto gentili anche nella mente. – La nostra missione è impedire la nascita di quella ragazza, cancellare tutto il passato che per noi sarà futuro e ritornare a casa. –

– Chi è quella ragazza? – Lilith ritrovò il senso di superiorità che aveva perso negli ultimi minuti. I ragazzi ci guardarono, indecisi se rivelare certi particolari.

– Dephini Riddle... – bisbigliò Dominic, abbassando la testa. Io e Lilith corrugammo la fronte, mai sentita. Alexia invece fece un sospiro da far prendere un colpo a chiunque.

– Ho una brutta notizia per voi, allora. – la rossa e i bugiardi si fissarono. – E' già nata. – sbiancai, avevano intenzione di uccidere una bambina? Poi ripensai al nome. Non seppi per quale motivo, ma lo trovai familiare. Delphini, Delphi... delfini... l'arma segreta del Signore Oscuro! Spalancai gli occhi e li incrociai con quelli bicormati.

– Tu mi avevi chiamata così... – avrei voluto dimenticarlo, invece mi piombò in testa anche la chiacchierata in bagno con la Stark. – E scommetto che i Mangiamorte ti servivano solo per estirpare queste informazioni. – guardai Alexia. Finalmente riuscivo a vedere un sentimento nella sua espressione dura, paura forse o sconvoltura.

– Credavamo fossi tu. – fecero un cenno nella mia direzione e collegai tutto, capii perché mi aveva chiamata in quel modo e che cosa volevano da me. L'unico punto ignoto era il motivo.

– Cos'ha combinato Delphi, nel futuro? – la Stark s'informò del destino del suo gruppo di seguaci.

– Una strage! – sbottò Dom. – Ha ucciso e ci ha costretti a salvare la vita di Diggory solo per permettere al padre di ritornare! – poi la sua voce si abbassò. – Me lo ricordo ancora... aveva ucciso Craig davanti ai nostri occhi e poi, legati e torturati, ci aveva portato nel Labirinto, durante la Terza Prova. Lì Cedric ci ha salvati, ma la GiraTempo esplose e fu troppo tardi. – Will mi aveva accusata di aver ucciso qualcuno, compreso di aver rubato qualcosa e di essere ciò che non ero. E quella strana reazione al Serpentese, poi.

– E' per questo che dobbiamo andare immediatamente a casa mia. – aggiunse Tudor. Casa sua? E quale sarebbe stata? Lo osservammo tutti con perplessità. Come sempre da quando avevano iniziato a parlare.

– Perché? – tagliò corto Alexia.

– Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro! Noi andremo a Villa Malfoy e metteremo fine alla vita di quella neonata! – Sherwood ritornò ad essere incazzato. Villa Malfoy? – Sì, Ckicki, di chi credi sia figlia Delphi Riddle!? – sobbalzai. Non era per quello che rimasi stranita, ma per via del nome della villa.

– Mio padre era... è... – Will, all'inizio così sicuro delle sue parole, vacillò. Così ogni volta che si parlava della sua famiglia dimezzata.

– Oh no. – la Stark sembrò aver capito tutto, così ci concentrammo su di lei, ma cambiò discorso. – E Joseph cosa c'entra in tutto questo? –

– Oltre ad averci addestrati ci serviva un complice e un vampiro sarebbe stato perfetto. Avete visto come è riuscito a ingannare tutti. E poi, cosa più importante, avremmo dovuto distanziare voi tre da una persona. – Dom fece un sorrisetto maligno. – Quando siamo finiti qui non pensavamo che la situazione fosse così degenerante. O saremmo intervenuti oppure avremmo rischiato di non nascere. Scorp più che altro. Tutte innamorate di Draco, davvero esilarante. – quindi Will era il figlio di Draco... ciò significava che si era sposato e... cazzo, sua madre era morta. Guardai Lilith, preoccupata.

– No, non è lei mia madre. – anche la mia amica sembrava avesse fatto il mio ragionamento e ci rimase male. Tanto meglio, che razza di incesto sarebbe saltato fuori? Ancora nessun segnale che avesse voluto rivelare il nome. – Per questo ci abbiamo provato con voi, per farvi dimenticare Draco e far seguire il corso della storia. – quando sputò quelle parole venne male a tutte e tre.

– Siete dei bastardi! – sentii di nuovo gli occhi lucidi, ma questa volta non repressi nulla. Al contrario, mi buttai tra le braccia di Dom. Non riuscivo a crederci che non era lui, non lo accettavo. – Sei solo uno sporco bugiardo! – gli tiravo pugni sul petto, mentre ero in preda alla disperazione. Singhiozzavo e non me ne importava niente.

– Adesso ce ne dobbiamo andare... – mi rispose in tono distaccato, valutando se abbracciarmi o stendermi con uno Schiantesimo.

– Ma io ho visto le tue paure, hai detto che quello era tuo padre! – ricordai il suo Molliccio. Neanche la Pozione Polisucco più potente al mondo avrebbe potuto cambiare le proprie fobie in quelle dell'originale. Nemmeno il Patronus!

– Nient'affatto, quello lì identico a me era il vero Dominic Sherwood, avevo paura mi avesse scoperto. – no, non ci credevo, non era possibile.

– Ti prego... – dannazione, ero arrivata fino a questo punto. – Non te ne andare... – avevo il respiro spezzato. D'un tratto percepii la reazione del ragazzo, finalmente mi stava abbracciando. Spalancai gli occhi e smisi di piangere per un secondo. Ma quando mi accarezzò i capelli capii che non sarebbe rimasto con me, che tutto ciò che aveva detto non era una menzogna e che presto sarei rimasta senza di lui. Voltai la testa e vidi la stessa scena tra Will e Lilith, lui le stava dando un bacio sulla fronte e lei aveva il mascara colato. Probabilmente come me.

– Addio. – sussurrò Dom sulle mie labbra. Mi sporsi in avanti per bloccarlo o, quanto meno, per baciarlo, ma girò il viso e fu un segnale troppo decisivo per me. Sentii le mie braccia scivolare dalle sue spalle, mentre le mie gambe ebbero spasmi. Non riuscivo a guardare.

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