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Clarke/Josie

«Qualcosa deve essere fatto».

Propongo con fermezza, rivolgendo lo sguardo a Russell e Simone con un'espressione decisa.

«Gli amici di Clarke hanno scoperto la verità sui Primes. Clarke non è l'unica Sangue Reale».

Russell e Simone guardano con preoccupazione mentre continuo.

«Chiamano sanguenero il sangue reale».

Aggiungo, con un cenno di disgusto.

«Ma a quanto pare preferisco sangue reale».

Proprio quando sto per proporre una soluzione radicale, Russell interviene con saggezza.

«Dobbiamo procedere con cautela».

Afferma, dimostrando prudenza.

«Non possiamo rischiare di essere scoperti troppo presto».

Ascolto attentamente le sue parole, accettando il suo consiglio.

«Certo».

Rispondo, realizzando che devo tornare in incognito e ottenere ulteriori informazioni.

«Andrò e scoprirò quanti Nathblida ci sono in totale».

Torno dagli amici di Clarke, cercando di nascondere la mia eccitazione dietro una facciata di calma. Madi mi guarda con occhi scrutatori, evidentemente sospettosa del mio improvviso cambio d'umore. Anche Gaia, Bellamy e Jordan sembrano sorpresi che io sembri disposta a tollerare le azioni dei Primes.

«Qualcosa non va».

Sottolinea Gaia, la sua voce carica di sospetto.

«I Primes hanno abusato della tecnologia di Becca. Il suo unico scopo era quello di passare la saggezza da una persona all'altra, ma loro vogliono mantenere tutto per sé».

Murphy interviene, non del tutto d'accordo con Gaia.

«Becca era solo una scienziata trasformata una sanguenero in un laboratorio».

Obietta, cercando di mettere le cose in chiaro.

«Nel caso di Clarke, Abby fece lo stesso. Non è così diverso».

Le sue parole mi fanno riflettere. Se è possibile trasformare le persone comuni in Sangue Reale, allora le possibilità sono infinite. Non posso fare a meno di sentirmi eccitata all'idea. Mi alzo di scatto, determinata a riferire la notizia ai Primes.

Bellamy sembra diventare sempre più sospettoso nei confronti di me, come se intuisse che qualcosa non va. Mi segue e mi chiede di parlare da soli. Posso vedere il suo sguardo scrutatore mentre cerco di mantenere la mia facciata.

«Clarke».

Inizia, la sua voce carica di tensione.

«Devo dirti una cosa».

Prendo una profonda inspirazione, cercando di rimanere calma nonostante la crescente ansia. Poi, Bellamy inizia a parlare in Trigedasleng, il linguaggio dei Grounders, mettendomi alla prova. Mi rendo conto che ho difficoltà a comprendere ogni singola parola.

Parla di sentimenti, di persone ferite, di sogni. Cosa vuole da me?

«Puoi ripetere l'ultima frase?»

Chiedo, cercando di mantenere la mia copertura.

Quando mi rendo conto che "flashpa" potrebbe significare "flashback" e quindi "sogno", sento il mio cuore battere più forte. È il momento della verità.

Bellamy mi fissa intensamente, il suo sguardo brucia di domande.

«A chi stai mentendo? Chi sei veramente?»

«Josephine Lightbourne».

Pungo Bellamy con un colpo di paralitico. Lo vedo cadere a terra, immobile. La mia copertura è saltata, ma ora il gioco è finito.

Decido di cambiare strategia. Murphy sembra il candidato perfetto: vulnerabile, ubriaco, e con un passato turbolento. Mi avvicino a lui mentre sta bevendo, sussurrando il suo nome, "John", invece di "Murphy", cercando di confondere le sue difese.

«Johny, devi ascoltarmi».

Lo imploro, fissandolo con uno sguardo penetrante.

Murphy si guarda intorno, confuso.

«Chi diavolo sei tu?»

Chiede, la sua voce barcollante.

È il momento perfetto per rivelare la mia vera identità. Mostro l'immagine di Josephine Lightbourne, il mio vero io.

«Io non sono Clarke, sono Josephine Lightborune. E ho qualcosa di offrirti».

Murphy si blocca, il suo interesse improvvisamente accesso.

«Cosa hai in mente?»

Chiede, la sua curiosità palpabile nell'aria.

«Sono qui per offrirti l'immortalità».

Annuncio, il mio sorriso aumenta di fronte alla sua espressione sorpresa.

«E ho bisogno del tuo aiuto per ottenerla».  

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