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Bellamy 

Mi trovo nell'accampamento, dove Gabriel tiene Clarke/Josie collegata agli scanner.

Posso osservare attentamente le due lunghezze d'onda del cervello sul monitor. Josie è sveglia e mi rivolge un'espressione intensa, rivelando che Clarke è rimasta nel suo cervello grazie alla rete neurale.

Gabriel illustra il suo piano: fermerà il cuore di Clarke, eliminerà il Mind Drive e poi riavvierà il suo cuore. Ma quando sollevo l'ipotesi di utilizzare la mente di Josie per mediare la pace, Gabriel esita, consapevole delle implicazioni di questa scelta.

Josie, con uno sguardo supplichevole, chiede a Gabriel di lasciarle mantenere il suo corpo, per evitare altre morti.

«Possiamo vivere insieme, liberi da tutto questo».

Supplica, mentre i suoi occhi incontrano i miei, poi si gira di nuovo verso Gabriel.

«Ti amo da secoli, ma è il momento di lasciarti andare ora». Con un gesto deciso, Gabriel inietta un siero per fermare il cuore di Clarke, ponendo così fine alla sua esistenza.  

Clarke

Mi risveglio nell'Arca, gli occhi spalancati di fronte a me. La porta di Josie è scomparsa, ma lei è ancora qui. La vedo tenere stretta l'ascia, un ricordo oscuro del suo passato, e prima che possa reagire, l'arma è già sulla mia gola. La mia mente urla, ma sono incapace di muovermi mentre la lama fredda stringe la mia pelle.

Josie ha trovato un modo per rimanere, nonostante il Mind Drive sia stato rimosso. Ha utilizzato la rete nella mia mente, un retaggio del nostro legame, per rimanere in agguato. E ora, mentre mi guarda con occhi malvagi, rivendica il dominio su Sanctum come suo territorio.

Le sue parole sono come un freddo brivido lungo la mia schiena. Se le permetto di vivere, minaccia di sterminare tutti coloro che vivono laggiù. In quel momento, so che non posso permetterle di vincere. La mia determinazione cresce, anche se il mio cuore batte velocemente nel petto, e so che devo lottare per salvare chiunque possa ancora essere salvato.

Bellamy

«Non possiamo arrenderci adesso».

Dico, il mio sguardo fisso sulle schermate che mostrano le due lunghezze d'onda del cervello di Clarke.

Octavia e Gabriel condividono la mia preoccupazione, ma l'impotenza ci sovrasta.

«Non possiamo fare nulla».

Mormora Gabriel, il suo tono carico di frustrazione.

«Il suo cervello non resisterà alla pressione».

Ma io non posso accettarlo.

Non posso accettare di perdere Clarke.

Mi volto verso di lei, il mio sguardo pieno di determinazione.

«Clarke, devi combattere. Devi lottare per noi, per me, per Madi».

La mia voce è un sussurro carico di speranza mentre cerco di invocare la forza che so risiede in lei. So che non possiamo permetterci di perderla, e così le mie parole sono un richiamo alla sua volontà di vivere.

Clarke 

Sento la voce di Bellamy echeggiare nella mia mente, come un faro di speranza nella tempesta. La determinazione nelle sue parole accende una fiamma dentro di me, e improvvisamente mi ritrovo a reagire istintivamente. Senza esitazione, afferro l'ascia dalla memoria di mio padre e la lancio con tutta la forza contro Josie.

L'ascia taglia l'aria con un sibilo e si conficca nel corpo di Josie, spezzando l'incantesimo che mi tiene prigioniera. Un istante dopo, mi sveglio, i miei occhi si incontrano con quelli di Bellamy, che è accanto a me insieme a Gabriel e Octavia.

Gabriel e Octavia escono dalla tenda, lasciandoci soli. Il nostro sguardo si intreccia in un momento di silenziosa comprensione, e senza una parola, ci avviciniamo. Le nostra labbra si incontrano in un bacio carico di emozioni, unione e speranza per il futuro che ci attende.

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