Capitolo 8 Un evidente sortilegio

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I tre arcieri e la fatina avevano ripreso la piacevole routine dei primi tempi.

Rafflesia era impegnata con l'organizzazione della festa delle reclute, la squadra con gli allenamenti.

Trascorsi gli attimi bollenti in auto, Clint tentava di trovare il coraggio di parlarle chiaramente e di invitarla fuori. Su questo rifletteva, qualche giorno dopo, quando nei corridoi incrociò Steve, i giovani arcieri alle spalle 'Falchi, non venite all'esibizione di Rafflesia e Bucky?'.

'Che genere di esibizione?' chiese Kelly.

'Pensavo lo sapeste. La Tyler con l'aiuto di James ha progettato un percorso specifico per il tiro con le armi da fuoco.

È come un 'cubo' per gli arcieri, più interattivo. Nel senso che le sagome sono bersagli da colpire e, parallelamente, da cui difendersi. Ti sparano anche addosso.

Lo ha concepito per gli agenti e in primis per gli Avengers. È piuttosto sofisticato e lei e Buck lo presentano oggi a Tony, dopo averlo testato e collaudato. Insieme sono favolosi, li ho già visti all'opera e non voglio perdermelo. Spicciamoci, ci saranno solo posti in piedi. Ci vanno tutti' li esortò e i tre lo seguirono, estremamente curiosi.

La sala, limitrofa al percorso e dallo stesso separata da un grande cristallo, era gremita, piena come un uovo.

Gli spettatori lasciarono spazio al Capitano e agli arcieri che arrivarono, con facilità, in prima fila, posizionandosi accanto ai Vendicatori.

Il Soldato d'Inverno e il Vice Direttore già all'interno della struttura indossavano due tute nere elasticizzate e imbracciavano due mitragliatori. Alla vita e alle caviglie avevano armi di piccola portata.

Clint guardò Rafflesia. Il corpo femminile fasciato dal tessuto non lasciava nulla all'immaginazione: il ricordo della sua bellezza lo travolse come un'ondata di calore.

Gli parve lo avesse contraccambiato, presa dal desiderio, ma allontanò il pensiero.

Udì la sua voce dall'interfono spiegare che, con Bucky, avrebbe effettuato il percorso dimostrativo.

Avrebbero combattuto fianco a fianco, sfidandosi: vinceva il concorrente che riportava sulla tuta meno colpi colorati di giallo, sparati dagli avversari meccanici.

Si misero in posizione e dette il via. La prova era ardua e complessa. Si trattava di attaccare e difendersi, nello stesso tempo.

Gli arcieri la vedevano per la prima volta in azione e non dietro una scrivania.

Era incredibile. Flessuosa, tonica, spaventosi riflessi ed una mira unica. Per di più, con James erano eccezionalmente affiatati.

Lui copriva lei e lei difendeva lui. Uno a destra e l'altro a sinistra. Sincroni, come fossero stati speculari. Si esibirono in salti, capriole, spinte sul muro con le gambe per elevarsi. Erano abilissimi, con ognuna delle diverse armi utilizzate. Lo strumento di preparazione risultava molto ben progettato, utile per i loro allenamenti.

Tony era esaltato, Nat e il Capitano gridavano a ogni colpo di Bucky insieme agli Avengers; Kelly, Johnny e le matricole strillavano ai centri di Rafflesia, per cui parteggiavano, senza aver nemmeno compreso se uno dei due fosse stato colpito dalle pallottole di vernice poiché le uniformi sembravano ancora perfettamente integre.

Il Falco vedeva solo lei. Solo lei. Sempre lei. La sua ossessione nella testa.

Appena finì il grandioso spettacolo, Stark, limitrofo, lo interloquì 'Che mi dici di Rafflesia?'; dietro i due giovani arcieri, in attesa, avrebbero voluto porgli la medesima domanda.

L'uomo era incantato, aveva entrambe le mani incollate sul vetro e lo sguardo perso. Non era solo ipnotizzato, era sotto un evidente sortilegio!

'La amo' mormorò. I più vicini lo udirono perfettamente.

Tony aggrottò la fronte e sua figlia diede una botta sul braccio al giovane collega. Clint parve riprendersi 'Cioè, amo come si muove e come spara. Questo intendevo' nemmeno gliene fregava di quello che pensavano.

La donna, infatti, stava venendo verso di lui, con un sorriso entusiasta e James accanto.

'Chi ha vinto, capo, non lo abbiamo capito?' le chiese il rosso, fomentato.

'Siamo pari, nessuno di noi due è stato colpito' esclamò Bucky.

'Mi spiace, bracciolo' la Tyler indicò l'interno dell'arto in vibranio che rimaneva fuori dalla tuta di Buck, dove spiccava una macchia circolare giallo fosforescente.

'Cavolo!' James era sull'orlo della disperazione!

Venne giù la sala dalle grida dei giovani che si complimentarono col loro Vice Direttore.

Pure Tony 'Ottimo, hai un'idea meglio dell'altra. Tu e Barnes dovrete fare due chiacchiere con l'imprenditore che vuole i diritti sul vostro progetto. Richiamalo, mi sta angosciando'.

Rafflesia annuì; era arrivata accanto a Clint, che, turbato per ciò che aveva provato durante l'esibizione, oltre che ammirato dalla sua bravura, si era ammutolito.

Gli parlò lei, a bassa voce, timidamente 'Ti sono piaciuta, mio Falco?'.

'Sei bravissima. Adoro guardarti, dovresti saperlo' le rispose, sincero e malizioso, prima di allontanarsi e lasciarla al suo momento di gloria personale.

***

Clint si era dileguato. Non aveva partecipato al solito brindisi, proposto da Tony, e Rafflesia non era riuscita a trovarlo.

Si era chiesta dove fosse poiché gli aveva letto in viso la stessa brama che sentiva pulsare dentro di sé ed era sicura l'avrebbe cercata.

Tornata dall'aperitivo, si era buttata sotto il soffione della doccia del bagno privato che aveva in stanza, i privilegi della dirigenza! Doveva sbrigarsi, aveva una cena di lavoro, dall'altra parte della città.

Aveva sentito odore di sigaretta provenire dalla finestra che dava sul suo balcone.

Non c'erano dubbi su chi stesse fumando. Indugiò sotto l'acqua calda, passando il bagnoschiuma in ogni anfratto.

Si asciugò i capelli con un telo, indossò l'accappatoio bianco ed entrò nello studio per dirigersi verso la piccola terrazza. Fuori era fresco e rimase accanto la portafinestra aperta.

L'uomo fissava l'orizzonte, preso dai suoi pensieri. Percepì, subito, la sua presenza alle spalle: Falco era!

Rafflesia si stagliava al limite della soglia. In una spugna bianca, si era appena lavata.

Dette una lunga boccata alla sigaretta, buttò fuori il fumo senza proferire una parola.

Era chiaro l'avesse accesa da poco... l'ennesima! 'Spegnila!' lo ammonì.

'No!' rispose, deciso. Era in fibrillazione, troppo, e la nicotina lo calmava.

'Spegnila!' lo ripeté, più duramente. Il gioco lo avrebbe condotto lei, poteva giurarci.

'Noooooo' l'uomo non voleva demordere e dette un'altra boccata a sfregio.

Rafflesia si voltò, dandogli le spalle e fece cadere l'accappatoio ai propri piedi.

Era nuda e meravigliosa, il solco definito dei glutei che spiccava sul sedere rotondo, un'albicocca matura da spolpare. 'Falco, pensavo ti piacesse guardarmi. Se non la spegni subito, non potrai farlo mai più!'. Seria alla morte, si mosse verso l'interno della stanza.

Maledizione, vinceva sempre. Clint non poteva rischiare così tanto. Si arrese e gettò il mozzicone nel vaso di fiori lì accanto, precipitandosi nello studio.

La trovò, incredibilmente, allungata sulla scrivania di vetro, che aveva sgomberato da ogni carta. Solo vetro ed il suo corpo nudo sopra: e lo attendeva.

'Sei emozionato?' domandò, con voce roca.

'Tanto...'.

'Anche io! Non faremo l'amore, purtroppo non ancora. Ho pochi minuti ma vieni da me. Debbo sdebitarmi. Hai detto che adori guardarmi...' aveva aperto le cosce, lascivamente spalancate ed esposte alla sua vista, già colme di fluidi aromatici e profumati; con una mano, toccava il tenero capezzolino destro, con l'altra era scesa a sfiorare il bocciolo già schiuso all'interno dei roridi petali, massaggiando la pelle rosata tutt'intorno.

'Baciami, Falco!' gli ordinò.

Lui andò dietro la scrivania e unì la bocca alla sua, continuando a osservare, in pieno delirio, le dita che camminavano nel boschetto scuro e risalivano verso il centro del piacere, l'altra mano che continuava a giocare con l'apice turgido, teso come la punta di un dardo di quelli che tirava l'arciere.

'Spogliati, anche se non faremo l'amore, sarà ugualmente stupendo, ci coccoleremo!' lo invitò e il maschio si liberò, veloce, di tutti gli abiti, riposizionandosi di fronte alla partner per ammirarla meglio.

Era chiaro che il Vice Direttore si muovesse con estrema lentezza per prolungare l'attesa del proprio piacere e, soprattutto, per farlo impazzire. Aumentò il ritmo della mano e strinse più forte il seno, con un gemito davvero accorato.

Clint non si tenne più e dovette per forza carezzarsi sulla propria rigidità impaziente per iniziare una pratica analoga.

La vide alzarsi dal vetro 'Non essere precipitoso, devo vincere io, stavolta...' lo ammonì, mettendoglisi in ginocchio, davanti.

Era nudo, in balia di quella adorabile creatura che non voleva congiungersi con lui.

Si chiese cosa desiderasse fare.

Lo comprese in un attimo, osservando una mano di lei che lo sfiorava all'interno delle gambe con le dita lievi dell'altra, a carezzare la morbida fessura più nascosta, fra i glutei marmorei e allenati, per poi dedicarsi con un movimento sensuale e potente, alla sua mascolinità.

Lo fissava negli occhi, serena ed eccitata, le iridi ametista dilatate. Cambiava la pressione della mano, a volte girando il polso, facendolo ammattire.

Lo stimolò con più vigore, sentendolo vicino alla vetta del proprio climax, con una sola mano, posizionandosi con la boccuccia aperta, proprio all'altezza del suo bacino.

La vide, con l'altra mano libera, tornare all'interno delle proprie cosce, cercando il medesimo ritmo, via via più convulso, anche dentro sé stessa.

Non aveva intuito sulle prime le sue intenzioni lussuriose di dedicarsi ad entrambi, lei da sola, senza farlo granché partecipare, se non passivamente!

Era comunque bellissima, generosa, affettuosa!

Il Falco aveva un sapore meraviglioso, pensò la Tyler, lambendolo, in maniera volitiva, intanto che i brividi del proprio godimento le salivano dal basso ventre alla schiena e alla nuca.

Clint raggiunse il punto più alto della beatitudine terrena esattamente nell'attimo in cui la donna percepì il proprio, assaporando il dolce rosolio del piacere dell'amato partner.

Nulla la imbarazzava con l'arciere; era tutto estremamente naturale e spontaneo perché si accompagnava al sentimento e allo stretto legame che si era formato fra loro.

Col respiro mozzato e pieno di adrenalina, Clint le porse la mano per aiutarla a rialzarsi e l'avvinse in un abbraccio appassionato: la mano volo a carezzarle i profumati capelli ricci, le labbra si appiccicarono, i corpi nudi si strusciarono in cerca l'uno dell'altro.

'E' stato la fine del mondo, ma non hai vinto, siamo pari' fece lo stupido, ridacchiando.

'Neanche per idea, Falco, ho vinto io...' ribatté, capricciosa.

'Voglio la rivincita!' si lamentò.

'Ho un impegno, devo vestirmi, mi spiace sul serio' era rammaricata, ma si trattava di lavoro. Lo baciò, certa che l'avrebbe perdonata.

'Vieni a cena con me! Quando sei libera? Venerdì? Sabato non ci alleniamo, non puoi rifiutare!' aveva trovato il coraggio.

'Venerdì sera c'è la festa delle reclute. Non hai dato ancora la conferma, sei l'unico; ci saranno davvero tutti, Avengers compresi' gli ricordò.

Gli era passato di mente. Beh, non proprio, non amava granché quel tipo di manifestazioni sociali, senza contare che avrebbe dovuto noleggiare lo smoking ed era in rosso, come al solito. Non poteva certo chiedere i soldi a lei!

Rafflesia tentò di convincerlo con un giochetto che Vedova Nera avrebbe apprezzato 'Clint, se sei sicuro di non partecipare, accetterò l'invito di James, me lo chiesto di nuovo e sta diventando piuttosto insistente. E come sai ho bisogno di un altro chaperon per controllare i ragazzi'. Era certa di aver fatto centro lei, stavolta; Barton era sbiancato.

'Dì al bracciolo di mettersi l'anima in pace! Ti accompagnerò io!' cedette con un bel sorriso.

'Lo vedi che vinco sempre!' lo baciò ancora prima di scappare in bagno a prepararsi.

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