Attacco dal cielo

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Spagna

Una parte del cervello di Morgan pensò che doveva trovare riparo.

Un'altra parte realizzò che, trovandosi in una trincea, era già al riparo.

Ma la realtà che Morgan sentiva con le viscere, con lo stomaco che si chiudeva, col cuore che gli rimbombava nelle tempie era che riparo non ce n'era.

Nessuno aveva mai dovuto cercare riparo da una macchina volante.

Quanto poteva essere grande? Il fatto di fluttuare placida a mezz'aria distorceva la prospettiva, sembrava vasta come una piccola isola, ma probabilmente era lunga solo un paio di centinaia di metri. Aveva una bizzarra forma a triangolo e dal suo ventre uscivano come delle torri capovolte, in cui erano aperte fessure. Tra le torri erano stese liane o cavi o corde o comunque qualcosa che le teneva assieme. Le corde si muovevano, pulsavano, guizzavano, come se dentro ci stesse scorrendo qualcosa.

Era una macchina, era indubbio, luccicava di metallo, era squadrata, le sue superfici erano il frutto della mano di un fabbro, ma allo stesso tempo era così grande, così pulsante che non poteva essere solo una macchina, non esisteva forza tecnologica in grado di infondere movimento in una cosa così gigantesca. Morgan avrebbe quasi trovato più plausibile che al centro di quell'enorme architettura ci fosse legata una balena e che il suo enorme cuore permettesse tutto quello.

Si muoveva, senza rumore, verso di loro.

"Comandante..." disse il primo ufficiale.

Morgan riconobbe la sensazione che aveva provato sentendo i passi dell'elegante macellaio, moltiplicata centinaia di volte. "Nascondiamoci! Nascondetevi tutti! Trovate riparo!"

"Ma signore!"

Non aveva più importanza essere vigliacchi "SCAPPATE, PER L'AMOR DI DIO!"

Gli uomini che aveva portato dietro, di fronte al suo atteggiamento, persero coesione. Li vide mollare le file e andare ognuno in una direzione diversa. Fu grato del loro comportamento, in questo modo c'era forse qualche possibilità che qualcuno di loro si salvasse. Lui stesso volse le spalle alla macchina e cominciò a correre, il primo ufficiale dietro di lui, patologicamente attaccato a lui.

La macchina volante cominciò a fare qualcosa. Impossibile dire cosa. Ma sotto di lei il terreno pareva scaldarsi, l'aria bollire, il riverbero dovuto all'intenso calore deformava le immagini. Erano come ondate, come folate di vento. Venivano già dalla nave volante e si schiantavano al suolo. Bruciavano qualsiasi cosa incontrassero. Morgan, con la coda dell'occhio, vide un soldato divenire cenere per essere finito inavvertitamente nel raggio d'azione dell'onda.

Rifletté su quello che aveva detto lo spagnolo. Nessuno era rimasto lì nell'ovest. Di chi era andato a controllare nessuno era tornato.

Fu consapevole che presto sarebbero morti.

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