Il passeggero dell'Encantada

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Arcadio e il capitano dell'Encantada, un portoghese che si chiamava Rogoberto de Seuze, parlavano tra loro usando una bizzarra insalata di portoghese (che conosceva il capitano), italiano (che conosceva Arcadio), spagnolo (che entrambi conoscevano approssimativamente) e latino (di cui ognuno di loro conosceva qualcosa, per ragioni piuttosto misteriose). Erano però uomini abituati ad adattarsi e dalla mente elastica e quindi si capivano perfettamente.

Qui, per non affaticare il lettore, si riporteranno i loro discorsi in una lingua sola, uniformata e corretta.

Rogoberto de Seuze aveva avuto un lungo dialogo con Arcadio la notte che era salito a bordo. Non era molto persuaso a portarlo con sé, ma sembrava che su quelle cose non fosse lui a decidere sulla nave. Nonostante quella diffidenza, però, aveva trovato il dialogo con l'ingegnere inverso stimolante, anche perché l'italiano, pur essendo un professore, sembrava capace di far sentire suo pari di un uomo come lui, che aveva avuto umili natali e certamente una diversa istruzione.

Così, quando l'uomo di mare ottenne dall'ottoniera di bordo informazioni, andò subito a riferirle a Martellone, che vagava come sempre sul ponte, visto che stare in cabina pareva andargli stretto.

"Il primo ministro Hipster ha dichiarato la legge marziale e dà la caccia a quelli come voi." lo informò.

Martellone aggrottò la fronte. "Hipster... Hipster... non l'avevo considerato, sempre con quella sua sciarpetta, ma, ora che si è irrigidito, si scopre avversario degno. Bha, ormai non è più affar mio."

"Mi hanno detto che avete lasciato amici a terra."

"Guardi, persone che di certo non contavano di avere come avversario un governo molle. Conoscendolo, starà fregandosi le mani per come potrà approfittare della situazione più cupa. Un uomo che le piacerebbe, gran senso del drammatico."

"Più senso del drammatico... di lei?"

Arcadio si grattò la barba malfatta. "Drammatico? Io? Sincero entusiasmo, il mio, signore, sempre! Infantile, a volte, ma sincero. Non saprei fare teatro! Mi annoia, quell'idea delle maschere. Come ci si maschera in matematica? C'è modo di nascondere due due affinché sommati non facciano quattro?"

De Seuze sogghignò. "Bhe, all'incontro dell'altra sera..."

"Ah! Lei non ha ancora capito cosa ha significato per me quell'incontro! Che gemma splendida! Che prezioso frutto dell'Inghilterra. Se condividessimo maggiori interessi! E se soprattutto non avessi il terrore di stancarlo..."

De Seuze nascoste un espressione di perplessità sotto la mano, che teneva sugli occhi per ripararsi dal sole e scrutare lontano. Ma Arcadio era ingegnere inverso anche del linguaggio del corpo. "De Seuze, se continua a mordersi la lingua così, finirà col farla sanguinare..."

"Mi perdoni, professor Martellone. E' che non è per persone come me un passeggero come quello che porto io. Anzi, ora come ora, con lei... due passeggeri."

"Ma lei ha un gran cervello, mio buon portoghese! Se ci ascoltasse! Come cambierebbe! In meglio! Questa sua nave, per esempio!"

Erano stati i discorsi sull'Encantada a sedurre De Seuze. Non era stato difficile per Martellone trovare un punto debole nella corazza del portoghese elogiando il suo vascello. Vedendo che stavano tornando in argomento, il capitano gonfiò il petto. "Una pirofregata che ha ben servito nella prima guerra del Vapore, signore. Uno dei primi motori a Ignitium a solcare i mari. Ai tempi si chiamava Beagle III, le ho cambiato il nome quando mi è stata affidata. Da nave da guerra a nave di pace."

"Ma ne tiene in buon servizio i cannoni."

"Posso cambiarle il nome, non farle cambiare la sua natura."

Arcadio accarezzo la murata davanti a cui si trovava, pensieroso. Nave da guerra... poi nave da pace... e se fosse ora di tornare da guerra?

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