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Dieci tunguska erano schierati dietro un terrapieno che avevano creato con le loro stesse mani, lo spazio davanti a loro illuminato da potenti fari a ignitium che anche nella notte gli davano diversi metri di visibilità. Alle loro spalle la base, quella che era stata una fattoria, dove le altre venti macchine erano a riposo o disposte in guardia sugli altri lati. Presto sarebbero arrivati i dispositivi per trasformare i myrmidon in postazioni di artiglieria e a quel punto quella posizione sarebbe diventata il centro di un uragano che avrebbe travolto Nayachek.

Bisognava agire prima.

Solo due dei cinque ORL della squadra erano equipaggiati col fucile, ma uno dei due era Coniglio e Francine aveva detto che questo sarebbe bastato. Aveva fatto schierare anche l'altro sperando in un suo colpo fortunato o anche solo per tenere occupati i nemici. Fortunatamente i proiettili non erano un problema, anche se erano lontani dall'esercito fabbricare i proiettili per i fucili ORL era facilissimo perché erano palle di cannone quasi standard. La gente di Pasternak gliene aveva creati in abbondanza.

Krun, che non avrebbe avuto parte attiva nell'operazione, era comunque a bordo del suo konsole, come tutti gli altri della sua squadra. La notte era così buia che non si vedeva nulla se non quello che i loro nemici volevano illuminato. Significava centinaia di metri che bisognava percorrere a memoria, ricordando quanto si era visto durante il giorno. Una specie di assurdo gioco al massacro.

"Più guardo il campo di battaglia più trovo questo piano assurdo."

Daikatana era già in mezzo alle ombre, si stava preparando per correre, Francine non parlava. Aveva già dato tutti gli ordini che doveva dare e si stava concentrando su quello che doveva fare.

"Non avete mai combattuto al fianco del generale, capitano Krun?" chiese Artemisia all'ottoniera. La ragazza che più aveva dato di vedere di tenere alla Spada Immacolata di Francia era anche quella che aveva accettato il piano con maggiore entusiasmo.

"Per essere sinceri l'ultima volta che abbiamo combattuto credo eravamo in schieramenti diversi."

Krun non era orgoglioso del tempo passato al servizio dei russi, ma nessuno poteva rinfacciarglielo. Serviva la sua regina, come facevano molti, la proteggeva. Un capovolgimento di fronte non ce lo si può aspettare da un soldato, lui aveva sempre e solo fatto il suo dovere. E stava continuando a farlo. Adesso, forse, però, intimamente sentiva che il suo dovere gli piaceva di più.

"Come sapete, i tunguska sono universalmente riconosciuti come macchine piuttosto grezze."

L'unico vantaggio dei tunguska, per quello che ne sapeva Krun, era che in qualche modo risultavano schermati ai poteri psichici e proteggevano i loro piloti da attacchi di quel genere. Per il resto, a meno di poterli usare con armi a lunga gittata come artiglieria o anti-aerea, riconosceva anche lui che erano mezzi dall'approccio antiquato, ancora troppo goffi. Ma erano trenta.

"Stiamo basando il nostro intero piano su questo? Sul fatto che i tunguska non sono ottimi myrmidon?"

"E sul fatto che Daikatana ha recepito la tecnologia più all'avanguardia disponibile."

Valerius aveva con Daikatana il rapporto che non poteva più avere con Francine. Si dedicava a lui gettandovi tutta la sua passione, sapendo di non potergli fare male. Non aveva mai smesso di migliorarlo, sulla carta quando la macchina era lontana, in officina quando l'aveva avuta a disposizione. Certe cose che aveva installato erano così nuove che alcuni pensavano fosse rischioso usarle senza adeguate prove. Lui no. Lui era Valerius Demoire, sapeva sempre come le sue macchine si sarebbero comportate.

"Anche così" finì col dire il capitano tedesco "mi hanno insegnato che non abbiamo nessuna speranza."

Ma Daikatana aveva cominciato a correre.

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