Attacco frontale

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Secondo numerosi studi non è possibile per un Myrmidon muoversi  a una velocità superiore ai 47 km/h senza uccidere il pilota che ospita.

Daikatana raggiungeva i 65.

L'abitacolo progettato da Valerius per la macchina di Francine era dotata di diversi sistemi di ammortizzazione all'avanguardia che facevano sì che solo una piccola parte delle vibrazioni generate dalla corsa la raggiungessero. Questo le permetteva, oltretutto, di mantenere un controllo sulla guida pressoché totale.

Nella notte, avanzava a istinto. Aveva studiato il percorso che avrebbe compiuto durante il giorno, scegliendo dove fosse più facile muoversi, ma nel buio completo non avrebbe avuto il lusso della vista. I fari che il Myrmidon poteva usare per fare luce dovevano restare spenti. Rimaneva, unico supporto, il tarot system, anche questo in una delle versioni più avanzate al mondo, che tutte le volte che l'appoggio del suo piede comprometteva l'equilibrio la raddrizzava, agendo sui giroscopi.

Si stava lanciando praticamente contro la postazione russa, ma per il primo tratto sapeva che non le avrebbero sparato. Avrebbero aspettato che finisse sotto la luce dei fari. A quel punto, allo scoperto, la sua velocità non sarebbe stata una difesa sufficiente per evitarle il fuoco nemico.

Era un altro problema per cui aveva una soluzione.

"Ora, Artemisia."

Il proiettile raggiunse la luce poco prima che lei entrasse nel suo raggio, così i suoi nemici, che aspettavano di vederla comparire, si ritrovarono loro per primi nella tenebra. Sorpresi, mentre anche gli altri fari scoppiavano, cominciarono a sparare a casaccio. Francine sentì qualche colpo fortunato rimbalzare sulla sua corazza, ma niente che potesse preoccuparla, anzi, più sentiva le loro armi scaricarsi più capiva che erano nervosi. Intanto, il terrapieno si avvicinava.

Le mani di un Myrmidon potevano costruire strutture difensive imponenti. Il terrapieno che i tunguska avevano creato era alto sei metri così da lasciare spuntare solo le teste dei mezzi che vi erano dietro, consentendogli di sparare attraverso apposite fessure. Francine accese i fari all'ultimo, per vederselo venire incontro, un muro di terra che sicuramente dava sicurezza ai russi. Quella sicurezza, tra le altre cose, era parte del suo piano.

Daikatana spiccò un balzo.

Gli unici Myrmidon che usualmente staccavano i piedi dal suolo erano i Konsole, la loro abitudine a muoversi come creature selvagge, sulle quattro zampe, dava loro questa abilità anche perché gli arti inferiori potevano essere guidati dal sistema di controllo mentale. Era più che altro un modo per muoversi più veloce sul terreno. Daikatana, invece, era stato dotato di appositi dispositivi a vapore pesante nelle gambe che generavano una spinta verso l'alto con la forza di due fucili. A Francine era servito un po' per impadronirsi di quella tecnica, ma aveva capito subito le intenzioni di Valerius nell'inserirla in quel modello. Aggiungeva alla sua tattica la dimensione verticale, direzione in cui tutti i Myrmidon erano sostanzialmente vulnerabili. I tunguska probabilmente non capirono nemmeno cosa stava succedendo, se la videro scomparire da davanti in un momento e non c'era possibilità che potessero puntare le loro ottiche su di lei mentre passava sopra le loro teste. Una cosa che Francine aveva imparato e che forse Valerius nemmeno aveva previsto, era che la forza della spinta poteva essere usata dai giroscopi. Nello scendere alle spalle di uno dei mezzi nemici impresse una torsione al torso del suo gigante e estese la spada. Mentre i suoi piedi toccava il suolo la sua lama penetrava nel fianco del tunguska tagliandolo in due, corazza, motore, sistema di guida e pilota.

Allora scoppiò il vero inferno. Francine aveva calcolato che non avrebbe potuto sopravvivere più di tre minuti lì prima che il campo trovasse come fermarla. Individuò rapidamente un secondo obiettivo e gli si avventò sopra con un affondo. Il rischio maggiore, combattendo con la spada, era che la lama si incastrasse nei corpi dei suoi nemici. Aveva visto molti ORL fare una brutta fine in quel modo. A lei non era mai successo, ma sapeva che se avesse abbassato la guardia un giorno quello l'avrebbe uccisa. Mentre tirava fuori la sua arma dal secondo corpo la testa di un terzo Myrmidon non lontano da lei scoppiò. Incredibilmente, anche in quelle condizioni, Artemisia riusciva a mettere a segno colpi.

Non sapeva come era fatto il campo nemico, la trincea era l'unica traccia definita di cui era a conoscenza. Ne uscì ma continuò a seguirla, gettandosi direttamente contro i suoi nemici. Avevano cominciato tutti a sparare, ma sapeva che non l'avevano ancora presa di mira. Se era fortunata quei proiettili avrebbero fatto danni ai suoi nemici quanto la sua lama. Scartò di lato, quando decise per istinto che aveva corso dritto troppo a lungo, e nel farlo tagliò di netto la gamba di un altro tunguska. Nel proseguo della danza andò a colpire un secondo, ma probabilmente gli portò pochi danni.

Quando decise che il suo tempo era scaduto puntò una seconda volta il terrapieno e saltò di nuovo. Ormai non c'erano più fari accesi a rendere pericoloso il terreno davanti a lei e la difesa dei suoi nemici, a quel punto, era il principale ostacolo a inseguirla.

Lanciò Daikatana a correre verso la città senza più voltarsi indietro.


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