Margine d'errore

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Nessuno aveva potuto vedere cosa Francine avesse fatto tuttavia, quando rientrò alla città, tutti erano in festa, esaltati come se avessero assistito in prima persona allo scontro. Gente uscì per strada ad applaudire per le vie dove passava Daikatana e il racconto dell'impresa già si diffondeva, distorcendosi, ampliandosi, cambiando forma.

Persino Pasternak, che con tutto il consiglio della rivoluzione era rimasto in attesa dell'esito della missione, quando gli riportarono quello che era successo ebbe un urlo di gioia e chiese un brindisi a tutti i presenti.

Solo Francine, quando scese da Daikatana, non sembrava esaltata o felice, ma solo esausta dopo una lunga giornata di lavoro. Sgusciò fuori dall'abitacolo e senza nemmeno togliersi la tuta cercò di tornare alle caserme improvvisate dove lei e gli altri alloggiavano. Anche quello però faceva parte della sua leggenda, il fatto che non gioisse mai delle vittorie e odiasse i festeggiamenti. Molti giustificavano quell'atteggiamento parlando delle cicatrici sul suo corpo. La voce che girava tra i soldati di Valerius era che sotto i vestiti la sua pelle fosse orrendamente deturpata e le desse un dolore profondo ogni volta che combatteva. Agli uomini piaceva pensare che fosse così letale nonostante questo. 

In realtà le vecchie ferite del passato avevano smesso di dolerle da tempo, persino le chiazze rossastre dell'ustione aveva finito di trattarle come benevole compagne di viaggio. Francine non aveva festeggiato scendendo dal suo Myrmidon perché il suo corpo stava ancora metabolizzando la paura. Vista dall'esterno, anche da chi ne aveva avuto testimonianza diretta, quello che aveva fatto era stata una gloriosa cavalcata, ma lei sapeva precisamente quante volte aveva rischiato di commettere uno sbaglio che le sarebbe costato la vita. I margini d'errore di ogni gesto erano stati talmente stretti che non sapeva quante volte era dovuta essere più fortunata che brava.

Anche Artemisia, dopo tanto tempo al suo fianco, dopo la battaglia era diventata più seriosa. La affiancò dopo aver messo Coniglio in assetto di riposo accanto a Daikatana.

"Un notevole risultato, generale." disse "Quanti colpi a segno? Quattro? Cinque?"

"Due piloti morti. Non so valutare gli altri danni." Doveva contare i piloti. I Myrmidon si possono sempre riparare, anche in una guerra come quella, mentre la caduta di un pilota aveva un impatto devastante. Quei russi chissà da dove venivano, ma di certo era stato insegnato loro che dentro un Myrmidon erano invincibili. Ora si erano risvegliati scoprendo che non era così.

"Sarebbe bello vedere cosa dicono al loro campo, ora."

"Non basterà, Artemisia."

Sulla loro strada trovarono Krun, anche lui sceso dal Konsole. "Progettate di farlo ancora? Non potrete coglierli di sorpresa come oggi." appuntò.

"Devono sapere che tutti i giorni posso portargli via qualcuno, solo così li spingeremo a sbagliare."

"Sono ancora una forza compatta."

"Ascoltate. Credono che la loro attesa sia finita. Domani sono convinti di poter montare l'artiglieria e distruggere questa città, quindi cercheranno di stringere i denti e andare oltre questa sconfitta. Quando invece l'attrezzatura domani non arriverà cominceranno a farsi prendere dallo sconforto e se riusciremo a mettere a segno un nuovo colpo dovranno scommettere su una strategia più rischiosa."

"Se effettivamente impediremo di far arrivare loro l'artiglieria."

"Siete riuscito a esporre la situazione a Bismark?"

"Gli ho spiegato le azioni necessarie, si."

"Allora potete darlo per fatto."

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