Senz'anima

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Un essere senz'anima, abominio, frutto del demonio.

Valerius Demoire aveva preso in giro Santa Madre Chiesa in infinite circostanze, disprezzandone i precetti, mortificandone i servitori, sfidandone i valori. Quei maledetti mostri di metallo che aveva contribuito a creare erano riuscivi a venire utili alle forze Vaticane abbastanza presto per scampare la dannazione, ma avrebbero dovuto anch'essi essere marchiati come strumento del demonio. Portavano morte, erano empia riproduzione dell'essere umano, spezzavano le certezze delle persone.

A Valerius però tutto quello non era bastato, aveva dovuto andare oltre, un giorno di più, e tra i suoi doveri non c'era fermarlo.

Francesco Pupo Torvergata, fremente, si stringeva una mano nell'altra. Avrebbe dovuto tenerci un rosario, ma non era mai stato tipo da rosario, le sue mani non erano mai state abbastanza pulite per aggrapparsi alla corona di Maria, meglio quindi lasciarle vuote e piantarsi le unghie nella carne fino a sanguinare.

"So cosa stai pensando" disse Arcadio Martellone. Da quando era salito a bordo del carro di Valerius, Francesco era stato tutto il tempo alla mercé di Guglielmo che gli aveva illustrato i prodigi tecnologici della macchina da guerra e l'ardito piano del suo capitano. Poi, come un insulto, gli aveva sbattuto in faccia quell'ennesima macchina che parlava e pensava e contraddiceva il senso stesso del peccato. Maschera di Ferro, nel suo cinismo, si era divertito a tormentarlo e lo aveva abbandonato solo quando erano apparsi in vista di Berlino, dove dovevano fermarsi. Allora aveva allentato la presa e l'inquisitore aveva pensato di potersi rifugiare in solitudine. Invece no, dove il coltello aveva finito, doveva cominciare il compasso.

"Non ho mai creduto che anche la teologia fosse tra i tuoi argomenti preferiti" gli rispose sprezzante, sperando bastasse.

"Questa è la cosa divertente. Una macchina come Bagatto è stata costruita senza tenere conto dei principi della teologia e ora sfida i principi della teologia. Come fare? Dovrei occuparmene io o dovrei limitarmi a chiedere giudizio a te?"

"Non giudizio." rispose lui "Condanna."

"Spero che questo non ti impedisca di fare il tuo dovere."

Dovere. Non si era chiesto per anni quale fosse. Alfredo Colonna decideva per lui. E Alfredo Colonna era cardinale investito dal santissimo padre quindi andava bene, per quanto i suoi piani potessero essere meschini o terreni lui diceva sempre a sé stesso che erano emanazione misteriosa di Dio. La dottrina era salva, la sua anima anche. Ora invece il Vaticano era timido nel dargli disposizioni precise, nessuno poteva prendere il posto del cardinale e la sua posizione si era fatta delicata e terribile. Temeva il dubbio, in agguato dietro ogni angolo, quel dubbio che l'avrebbe distrutto. Ora se lo sentiva montare nelle viscere.  "Dobbiamo distruggere i serpenti" I russi. I serpenti. Il male. L'unica catena ancora solida nella sua coscienza. Insegui il male e non avrai dubbi.

"Questo vascello è l'unica speranza che abbiamo, ne sei consapevole."

"Se vinceremo però questo vascello rimarrà. Allora cosa accadrà?"

"Anche i myrmidon non cesseranno mai di calpestare la terra."

"Ma questo rimarrà."

Arcadio Martellone esitava. In quegli ultimi giorni era stato il più assiduo a interrogare Bagatto. La macchina non si era mai annoiata a discutere con lui, ma, soprattutto, non aveva mai dato segno di essere giunta ai limiti della sua coscienza. Arcadio pensava che, se gli avesse parlato a lungo, a un certo punto avrebbe capito dove finivano le sue capacità, fino a  che punto il suo era pensiero, dove cominciava la finzione. Quel limite non l'aveva raggiunto. E capiva cosa significava anche senza bisogno della cosiddetta teologia.

"Ci saremo qui anche noi." si limitò a dire.

Artemisia entrò nel piccolo studiolo in cui si erano rifugiati, li osservò, valuto se doveva fare il saluto militare o il segno della croce o chissà che altra diavoleria. Alla corte di Valerius, intreccio caotico di usanze, costumi e gerarchie, un soldato che vuole rimanere ligio al protocollo può rapidamente impazzire. Alla fine si limitò a battere i tacchi. "Mi hanno detto di annunciarvi che stiamo entrando a Berlino"

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