19. Control

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🔥CAPITOLO CON SCENA SPINTA🔥(leggere con la canzone in sottofondo)

In mobile ferma a fissare la finestra sentivo le sue mani su di me, le sue mani gelide, raffreddarono il mio caldo corpo.
Ad ogni tocco, percepivo le sue dita scorrere lentamente, i nostri respiri inizialmente opposti, diventarono identici.

Sentivo i suoi occhi puntati sulla mia schiena, e le sue umide labbra, scorrere tra le mie forme.
Ancora incerta su cosa fare, mi abbandonai a quelle sensazioni, mai provate prima.
Le sue mani abbassarono le mie spalline, subito dopo mi fece voltare, ritrovandomi le sue iridi fisse sul mio seno.
Ormai certa che sarei cascata nella sua trappola, mi lasciai trasportare, mi abbandonai sul suo corpo.

Mi prese in braccio, facendo scorrere le sue mani sul mio sedere, e mi gettò sul morbido, raso, lenzuolo.
La stanza illuminata da una piccola lampadina da scrivania, face da sfondo a una dolce atmosfera.
Iniziò a spogliarmi completamente, godendosi della mia vista, delle mie forme, delle mie cicatrici e dei miei tatuaggi.
I suoi occhi ormai persi sul mio corpo, mi indicarono i giusti movimenti da compiere sul suo.

Lentamente gli levai, la morbida camicia rossa, i jeans neri, e le sue mutande.
Imbarazzata, e incapace iniziò a baciare il suo petto, facendogli uscire piccoli versi, versi piacevoli e allo stesso tempo frustranti.
Ormai sdraiata, sopra di lui, mi feci cullare dalla sua voce:

"-Hai voglia,di farlo con me?"

"-Jugh!? Io non... bhe non sono mai stata con nessuno."

"-Posso essere io, il primo?"
A quelle parole, mi gettai completamente su di lui, e lasciandoli piccoli baci, sul corpo, gli feci capire che ero pronta, ero pronta ad abbandonarmi a lui.
A perdere la mia verginità con lui, a lasciare il mio piccolo pezzo a lui, mi stavo fidando completamente di lui.

Iniziò con le sue mani a compiere piccoli gesti piacevoli su di me, e lasciando piccoli organismi, mi aiutò a compiere piccoli gesti anche su di lui, ansimando contemporaneamente.
Abbandonata nel piacere, iniziammo a vivere il grande desiderio.
Respiri ansimanti, attorno alle mie gambe, lunghi baci, lungo il mio inguine, piccoli cerchi stava formando attorno alle mie gambe, piccoli brividi iniziai a sentire.
Compiendo movimenti piacevoli, i nostri corpi erano ormai uniti, eravamo una sola persona, due corpi, ma in quel momento una sola anima.

Era la prima volta, così impacciata ma così felice, felice del gesto che stavo compiendo, con la persona che desideravo a mia volta, lui così bello, così sensuale, al suo tocco ogni dubbio spariva.
Ero felice, felice di provare tutto con lui.

Persi uno accanto all'altro, nelle lunghe lenzuola rosse, iniziammo a raccontarci vari aneddoti, ancora con i respiri affannati, iniziammo a ridere, ridere di gioia, ridere di imbarazzo,  sentirlo ridere era la mia suoneria preferita, mi faceva sentire viva.

Ripensando ancora all'accaduto, speravo che quella non sarebbe stata solo l'ultima notte, una cosa da un notte, ma un inizio di un qualcosa tra di noi.

Ancora nudi, stemmo in silenzio per qualche minuto, dritti a fissarci, in quei sguardi, mille parole volavano nella stanza.
Mille risposte, passavano nei suoi occhi, ma io non ero brava a decifrarle in parole, risposte che per me erano ancora una volta domande.
Domande che mi facevano pensare, ma in quel momento volevo fare tutt'altro che pensare.

La festa era ormai conclusa e noi in fretta ci vestimmo e uscimmo dalla stanza, ritrovando il mio vestito nascosto sotto il letto.
Uscendo non potetti non notare il suo sguardo, lei era incredula nel vedermi con lui, lei non credeva a ciò che stava guardando, Tonymi stava fulminando con lo sguardo, e guardando in volto Jugh, lo vidi sorridere, non sapevo se per l'accaduto o per altro.
Lei era lì, cosa ci stava facendo li?
E come se qualcuno mi stava leggendo nella mente
lui disse:

"- Tony io e lei abbiamo concluso qualcosa di dolce nella tua stanza."

La mia mente annebbiata non potette credete a quelle parole, la sua stanza, quindi lei era la sua preda, come tante altre..., lei aveva inviato Jugh alle festa, sapendo della mia presenza, lei sapeva che qualcosa tra noi sarebbe successo, lei era davvero così Serpe?

Presa dalla rabbia ancora una volta, presi la mia borsa posta sull'attaccapanni nel salone e corsi via da quella splendida villa.

Aprii il telefono per guardare l'ora ed era tardissimo ore tre, circa cento messaggi da Kiara , e mille telefonate, dalle altre.
Questa volta non sarebbe andata bene, dopo una lunga notte tra le sue braccia, non potevo ritrovarmi in mezzo la strada con le lacrime agli occhi in piena notte.
Jugh non poteva farmi questo, per lui ero solo un gioco, uno stupido giocattolo da usare, quando la sua bambolina non era nelle vicinanze, un verme.

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"Non voglio lasciarvi così, ma volevo fare un capitolo dedicato alla loro esperienza." Cosa succederà??
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