37. Liam: sgridare o ringraziare?

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Una minuscola parte di me ancora sperava che ciò che vedevo non fosse opera di Andrew. Non poteva aver fatto una cosa tanto stupida, sciocca, avventata, senza senso...

Ma si stava pur sempre parlando di Andrew.

Te lo sei scelto pure deficiente, rise Billy.

Quasi sobbalzai nel sentirla parlare di nuovo.

Sbattei un paio di volte le palpebre, osservando il corridoio imbrattato. Andrew aveva detto di aver organizzato qualcosa... E quello, quello mi sembrava proprio ciò che avrebbe potuto fare lui.

Se scoprono che è stato lui verrà espulso, ragionai, e io in questa scuola senza di lui non sopravvivrò.

Mi diedi immediatamente dell'egoista. Non potevo pensare solo a me, Andrew era in bilico, poteva addirittura rischiare l'ammissione al college.

Per di più, mi resi conto che non potevo dipendere da Andrew. Lui mi aveva aiutato molto e lo amavo, lo amavo più di quanto non avessi mai amato qualcuno, ma questo non significava che non potevo farcela da solo. D'altronde era proprio ciò che mi aveva insegnato: io valevo, ed ero forte abbastanza da essere indipendente.

Mi avvicinai alla squadra, che rideva di gusto osservando l'opera d'arte.

«É opera vostra e di Andrew, non è così?» domandai.

«Abbassa la voce!» mi sgridò Jason, prima di sfoderare un sorriso fiero. «In ogni caso, certo che sì».

«Quindi questa è la "grande trovata" di Andrew?» sbuffai.

Non sapevo se sgridarlo per la sua irresponsabilità o ringraziarlo, d'altronde l'aveva fatto per me, per vendicarmi, perché non dovessi più preoccuparmi di Mirko e del suo lato vendicativo.

Il preside apparve nel corridoio come una furia. Era un uomo piuttosto alto, indossava sempre giacca e cravatta, era costantemente composto. In quel momento, ad aggiungersi a quei dettagli già di per sé in grado di impaurire chiunque, c'era la sua espressione. Un misto di furia e disgusto.

«Troverò il responsabile, e lo espellerò da questa scuola» ringhiò, prima di sparire nuovamente nel proprio ufficio.

Merda.

***

«Sei impazzito?» sbottai, abbandonami sul sedile della macchina di Andrew.

Scrollò le spalle e rise. «Non che mi aspettassi un ringraziamento, però speravo almeno di meritare un bacio».

Alzai gli occhi al cielo, gli accarezzai una guancia, gli scompigliai dolcemente i capelli, avvicinandomi a lui. Lo baciai a lungo, con trasporto, con romanticismo e infinita dolcezza. Quando ci separammo, Andrew mise in moto la macchina, continuando però a lanciarmi occhiate. Ipotizzai avesse percepito che volevo spiegazioni, ma aveva scelto di stuzzicarmi un po', aspettando fossi io a chiedergliele esplicitamente.

Non provai neanche a resistere. «E se ti scoprissero?»

«Ho organizzato tutto per bene, rilassati» esordì. «Mirko e il suo gruppetto arrivano sempre tardi a ginnastica, rimangono più del dovuto in cortile a fumare. Avrebbero avuto tutto il tempo per imbrattare il muro» fece una pausa, guidando con meticolosa attenzione, prima di riprendere a parlare. «Appena sono andati in palestra, ho macchiato i loro vestiti di vernice. Nulla di eclatante, ma abbastanza».

«Non ha senso» obbiettai. «Porteranno i vestiti a casa e li laveranno, nessuno vedrà nulla».

«Sbagliato! Lasciano sempre i loro abiti nell'armadietto fino alla settimana successiva».

Storsi il naso, ma non ebbi più nulla da criticare. Il suo piano, in effetti, poteva funzionare.

«Spero solo che non ti scoprano» mormorai mentre parcheggiava fuori da casa sua, casa nostra.

Andrew intrecciò le proprie dita con le mie; posai la testa sulla sua spalla e lui mi stampò un bacio sulla fronte. Rimanemmo così per qualche minuto prima di deciderci a scendere.

***

«Ho trovato i colpevoli» dichiarò fiero il preside, osservando le centinaia di studenti davanti a sé.

Aveva indotto una riunione d'istituto interrompendo qualunque lezione e, benché prima di quel momento non avesse affermato di aver finalmente trovato risposta ai propri quesiti, tutti erano certi del motivo di quell'assemblea. 

Strinsi forte la mano di Andrew, accanto a me. Il preside aveva impegnato molto tempo per le indagini, abbastanza da fare concludere il periodo di sospensione. Pregai in ogni modo che non fosse Andrew, che fosse caduto nel tranello e avesse incolpato Mirko e i suoi amici stronzi quanto lui.

«Dopo molte indagini, abbiamo scoperto che c'era solo un gruppo ristretto di persone che durante quell'ora è arrivata abbastanza in ritardo a lezione da poter aver avuto il tempo di compiere un gesto tanto deplorevole. Oltretutto, questo gruppo è stato scoperto in possesso di abiti macchiati della medesima vernice utilizzata per vandalizzare la scuola. Per tanto Mirko Lerdal...» mi si fermò il respiro. Strinsi più forte Andrew, e lui si sporse verso di me per depositarmi un delicato bacio sulla guancia.

Del lungo discorso che il preside pronunciò, capii solo che aveva deciso di mantenere la propria promessa, ovvero di espellere i responsabili.

Angolino autrice

Incredibile, ogni tanto Billy ritorna... D'altronde, non se n'è andata del tutto, è ancora presente all'interno di Liam.

A parte lei, però, questo è un capitolo allegro. Non potete dirmi di no. Mi sono decisamente superata, stavolta solo buone notizie!

Mirko e il suo gruppetto molto poco simpatico sono stati espulsi! Finalmente un po' di tranquillità per Liam, e magari anche per Andrew.

Ci avviciniamo sempre di più alla fine. Ma tranquilli, le sorprese non sono finite qui.

Vi piacerebbe, eh, sapere a cosa mi riferisco!

Grazie a chiunque sia arrivato fino a qui a leggere. Grazie ❤️

A lunedì! Chissà, magari le sorprese inizieranno già dalla prossima settimana!

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