30 ~ La perla e il vento

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ZampadiPerla's P.O.V

"Sono fuori dal campo. Non ci credo. Sta succedendo davvero? - ripeto nella mia testa, i miei occhi brillano di meraviglia - No. Non è possibile. Sto sognando. Tutto questo è frutto della mia immaginazione. Ma se fosse tutto reale?".

Non sento nulla, se non la mia stessa euforia. Il pungere delle rocce disseminate sul terreno è per me un semplice formicolio, la fatica per la corsa sfiancante uno stimolo ad andare avanti. Penso solo all'adrenalina che mi scorre nel corpo e mi fa sentire viva, come se stessi volando.

Una sensazione di gelo mi riporta alla realtà, mentre una rapida folata di vento mi stringe in mille turbini freschi. Ondate che odorano di erba, di fiori, d'acqua, di natura, di libertà.

Soffi di vita che portano in sè gli aromi di culture lontane, la frescura della neve che ancora non si è sciolta sulle vette delle montagne distanti, il gorgogliare di ampi corsi d'acqua, così lunghi da sembrare infiniti.

Sento anche il profumo della salsedine che si può trovare nelle immense e gelide acque del mare, che da qui non posso scorgere. Percepisco l'infrangersi delle sue onde voluminose sulla costa e il loro violento sbattere contro gli scogli.

Di tutto questo mi parla lui, il vento. Poeta che canta di quei posti lontani che tanto vorrei vedere. In quei suoi sussurri riconosco gli stridii di uccelli fragili e variopinti, i versi acuti o gravi di animali grandi o piccoli, i fruscii di foglie di alberi di ogni forma, colore, dimensione.

Oh, placida e saggia brezza, tu che tutto senti, tu che tutto vedi! Portami con te sulle tue ali leggere. Raccontami di luoghi lontani, di mondi paralleli, di creature nuove e sconosciute. Continua a rallegrare le mie giornate con i tuoi soffi vitali. Liberami da queste rigide catene che mi opprimono, incollandomi in questo bosco. So che puoi farlo.

Spezza le sbarre della mia gabbia. Io ci provo in ogni modo: le colpisco, le percuoto, eppure sono ancora qui. Sono bloccata. Mi blocca il mio timore. Mi bloccano le mie incertezze. Mi blocca la mia fedeltà verso il Clan, verso i miei amici, verso mio padre. Oh, se fossi come mia madre!

Lei, SciadiCometa, non aveva confini. Prima di unirsi al Clan per amore di mio padre, OndadiZaffiro, aveva attraversato tutto il mondo. Conosceva ogni cosa.

Aveva visto il mare, immenso come più di mille fiumi uniti tra loro, profondo come il cielo infinito, di giorno brillante di mille luci, come una lamina d'argento tempestata dai raggi del sole, di notte nero come il petrolio, un manto oscuro nel quale si riflette la pallida luna.

Aveva osservato da vicino i monti, rigidi e severi custodi della valle, che ti vegliano dall'alto con i loro rugosi volti di pietra. Da qui sono solo immagini lontane e incerte, coperte dalla nebbia che sempre le circonda.

Aveva corso nelle pianure erbose e sterminate, dove l'erba ti arriva fino al mento e ti solletica il corpo avvolgendoti con la sua fragranza rinfrescante e piacevole.

Ogni volta che mia mamma raccontava le sue avventure, i miei occhi e quelli di mia sorella Lacrima brillavano come diamanti. Giocavamo per ore a fingere di esplorare nuovi territori, nascondendoci nei cespugli, scorrazzando per le varie tane del clan, bighellonando nei tunnel di ginestre e d'erica. Eravamo come tigri nella giungla.

Volevamo così tanto vivere quelle esperienze di cui ci parlava nostra madre. Da come gli occhi di SciadiCometa scintillavano nostalgici mentre le raccontava, dovevano essere davvero ricordi emozionanti.

Ora raccontami, o vento: esistono altri gatti, al di fuori dei confini conosciuti? Cosa c'è oltre quel confine mai valicato, quel filo sottile fino al quale viaggia la vista? Si può oltrepassare l'orizzonte o, una volta superato, si precipita in un interminabile nulla?

E lassù in alto, oltre il sole, oltre il cielo, cosa c'è? Esistono confini? Esistono limiti? O siamo solo insignificanti punticini dispersi nell'infinito? Ma cos'è l'infinito? Com'è fatto? Come si può immaginare un vuoto senza fine?

Voglio vedere le pareti che ci racchiudono, raggiungere mete mai sfiorate, oltrepassare punti mai raggiunti e andare avanti, passo dopo passo, verso un mondo nuovo, da me scoperto.

Voglio solo seguire le mie zampe lungo il mio cammino e diventare una leggenda. Tu, amico vento, mi sarai accanto. Tu sarai la mia guida, io la tua discepola. Ma fa' in fretta a portarmi via: il mondo mi sta aspettando.

L'avventura mi sta chiamando. Sento il suo richiamo rimbombarmi nella testa. Sembra l'eco di un sussurro, ma a me suona come un grido, un grido a cui non posso sottrarmi.

Lacrima verrà con me, e forse, se lui lo vorrà, anche Mughetto. Gli avevo promesso che saremmo rimasti sempre vicini, uno accanto all'altra, e voglio mantenere questa promessa.

Voglio vedere il suo dolcissimo muso illuminarsi nel contemplare la bellezza del mondo che lo circonda.

I suoi occhi diverranno di sicuro due scintille di pura meraviglia, proprio come i miei. Stringeremo le nostre code, i nostri manti si sfioreranno. Rafforzeremo ancor più il nostro legame e saremo uniti per sempre.

In confronto a quello che potremmo vivere, sfrecciare nella foresta non è niente. Sentire il sangue della preda da te uccisa scivolare in gola è solo una gioia passeggera. Destreggiarsi nel combattere il nemico una consuetudine. Non è ciò che voglio dalla mia vita. Sarebbe troppo ripetitiva, diventerebbe noiosa. La foresta, sempre uguale, comincerebbe a opprimermi.

Una volta guerriera, fuggirò lontano verso il mio destino, verso la mia libertà. Sarò sola con il vento e i pochi gatti a cui tengo di più, proprio come mia madre. Sarò coraggiosa come SciadiCometa e, se un giorno tornerò al clan, le racconterò tutto ciò che ho visto, come ha fatto lei con me.

Quello che ho fatto oggi è solo un piccolo passo. Il primo anello ferreo si è spezzato: ora la foresta mi appartiene.

È comunque già una grande gioia poter correre tra le foglie secche, che scricchiolano a ogni mio movimento, sentire la terra intrisa di umidità emettere rumori sordi quando la calpesto, contemplare gli steli delle piante imperlati di rugiada.

Mi concentro su un punto indeterminato davanti al mio muso e mi dirigo verso quello, aumentando gradualmente la velocità. Correre rapidi per la foresta per la prima volta è emozionante, me ne rendo conto.

Il sentiero inizia a farsi più ripido e a inerpicarsi sempre più in alto. Rallento e mi preparo alla salita. Sguaino gli artigli per reggermi meglio e comincio ad arrampicarmi, seguendo FonteChiara che si muove agilmente davanti a me, proprio come uno scoiattolo albino.

Le zampe mi scivolano sulle rocce levigate, facendomi parzialmente perdere l'equilibrio. Ma non mi arrendo. Sono forte. Ce la farò. La brezza mi infonde coraggio, mi mantiene attaccata alla parete.

Una zampa arriva in cima. Poi un'altra. L'aria continua a sostenermi, mi impedisce di cadere. Tra le sue braccia sono al sicuro.

Sollevo una zampa scuotendo la coda cercando di mantenere l'equilibrio. Non ho paura. ZampadiPerla non ha paura. ZampadiPerla ce la farà.

All'improvviso scivolo e rimango sospesa nel vuoto. Raspo disperatamente la parete per ritrovare l'appiglio. Ma non emetto un grido. Le zampe anteriori mi reggono e non accennano a cedere.

L'aria mi avvolge e mi guida le zampe che finalmente ritornano ad aderire saldamente al pendio. Pianto più in profondità gli artigli nella terra e porto a termine la mia salita.

Il piede destro tocca il terreno in cima al burrone, e poco dopo anche l'altro arriva a destinazione. Sono in cima. L'orgoglio mi pervade. Le mie vene vengono inondate di piacere.

Mi fermo un secondo e sussurro un ringraziamento al vento, il mio fedele compagno. Mi allungo in avanti e lascio che un senso di gioia profonda mi pervada. Il mondo mi circonda in tutta la sua maestosa grandezza. Un mondo di cui sono regina.

Rifletto su questo turbinio di emozioni che mi pervade: orgoglio, gioia, euforia. Sono libera. Sono fuori dal campo. Sono il vento. Il vento è me. Siamo una cosa sola. Nel mio cuore battono tutto il suo vigore e la sua forza.

Chiudo gli occhi e lascio che la corrente mi sbatta sulle palpebre, per poi riaprirli e godermi il fresco pungermi le iridi rosate.

Inspiro profondamente, riempiendomi di aria fresca e pulita i polmoni, per poi espirare altrettanto rapidamente. Le membra mi si rinvigoriscono dopo l'arrampicata e la stanchezza mi abbandona.

Mi volto verso la mia nuova mentore, FonteChiara, che mi guarda con un sorriso affettuoso. Una piccola lacrima le riga il muso. Deve ricordarsi della prima volta in cui ha compiuto questo tragitto. Ricambio il sorriso, mostrando tutta la mia emozione.

Non vedo l'ora di finire il mio apprendistato e diventare una guerriera. A quel punto sarò sicuramente più preparata per fuggire alla ricerca del mio fato.

Saprò difendermi, cacciare, combattere, tutte doti necessarie in un mondo sconosciuto e non sempre favorevole.

In fondo, nel corso del mio viaggio incontrerò anche creature ostili, e a quel punto sprigionerò tutto ciò che ho imparato.

Mi distacco dal mondo e da tutti i suoi richiami, immergendomi nel mio futuro glorioso: sarò la guerriera più abile e l'avventuriera più coraggiosa.

Ho il vento che mi aiuta. E non smetterà mai di farlo.

Ecco un nuovo capitolo scritto dal punto di vista della giovane ZampadiPerla. Tenetelo bene a mente. Sarà importante per il proseguire della storia. Spero vi sia piaciuto e ditemi che ne pensate. Al prossimo capitolo!

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